Il programma dell'Ulivo del '96 - Le maggiori realizzazioni ottenute in questi quattro anni di governo

 

POLITICHE EUROPEE E INTERNAZIONALI

TESI 24: UN’EUROPA PIU’ UNITA: LA REVISIONE DEL TRATTATO DI MAASTRICHT

 

PROGRAMMA

  • Chiarezza nel perseguire il raggiungimento della moneta unica come elemento fondamentale di quel "governo del economia" europeo che oggi ancora manca all’Unione.

  • Recuperare ritardi per l’applicazione di Schengen.

  • Cooperazione rafforzata; potere di coodecisione del Parlamento Europeo; rafforzamento della politica estera e di sicurezza; avvicinamento dell’UEO all’Unione Europea; tutela della sicurezza dei cittadini .

  • Tra le politiche comuni centrale il tema dell’occupazione.

  • Critica dei nazionalismi e necessità di cogliere positivamente l’alternativa futura che avrà di fronte l’Europa fra diluizione e rafforzamento.

GOVERNI DI CENTROSINISTRA

  • Successo del piano straordinario per l’ingresso dell’Italia nell’Euro. Alla fine del primo semestre del 98 l’Italia è tra gli 11 paesi che a pieno titolo entrano a far parte del sistema Euro. La prima fase dell’Unione economica e monetaria prende avvio dal 1 gennaio 1999.

  • La revisione del Trattato di Maastricht porta alla elaborazione di un nuovo Trattato: il Trattato di Amsterdam. La Ratifica del Trattato di Amsterdam avviene alla Camera dei Deputati il 24 marzo 1998 e viene approvato un odg della Commissione Esteri, prima firma Occhetto, che indica i nuovi obiettivi di riforma dell’UE oltre Amsterdam. La Ratifica del Trattato diviene legge il 16 giugno 98 n° 209.

  • L’Italia, a partire dal 26 ottobre 1997, è entrata a pieno titolo nello spazio di libera circolazione Schengen, grazie all’approvazione di una legge sulla tutela dei dati personali (tutela della privacy l. 675/96) e alla partecipazione al SIS, il megacomputer in cui confluiscono i dati di tutti i paesi membri.

  • Le leggi comunitarie 1999/2000 sono state presentate contestualmente alla relazione annuale del Governo al Parlamento sulla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea. Si realizza così una vera e propria sessione comunitaria. Dopo essere stata per molto tempo agli ultimi posti della classifica sullo stato di recepimento delle direttive, l’Italia si attesta tra i paesi più virtuosi nella trasposizione della normativa comunitaria.

  • Nel 1999 l’Italia ottiene un nuovo straordinario successo sullo scenario

europeo: la nomina di Romano Prodi a Presidente della Commissione Europea.

  • Si profila la necessità di una nuova Conferenza intergovernativa che si apre ufficialmente il 14 febbraio 2000 e che si chiuderà presumibilmente entro il dicembre 2000 sotto la Presidenza di turno francese.

  • Malgrado il Governo italiano assuma posizioni coraggiose sul tema delle riforme istituzionali dell’UE prima di aprire la fase dell’allargamento a nuovi paesi, il metodo intergovernativo utilizzato dai 15 governi dell’UE comincia a rivelare forti limiti. Scarsa propensione a concedere quote di sovranità nazionale, rinuncia ad avviare un processo di costituzionalizzazione dei Trattati, invenzione di un binario separato per l’elaborazione di una Carta dei diritti fondamentali dei cittadini europei , rifiuto di concedere al Parlamento europeo il parere conforme sul testo di Accordo finale della nuova Conferenza intergovernativa.

  • Esplode il caso Haider: il Governo italiano si schiera a sostegno dei valori fondativi di una Europa democratica, antirazzista e antixenofoba.
TESI 25: UN’EUROPA PIU’ GRANDE: L’INTEGRAZIONE DEI NUOVI STATI

 

PROGRAMMA

  • Il processo di allargamento e di integrazione nell’UE deve rivolgersi sia verso il Centro-Est Europa sia verso i Paesi europei del Sud. Il processo di allargamento non può essere diluito troppo a lungo nel tempo perché politicamente esso rafforza il ruolo di stabilità e sicurezza della nuova Europa.

