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Il premier ha scelto lo scontro? Cominciano i fischi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Il premier ha scelto lo scontro?

Messaggioda pinopic1 il 19/06/2008, 17:11

louisebonzoni ha scritto:
incrociatore ha scritto:Il premier ha scelto lo scontro?

questi anno il 60÷70% dei consensi, ma del 55% degli elettori... in pratica raccolgono il consenso di un terzo scarso di elettori...

il problema è cominciare a capire perché noi non si riesce a intercettare il malcontento di chi ritiene di non poter essere rappresentato da nessuno...


Concordo pienamente, soprattutto in Sicilia il nostro elettorato ha disertato, non ritiene credibile la linea oppure si è lasciato convincere che per far cambiare le cose basta il non voto di protesta avvallando invece di fatto chi più furbescamente porta al voto anche i morti, dobbiamo riuscire ad instillare nell'elettorato che uniti si possono cambiare le cose, ma per farlobisogna dare esempi concreti e non solo parole.


Premesso che in Sicilia esiste una antica propensione a votare a destra come in Toscana a votare a sinistra e che il voto di scambio + il voto condizionato dalla mafia contano molto...
La sistuazione del Pd deve essere al limite del disastro. Erano arrivate segnalazioni allarmanti già prima delle elezioni politiche.
Su quanto deve essere accaduto a Messina in particolare, chi vuole può leggere i contributi inviati nel PD Network prima delle elezioni amministrative da Soufyia. (inserire il nome nel motore di ricerca del Pd Network)
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Re: Il premier ha scelto lo scontro?

Messaggioda incrociatore il 19/06/2008, 17:37

franz ha scritto:[...
Vero, diventerebbe aleatoria ma mi pare che abbia votato ben piu' del 50%
Alle politiche 2008 a votato piu' dell'80% (78% contando l'estero, 80.5% per la sola Italia)....

si stava parlando della Sicilia, però... e appunto, lì, alle ultime elezioni a votare è andato il 55% degli aventi diritto... quasi il 20% in meno in soli due mesi (sempre in Sicilia)... ribadisco è una democrazia profondamente malata...

...e non sto dando colpe ...faccio solo una considerazione.
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Re: Il premier ha scelto lo scontro?

Messaggioda incrociatore il 19/06/2008, 17:40

pinopic1 ha scritto:...
La sistuazione del Pd deve essere al limite del disastro. Erano arrivate segnalazioni allarmanti già prima delle elezioni politiche.
Su quanto deve essere accaduto a Messina in particolare, chi vuole può leggere i contributi inviati nel PD Network prima delle elezioni amministrative da Soufyia. (inserire il nome nel motore di ricerca del Pd Network)

il fatto è che non basta andare ad arringare le folle con sacrosante affermazioni che "noi la mafia la distruggeremo"... probabilmente bisogna cominciare a lavorare di ramazza in tanti circoli e federazioni...
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Economist - Berlusconi attacca i magistrati e fa leggi su mi

Messaggioda Sandra Zampa il 19/06/2008, 18:22

Vi segnalo questo nuovo articolo pubblicato oggi dall' Economist: la stampa estera e' unanime nel condannare l'inqualificabile comportamento del premier.

Sandra Zampa


BERLUSCONI:ECONOMIST,ATTACCHI AI MAGISTRATI E LEGGI SU MISURA

(ANSA) - ROMA, 19 GIU - La perseveranza paga. Almeno - secondo l’Economist - nel caso del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

In un articolo dedicato al tormentato rapporto fra il premier italiano e la magistratura, titolato ‘I frutti del lavoro’, il prestigioso settimanale, riconoscendo a Berlusconi di essere un ”uomo perseverante”, ricorda le polemiche con i giudici sulle intercettazioni e, di queste ore, sul cosidetto ‘emendamento salva premier’. Concludendo che attacchi ai giudici e leggi ad personam, il premier italiano sta raccogliendo risultati per se stesso e per il suo business.

Due mesi dopo aver vinto le elezioni - scrive il settimanale - Berlusconi ricomincia ad affrontare i nodi-giustizia, cosi’ ”robustamente” come nel suo precedente mandato. ”Durante la campagna elettorale si disse perseguitato” dal magistrati - ricorda il giornale - ”ora tira fuori nuovi attacchi alla magistratura e leggi su misura per proteggere se stesso e il suo business”. Che - prosegue l’Economist - ”ancora una volta sembrano essere la priorita”’.

