da mariok il 20/06/2016, 9:07
Da che mondo è mondo, chi sta al governo paga sempre un prezzo di consensi nelle tornate locali.
Ma non basta a spiegare questo risultato. C'è in più la perdita verticale di credibilità dei gruppi dirigenti ed un rifiuto della classe politica che si esprime in buona parte con l'astensionismo ed in parte con la ricerca di facce nuove, a prescindere dai tradizionali schieramenti.
In tale contesto, chi poteva e doveva avvantaggiarsene se non il M5S?
Se fossi di Roma o di Torino avrei votato anch'io per la Raggi o la Appendino. Chi, se non loro, le novità? Senza peraltro, trattandosi di elezioni amministrative, l'ombra del rischio di avventure che si potrebbero paventare alle politiche.
Ora viene il bello. Dopo i giusti entusiasmi per la vittoria, nel M5S scatterà una resa dei conti interna su come e con chi si andrà avanti.
Si continuerà con il macchiettismo di Grillo? O con il perbenismo di Di Maio? E per candidarsi alla guida del governo nazionale, si continuerà con la farsa del non-partito e della democrazia della rete? O si porrà mano seriamente alla selezione di un gruppo dirigente serio ed affidabile?
Tutto ciò andrà fatto mentre si dovranno amministrare città complicate come Roma e Torino. Bella sfida!
Per il bene del paese bisognerebbe augurarsi che il M5S riesca a trasformarsi, dall'attuale armata brancaleone, ad una organizzazione seria, democratica e con una proposta politica credibile, cominciando magari a livello europeo col prendedere le distanze da personaggi come Farage.
Ormai si è capito che solo da lì si può sperare che venga un'alternativa al PD di Renzi, la cui mancanza alla lunga è un vulnus per una democrazia compiuta. Dalle macerie della destra da un lato e della sinistra-sinistra dall'altro non c'è da aspettarsi nulla di serio.
Staremo a vedere.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville