Nelle moschee si preghi in italiano.

[ranvit]

Chango in Alto Adige sono ufficiali sia il tedesco che l'italiano!

Non hai capito....la funzione religiosa si puo' svolgere in latino in arabo in pinco pallino etc. E' la "predica" che deve essere in italiano!

Vittorio

[chango]

Chango in Alto Adige sono ufficiali sia il tedesco che l'italiano!

Non hai capito....la funzione religiosa si puo' svolgere in latino in arabo in pinco pallino etc. E' la "predica" che deve essere in italiano!

Vittorio

ma chi se ne frega se sono ufficiali sia l'italiano che il tedesco. il tedesco lo si parlerebbe ed userebbe anche se non fosse ufficiale. certo non negli atti della pubblica amministrazione, ma per il resto sì. l'uso della lingua ha poco a che fare con l'ufficialità e molto con la praticità di far raggiungere il proprio messaggio.
la "predica" è parte della funzione. la sua efficacia dipende dalla sua capacità di essere capita da chi l'ascolta.
perchè non dovrebbe tenersi nella lingua che i legittimi ascoltatori conoscono meglio?
mi pare che l'esigenza della predica in italiano non abbia nulla a che fare con una questione di maggiore integrazione dei mussulmani nella nostra società, ma risponda ad una presunta esigenza di sicurezza. un'esigenza che riflette un pregiudizio sul fatto che l'islam sia "cattivo".
che poi non mi è chiaro perchè si teme che un Imam predichi odio in arabo, quando nelle nostre istituzioni si tollera che predichino odio in italiano i Borghezio e i leghisti in generale.

[ranvit]

A parte il fatto che non si "teme" perchè è un continuo, a me invece non me ne frega niente che ci sono in Italia quelli come te che concepiscono l'integrazione come "tutto è dovuto" a chi viene e niente a chi ci sta da sempre.

Vittorio

[pinopic1]

A parte il fatto che non si "teme" perchè è un continuo, a me invece non me ne frega niente che ci sono in Italia quelli come te che concepiscono l'integrazione come "tutto è dovuto" a chi viene e niente a chi ci sta da sempre.

Vittorio

Questo è il classico luogo comune che altera la natura del problema e rende inutile ogni discussione sullo stesso. Non è vero che "niente si da" a chi ci sta da sempre e neanche è vero che "tutto si dà" a chi viene.
Nel caso specifico la cosa naturale sarebbe che la predica si facesse in arabo essendo l'Arabo anche la lingua di ascolta la predica; non è una concessione, non è qualcosa che si dà. E' normale che facciano la predica in arabo come hanno sempre fatto i fedeli di lingua araba di quella religione. (Peraltro la lettura in arabo del Corano è una prescrizione di quella religione valida per tutti i fedeli).
Si può discutere se imporre l'uso dell'italiano per ragioni di sicurezza. Potrebbe anche essere necessario e giustificato. Ma non si può dire che sia questa la norma e che se non si interviene si dà qualcosa. Semplicemente non si toglie qualcosa. Non togliere non vuol dire dare; anche se si tratta di stranieri.

[chango]

la libertà di scegliere la lingua con cui comunicare in ambito religioso, non mi sembra che rientri nell'ambito del tutto è dovuto. al contrario mi sembra un aspetto marginale che non meriterebbe di essere minimamente preso in considerazione.
la lingua diventa un problema quando si affronta il tema islam esclusivamente da un punto di vista di sicurezza e controllo.

le regole che si vogliono far rispettare, poi, dovrebbero essere le stesse. non mi sembra che in Italia, ad altri ambiti religiosi venga imposta una lingua da utilizzare. perchè per i mussulmani dovrebbe essere diverso?

[pinopic1]

Effettivamente, bisogna riconoscere, c'è stato qualche segnale di uso delle moschee per fare propaganda politica a favore di gruppi estremisti. E bisogna ricordare che gli Imam non sono come i sacerdoti controllati da una gerarchia e tenuti al rispetto di certi obblighi.
Fini credo si riferisse ad una proposta lanciata da un Emiro.
Detto questo non si tratterebbe di dare o non dare, ma di togliere o non togliere.

[pianogrande]

Scusa pianogrande ma per l'Alto Adige ho già detto che il tedesco è una lingua ufficiale. Quindi nessun problema.

Chi ha parlato di discriminazione? Credo sacrosanto che se tu vieni in Italia debba avere l'obbligo di imparare l'italiano. Viceversa come potresti, per esempio, rispettare le leggi scritte in italiano?
Dopodichè, in pubblico devi parlare in italiano, in privato parli come ti pare.
Del resto anche i dialetti mi pare che si usino solo in privato.

Vittorio

Mettiamola così:
- Chiese speciali come le classi separate per i piccoli immigrati.
- Esame di italiano obbligatorio per chi vuole fare l'imam (meglio, esame di dialetto locale a cura della lega).
- Approvazione preventiva della predica da parte della questura
- Verifica successiva .................. mi posso fermare?

[incrociatore]

penso che uno possa pregare dove, come e quando gli pare. Da non credente l'importante è non stabilire che lo debba fare.

La questione della predica, sempre da non credente, ritengo sia controversa (è su questo la proposta di Fini)... facendo parte della funzione religiosa si può ritenere che debba essere svolta nella lingua che l'officiante ritiene opportuna... Latino, Ebraico, Arabo o Italiano...

È anche vero, però, e non tanto per ragioni di ordine pubblico, ma perché anche i luoghi di culto diventino veramente luoghi di integrazione anche di culture diverse, che sarebbe sensato uno sforzo delle autorità religiose ad utilizzare una lingua che può favorire la comunicazione con le comunità locali... così che luoghi di preghiera non diventino ghetti delle comunità di immigrati come nel caso, generalmente, dei musulmani.

[pierodm]

L'esistenza politica della Lega, di Berlusconi e di Gasparri è la prova che si può parlare italiano e allo stesso tempo dire cazzate, oltre che dire cose pericolose per la sicurezza.
E poi, siamo sicuri che certi "controllori" l'italiano lo capiscano davvero?

[incrociatore]

L'esistenza politica della Lega, di Berlusconi e di Gasparri è la prova che si può parlare italiano e allo stesso tempo dire cazzate, oltre che dire cose pericolose per la sicurezza.
E poi, siamo sicuri che certi "controllori" l'italiano lo capiscano davvero?

come detto non credo, se mai attuato, possa essere avere validità relativa alla sicurezza (cosa mettiamo un "uditore" in ogni chiesa, moschea etc. che registra e riferisce... a chi?)

Potrebbe avere un significato di integrazione... non frequento luoghi di culto, ma l'UCOI dice che già oggi la predicazione (per quanto riguarda i musulmani) è fatta in parte in arabo e in parte in italiano... io non lo so, ma chi fa una proposta del genere ne dovrebbe essere informato... personalmente ho preso per buono che la proposta di Fini partisse da una realtà precisa, adesso l'UCOI dice una cosa diversa... non credo ci voglia molto a verificare chi ha ragione.