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La buona squola

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: La buona squola

Messaggioda pianogrande il 08/06/2015, 14:24

D'accordo con Franz.

Il problema o meglio la soluzione è sempre il merito.

Se il merito fosse riconosciuto davvero e in modo oggettivo e controllabile, l'esclusione dei figli di da un posto di lavoro sarebbe pura discriminazione.
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Re: La buona squola

Messaggioda franz il 08/06/2015, 15:58

pianogrande ha scritto:D'accordo con Franz.

Il problema o meglio la soluzione è sempre il merito.

Certo e non si puo' certo dire che il tema sia qui ignorato.
Anzi la parola è cosi' comune che il motore di ricerca interno si rifiuta di emette liste di messaggi in cui è citata.
Ma ricordo che questo thread (2010) sviscerò parecchio sul tema, con tanto di spunti polemici, scontri verbali, insulti vari tra persone che non ci sino piu'. Ora non ho tempo per rileggerlo ma in serata mi applico un po'.
viewtopic.php?p=23326#p23326
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Re: La buona squola

Messaggioda gabriele il 08/06/2015, 18:16

pianogrande ha scritto:D'accordo con Franz.

Il problema o meglio la soluzione è sempre il merito.

Se il merito fosse riconosciuto davvero e in modo oggettivo e controllabile, l'esclusione dei figli di da un posto di lavoro sarebbe pura discriminazione.


Più che altro la difficoltà è trovare un metro di giudizio per determinare il merito.

Come detto più e più volte in questo e altri spazi di discussione una cosa è il privato, un'altra è il pubblico. Nel privato il merito è legato alla produttività e quindi alla redditività del lavoratore (impiegato, in questo caso). Nel pubblico...le cose sono molto più complicate.

La scuola crea opportunità per l'individuo e per il sistema Paese. Dire che un insegnante è più meritevole di un altro è un compito molto complesso.

Ci sono i test, ma i test non bastano. La scuola coadiuva (e alcune volte sostituisce) la famiglia nell'educazione del ragazzo. Non solo. Gli dona anche, ovviamente, le nozioni principali per poter progredire come individuo nella società.

il metro di giudizio ha un aspetto così soggettivo che se si interpellano i genitori di una classe, alcuni possono essere soddisfatti di un insegnante, altri invece insoddisfatti.

Detto questo, di modelli di scuola non ce ne sono molti. Gli estremi sono la scuola pubblica come la conosciamo oggi, nella quale bene o male gli insegnanti ricoprono un indiscusso ruolo egalitario nella progressione di carriera la quale è strettamente legata all'anzianità.
La scuola-ateneo dove il preside svolge il ruolo di manager e il suo scopo è quello di procacciare i fondi necessari per mandare avanti la struttura e magari, giustamente, guadagnarci sopra, nella quale gli insegnanti sono assunti come qualunque altro lavoratore privato e devono rendere facendo un buon lavoro al fine di far aumentare la fama della scuola.

il primo modello annichilisce il merito: i fannulloni vengono trattati come i più meritevoli. Il secondo annichilisce la possibilità di ogni ragazzo ad avere un'istruzione adeguata e uguale agli altri, creando inevitabilmente scuole di serie A e scuole di serie B.
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Re: La buona squola

Messaggioda mariok il 08/06/2015, 19:24

L'ultimo passaggio in verità non lo capisco.

Se tra le scuole si instaura una sana competizione saranno tutte spinte a sforzarsi di migliorarsi. Non saranno ovviamente tutte uguali, ma complessivamente tutte migliori. Perché chiamarle scuole di serie A e di serie B?

A meno che non si pensi (come molti a sinistra) che per essere uguali bisogna tutti attestarsi al livello più basso.
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Re: La buona squola

Messaggioda gabriele il 08/06/2015, 21:59

mariok ha scritto:L'ultimo passaggio in verità non lo capisco.

Se tra le scuole si instaura una sana competizione saranno tutte spinte a sforzarsi di migliorarsi. Non saranno ovviamente tutte uguali, ma complessivamente tutte migliori. Perché chiamarle scuole di serie A e di serie B?

A meno che non si pensi (come molti a sinistra) che per essere uguali bisogna tutti attestarsi al livello più basso.



Ci saranno scuole migliori di altre. Alcune saranno eccellenti, altre scarse. I docenti migliori infatti saranno accaparrati dalle scuole migliori che daranno servizi di eccellenza e stipendi migliori. Questo presuppone ovviamente una retta aperta
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Re: La buona squola

Messaggioda pianogrande il 08/06/2015, 22:35

Gabriele.
Il termine scienza(e) dell'educazione forse pretende un po' troppo perché non è come misurare una pressione o una temperatura.
In ogni caso, non si può considerare l'istruzione come un'arte puramente soggettiva.
Non per niente è organizzata per obiettivi.
Il raggiungimento o meno degli obiettivi è già un dato abbastanza oggettivo.
La verifica di tale raggiungimento non credo faccia parte del repertorio della sfera di cristallo o dei fondi del caffè.