  • Contemporaneamente va sviluppato (vedi tesi 28) il partenariato euro-mediterraneo e favorito l’ingresso nella Unione di Malta, Cipro e Turchia.

  • Non serve una "Europe à la carte" ma una base istituzionale unica che permetta diverse intensità di integrazione da parte dei paesi candidati all’ingresso nell’UE. L’allargamento ad Est e a Sud deve anche servire dal punto di vista della sicurezza a costruire un nuovo sistema paneuropeo.

  • Nella tesi è presente la consapevolezza dei nuovi rischi di nazionalismo presenti nei paesi dell’Est Europa e dell’area Balcanica, nazionalismo che si rafforza se prevalgono meccanismi di marginalizzazione e penalizzazione dei popoli di quell’area.

GOVERNI DI CENTROSINISTRA

  • L’Italia sta giocando ruolo crescente di tipo geopolitico: da un lato l’allargamento ad Est tende a mettere sullo stesso piano delle opportunità paesi come la Romania che rischiava una qualche marginalizzazione. Dall’altro la Conferenza di Helsinki ha incluso come candidati paesi come Malta, Cipro e Turchia.

  • Delicatissimo è stato il ruolo giocato dal Governo italiano che ha dovuto prima gestire il caso Ocalan e poi conciliare la strategia di inclusione della Turchia con la richiesta di rinuncia alla pena di morte per il leader curdo, senza inoltre dimenticare le legittime richieste della minoranza curda di vedere riconosciuti i propri diritti umani , civili e culturali.

  • In vista del rilancio del processo di Barcellona con la convocazione della IV Conferenza interministeriale per il parteniariato euro-mediterraneo , il Governo italiano sta predisponendo una Carta per la sicurezza del Mediterraneo, utile a costruire un clima di fiducia reciproca tra la sponda nord, est e sud dell’area mediterranea.

  • Enorme rilevanza sta assumendo il futuro assetto dei Balcani, dopo il dramma del Kossovo. Con il Patto di stabilità l’Europa ha aperto una sfida decisiva per far vincere pace e convivenza multietnica in quell’area: l’europeizzazione dei Balcani.

TESI 26: LA RIFORMA DELL’ONU

 

PROGRAMMA

  • Le grandi organizzazioni internazionali danno segnali di debolezza ma vanno rafforzati.

  • Il sistema multilaterale va preservato e migliorato.

  • L’Italia deve uscire da una posizione difensiva e aumentare il proprio livello di partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali. Gli organismi internazionali vanno riformati sulla base di tre principi fondamentali: imparzialità, efficacia, partecipazione. L’ONU va riformata attraverso una maggiore rappresentatività, aumentando il numero dei membri del Consiglio del sicurezza, introducendo limitazioni al diritto di veto.

  • Vanno create unità militari da utilizzare per le operazioni decise direttamente dall’ONU.

  • Occorre un chiaro mandato da parte dell’ONU a chi opera sul terreno; così come si deve intensificare la cooperazione con le organizzazioni regionali quali la NATO. L’ONU deve accentuare il proprio impegno nel controllo del rispetto dei diritti umani.

  • Le agenzie specializzate dell’ONU devono poter contare su strumenti più efficaci per uno sviluppo economicamente sostenibile.

GOVERNI DI CENTROSINISTRA

  • L’Italia sta sempre più puntando nel quadro internazionale ad un multipolarismo democratico. Con determinazione e coraggio è riuscita ad ottenere all’ONU due grandi successi:

  1. ha raccolto un vasto numero di consensi tra paesi di media potenza e paesi del Sud del mondo attorno alla propria proposta di riforma del Consiglio di sicurezza, bloccando così il tentativo sponsorizzato da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia di inserire come membri permanenti (però senza diritto di veto) Germania, Giappone più altri tre grandi paesi di Africa, Asia. America Latina. Se il tentativo fosse passato avremmo avuto il successo di un multipolarismo gerarchico e la cristallizzazione di rapporti di potere di forza su scala mondiale.
  2. Il secondo successo ha visto l’Italia sventare il tentativo di modificare le modalità di riforma del Consiglio di sicurezza: in Assemblea ONU infatti si volevano far passare le modifiche del Consiglio di sicurezza con la semplice maggioranza dei voti dei presenti e non degli aventi diritto.

