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Ma chi è marcio?

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Ma chi è marcio?

Messaggioda franz il 16/08/2015, 9:42

Un semplice fatto di cronaca:

Attualità e Cronaca
Dimentica di disattivare le pompe di benzina e l’impianto viene saccheggiato

By Redazione Marsicanews • agosto 14, 2015

Redazione Marsicanews

Marsicanews è il quotidiano on-line della Marsica. Fondato nel 2008.

Dimentica di disattivare le pompe erogatrici di benzina del distributore che gestisce ed il carburante nell’impianto viene subito razziato. La disattenzione è costata molto cara ad un benzinaio di Avezzano, che gestisce un distributore su via XX Settembre, nei pressi di una pizzeria. A dare l’allarme un cittadino della zona, insospettito dai numerosi veicoli e dalla fila di persone con taniche che si aggiravano, in maniera anomala rispetto al solito, nei pressi dell’impianto. Una volta allertato, il benzinaio si è subito precipitato sul luogo di lavoro, ma il danno era ormai notevole. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Avezzano.
http://marsicanews.com/dimentica-di-dis ... cheggiato/



Considerazioni personali
, in attesa delle vostre:
Ma è proprio vero che la classe politica è marcia e ladrona mentre il popolo invece è sano ed onesto e basterebbe che al governo ci andassero cittadini normali e l'Italia potrebbe risorgere?
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Re: Ma chi è marcio?

Messaggioda pianogrande il 16/08/2015, 11:44

Per quanto mi riguarda, credo di aver detto quasi tutto quello che penso sull'argomento.

Potrei cercare di riassumere dicendo che siamo un popolo di furbi-furboni alla caccia dei propri privilegi e grande ammiratore dei trasgressori.

Poi si possono fare analisi di tutti i tipi, magari affidandole a "lo psicologo, il sociologo, il cretino" ma quella è la situazione.

A quella lista di Manfredi (Gianfranco) possiamo aggiungere lo storico e altri esperti che non mi vengono in mente ma la ricerca vera è cosa possiamo fare (o auspicare che succeda) perché la situazione migliori.
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Re: Ma chi è marcio?

Messaggioda pianogrande il 16/08/2015, 12:54

Per governare un paese, non credo proprio vadano bene i "cittadini normali".
Anche questa è retorica demagogica.

Per governare un paese ci vogliono cittadini assolutamente eccezionali e che ci si dedichino a tempo pienissimo.
Altra bufala pseudo democratica da sfatare è che la politica di alto livello possa essere fatta nelle ore serali e/o nei weekend di pioggia.

I cittadini eccezionali esistono sicuramente ma come mandarli al potere in modalità democratica e al posto dei furbi degni rappresentanti di decine di milioni di furbi?

La politica non è una cosa semplice.
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Re: Ma chi è marcio?

Messaggioda gabriele il 17/08/2015, 6:06

pianogrande ha scritto:Per governare un paese, non credo proprio vadano bene i "cittadini normali".
Anche questa è retorica demagogica.

Per governare un paese ci vogliono cittadini assolutamente eccezionali e che ci si dedichino a tempo pienissimo.
Altra bufala pseudo democratica da sfatare è che la politica di alto livello possa essere fatta nelle ore serali e/o nei weekend di pioggia.

I cittadini eccezionali esistono sicuramente ma come mandarli al potere in modalità democratica e al posto dei furbi degni rappresentanti di decine di milioni di furbi?

La politica non è una cosa semplice.


Per governare occorrono pesi e contrappesi, i quali a loro volta devono essere sorretti da un robusto sistema di controllo.
Se il cittadino normale (dire popolo ormai è preistoria) non controlla i "cittadini assolutamente straordinari", alla fine questi ultimi si adattano al malaffare e si adeguano agli usi e costumi della politica fin qui in vigore.

Quindi la formula del successo per un buon governo, come per molte altri tipi di organizzazioni antropiche, è la PARTECIPAZIONE. Ciò comporta condivisione di ruoli e di responsabilità.

In tale ottica il ruolo del politico cambia in maniera radicale. Da esecutore (leader?) a coordinatore. Un ruolo che prevede dei compiti molto più difficili e una preparazione di indubbia caratura intellettuale e umana.
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Re: Ma chi è marcio?

Messaggioda pianogrande il 17/08/2015, 10:29

Se "si adattano al malaffare", allora, si tratta di gente normalissima e non c'è speranza.

