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ma iscritti ed elettori contano ancora qualcosa?

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ma iscritti ed elettori contano ancora qualcosa?

Messaggioda mariok il 18/02/2017, 18:04

Per evitare la scissione la sinistra Pd si aspetta dall’assemblea nazionale di domenica “significativi passi politici”. Sono punti imprescindibili la conferenza programmatica, il congresso fino a ottobre-novembre, il sostegno al governo Gentiloni fino al 2018, la legge elettorale senza capilista bloccati e capace di garantire rappresentatività e governabilità. Senza anche soltanto uno di questi, salta il banco.

Credo che comunque non basterebbe. Dagli interventi di questa mattina è chiaro che la condizione fondamentale è che Renzi se ne vada.

La domanda inevitabile è: ma è accettabile che ad imporlo sia una minoranza? Gli iscritti e gli elettori (che da statuto sono le fondamenta del PD) non contano proprio niente?

Rischio scissione nel Pd, Emiliano: ho convinto Renzi, voto nel 2018. Bersani: lo dica il segretario
Riunione della minoranza, Rossi: «Svolta o addio senza patemi». Domani D’Alema non andrà all’assemblea

Pubblicato il 18/02/2017
Ultima modifica il 18/02/2017 alle ore 16:41
«Abbiamo convinto Renzi a sostenere Gentiloni fino al 2018». Scrive così su Facebook il presidente della Puglia Michele Emiliano. Un post che sembra delineare una svolta per ricucire la spaccatura nel partito democratico. Bersani chiede che sia Renzi a confermare l’affermazione.

La dichiarazione arriva a 24 ore dall’ assemblea Pd. Una vigilia convulsa, piena di contatti e dichiarazioni, maggioranza renziana da una parte e minoranza dall’altra. Tra oggi e domani, infatti, si scioglieranno i nodi che tengono ancora legate maggioranza e minoranza del Pd e si capirà se l’avventura politica nata nel 2007 sul solco dell’Ulivo perderà un pezzo importante delle sue radici. Sono ore concitate di incontri e telefoni che squillano senza sosta, per scongiurare la scissione. «Siamo stanchi di finte aperture», ragionano i dem che si sono trovati, questa mattina, al teatro Vittoria di Roma con Roberto Speranza, Michele Emiliano ed Enrico Rossi.

Bersani: “Non possiamo lasciare la spada di Damocle su Gentiloni”


«Non costringete con argomenti capziosi questa comunità ad uscire dal Pd. Noi speriamo di non dover dire cose drammatiche nelle prossime ore ma se dovesse essere necessario non avremo paura - afferma Emiliano dal palco della manifestazione della sinistra a Roma -. Non costruiremo un soggetto avversario del Pd ma non aspetteremo altro che ricostruire questa comunità. Tutto questo, però, è evitabile, lo voglio dire ancora».

«Se questo ci verrà negato sarà compito nostro dare inizio a una nuova storia. Ci auguriamo un gesto di responsabilità. Ci auguriamo che cambiando si possa proseguire sotto lo stesso tetto. Se non sarà così nessun patema. Anche perché in futuro saremo chiamati a collaborare per il bene del Paese», dice Enrico Rossi all’assemblea della minoranza. «Se non si dovessero capire le nostre istanze sarà normale un nuovo inizio. Non come chiusura o stretta identitaria», spiega Roberto Speranza.

Pd, Emiliano: “Ci dicano chiaramente se non siamo più utili”


Presente al teatro Vittoria anche Massimo D’Alema, che annuncia: «Domani non andrò all’assemblea». Dall’incontro di oggi potrebbe uscire un altro documento a firma Rossi-Speranza-Emiliano da presentare ai mille del Pd domenica dove non è escluso che al momento del voto la minoranza bersaniana possa uscire se l’ordine del giorno presenterà l’avvio del congresso prima di giugno. Insomma, per ciascuna delle parti in gioco ora la palla spetta all’altra ed è chiaro che non ci sarà nessun incontro nel mezzo.

E un nuovo appello all’unità è arrivato questa mattina dal ministro per i Beni culturali Dario Franceschini sul suo profilo twitter.

«I margini per una trattativa ci sono, dipende dalla volontà delle persone e soprattutto dobbiamo sapere che il Pd non è proprietà di alcuni capi che litigano tra di loro»: ha poi spiegato il ministro per i Beni culturali ai cronisti, entrando al Palazzo dei congressi a Firenze per consegnare un premio a Piero Angela.

Per evitare la scissione la sinistra Pd si aspetta dall’assemblea nazionale di domenica “significativi passi politici”. Sono punti imprescindibili la conferenza programmatica, il congresso fino a ottobre-novembre, il sostegno al governo Gentiloni fino al 2018, la legge elettorale senza capilista bloccati e capace di garantire rappresentatività e governabilità. Senza anche soltanto uno di questi, salta il banco.

Rispedita al mittente anche la mediazione proposta dal ministro Dario Franceschini di uno slittamento a maggio del congresso, considerata non sufficiente. La verità, per i bersaniani, sta tutta nel fuorionda di Graziano Delrio e in particolare nel passaggio secondo cui alcuni renziani - non il segretario - vedrebbero di buon occhio l’uscita dal gruppo dei democratici di sinistra per garantirsi più posti nelle liste. Anche se Roberto Speranza ha dichiarato la volontà di fare tutto il possibile per restare nel partito, ieri per la prima volta Pier Luigi Bersani si è lasciato sfuggire con i cronisti un “Però stavolta...”, prima del colloquio con Lorenzo Guerini e prima di quel grido ’Fermatevi’ scritto nero su bianco nella lettera indirizzata alla maggioranza renziana.

All’ex segretario Pd replica l’ex segretario Ds Piero Fassino con un “Fermatevi anche voi”, sottolineando come la scissione “non è inevitabile”: “di ogni scelta solo noi siamo arbitri e artefici” e “nessuno ci perdonerà di aver deluso e tradito le speranze di tanti italiani”, scrive Fassino. Anche per il mediatore Andrea Orlando “dalla maggioranza sono arrivati passi significativi” e ora “serve subito un segnale dalla minoranza”.
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Re: ma iscritti ed elettori contano ancora qualcosa?

Messaggioda pianogrande il 18/02/2017, 18:52

Questi perderanno su tutto ma, non essendo democratici neanche lontanamente, continueranno la loro azione demolitrice.

Proporrei, se dopo il congresso in cui verranno seppelliti un'altra volta di voti contrari continueranno a rompere l'anima, di espellerli dal partito.

Democratici si è anche facendola rispettare la maggioranza e il PD la maggioranza non la sta facendo rispettare.

Espellerli dal partito a costo di finire in tribunale ma non si può perdere senza lottare o lottando solo a chiacchiere.

Renzi, sotto questo aspetto, si sta rivelando un debole.

Altro che dittatore o stupidaggini del genere.
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Re: ma iscritti ed elettori contano ancora qualcosa?

Messaggioda mariok il 18/02/2017, 19:21

è strano, la sua arma vincente è sempre stata la determinazione e la velocità

invece ora pare che stia facendo il gioco dei vecchi volponi, che nella melina, nella palude, sono dei maestri.

E' la scelta peggiore. Avrebbe fatto meglio a dimettersi subito anche da segretario, gettando lo scompiglio tra quei quattro mestatori, che sono uniti solo quando hanno un nemico comune, tranne a dilaniarsi tra loro non appena c'è da decidere chi comanda.

L'unico che mi dispiace si sia fatto abbindolare (evidentemente il richiamo pugliese è troppo forte) è Emiliano, che non faceva parte delle vecchie bande.
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Re: ma iscritti ed elettori contano ancora qualcosa?

Messaggioda Robyn il 18/02/2017, 19:30

renzi ha sbagliato sulla rottamazione,perche una cosa è chiedere un ricambio generazionale fisiologico altro è parlare di rottamazione anche perche sono sicuro che se d'alema bersani ed altri fanno un'altro partito in questo partito non si ricandidano lasciando lo spazio a nuove leve.Il discorso sui posti non c'entra niente anche perche se il precedente congresso ha determinato dei numeri è in base a quei numeri che c'è la ripartizione.Allora dovrebbero essere bersani d'alema ed altri a dire che noi non ci ricandidiamo,ma lasciamo spazio a nuove leve nel PD,ma allo stesso tempo renzi dovrebbe in qualche modo rappresentare una nuova linea dove chi perde appoggia la leadership vincente ma che sia una linea inclusiva dove all'allineamento è preferita l'intesa in particolare pescando nel programma della leadership perdente cose utili da un punto di vista programmatico.Allora bersani d'alema,tranne Cuperlo che si deve ricandidare, non si ricandidano ma non pretendono che siano anche gli altri a farlo e soprattutto non è necessario che renzi glielo chieda perche il ricambio generazionale è una cosa scontata e fisiologica se i partiti vogliono reggere il passo con i tempi e bersani d'alema ed altri questo lo sanno benissimo
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Re: ma iscritti ed elettori contano ancora qualcosa?

Messaggioda trilogy il 18/02/2017, 21:08

mariok ha scritto:
E' la scelta peggiore. Avrebbe fatto meglio a dimettersi subito anche da segretario, gettando lo scompiglio tra quei quattro mestatori, che sono uniti solo quando hanno un nemico comune, tranne a dilaniarsi tra loro non appena c'è da decidere chi comanda....


