franz ha scritto:«L'omosessualità non è normale. Tollerarla è il declino dell'Occidente». Parola di un'atea lesbica.
Questa posizione io proprio non la condivido. Cosa significa questa ricerca maniacale di una supposta "normalità"?
Si considera "normale" chi ha caratteristiche che corrispondono alla maggioranza di una popolazione, e tutti - nessuno escluso - siamo "non normali" almeno per alcune caratteristiche fisiche e/o comportamentali: per fortuna siamo tutti diversi, anche i gemelli monozigoti non sono del tutto identici, per fortuna.
Se devo dare all'omosessualità una patente, direi che è una caratteristica più o meno equivalente al mancinismo. Se gli omosessuali sono circa il 10% della popolazione, i mancini rappresentano circa il 30%, ed anche loro sono stati perseguitati e considerati "anormali" e da correggere per moltissimi secoli. L'essere umano, come del resto tutti gli animali, non è perfettamente simmetrico: durante lo sviluppo embrionale alcuni organi si spostano, per cui il fegato sta a destra, la milza a sinistra e così via. Anche il cervello non ha due metà del tutto equivalenti, ed è quindi "normale" (nel senso di prevalente) l'uso preferenziale della mano destra.
Quando i lavori manuali erano prevalenti, un mancino poteva porre dei problemi, in quanto aveva difficoltà a far parte di un gruppo omogeneo di lavoro: pensiamo a dei falciatori che tagliano il grano avanzando tutti insieme, oppure agli arcieri in battaglia: un mancino inevitabilmente creava delle difficoltà. Adesso questi problemi sono superati, quasi tuttti gli strumenti che usiamo possono essere utilizzati da destri e da mancini senza difficoltà e nessuno costringe più un bambino mancino ad usare la destra sempre e comunque come si faceva una volta, non poi così tanto tempo fa, dato che accadeva ancora quando ero bambina io.
Lo stesso vale per l'omosessualità. Quando la mortalità infantile era molto elevata e non esistevano gli anticoncezionali, attribuire alla donna un ruolo definito legato alla funzione materna aveva una sua logica, e da qui derivava la divisione dei ruoli maschili e femminili in tutte le fasi della vita: la libertà sessuale femminile era impensabile perché ne derivavano gravidanze indesiderate, le mogli dovevano dovevano partorire un numero elevato di figli per garantire che almeno alcuni raggiungessero l'età adulta. Le donne venivano quindi giudicate inferiori, e per un uomo svolgere un ruolo sessuale femminile appariva disonorevole, mentre l'omosessualità femminile veniva praticamente ignorata.
Adesso uomini e donne svolgono gli stessi lavori ed hanno un ruolo nella società che dovrebbe essere paritetico. Le gravidenze indesiderate sono quasi del tutto assenti nei paesi evoluti, ed il numero di figli per donna è limitato, dato che la mortalità infantile è molto bassa.
A questo punto è ovvio che la "normalità" consiste nella libertà di amare e di legarsi emotivamente e legalmente alla persona amata, costituendo una famiglia basata sui sentimenti e non su fattori prevalentemente economici come era nella cosidetta "famiglia tradizionale".
La libertà sessuale, la possibilità di vivere liberamente ognuno secondo la propia natura sarebbe un segno di decadenza di una civiltà? A me al contrario pare un segno di evoluzione positiva, e di maggiore benessere per tutti.
Il discorso dei figli è ovviamente un po' più complesso. Per ora i bambini nascono da un uomo ed una donna, ma un individuo che è parte di una coppia dello stesso sesso può avere figli pregressi. Avere figli non è un "diritto" (anche se può essere un desiderio legittimo), ma un bambino ha il diritto di avere due genitori, e se a crescerlo sono due mamme o due papà, è giusto che questo fatto sia legalmente riconosciuto nell'interesse del minore. Insomma, la step-child adoption non può essere negata, quando il bimbo in questione non ha un genitore biologico che lo abbia riconosciuto e sia in condizione di potersene occupare. E parimenti l'adozione da parte di una coppia omosessuale a mio parere non può essere proibita, perché ci sono casi in cui la coppia in questione può rappresentare la soluzione migliore per il bambino.
Quanto agli "uteri in affitto" ed altre diavolerie che la scienza ci fornirà in futuro, perché se ne parla solo in relazione alle coppie dello stesso sesso? Salvo rarissime eccezioni, a ricorrervi sono le coppie cosidette "normali", perché anche nelle coppie eterosessuali capita che uno dei due non sia in grado di concepire.
Annalu
PS. Per Giovanardi due uomini su un'isola deserta non possono avere figli, e lo stesso vale ovviamente vale per due donne. Dato che la vita su un'isola deserta è certo difficile e piena di pericoli, preferirei che in quella situazione non nascano bambini, che potrebbero non sopravvivere e magari uccidere anche la madre. Nel malaugurato caso di un naufragio su un'isola deserta, preferirei far parte di una coppia dello stesso sesso, proprio perché non si rischierebbe di mettere al mondo un bimbo con scarse possibilità di sopravvivere bene.