La politica non si risolve con le formule (che sono necessarie ma assolutamente non sufficienti).

La politica richiede intelligenza e professionalità e dedizione (e onestà).
Il problema è trovare gente con quelle caratteristiche e mandarla al potere.

Al di fuori di questa condizione che è la direttrice principale, non c'è scampo.

Anche la democrazia ha bisogno dei suoi leader.
Se no diventa la politica delle chiacchiere mentre i fatti avvengono in altri ambiti.
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Re: Ma chi è marcio?

Messaggioda gabriele il 17/08/2015, 12:20

Pianogrande, capisco quanto affermi ma secondo me è irrealizzabile. Il potere attira le peggiori persone e quelle oneste le corrompe.

A mio avviso più che agire sulla persona (corruttibile) occorre agire per via sistemica. Un sistema con precise regole di convivenza e di ingresso e uscita da meccanismi di potere non può che far del bene al nostro paese. Alcuni ne sono già stati pensati e proposti (e non solo da chi sappiamo noi): recall, non più di 2 mandati, etc...ma senza un emancipazione mentale dell'elettorato che preveda un suo coinvolgimento attivo nelle scelte politiche, si fa ben poco. E non sto parlando di democrazia diretta. Quella si attua solo quando l'elettorato che partecipa è ben formato e coscienzioso, parlo invece, appunto, della formazione di qeust'ultimo tramite un sistema di leve, contrappesi e discussioni, nonchè di deliberazioni, che portino ad una vera e propria partecipazione civica, ad un presa di coscienza dell'elettore che esprime la volontà di applicarsi e si sente parte di una comunità.
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Re: Ma chi è marcio?

Messaggioda pianogrande il 17/08/2015, 12:58

Gabriele, ti inviterei a riflettere sulla diversa rilevanza del problema di educarne decine di milioni per controllarne pochi o viceversa.
E' chiaro che la maturazione di un paese in senso democratico è un percorso complesso con mille sfaccettature ma non si può far finta che questa maturazione sia già avvenuta e rifiutare l'idea che il paese abbia bisogno di una guida forte che non significa assolutista se no facciamo un regalo a chi sostiene la necessità di regimi assolutisti.
Significa che la legalità non può esistere senza una autorità (forte, appunto).
Democrazia non può significare che comandano tutti e cioè non comanda nessuno.

La partecipazione parte dalla consapevolezza di come quello che si decide influisce sugli specifici problemi individuali e sui mezzi a disposizione per manifestare la propria volontà in materia.
Poi si può allargare ma non si può pretendere che decine di milioni di persone si interessino di tutto se no diventiamo tutti politici di professione.

La partecipazione quindi, per quanto sentita e consapevole, non può che essere di parte.
Motivo di più per la necessità di una autorità forte.

Quindi la partecipazione ci deve essere ma più ce n'è e più ci sarà bisogno di una autorità di coordinamento (uso il tuo stesso termine) che abbia la visione generale che un cittadino "normale" (da moltiplicare per decine di milioni) non può avere.

Le due cose sono complementari e tanto è più forte l'una tanto deve essere più forte l'altra.

Un popolo di furbi profittatori come è in generale (non condanno ma prendo atto) il popolo italiano non può che esprimere una classe politica di furbi profittatori.

Da che parte ci muoviamo per migliorare un po' la situazione?

Da tutte e due ma la parte più abbordabile è comunque quella che decide e comanda e che dovrà lavorare anche per aiutare il popolo a migliorare.
Una roba da brividi ma comunque più fattibile che affidarsi al popolo e basta.

Comunque cominciamo con il dirlo quale è il problema, come Franz ci invita a fare.

Il problema siamo noi e tutto il resto è la conseguenza.
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Re: Ma chi è marcio?

Messaggioda gabriele il 17/08/2015, 13:59

pianogrande ha scritto: ma non si può far finta che questa maturazione sia già avvenuta e rifiutare l'idea che il paese abbia bisogno di una guida forte che non significa assolutista se no facciamo un regalo a chi sostiene la necessità di regimi assolutisti.


Tutt'altro. La maturazione è avvenuta nel senso opposto causata da anni di craxismo e berlusconismo, nel senso di idealismi ovviamente.

il paese ha certamente bisogno di una guida forte ma questa non si può impersonificare in una oligarchia di persone "illuminate" se no si ripercorrerebbero gli errori del passato.