  • In quest’ultimo anno il Governo italiano ha avanzato una correzione alla propria proposta: quella del seggio europeo che andrebbe ad aggiungersi a quelli permanenti di Francia e Gran Bretagna.

  • L’ONU invece è stata bypassata sulla questione delicatissima e drammatica della guerra contro la Serbia. La pulizia etnica decisa dal regime di Milosevic contro i kossovari di etnia albanese non poteva vedere impotente la Comunità internazionale . Ma ai negoziati di

Rambouillet erano presenti i governi del G7 e non l’ONU. La decisione di iniziare i bombardamenti è stata assunta in ambito G7 e NATO. Il Governo italiano ha giudicato tale decisione un fatto eccezionale, non più ripetibile . La fonte della legittimità internazionale delle azioni di ingerenza umanitaria rimane l’ONU. La NATO come alleanza politico - militare non è di per sé una fonte di produzione del diritto internazionale.

  • Va segnalata inoltre l’importante posizione dell’Italia a Washington in occasione del 50° anniversario della fondazione della NATO : nella nuova concezione strategica la NATO continua ricoprire un ruolo regionale e non un ruolo globale.

  • Sulla difesa e promozione dei diritti umani va sottolineato il vero e proprio capolavoro di portata storica per il nuovo diritto internazionale compiuto a Roma nella Conferenza dei Plenipotenziari per l’istituzione del Tribunale penale internazionale permanente.

  • La ratifica dello Statuto della Corte penale internazionale è stata poi approvata dal Parlamento italiano e la firma del Governo successivamente depositata, primo dei paesi europei.
TESI 27: L’ITALIA E GLI ALTRI ORGANISMI INTERNAZIONALI

 

PROGRAMMA

  • La prospettiva del multilateralismo va sviluppata a 360°, comprendendo non solo l’ONU ma anche le altre Organizzazioni internazionali sia economiche che di difesa.

  • Ruolo chiave del G7 per la stabilità del sistema economico internazionale.

  • Nuova fase di liberalizzazione degli scambi commerciali da attuarsi attraverso la OMC (Organizzazione mondiale commercio).

  • Rafforzamento dell’OSCE per garantire una sicurezza paneuropea.

  • Graduale allargamento della NATO ai paesi della Europa centrale e orientale e rafforzamento del "pilastro europeo" di difesa.

  • Dialogo politico e di sicurezza con la Russia, senza il cui contributo non si può stabilizzare l’Europa.

GOVERNI DI CENTROSINISTRA

  • Gestire la crisi dei Balcani, in particolare l’avvio del processo di ricostruzione del Kossovo è stato possibile grazie alla possibilità di far scendere in campo una molteplicità di soggetti e organizzazioni: non solo la NATO ma l’OSCE, la Russia e molti dei paesi confinanti con la Serbia ed il Kossovo.

  • Dopo il rientro dei profughi, la partita più difficile rimane quella di garantire una reale convivenza multietnica e multireligiosa e non una strisciante pulizia etnica all’incontrario.

  • Estremamente ampio risulta il dispiegamento di forze militare italiane in tutto lo scacchiere: sia nell’area kossovara che in quella bosniaca. Notevole l’attività di cooperazione sia governativa che non governativa.

  • Il patto di stabilità, lanciato a Sarajevo, richiede ora una forte regia politica dell’UE.

  • Il Governo italiano ha predisposto un disegno di legge per la ricostruzione dei Balcani: 280 miliardi a sostegno della piccola e media impresa ; 120 miliardi in attività di cooperazione.

  • Questo provvedimento tende a predisporre imprese e regioni italiane a concorrere poi all’interno dei più consistenti flussi finanziari decisi dall’UE per i Balcani.

  • Per quanto riguarda l’OMC la lezione di Seattle è quella che si richiede una organizzazione più democratica, più trasparente, più rappresentativa degli interessi dei Paesi del Sud del mondo.