Ricordando la lettera al presidente del Senato Renato Schifani in cui Berlusconi sottolinea che ”molti procedimenti sono stati montati contro di lui da magistrati di estrema sinistra, per fini politici”, l’Economist parla di tentativo di ‘imbavagliare la magistratura e la stampa”. 16:41
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Re: Il premier ha scelto lo scontro?

Messaggioda franz il 19/06/2008, 18:24

incrociatore ha scritto:si stava parlando della Sicilia, però... e appunto, lì, alle ultime elezioni a votare è andato il 55% degli aventi diritto... quasi il 20% in meno in soli due mesi (sempre in Sicilia)... ribadisco è una democrazia profondamente malata...

...e non sto dando colpe ...faccio solo una considerazione.

Chiaro, anche io ma appunto, anche all'estero trovamo in alcune democrazie percentuali non esaltanti e pericolosamente basse di votanti (soprattutto per il voto amministrativo) eppure forze socialiste o socieldemocratiche, laburiste, o come vogliamo classificarle a seconda dei paesi riecono a vincere (e convincere).
Questo è un aspetto generale (quello della democrazia malata e della crisi della politica) ma noi a livello italiano con l'80% a livello politico siamo messi molto bene quanto a partecipazione e siamo messi male come risultati elettorali.

Ciao,
Franz
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Re: Il premier ha scelto lo scontro?

Messaggioda ranvit il 19/06/2008, 18:34

Qualcuno sa dirmi chi è il corrispondente dall'Italia che scrive sull'Economist?
Grazie, Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Il morso del Caimano, di CURZIO MALTESE

Messaggioda franz il 21/06/2008, 14:01

L'ANALISI
Il morso del Caimano
di CURZIO MALTESE

Il morso del Caimano

È un po' ingenuo, anzi molto, stupirsi che Berlusconi sia tornato Caimano. Se esiste una persona fedele a se stessa, oltre ogni umana tentazione di dubbio o di noia, questa è il Cavaliere. Era così già molto prima della discesa in politica, con la sua naturale carica eversiva, il paternalismo autoritario, l'amore per la scorciatoia demagogica e il disprezzo irridente per ogni contropotere democratico, a cominciare dalla magistratura e dal giornalismo indipendenti, l'insofferenza per le regole costituzionali, appresa alla scuola della P2.

Il problema non è mai stato quanto e come possa cambiare Berlusconi, che non cambia mai. Piuttosto quanto e come è cambiata l'Italia, che in questi quindici anni è cambiata moltissimo. In parte grazie all'enorme potere mediatico del premier.

Ogni volta che Berlusconi ha conquistato Palazzo Chigi ha provato a forzare l'assetto costituzionale e per prima cosa ha attaccato con violenza la magistratura. Lo ha fatto nel 1994 con il decreto Biondi, primo atto di governo; nel 2001, quando i decreti d'urgenza sulla giustizia furono presentati prima ancora di ricevere la fiducia; e oggi. Con una escalation di violenza nei toni e, ancor di più, nei contenuti dei provvedimenti.

Il pacchetto giustizia di oggi è più eversivo della Cirami e del lodo Schifani, a sua volta più eversivi del "colpo di spugna" del '94. Ma, alla crescente forza delle torsioni imposte da Berlusconi agli assetti democratici, ha corrisposto una reazione dell'opinione pubblica sempre più debole. Nel '94 la rivolta contro la "salva-ladri" azzoppò da subito un governo destinato a durare pochi mesi. Nel 2001 i "girotondi" inaugurarono una stagione di movimenti, con milioni di persone nelle piazze, che si tradussero fin dal primo anno in una serie di pesanti sconfitte elettorali per la maggioranza di centrodestra, pure larghissima in Parlamento.

La terza volta, questa, in presenza di un tentativo ancora più clamoroso di far saltare i cardini della magistratura indipendente, la reazione è molto debole. L'opposizione, accantonate le illusioni di dialogo, annuncia una stagione di lotte, ma non ora, in autunno. La cosiddetta società civile sembra scomparsa dalla scena. I magistrati sono gli unici a ribellarsi con veemenza, ma sembrano isolati, almeno nei sondaggi. Quasi difendessero la propria corporazione e non i diritti e la libertà di tutti, così come l'hanno disegnata i padri della Costituzione.

Ecco che la questione non è che cosa sia successo a Berlusconi (nulla), ma che cosa è successo al Paese. Siamo davvero diventati un "paese un po' bulgaro", come si è lasciato sfuggire il demiurgo pochi giorni fa? La risposta, purtroppo, è sì.

