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Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda pianogrande il 01/07/2015, 16:45

Ammesso che Tsipras non abbia truccato i conti, Tsipras si è candidato (ed è stato eletto) per governare la Grecia e non il cortile di casa sua.
Tsipras deve quindi rassegnarsi a governare la Grecia (finché conserva quella carica).

La Grecia non è la singola persona di Tsipras.
La Grecia è milioni di persone e (sopratutto) la Grecia è anche i suoi precedenti impegni (debiti compresi).

A quanto pare, circola la balla spaziale (una delle tante di questo periodo) per cui basta cambiare capo del governo per non pagare i debiti.

Resto in attesa di altre idee brillanti.
Potremmo copiarle anche noi a dimostrazione che Tsipras non è l'unico furbo.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 01/07/2015, 19:57

pianogrande ha scritto:A quanto pare, circola la balla spaziale (una delle tante di questo periodo) per cui basta cambiare capo del governo per non pagare i debiti.

In effetti Tsipras è stato eletto sulla base di questo impegno: votatemi e finirà l'austerità; votatemi non pagheremo i debiti.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda Robyn il 01/07/2015, 20:13

non sono ancora riuscito a capire come faccia la grecia a pagare le pensioni baby con i fondi europei al quale il nostro paese contribuisce,dal momento che le pensioni baby sono di struttura i prestiti invece hanno un limite fisso terminato il quale non si possono erogare più le pensioni baby.Tsripas chiede riforme sostenibili e porta alla luce una ferita scoperta.Le riforme immaginate da altri che prevedono una giusta temperanza degli interessi in gioco vengono prese dai poteri finanziari dalle elite che le deformano al punto tale da provocare la reazione della controparte e si arriva fino al punto di far credere che la controparte non le voglia pensiamo al job act oppure alla riforma della costituzione oppure al modello decentrato di contrattazione al quale nessuno è contrario ma che vede altri prendere la palla al balzo per deformarle ai propri fini ed interessi di potere.Per esempio la riforma Fornero andava modificata in alcune parti per esempio nell'intervallo tra un contratto e l'altro e nell'eliminazione dell'insussistenza inserendo l'inesistenza per non dare incertezze interpretative non nel periodo prova e nell'eliminazione del filtro nel gmo.Quando poi si parla di riforme si parla sempre di pensioni di mercato del lavoro e mai di porre fine al welfare universale che fà lievitare la spesa perche anche i ricchi ne usufruiscono e non è certo una demonizzazione contro chi è ricco cosa che invece le elitè possono far credere,non parliamo poi della separazione fra assistenza e previdenza.Da un lato far credere che le riforme c'è chi non le vuole dall'altro impedire che si facciano quelle che investono direttamente.La Merkel dice che adesso da qui al referendum non si parla con la Grecia nella speranza che Tsipras perdendo il referendum si possa dimettere.Questo dimostra che l'Europa non ha nessuna idea nessuna stratgia per il futuro la meta per le elitè è solo la conquista del potere attraverso la creazione di divisioni artificiali pronti a sfruttare ogni occasione anche a costo di mandare in default l'europa e umiliare interi paesi
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Ma che bella la democrazia!

Messaggioda pianogrande il 01/07/2015, 21:16

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:A quanto pare, circola la balla spaziale (una delle tante di questo periodo) per cui basta cambiare capo del governo per non pagare i debiti.

In effetti Tsipras è stato eletto sulla base di questo impegno: votatemi e finirà l'austerità; votatemi non pagheremo i debiti.

E lo hanno votato, e questo è democrazia, e siccome lo hanno votato, i debiti non vanno pagati e anche questo è democrazia.
Se al referendum dovesse vincere il NO e sempre in omaggio alla democrazia, dovremo dargli indietro anche quello che eventualmente avesse (antidemocraticamente) restituito.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda trilogy il 01/07/2015, 21:29

Robyn ha scritto:non sono ancora riuscito a capire come faccia la grecia a pagare le pensioni baby con i fondi europei al quale il nostro paese contribuisce,dal momento che le pensioni baby sono di struttura i prestiti invece hanno un limite fisso terminato il quale non si possono erogare più le pensioni baby...


Per 1 euro di pensione che pagano, 0,55 cent. sono coperti da contributi, 0,45 cent. vengono dal bilancio dello Stato che li prende dai prestiti europei perchè nessuno compra più i bot greci.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 02/07/2015, 1:34

Pianogrande, l'euro non difende in particolare i redditi fissi. L'euro ha permesso di avere una bassa inflazione.

I redditi da lavoro dipendente (o da lavoro precario, o da pensione) hanno un rapporto con i profitti, che viene definito dalle politiche economiche, sociali e del lavoro. Se fossero esistite politiche tali da garantire la tenuta dei redditi da lavoro, l'euro sarebbe stato un'ottima cosa. Ma noi parliamo della realtà, non del paese di Utopia. Nei sogni, anche il socialismo sovietico doveva essere perfetto, o il nazionalsocialismo, o le teorie di Scientology.