Democrazia partecipativa non significa immobilismo decisionale. Assolutamente.

Chi viene votato deve rappresentare e decidere, ma deve esistere un punto zero che parta dall'apertura dei palazzi del potere per arrivare ad un avvicinamento dell'elettorato attivo al corpo di governo.

In Italia è vero invece il contrario e ciò porta all'affermarsi di squallidi demagoghi.

E' ANCHE (lo sottolineo) la distanza fra governo ed elettori che crea tali fenomeni.


pianogrande ha scritto:La partecipazione parte dalla consapevolezza di come quello che si decide influisce sugli specifici problemi individuali e sui mezzi a disposizione per manifestare la propria volontà in materia.
Poi si può allargare ma non si può pretendere che decine di milioni di persone si interessino di tutto se no diventiamo tutti politici di professione.


O meglio: la politica non sarebbe più una professione.
"Magari!" aggiungo io.

Ma non è questo il fine del mio post. Non tutte le persone sono portate alla politica. Quando si instaura un dibattito politico, la maggior parte delle persone storce il naso e si allontana con una scusa o un'altra.


pianogrande ha scritto:La partecipazione quindi, per quanto sentita e consapevole, non può che essere di parte.


Ovvio che è di parte. La politica è di parte. Non vedo dove sia il problema. Non esiste uno schema del buon governo e la politica non è una disciplina scientifica. Esistono a sommi capi buone pratiche di governo, ma queste dipendono dal contesto in cui vengono applicate e se questo contesto prevede che a controllare il conducente del carro siano più occhi, non può di certo nuocere.

pianogrande ha scritto:Motivo di più per la necessità di una autorità forte.


L'abbiamo già un'autorità forte. E' così forte che resta immobile fra lazzi e intrallazzi.
Ci ha provato anche Monti, ma dopo aver mandato la guardia di finanza a controllare chi di dovere ha dovuto cedere alla pressione.

pianogrande ha scritto:Quindi la partecipazione ci deve essere ma più ce n'è e più ci sarà bisogno di una autorità di coordinamento che abbia la visione generale che un cittadino "normale" (da moltiplicare per decine di milioni) non può avere.


io non ho descritto un soviet. Non ci deve essere un'autorità di coordinamento, ma politici che sappiano anche coordinare.


pianogrande ha scritto:Un popolo di furbi profittatori come è in generale (non condanno ma prendo atto) il popolo italiano non può che esprimere una classe politica di furbi profittatori.
Da che parte ci muoviamo per migliorare un po' la situazione?


In Italia ci sono milioni di persone oneste. Che pagano le tasse, dividono il secco dall'umido, non fanno rumore la sera e aiutano il proprio vicino se è in difficoltà, che montano in un ambulanza dopo aver fatto 10 ore di lavoro senza prendere un centesimo o si prodigano per chi ha subito un evento catastrofico solo perché ha avuto la sfortuna di vivere in un luogo nel momento sbagliato.
Si parte da questo. Si parte dal buono che c'è rimasto. E ce n'è tantissimo.

pianogrande ha scritto:Da tutte e due ma la parte più abbordabile è comunque quella che decide e comanda e che dovrà lavorare anche per aiutare il popolo a migliorare.
Una roba da brividi ma comunque più fattibile che affidarsi al popolo e basta.


ma chi ha mai scritto questo. Partecipazione vuol dire esattamente l'opposto. Sono due mondi distanti che si uniscono: politica da una parte e popolo e società civile dall'altra.

Non è scritto da nessuna parte come fare. Occorre inventarsela di sana pianta. Questa è secondo me la sfida.

pianogrande ha scritto:Il problema siamo noi e tutto il resto è la conseguenza.


Può essere ma è un inutile esercizio mentale.
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Re: Ma chi è marcio?

Messaggioda pianogrande il 17/08/2015, 14:52

Bene!
"Cominciare dal buono" mi piace.
Tutto sommato stiamo discutendo di selezioni e di gerarchie (e naturalmente degli sviluppi che ne possono nascere).

Questa considerazione mi ha fatto fare un passo avanti.

Sempre di una autorità che faccia scelte e incentivi il meglio ci vuole.
E allora la partecipazione potrebbe consistere nell'individuare questo meglio.
Una partecipazione quindi anche culturale, di costume, di valori da condividere.

Bene o male, ci vuole una rieducazione.
In regime democratico, però.

Altro che sfida....!
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