In questo quarto di secolo che non ha cambiato Berlusconi, l'Italia è cambiata molto e in peggio, il tessuto civile e sociale si è logorato, il senso comune è stato modellato su pulsioni autoritarie. Molti discorsi che si sentono negli uffici, nei bar, sulle spiagge oggi, da tutti e su tutto, si tratti di immigrazione o di giustizia, di diritti civili come di religione, di Europa o di sindacati, nell'Italia del '94 sarebbero stati inimmaginabili.

Il berlusconismo è partito dalla pancia di un Paese dove la democrazia non si è mai compiuta fino in fondo, per mille ragioni (ragioni di destra e di sinistra), ma ora ha invaso tutti gli organi della nazione ed è arrivato al cervello. La mutazione genetica della società italiana è evidente a chi ci guarda da fuori. Perfino negli aspetti superficiali, di pelle: non eravamo mai stati un popolo "antipatico", com'è oggi. Più seriamente, il ritorno di Berlusconi al potere e le sue prime e devastanti uscite hanno evocato i peggiori fantasmi sulla scena internazionale.

Si tratta però di vedere se il "caso Italia" è tale anche per gli italiani. Se nell'opinione pubblica esistano ancora quei reagenti democratici che hanno impedito nel '94 e nel 2001 la deriva, più o meno morbida, verso un regime. I segnali sono contraddittori, la partita è aperta. Certo, in questi decenni la forza d'urto del populismo berlusconiano è andata crescendo, così come la presa su pezzi sempre più ampi di società. Non si tratta soltanto di potere delle televisioni o dell'editoria, ma di una vera e propria egemonia culturale. E sorprende che nell'opposizione, gli ex allievi di Gramsci, ancora oggi, a distanza di tanto tempo, non comprendano i meccanismi e la portata della strategia in atto.

Altro che "l'onda lunga" di craxiana memoria. Anche loro, purtroppo, non cambiano mai. Si erano illusi (ancora!) di trasformare Berlusconi in uno statista, offrendogli un tavolo di trattative. S'illudono (ancora!) di poter resistere con la politica del "giù le mani" e con l'arroccarsi nelle regioni rosse, che sono già rosa pallido e rischiano prima o poi di finire grigie o nere. In attesa di tempi migliori.

Non ci saranno tempi migliori per l'opposizione. Bisogna trovare qui e ora il coraggio di proposte forti e alternative al pensiero unico dominante, invenzioni in grado di suscitare dibattito e bucare così la plumbea egemonia "bulgara" dell'agenda governativa. Bisogna farsi venire qualche idea, anzi molte, una al giorno, per svegliare l'opinione pubblica democratica dal torpore ipnotico con cui segue gli scatti in avanti di Berlusconi. Lo stesso torpore ipnotico che coglie la preda davanti alle mosse del caimano. Che alla fine, attacca.

(21 giugno 2008)

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Re: Il premier ha scelto lo scontro?

Messaggioda lucameni il 22/06/2008, 1:55

a mio avviso ci sono sempre stati nel Cs dei grossi problemi di strategia e di tattica antiberlusconiana, tra inciuci (interessi di casta che trascendono gli schieramenti) e necessità di legittimazione tra ex "delegittimati" (PCI e MSI).
Quando si leggono interventi come quello di Giorgio Merlo, in cui si fa finta di temere un ritorno alla "barbarie antiberlusconiana", si capisce che i problemi restano.
Peraltro, considerando il capitoletto riservato a Merlo nell'ultima opera di Travaglio, i motivi di questo fastidi risultano chiari;)
E' tanto difficile fare un'opposizione civile nei toni e ferma nella sostanza?
La verità è che, salvo i periodici allarmismi sul nuovo fascismo, poi la sostanza è pressochè nulla.
Lo diceva anche Montanelli, uomo di destra, seppur anomala, chiedendosi come mai la sinistra facesse nei fatti un'opposizione così blanda; altrimenti non si spiega come mai sono ancora in piedi tutti le leggi vergogna.
Come ho già scritto altrove, in una situazione di palese disinformazione, il vittimismo premia: può essere che un'opposizione con una "forma" troppo aggressiva non giovi più di tanto, nonostante alla fin fine il demonizzatore per eccellenza, Berlusconi, sia sempre stato premiato per il suo atteggiamento.
Ma di certo è chiaro che la destra berlusconiana vuole un'opposizione per modo di dire e quando si alza la voce abbiamo il Malgieri di turno (vedi sul Tempo) che ci racconta la favola di Veltroni tornato comunista inquisitore e alleato dell'estrema sinistra.
Un vecchio giochetto che pare funzionare, non fosse altro che c'è chi all'interno del PD (Merlo) fa da sponda.
Siamo messi male.
Le unica mossa fattibile e decente sarebbe quella di fare una vera opposizione costruttiva, non pregiudiziale ma implacabile nei contenuti e civile nella forma.
Ma pare che, tra personaggi con coda di paglia e inciucisti, sia molto complicato.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Il premier ha scelto lo scontro?