Sull'opinione delle famiglie gioca anche una certa retorica vittimista (da parte degli insegnanti) ma le famiglie ci tengono all'istruzione dei figli e qualche parametro valido ce l'hanno anche loro.

Uno per tutti è la possibilità di accesso al lavoro, anche se ancora si indulge troppo per le lauree facili.

In un certo senso, la scuola dovrebbe essere in grado di educare anche le famiglie.
La capacità di relazionarsi con l'utenza dovrebbe far parte della professionalità degli addetti ai lavori.
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Re: La buona squola

Messaggioda flaviomob il 08/06/2015, 23:20

Le scuole superiori private sono notoriamente considerate "diplomifici". Paparino paga, Pierino promosso.

Dove sarebbe il merito?


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Re: La buona squola

Messaggioda franz il 09/06/2015, 7:11

gabriele ha scritto:Ci saranno scuole migliori di altre. Alcune saranno eccellenti, altre scarse. I docenti migliori infatti saranno accaparrati dalle scuole migliori che daranno servizi di eccellenza e stipendi migliori.

Prima parte esatta. Se ne dimentica un'altra, che implica che i peggiori sono via via espulsi dal mondo della scuola (e potranno dedicarsi ad altri mestieri) e che quelli intermedi saranno costantemente motivati a migliorarsi, per poter avere stipendi migliori in scuole migliori. L'importante è il ricambio. Se gli scadenti non vengono espulsi dal sistema, non lasciano spazio all'assunzione di nuovi e migliori docenti. Questo è possibile anche in un sistema pubblico, superando le resistenze corporative ed ideologiche interne al mondo della scuola.
pianogrande ha scritto:Il termine scienza(e) dell'educazione forse pretende un po' troppo perché non è come misurare una pressione o una temperatura.
In ogni caso, non si può considerare l'istruzione come un'arte puramente soggettiva.
Non per niente è organizzata per obiettivi.
Il raggiungimento o meno degli obiettivi è già un dato abbastanza oggettivo.

Il raggiungimento degli obbiettivi è determinato da due fattori: 1) il docente (e non sono tutti uguali) 2) l'alunno (e non sono tutti uguali). La cosa quindi non è facile ma quello che si deve evitare è l'incontro di un pessimo insegnante con un bambino difficile.
pianogrande ha scritto:Sull'opinione delle famiglie gioca anche una certa retorica vittimista (da parte degli insegnanti) ma le famiglie ci tengono all'istruzione dei figli e qualche parametro valido ce l'hanno anche loro.

Qui ho qualche dubbio. Di solito vale per i bambini migliori, perché scopri che dietro c'è una famiglia che segue, si interessa, è culturalmente preparata. Dietro un bambino problematico, con disturbi dell'apprendimento o con difficoltà oggettive scopri spesso (troppo spesso) famiglie che non si interessano, non vengono nemmeno quando sono convocate, tengono spesso il bambino a casa (per problemi logistici loro). Diciamo che appena vedi i genitori capisci perché il bambino ha problemi. I genitori ne hanno di piu'.
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Re: La buona squola

Messaggioda gabriele il 09/06/2015, 9:04

Noto che parlare per estremi ha smosso ulteriormente le acque.

Credo che siamo tutti d'accordo nell'affermare che la scuola pubblica debba essere preservata e debba essere valorizzata a tal punto da renderla una base di partenza per la vita di ogni alunno o studente.

Il compito di trovare un metodo discrezionale per determinare il merito degli insegnanti a questo punto si fa ancora più arduo. Oltre ai test, calibrati in base al degrado sociale locale, quali altri strumenti ha in mano lo Stato per poter svolgere tale compito?
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Re: La buona squola

Messaggioda franz il 09/06/2015, 9:29

gabriele ha scritto:Il compito di trovare un metodo discrezionale per determinare il merito degli insegnanti a questo punto si fa ancora più arduo. Oltre ai test, calibrati in base al degrado sociale locale, quali altri strumenti ha in mano lo Stato per poter svolgere tale compito?

Ritengo che in ogni scuola (o distretto o plesso come cavolo lo chiamano) si possa valutare il lavoro svolto (raggiungimento obiettivi) sul posto. Loro conoscono lo stato di eventuale degrado e la situazione di ogni allievo. La soluzione non è uno Stato (distante) ma l'autonomia scolastica. Naturalmente bisogna anche selezionare i dirigenti ed avere poi strumenti esterni di controllo (invalsi, pisa etc) e secondo me far fare certi test anche ai docenti.
Ricordo che anni fa qualcuno provo' a sottoporre a dei docenti di scuola media i test PISA. Come sappiamo le performances dei ragazzi italiano non sono ottime anzi, .. ma sono abbastanza diversificate nel territorio. Ebbene i docenti hanno fatto gli stessi errori ed ottenuto quindi punteggi simili. Se i ragazzi non comprendono una domanda che parla di rotazione e rivoluzione (fisica) è perché tutto sommato anche diversi docenti non conoscono bene la materia che insegnano. Che facciano corsi di aggiornamento, che colmino le lacune oppure lascino il posto ad altri.
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