  • Proposte di riforma del Fondo Monetario internazionale (in relazione alla regolazione e alla stabilizzazione dei movimenti internazionali dei capitali, alla natura della legislazione bancaria, ecc.)
TESI 28: L’ITALIA E LUOGHI DELLA CRISI: COME AIUTARE LA PACE

 

PROGRAMMA

  • L’Italia è al centro di una delle principali aree di crisi del mondo: Balcani, Medioriente, Nord Africa. Le crisi strutturali che investono alcuni paesi dell’area provocano proliferazione degli armamenti, conflitti militari, terrorismo, traffico di droga e armi; diffusione di ideologie autoritarie, nazionalismi ed estremismi religiosi; emigrazioni di massa per fuggire dai conflitti.

  • L’Italia non può essere semplice "piattaforma" per azioni altrui.

  • Occorre una strategia multilaterale capace di affrontare le cause politico-economiche di queste crisi e attrezzarsi per prevenire e gestire i conflitti.

  1. Sviluppo di una cultura democratica fondata sul rispetto della legalità, sulla solidarietà, sul dialogo e sulla multietnicità
  2. Stimolazione a livello comunitario di una strategia di allargamento dell’UE verso Est e di uno sviluppo del partenariato Euromediterraneo verso Sud
  3. Elaborazione di una politica comunitaria che non si limiti ai soli aspetti di sicurezza

GOVERNI DI CENTROSINISTRA

  • Il dramma dell’Albania prima e quello più grave del Kossovo poi hanno imposto all’Italia la necessità di predisporre leggi e forme concrete di accoglienza per i profughi temporanei.

  • La stessa legge per l’immigrazione ha richiesto e richiede una serie di accordi bilaterali con molti paesi dell’area del mediterraneo. Buona la collaborazione con il governo e le istituzioni albanesi. In porto l’accordo con Tunisia e Marocco. Per l’Adriatico è importante definire un sistema di tipo europeo per dazi e dogane.

  • La collaborazione con i Governi di Albania, Montenegro sono decisivi per stroncare le organizzazioni criminali di traffico di droga e di clandestini.

  • L’europeizzazione dei Balcani ha bisogno di paesi che realizzino svolte democratiche così è per la Croazia che giustamente l’Italia sostiene per l’ingresso in Europa.

  • Da risolvere il problema delicatissimo della Serbia: per ora solo Italia e Francia ritengono che l’embargo rafforzi regime di Milosevic invece che indebolirlo.

  • In Medioriente il processo di pace procede molto faticosamente . Israele non vede di buon occhio un possibile ruolo di mediazione politica dell’Europa.

  • Si è rivelata invece vincente la lungimiranza del Governo italiano che ha scommesso sul processo di democratizzazione avviato in Iran da Khatami. Anche nei confronti della Libia di Gheddafi l’Italia ha fatto da apripista per riaprire i rapporti a livello internazionale.

  • Infine per la prevenzione e gestione dei conflitti l’Italia appoggia la proposta del Presidente Prodi di un corpo di 50 - 60 mila uomini pronti ad essere utilizzati dalla UE nei cosiddetti compiti di Petersberg.

Principali provvedimenti legislativi:

  1. Missione di pace in Bosnia; Decr. Legge n. 346 del 1 luglio 1996 (convertito con L.428 dell’8 agosto 1996).
  2. Missione a Hebron, proroga partecipazione italiana alla missione in Bosnia; Decr. Legge n. 12 del 31 gennaio 1997 (convertito con L.72 del 25 marzo 1997).
  3. Missione in Albania; Legge n. 174 del 20 giugno 1997.
  4. Impiego dell’Arma dei Carabinieri nella polizia internazionale in Bosnia; Legge n. 239 del 25 luglio 1997.
  5. Prosecuzione della missione in Albania; Legge n.260 del 31 luglio 1997.
  6. Cooperazione Italia-Albania nel settore difesa e prosecuzione della missione in Bosnia; Legge n. 42 del 13 marzo 1998.
  7. Partecipazione italiana a missioni internazionali; Legge n.270 del 3 agosto 1998.
  8. Partecipazione italiana a missioni di pace; Decr. Legge n. 12 del 28 gennaio 1999 (convertito con L.77 del 29 marzo 1999).
  9. Invio in Albania e Macedonia di contingenti italiani, rifinanziamento del programma di aiuti all’Albania e di assistenza ai profughi; Decr. Legge n. 110 del 21 aprile 1999 (convertito con L. 186 del 18 giugno 1999).

  • Proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali nell’ex-Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché ulteriore invio di militari in Macedonia per operazioni nel Kossovo; Decr. Legge n. 180 del 1999 (convertito con L. 269 del 2 agosto 1999).
TESI 29: L’ITALIA E I PAESI DEBOLI: COME AIUTARE LO SVILUPPO

 

PROGRAMMA

  • La politica di cooperazione allo sviluppo rappresenta un principio essenziale nella politica estera di un Paese civile e democratico.

  • Gli scandali del passato non possono impedire una revisione ed un rilancio degli strumenti della cooperazione internazionale.

  • Bisogna favorire non tanto i Governi quanto le popolazioni, in particolare i gruppi più svantaggiati e a rischio maggiore.

  • Vanno promosse forme di partenariato tra realtà locali ed istituzionali italiane e quelle dei paesi in cui si coopera.

  • Va separato il momento politico dell’attività del cooperazione da quello programmatico-operativo.

  • Va privilegiata l’attivazione di processi di sviluppo umano e sostenibile piuttosto che il semplice trasferimento di beni o la realizzazione di opere.

  • Occorre un coordinamento fra Agenzie internazionali e organismi nazionali, in particolare per gli aiuti di emergenza.

GOVERNI DI CENTROSINISTRA

  • Per iniziativa del Governo italiano. e di molti gruppi parlamentari sono stati presentati in questa legislatura disegni di legge di riforma dell’aiuto pubblico allo sviluppo.

  • L’aula del Senato ha già approvato un nuovo testo di riforma della cooperazione internazionale. Il provvedimento è ora all’attenzione della Commissione Esteri della Camera. I contenuti fondamentali riprendono completamente le idee guida lanciate dal programma dell’Ulivo del 1996: il partenariato; la lotta alla povertà; un’Agenzia che gestisca la parte operativa indipendente dal Ministero degli Affari Esteri al quale resta affidato il momento di negoziato politico per decidere insieme ai paesi in via di sviluppo i programmi prioritari di aiuto; la valorizzazione della cooperazione decentrata che vede finalmente Regioni ed Enti locali poter decidere in autonomia forme di finanziamento a progetti di sviluppo.

  • L’esperienza della missione Arcobaleno ha dimostrato che dobbiamo ancora molto migliorare sul terreno di un efficace coordinamento tra i diversi Ministeri interessati alle politiche di aiuto durante le emergenze. Tale coordinamento andrebbe esteso anche in sede europea. Una politica estera e di difesa comune dell’UE richiederebbe anche un maggior coordinamento delle politiche di cooperazione tra i livello multilaterale europeo e il livello bilaterale italiano.

  • Da segnalare infine il fatto che l’Italia non solo al vertice di Colonia si è battuta per allargare anche ai crediti commerciali la politica di annullamento del debito estero dei paesi più poveri del pianeta, ma il governo italiano ha anche presentato uno specifico disegno di legge per la riduzione

e annullamento bilaterale del debito che i paesi poveri hanno contratto con noi. Da una iniziale decisione di tagliare 3 mila miliardi di debito, per iniziativa del Governo e di molti gruppi parlamentari, soprattutto di maggioranza, l’orientamento è quello di portare a 6 mila miliardi il taglio complessivo per alleviare il fardello insostenibile del debito dei paesi più poveri.

Tesi n. 30: L’ITALIA E GLI ALTRI: COME RILANCIARE LA POLITICA ECONOMICA ALL’ESTER0

 

PROGRAMMA

  • Anticipare le linee strategiche di sviluppo dell’attività internazionale del Paese e condurre quella necessaria opera di coordinamento fra i diversi settori interessati ad essa.

  • Privatizzare in larga parte gli strumenti finanziari ed assicurativi, pur lasciando una responsabilità primaria all’intervento pubblico. Riformare la SACE con l’inserimento di elementi professionali e con migliori capacità di valutazione dei rischi politici e commerciali.

  • Unificare l’azione della "diplomazia commerciale" all’estero superando i dualismi oggi esistenti tra sedi ICE all’estero e servizi economici delle ambasciate.