Messaggioda lucameni il 22/06/2008, 2:02

Per non parlare dell'informazione.
A fronte di una "forma" appunto che è andata oltre, con i soliti lamenti sul pericolo fascista, ad esempio in merito ai militari per le strade (non era più coerente dire che è stata un'operazione demagogica, costosa e scarsamente utile?), o al nuovo Veltroni che alza la voce con Berlusconi ammazza-processi, alcuni editorialisti presunti liberali si sono ben guardati dal commentare i fatti in quanto tali che avevano dato luogo a queste prese di posizione, alcune delle quali sicuramente con argomenti più che discutibili.
Questi qua hanno fatto le pulci all'opposizione che ha azzardato fare il suo mestiere e non hanno speso una parola sulle iniziative del Cav. Berlusconi.
I soliti Ostellino, Panebianco e compagnia di falsi terzisti e berlusconiani autentici.
Fatto sta che poi qualche lettore può pensare che il problema principale in Italia non siano i provvedimenti berlusconiani per se e i propri cari, ma il fatto che l'opposizione faccia il suo mestiere, pur con dei toni a volte retorici e a volte oltre le righe (il citato pericolo "fascista").
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Re: Il premier ha scelto lo scontro?

Messaggioda annalu il 23/06/2008, 9:41

lucameni ha scritto:Per non parlare dell'informazione.
[...] Questi qua hanno fatto le pulci all'opposizione che ha azzardato fare il suo mestiere e non hanno speso una parola sulle iniziative del Cav. Berlusconi.
I soliti Ostellino, Panebianco e compagnia di falsi terzisti e berlusconiani autentici.
Fatto sta che poi qualche lettore può pensare che il problema principale in Italia non siano i provvedimenti berlusconiani per se e i propri cari, ma il fatto che l'opposizione faccia il suo mestiere, pur con dei toni a volte retorici e a volte oltre le righe (il citato pericolo "fascista").


Se si leggono i giornali esteri, anche lì si trovano opinioni contrastanti, come ovvio, a seconda dell'orientamento politico del giornalista.
Riguardo alle leggi salva-premier, il Financial Times è in favore di leggi che tengno al riparo dei processi le più alte cariche dello Stato.
Tutti però mi sembra concordino su un fatto: perché mai, per salvaguardare il premier, si devono sospendere 100.000 (pare) processi, per reati che vanno dallo stupro alla rapina e oltre?

E' l'onestà di assumersi la responsabilità delle proprie scelte, che in Italia sembra mancare completamente.

Un esempio è la storia del buco di bilancio occulto del Comune di Roma: dobbiamo aspettare sempre la dichiarazione di un ente straniero, in questo caso S&P, per ritrovare i dati reali?
Possibile che da noi si possa affermare qualsiasi cosa, alterando totalmente i fatti, per malafede o per ignoranza, e noi si sia così abituati alle menzogne da non riuscire più ad aver fiducia in nessuna affermazione?

Quando la menzogna diventa sistema, è chi le spara più grosse che finisce con l'essere più credibile.

Quanto ai soldati, è come la "tassera della povertà": 2.500 poliziotti o carabinieri sulle strade (con le macchine che hanno fatto il pieno di benzina) probabilmente derebbero risultati migliori, ma chi nota la differenza?
E con la tessera per il pane: se si danno ai pensionati al minimo 400 euro l'anno in più, lo nota solo chi li riceve, e fa poca notizia (col governo Prodi lo abbiamo verificato) invece vedere un anziano che paga con la "Carta da Povero", vuoi mettere?
Non solo fa notizia, ma fa sentire ricchi tutti gli altri. Che poi l'anziano si possa sentir umiliato ad esibire così davanti a tutti lo stato di indigente, certo per Tremonti non costituisce problema.

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