da pierodm il 09/02/2009, 0:52
Cominciamo dalle cose meno importanti.
Al posto di qualche amico del forum, eviterei di usare termini come "sparlare": a Roma si risponderebbe "ma guardate te e tu' sorella", ma solo nelle osterie dove si parla e si sparla tra mezzi 'mbriachi.
Non che non esista l'eventualità che qualcuno parli a vanvera - ossia "sparli" - ma si tratta di casi estremi.
Nel nostro caso non credo proprio che l'argomento dell'eversione berlusconiana e leghista sia campato per aria, o sia una fumisteria di qualche psicolabile, visto che perfino i pazientissimi e moderatissimi dirigenti del PD hanno cominciato ad evocarlo, e che un esimio giornalista come Scalfari lo fa da diversi anni.
E poi ci sono i fatti, le precise nitide dichiarazioni di Berlusconi e alcune leggi o intenzioni ostinatamente espresse: se tutto questo è oggetto di uno "sparlare", secondo uno o più dei nostri amici del forum, abbiano la compiacenza di spiegare il perché, e di contrapporre qualche argomento.
Vittorio
Premetto che ti faccio oggetto di una risposta dettagliata, e con animo spazientito, perché la tua posizione è paradossale, ma esemplificativa in forma estremistica di un certo modo di stare all'interno o nei paraggi del PD da parte di molti.
Io, che ho forse meno avversione di te per il PD, ma ne sono fortemente critico da subito, ne sono fuori e non sto nemmeno nei paraggi: gli ho solo dato un "voto utile", e me ne pento amaramente, come mi succede ogni volta che contrraddico per pragmatismo le mie convinzioni.
Molte cose te le ha risposte correttamente, anche se duramente, Pino, e su queste ho poco da aggiungere.
Sulla riduzione dei costi della politica, è chiaro che siamo tutti d'accordo.
Ma mettere questo punto tra gli elementi fondanti di un "recupero" del PD - o più in generale dell'attuale area dell'opposizione sociale - mi sembra la dimostrazione che non si è ben capito come stiano le cose, o meglio, di dove sia arrivata la situazione.
Per quanto riguarda la tua critica alla "sinistra", confesso che ormai mi sembra paranoica.
Questo te lo dice uno che da sempre si è trovato in posizioni eterodosse rispetto alle linee ufficiali del partito, che ha sempre esercitato critiche, e che ha spessissimo manifestato un disaccordo netto con il PDS, con l'Ulivo, con la Margherita, gli Asinelli, le azioni e le omissioni dei governi ulivisti, etc.
Però, ho sempre cercato di contenere queste critiche entro i limiti che mi sembravano ragionevoli, ossia limiti che non erano nihilistici, mettendo tutto e tutti al rogo, e cercando sempre di separare le critiche alle persone e alle loro scelte eventualmente dissennate, da quanto era invece dovuto ad altri fattori: le mutazioni della società, lo strapotere delle altre forze e quel fenomeno che non ti piace, ma che è reale e pesantissimo, dell'in-cultura diffusa che impedisce a tanta gente di capire quello che sta succedendo, di recepire i discorsi più sensati e di avere un minimo di memoria storica.
Ovviamente, il modo in cui io ho miscelato gli elementi di questo mio personale "equilibrio" può essere diverso da quello di altri, ma rimane il fatto che uno sforzo di equilibrio ci deve essere: altrimenti siamo al livello di Gasparri o di Borghezio, tanto per essere chiari, e un po' crudeli.
Per quanto riguarda invece il "golpe", io penso che non si arriverà a tanto - nel senso che è implicito nel termine stesso, che evoca scenari drammatici ed estremi.
Ma lo pensavo anche alcuni anni fa, quando si profilava chiaramente la vocazione autoritaria del Cavaliere e dei leghisti.
Se ne è cominciato a parlare, prevedendo un tentativo di escalation verso tutto ciò che di un "golpe" si riteneva possibile: riduzione ai margini di qualunque dissenso, elusione dei poteri parlamentari, conflitti istituzionali sistematici col fine di prevaricare lo stato di diritto, etc.
Ipotesi che, al momento, sono sembrate a molti esagerate ed eccessivamente pessimistiche, ma che adesso stanno trovando piena conferma.
Certo, non siamo al "golpe" pieno e assoluto, altrimenti non staremmo nemmeno qui a poterne parlare liberamente, tanto per fare un esempio.
Ma siamo sicuramente a buon punto di quel percorso che ha come traguardo il "massimo di golpe possibile" - e fin dove arrivi questo "possibile" nessuno è in grado di dirlo con certezza.
Quello che però possiamo dire con certezza è che stanno succedendo cose che fino a non molto tempo fa si pensava pressoché impossibile, perfino da parte dei più pessimisti.
Anzi, come mio solito, voglio prendere la questione dal lato più innocente, se la parola non è fuori posto.
Posso, cioè, pensare che in Berlusconi non ci sia nemmeno una bieca volontà eversiva, e che il personaggio navighi a vista seguendo gl'istinti dell'affarista-padrone, e che non si renda nemmeno conto della gravità di quello che dice e che fa, o che lascia fare. Esattamnte come tanta gente che lo segue, lo vota e lo applaude.
Ma il risultato di tutta questa manfrina non cambia: è eversione. Nei fatti.
Mi rimane però difficile accettare la tesi per cui la responsabilità di aver fatto arrivare le cose a questo punto sia di chi queste cose le ha paventate e denunciate già da alcuni anni, e non invece di quelli che hanno minimizzato e assecondato certi eventi, in nome di astratti dogmi ideologici e calcoli sbagliati circa i benefici del bipolarismo, della personalizzazione della politica e del salutare brain storming portato dal berlusconismo.