Grillo dice addio alla politica, “ho fatto il mio tempo”
12/08/2015 3 ore fa - Giusi Brega
Difficile dire se parla seriamente o si tratta dell’ennesima boutade del comico genovese prestato alla politica. Sta di fatto che Grillo ha annunciato che si staccherà progressivamente dal M5S. E non esclude di tornare a fare tv. Insomma, tornerà a far ridere. Aveva mai smesso?
«Mi defilo – ha spiegato Grillo a In onda su La7 – perché ho un’età pazzesca, una famiglia numerosa e ho fatto il mio tempo: una volta, quando facevo i miei spettacoli, davo notizie. Ora, sicuramente, le persone sono più informate di quanto non lo fossero prima, grazie alla rete».
Dunque progressivamente si staccherà dal Movimento 5 Stelle. Le sue “creature”, ormai, se la cavano da sole (chi meglio, chi peggio).
Già qualche mese fa in un post sul suo blog si era definito “un po’ stanchino”. Molti però non credono all’addio e pensano si tratti solo di una “pausa” per potersi dedicare al suo vero lavoro, quello di comico. E lui, dice, ha già pronto uno spettacolo.
«Il movimento è la mia vita. È nato proprio anche grazie alle idee che avevo sui rifiuti, sulle energie rinnovabili, sull’acqua pubblica. Insomma le famose Cinquestelle. Non so se tornerò in tv, mi lascio aperte tutte le porte. Forse a fine anno preparerò uno spettacolo, ce l’ho già pronto. Doveva debuttare prima ma per ragioni politiche non è stato possibile. Una volta che si sarà chiarito che io non sono il leader incontrastato del movimento, che non devono votare Grillo ma un’idea, di cui sono stato parte, io potrò tornare a dedicarmi al mio lavoro che è quello di divertire, dicendo alla gente cose che magari non sa» conclude Grillo.
L’ex (?) leader del M5S, però, prima di lasciare l’agone politico, dà una stoccata al Quirinale. «Un giudizio sul Capo dello Stato non lo posso dare, non so neanche chi sia o cosa faccia. Pensavo che almeno un pugno sulla scrivania lo potesse dare e invece assistiamo a decreti, decreti, decreti».
«Oggi è la semantica che fa la parte del leone nelle leggi, ci vuole un insegnante. Se tu nella legge sul falso in bilancio, ad esempio ci metti “inconsapevolmente”, sei condannato solo se dimostri di essere consapevole, il significato è rovesciato. Le leggi le fanno gli avvocati. A Mattarella lo avevo detto: guardi prima di firmare, si prenda un insegnante che capisca il senso di queste cose. Si legga bene parola per parola, perché la truffa è quella».
Che simpatico umorista. Ci mancherà?
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