In tutta Europa i redditi da lavoro (o da pensione) si sono erosi a favore dei profitti, è dilagato il precariato, si è ristretto lo stato sociale. Questo non è colpa dell'euro ma delle politiche che lo hanno preceduto e lo hanno accompagnato. Poi in particolare in Italia l'introduzione dell'euro ha portato una serie di sconci (incrementi folli e immotivati di alcuni esercizi commerciali, dei trasporti pubblici - a Milano di colpo da 1500 lire a 1 euro per un biglietto ATM), ma questi sono "privilegi" tutti nostri.

Impoverendo però il ceto sociale che principalmente paga le tasse (in Italia, i dipendenti e i pensionati) siamo entrati in una crisi tale da avere variazioni del PIL molto al di sotto della media europea. Normalmente quando l'economia di un paese si ferma, la sua valuta perde valore rispetto a quelle più forte e la bilancia commerciale torna in equilibrio: minori prezzi per chi acquista con valuta estera, maggiori esportazioni. Ciò con l'euro non è stato possibile (ma è colpa nostra).

Per tornare alla Grecia: nel 1956 un dollaro valeva 30 dracme, intorno al 1998 ne valeva 400.

E' evidente che l'economia greca non è propriamente adatta ad una valuta forte come l'euro. O meglio: come questo euro, così impostato, con queste politiche economiche e sociali, nazionali e continentali, in questo contesto storico.


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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 02/07/2015, 8:11

flaviomob ha scritto:
Per tornare alla Grecia: nel 1956 un dollaro valeva 30 dracme, intorno al 1998 ne valeva 400.



La domanda da porsi è: quanto varrebbe oggi. E di quanto si sarebbero erosi i redditi da lavoro (e da pensione).

Se non fosse per le relative conseguenze geopolitiche, mi augurerei che la Grecia uscisse dall'euro (e poi inevitabilmente dall'Europa) per far constatare con mano a tanti "svalutazionisti" le conseguenze di politiche inflazionistiche.

Così la faremmo finita con queste teorie basate su niente.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda pianogrande il 02/07/2015, 8:53

Flavio
"Pianogrande, l'euro non difende in particolare i redditi fissi. L'euro ha permesso di avere una bassa inflazione".

Rispondo solo a questa riga perché considero il resto ininfluente sul concetto che sostenevo.

L'Euro non ha difeso i redditi fissi. L'Euro ha permesso di avere una bassa inflazione.
Potrei fare della facile ironia sulla tua auto contraddizione ma lasciamo stare.
E tu invece come li difenderesti i redditi fissi?
Con svalutazione e alta inflazione?
Famme capì.
Forse li difenderesti facendo debiti e poi un bel referendum per decidere (democraticamente, micac....!) se pagarli?

Ci parliamo da galassie lontane ma non mi voglio arrendere.
Qualche area comune nelle nostre testacce alla fine la troviamo.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 02/07/2015, 9:46

Caro Pianogrande, effettivamente hai rilevato una contraddizione.

I dati oggettivi di cui disponiamo sono questi:

1- L'euro garantisce potere d'acquisto e bassa inflazione
2- Il potere d'acquisto dei redditi da lavoro e delle pensioni si è ridotto a favore dei profitti

Per cui è evidente che per difendere i redditi fissi (che immagino tu intendi come redditi da lavoro dipendente e simili) non basta una valuta forte. Forse un'altra classe politica, più illuminata, raggiunto l'obiettivo della moneta unica, avrebbe iniziato a lavorare sulle politiche socioeconomiche comunitarie in modo da garantire il punto 2, dopo aver raggiunto il punto 1.

Forse invece, secondo altri economisti, si sarebbe dovuto procedere all'inverso, cioè prima armonizzare le politiche sociali (a favore del ceto medio) e quelle fiscali, poi adottare la moneta unica.

Possiamo quindi dire che l'euro è stata una grande occasione per difendere i redditi fissi, ma non ha funzionato in presenza di politiche liberiste, classiste, a favore del grande capitale e a sfavore del mondo del lavoro.

Questo processo è iniziato ben prima dell'euro, ma come vediamo non è stato minimamente intaccato o frenato dalla moneta unica.
Ad esempio, il grafico mostra un parallelo impressionante tra Germania e Giappone dopo il 2000: segno che la presenza o meno dell'euro è irrilevante.

Immagine

http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... =undefined

Il lavoro sempre più povero


La quota dei redditi da lavoro sul Pil nei principali paesi industrializzati è diminuita tra i cinque e i dieci punti rispetto agli anni '70. In Italia, Francia, Giappone, Germania e USA i redditi da lavoro in percentuale del Pil sono anche al di sotto del livello al quale si trovavano negli anni '60.

di Antonella Stirati, economiaepolitica.it


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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda pianogrande il 02/07/2015, 12:06

La quota lavoro dipendente su PIL è diminuita.
In altre parole, è aumentata la produttività.
Bellissima notizia che non mi scandalizza affatto, tutt'altro.
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