Si, doveva dimettersi e lasciare alla cricca Bersani D'alema di formare il governo.Ha sbagliato anche a chiamare Emiliano per dar retta a Del rio. Emiliano ne ha subito approfittato per prenderlo a schiaffi.
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Re: ma iscritti ed elettori contano ancora qualcosa?

Messaggioda Robyn il 18/02/2017, 21:18

Nessuno intende demolire la leadership di renzi ma una cosa è il ricambio generazionale altra cosa sono gli intenti di cacciata.Gli intenti di cacciata sono una cosa estremamente pericolosa per la democrazia si finisce male.Fin dall'inizio renzi avrebbe dovuto parlare di ricambio generazionale e non di rottamazione che è sinonimo di intenti di cacciata.Adesso Bersani con questa ha fatto due legislature e non si ricandita d'alema e altri anche non si ricandano anche se hanno superato le due legislature.Per fare il ricambio generazionale renzi non avrebbe dovuto dire tu della minoranza ma avrebbe dovuto dire dopo due legislature meglio lasciare spazio a nuove leve senza fare alcun riferimento
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Re: ma iscritti ed elettori contano ancora qualcosa?

Messaggioda Giovigbe il 18/02/2017, 23:00

mariok ha scritto:è strano, la sua arma vincente è sempre stata la determinazione e la velocità

invece ora pare che stia facendo il gioco dei vecchi volponi, che nella melina, nella palude, sono dei maestri.



Rammentate che le vittorie hanno molti padri mentre le sconfitte sono orfane. In casi come questi non sarei mai sicuro che la maggioranza sia solida come la si prospetta, tanto da permettere l'invocato atteggiamento "determinato"

Mi sembra che anche Del Rio (in fuori onda ovviamente) abbia espresso perplessità


mariok ha scritto: E' la scelta peggiore. Avrebbe fatto meglio a dimettersi subito anche da segretario


In questo forum, non sono andato a cercare se tu o altri, si lamenta spesso la mancanza di memoria: io credo che tutti ne siamo vittime e nessuno esente. Renzi, per esempio, non parlo solo di dimissioni ma di "lasciare la politica".
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Re: ma iscritti ed elettori contano ancora qualcosa?

Messaggioda pianogrande il 19/02/2017, 1:31

Sì ma lasciare la politica a chi?
Lasciare il partito a chi?

Alla fine sono contento che Renzi non abbia lasciato.
Se avesse lasciato, quelli che hanno stappato champagne si sarebbero pappato anche il partito che sarebbe tornato in sonno per altri decenni così come adesso rischia di andare in sonno il paese.

Naturalmente bisogna tenersi Gentiloni più a lungo possibile come andava benissimo Letta.

Bella banda del buco.

Vergogna.
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Re: ma iscritti ed elettori contano ancora qualcosa?

Messaggioda Giovigbe il 19/02/2017, 8:25

pianogrande ha scritto:Naturalmente bisogna tenersi Gentiloni più a lungo possibile come andava benissimo Letta.



non lo ha fatto mica fuori d'alema!

se questa è la politica "decisionista" ......meglio quella "normale"
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Re: ma iscritti ed elettori contano ancora qualcosa?

Messaggioda ranvit il 19/02/2017, 10:15

Ehi, ragazzi, aspettiamo di vedere cosa fa Renzi oggi in assemblea... ;)

Nel frattempo godetevi questa chicca letteraria:

[i]Ma il masochismo del Pd è un caso psicopolitico più intricato, e non va scambiato per pavidità o rassegnazione alla sconfitta. Nulla lo illumina meglio di questa pagina di René Girard, che pare il ritratto di Bersani: “Il cosiddetto masochista somiglia a un generale che abbia già perduto una battaglia e si senta tanto umiliato da volersi ormai impegnare soltanto a vendicare questa sconfitta; nelle sue campagne ulteriori, egli cercherà dunque di riprodurre le stesse condizioni o condizioni ancora più sfavorevoli. Egli non vuole perdere di nuovo, ma vincere la sola battaglia che valga veramente la pena di essere vinta, quella che ha già perduto. Fa di tutto, dunque, per ritrovare i partner e riprodurre le circostanze della sconfitta precedente (…) Non sarà dunque una vittoria, probabilmente, ad essere registrata di seguito alla prima sconfitta, ma sempre nuove sconfitte”. E’ follia, ma c’è del metodo: il metodo dietro le contorsioni della minoranza Pd dal 2013 a oggi. Voglia il cielo che non diventi anche il metodo di Renzi, dopo la batosta del 4 dicembre.[/i]

http://www.ilfoglio.it/politica/2017/02 ... nRead=true
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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