O Tsipras riesce a far passare il suo piano, che è un po' più duro di quello della Commissione europea, sul quale ha chiesto e ottenuto il No al referendum, o Syriza si spacca, il piano non passa e la Grecia va fuori dell'euro (cosa che personalmente mi auguro per i greci non accada).
In altri termini, come afferma lo stesso Tsipras, o passa la cosiddetta politica del rigore o si va contro il muro della dracma e dell'inflazione al 40%.
Ma valeva la pena fare tutto questo casino, dare all'economia greca un altro colpo, umiliare i propri cittadini costringendoli a mettersi in coda davanti ai bancomat, per una promessa elettorale apparsa sin dall'inizio irrealizzabile?
Speriamo che anche i nostri tifosi italici abbiano appresa la lezione.
Il piano di Tsipras alla prova del Parlamento greco: "Non ho mandato per Grexit"Il piano di Tsipras alla prova del Parlamento greco: "Non ho mandato per Grexit"
Il premier cerca di compattare Syriza per ottenere il pieno appoggio a far approvare le proposte presentate nella notte tra giovedì e venerdì. Dijsselbloem: "Probabile giudizio già oggi". Renzi: "Se accordo, niente Eurosummit di domenica". L'Eurogruppo potrebbe discutere un "alleggerimento del debito"
di G. BALESTRERI e R. RICCIARDI
10 luglio 2015
MILANO - "Non ho il mandato del popolo per portare la Grecia fuori dall'euro, ma per trovare un accordo migliore" rispetto a quello inizialmente prospettato dai creditori internazionali. "Siamo di fronte a una decisione cruciale: in questa decisione siamo tutti insieme". Suonano più o meno così le parole che il premier greco, Alexis Tsipras, avrebbe usato con i parlamentari di Syriza, secondo quanto riporta la Reuters, preparandoli al voto dell'Aula greca per affidare al governo il mandato di trattare in sede Ue sulla base del piano di riforme comunicato nella tarda serata di giovedì ai partner internazionali.
Il Parlamento greco, infatti, dovrebbe dare già oggi un suo via libera al governo, per trattate con i creditori partendo dal piano proposto questa notte. Nikos Filis, portavoce di Syriza, ha dichiarato: "Oggi riferiremo in Parlamento". Tsipras ha chiesto un voto rapido, che gli consenta di andare a Bruxelles con il supporto di tutti: domani si terrà l'Eurogruppo e domenica sarà la volta del Consiglio europeo che dovrebbero definitivamente sancire l'intesa. Jeroen Dijsselbloem, presidente dell'Eurogruppo, ha detto che probabilmente già oggi arriverà un giudizio dei creditori sul piano ateniese, che è giudicato "completo". Anche per questo l'Eurogruppo potrebbe discutere un "alleggerimento del debito".
Per il francese Francois Hollande, il piano è "serio e credibile", mentre per il premier italiano, Matteo Renzi, c'è la speranza "che il vertice Ue di domenica non venga convocato perché l'accordo arrivi già all'Eurogruppo di sabato". Una eventualità confermata dalle fonti europee, per le quali in caso di via libera anticipato il summit tra leader sarebbe superfluo.
La serie di misure greche sembra dunque andare nella direzione auspicata da Ue, Bce e Fmi: l'impatto delle riforme è salito a 12 miliardi (che sul Pil greco pesano come se fossero un centinaio di miliardi in Italia) e sono stati inclusi i provvedimenti sull'Iva, sulle pensioni e sul Fisco che venivano richiesti dalla ex Troika. Motivo per cui il passaggio al Parlamento greco si è caricato di valore. E' vero, infatti, che subito dopo la vittoria del 'no' al referendum di domenica scorsa, con il quale era stato bocciato il set di misure proposto dalla Ue, i leader dell'opposizione avevano garantito - dimettendosi - il supporto dei loro parlamentari a un tentativo di accordo da parte del governo Tsipras. I numeri, quindi, non dovrebbero mancare. Ma proprio la compagine di governo risulta sfilacciata, con l'ala radicale del partito intenzionata a non siglare l'accordo e gli alleati di governo di Anel (la destra di Kammenos) indispettiti per i tagli alla difesa. Il ministro dell'Energia, Panagiotis Lafazanis, ha preso le parti dell'ala radicale di Syriza: "Non vogliamo un terzo piano di salvataggio con misure di austerità ancora più dure".