franz ha scritto:[...]Molto dipende da come la famiglia ha educato il giovane, molto pero' dipende da lui stesso, dalla sua scelta.
Molto dipende dalle amicizie. Se un giovane comprende che le amicizie che sta frequentando tirano verso il mondo della droga è lui responsabile della scelta. Conosco giovani che in quella situazione hanno rinunciato a certe amicizie, pur a malincuore. E si sono tenuti lontani da quell'ambiente. Chi non lo fa è consapevole del suo destino, di un certo rischio. Magari lo sottovaluta e casi come quello del giovane di cui parliamo in fondo sono utili agli altri per capire l'idiozia dell'uso di stupefacenti.
E bisogna dir loro, papale papale, che equivale ad un suicidio.
Franz, direi che hai una visione un po' schematica della realtà giovanile.
Un adolescente è per definizione una creatura piuttosto fragile ed insicura. Può capitare che in un determinato periodo questa fragilità superi una certa soglia, che si trovi in un ambiente sbagliato al momento sbagliato. A quel punto magari un amico gli offre qualcosa e lui accetta: per questo merita di morire?
Quanto a dirgli che il drogarsi equivale ad un suicidio, mi pare poco produttivo.
Capita ad un adolescente di pensare di voler morire. In genere non desidera morire davvero, in genere, anche i ragazzi che tentano davvero il suicidio, in realtà desiderano solo uscire da una situazione che trovano insopportabile, e spesso il loro tentativo rappresenta una disperata richiesta di aiuto, che tu ritieni giusto negare loro.
I ragazzi, soprattutto gli adolescenti, vanno protetti.
Certo, il compito di educare spetta soprattutto ai genitori, ma non sempre i genitori sono sempre all'altezza, anche un genitore di solito adeguato può essere momentaneamente distratto: la società ha diritto di disenteressarsi del tutto del problema?
I luoghi dove i ragazzi vanno a divertirsi devono essere luoghi sicuri, se non lo sono è responsabilità dei gestori, e dello stato che non è stato in grado di fare i dovuti controlli.
Detto questo, per me il problema primario è l'omologazione tra droghe pesanti e leggere. Adesso in Italia sono tutte vietate allo stesso modo, quindi un ragazzo che accetta di provare una droga leggera finisce col frequentare ambienti dove si spacciano anche droghe pesanti, ed è fin troppo facile passare dalle une alle oltre, volontarimente o per frode dello spacciatore.
Dire che fumare una droga leggera equivale ad un suicidio è falso, ed i ragazzi lo sanno. Poi magari lo spacciatore spaccia una droga letale per una leggera ... Certo, un ragazzo solido e di buon senso eviterà anche la droga leggera, ma forse sarebbe meglio regolamentare le droghe leggere ed essere durissimi con quelle pesanti, in modo che i due ambienti snon siano troppo contigui.
Annalu