 


GOVERNI DI CENTROSINISTRA

  • Istituzione presso il CIPE della "Cabina internazionale di regia per l’internazionalizzazione" nella quale siedono i Ministri a diverso titolo interessati a processi di internazionalizzazione. La Cabina opera per dare unitarietà di programmazione e gestione alle politiche di internazionalizzazione e delibera i provvedimenti necessari. Per una comune strategia di internazionalizzazione con Regioni ed Enti locali si è istituito un Tavolo Ministero commercio estero/Regioni; si sono sottoscritti Accordi di Programma con 17 regioni; sono stati aperti gli Sportelli regionali per l’internazionalizzazione fondati sulla integrazione delle attività di Regioni/ICE/Camere di Commercio.

  • Rifoma della SACE per garantire alle imprese italiane una copertura assicurativa più efficace e più ampia: allargamento delle tipologie di rischio assicurate; semplificazione delle procedure; sottoscrizione della Convenzione SACE-Gruppo Intesa che consentirà alle imprese di ricorrere ai Servizi SACE direttamente ai 300 sportelli delle banche del Gruppo Intesa; avvio del convenzionamentotra SACE e finanziarie regionali per un più facile accesso assicurativo per le Piccole e Medie Imprese.

  • Legge 25 marzo 1997, n.68, Riforma dell’Istituto nazionale per il commercio estero.

TESI 31: UN NUOVO MODELLO DI DIFESA

 

PROGRAMMA

  1. Maggiore europeizzazione della difesa
  2. Integrazione nella Nato e nell’UE per la difesa del territorio
  3. Adeguamento a livello europeo della qualità degli armamenti e della preparazione dell’esercito, dell’aeronautica e della marina per la partecipazione a forze multinazionali nelle missioni di pace
  4. Progressivo aumento della professionalizzazione delle forze armate
  5. Fissazione di parametri finanziari e di una programmazione pluriennale della spesa relativa alle trasformazioni da operare

GOVERNI DI CENTROSINISTRA

L’Italia ha svolto un’intensa attività nell’Unione europea che ha contribuito (dopo la nomina di Solana a responsabile della politica estera e di sicurezza comune) all’avvio della costituzione in tempi brevi di un importante contingente militare europeo.

Per quanto riguarda la ristrutturazione delle forze armate il centrosinistra è andato oltre la previsione contenuta nel programma dell’Ulivo ( forze armate composte sia da volontari che da giovani di leva) con la scelta di avviare il processo di attuazione di un modello completamente professionale.

Principali provvedimenti legislativi:

  1. Riforma dei vertici delle Forze Armate; Legge n. 25 del 18 febbraio 1997
  2. Riorganizzazione del Ministero della Difesa; Decreto legislativo n. 264 del 16 luglio 1997.
  3. Riforma dell’area tecnico-operativa del Ministero della Difesa; Decreto legislativo n. 464 del 28 novembre 1997.
  4. Riorganizzazione del sistema degli stabilimenti e degli arsenali militari (area tecnico-industriale) della Difesa; Decreto legislativo n. 459 del 28 novembre 1997.
  5. Istituzione del servizio militare volontario femminile; Legge n. 380 del 20 ottobre 1999.
  6. Alienazione dei beni immobili non più necessari alla Difesa; Legge n. 662 del 23 dicembre 1996, articolo 3, commi 112 e 114.
  7. Riorganizzazione professionale delle Forze Armate e sospensione della leva.

Numerose sono le nuove norme introdotte e le proposte avanzate per il personale militare

Principali provvedimenti legislativi:

  1. Nuove norme in materia di ritardi, rinvii e dispense nel servizio di leva; Decreto legislativo n. 504 del 30 dicembre 1997;
  2. Stato giuridico ed avanzamento ufficiali; Decreto legislativo n. 490 del 30 dicembre 1997.
  3. Trattamento giuridico volontari in ferma breve; Decreto legislativo n. 505 del 30 dicembre 1997.
  4. Riforma della Rappresentanza militare.
  5. Alloggi di servizio.
  6. Esercizio dei diritti sindacali nelle Forze armate e nelle Forze di polizia ad ordinamento militare.

 

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