La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Ma che ci azzecca chiudere quel locale per 4 mesi?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Ma che ci azzecca chiudere quel locale per 4 mesi?

Messaggioda franz il 03/08/2015, 20:52

flaviomob ha scritto: Tuttavia sono in gioco parecchi posti di lavoro: sarebbe quindi più efficace sanzionare la proprietà per questi comportamenti e lasciare riaprire il locale, senza compromettere chi vi lavora onestamente.

Siamo alla solita litania: preoccupazione per i dipendenti (in questo caso 200) ma la colpa è della proprietà :o
Sti luridi capitalisti. :evil:
Che responsabilità oggettiva puo' avere la proprietà se non puo' fare perquisizioni e non puo' trattenere nessuno (sarebbe sequestro di persona)? Quali "comportamenti" sono imputabili? Sono in realtà i comportamenti degli avventori. Allora chiudiamo anche camera e senato, come provocatoriamente ho detto sopra ;)
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Ma che ci azzecca chiudere quel locale per 4 mesi?

Messaggioda flaviomob il 03/08/2015, 22:45

Ogni discoteca ha una security che può mettere alla porta chiunque.

Certo, se è un dipendente che serve alcolici ai minorenni, va allontanato e sanzionato.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Ma che ci azzecca chiudere quel locale per 4 mesi?

Messaggioda franz il 03/08/2015, 23:14

flaviomob ha scritto:Ogni discoteca ha una security che può mettere alla porta chiunque.

Certo, se è un dipendente che serve alcolici ai minorenni, va allontanato e sanzionato.

Sicuramente chi entra con le pastiglie di estasy (su migliaia ogni sera) l'ha scritto chiaro sulla fronte: mettetemi alla porta. :o
Nessuno vende alcolici ai minorenni: i resoconti sono chiari. I maggiorenni comprano e poi passano le bibite ai minorenni.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Ma che ci azzecca chiudere quel locale per 4 mesi?

Messaggioda flaviomob il 03/08/2015, 23:23

Dal Fatto:

Una maxi evasione fiscale negli ultimi 5 anni prima dell’attuale gestione del Cocoricò. La Guardia di Finanza di Rimini ha accertato l’infrazione della discoteca di Riccione che avrebbe dichiarato redditi inferiori a quelli reali, evadendo così il fisco per alcuni milioni. L’indagine amministrativa è diventata penale vista la rilevante evasione. L’attuale gestore non è stato denunciato.

Nella discoteca lo scorso 19 luglio si è sentito male il 16enne di Città di Castello, poi deceduto all’ospedale Ceccarini per una overdose da ecstasy liquida. Sul Cocoricò pende il provvedimento di sospensione della licenza che il questore Maurizio Improta dovrà adottare in base al Tulps sulla scorta anche del resoconto fornito dai carabinieri di Riccione dal 2013 ad oggi.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... e/1927292/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Ma che ci azzecca chiudere quel locale per 4 mesi?

Messaggioda pianogrande il 03/08/2015, 23:34

Colpire i colpevoli; chiunque essi siano.

La chiusura può essere un atto estremo una volta che la situazione diventasse ingestibile (sempre per non rispetto, dimostrato, di norme ben precise) ma siano stati presi anche tanti singoli provvedimenti.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Ma che ci azzecca chiudere quel locale per 4 mesi?

Messaggioda franz il 04/08/2015, 8:31

In uno stato di diritto prima si accertano i fatti, in un contesto giuridico che si chiama processo, con tutte le tutele del caso, poi in caso di condanna, si dispongono i provvedimenti penali necessari. Questo vale anche per il campo tributario, naturalmente.
La chiusura disposta dal questore, che implica il licenziamento di 200 persone e forse anche il fallimento della struttura, mi ricorda i processi sommari della Santa Inquisizione, quelli dello stato islamico o le impiccagioni del far west.

Complimenti per la "cultura" giuridica dei giustizialisti.

Immagine
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Ma che ci azzecca chiudere quel locale per 4 mesi?

Messaggioda flaviomob il 04/08/2015, 17:27

...O quando gli svizzeri, buoni ultimi in Europa, bruciavano le streghe sul rogo :lol:


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Ma che ci azzecca chiudere quel locale per 4 mesi?

Messaggioda mariok il 04/08/2015, 18:43

DIVERTIMENTO E DROGHE

Caso Cocoricò: non si può sballare con il permesso del questore

Alcune discoteche sono luoghi extra-territoriali. Genitori e gestori devono collaborare all’unica soluzione possibile: la repressione (parola sgradevole, ma che funziona)
di BEPPE SEVERGNINI

Siamo riusciti a vietare le sigarette nei locali pubblici. Tutto il resto circola liberamente, e ogni tanto uccide. Lamberto Lucaccioni, 16 anni, è stato stroncato da una overdose di ecstasy (Mdma) al Cocoricò di Riccione.
Il Questore di Rimini, Maurizio Improta, ha ordinato la chiusura del locale per quattro mesi, elencando dettagliatamente tutti gli interventi delle forze dell’ordine negli ultimi due anni, compresi quelli del 118.
«Chiudere le discoteche per lo sballo è come chiudere le strade per gli incidenti», sostiene il nuotatore Simone Sabbioni, 18 anni, di Riccione. C’è una differenza che forse sfugge, al giovanotto e a tutti coloro che, in queste ore, dicono cose del genere. Sulle strade, gli incidenti sono l’eccezione, e tutti cercano di evitarli. In molte discoteche lo sballo è la regola, tutti lo sanno, ma si fa finta di niente.
I piagnistei dei gestori dei locali notturni li conosciamo bene: noi tentiamo! Noi controlliamo! Noi interveniamo! Cosa possiamo fare se i ragazzini bevono fino a rischiare il coma etilico e s’impasticcano? Se le ragazzine si prostituiscono per una banconota? Se giovanissimi italiani e coetanei immigrati si picchiano come ebeti nei parcheggi, tirandosi calci e bottiglie? Si potrebbe rispondere ai virginali disco-imprenditori: quanti minorenni con la vodka nel bicchiere avete allontanato? Quanti controlli avete condotto, quante pastiglie avete sequestrato? Quante denunce sono partite da voi, utili a identificare gli spacciatori?
La verità, come spesso capita, è banale. Le discoteche, come gli stadi di calcio, sono diventati luoghi extraterritoriali. Posti dove sono consentiti comportamenti che, altrove, porterebbero a una denuncia o a un arresto. I luoghi dello sballo sono diventati discariche sociali che fingiamo di non vedere. Papà e mamme preferiscono non sapere. Finché un giorno capiscono — magari dopo una telefonata notturna dei carabinieri — che là dentro ci stanno i propri figli e i propri nipoti. E rischiano di non tornare a casa.
Nessuno vuole «criminalizzare l’industria del divertimento», come recita il coro (interessato) dei professionisti del ramo. Ma qualcuno — la maggioranza degli italiani, almeno — vorrebbe evitare che quest’industria ospiti, tolleri e incoraggi comportamenti criminali. L’educazione e la prevenzione, evocate dalla politica in queste ore, non bastano. Davanti all’incoscienza e alla sfacciataggine di certi comportamenti — come quelli raccontati da Fabrizio Roncone giorni fa — c’è solo una strada: la repressione.
Parola sgradevole, ma inevitabile. La strategia dello struzzo — testa sotto la sabbia, sperando che passi — nasconde quasi sempre l’ignavia. Per anni abbiamo tollerato gli ubriachi alla guida e le strade notturne trasformate in anticamere dei campisanti. Tragedie, dolore, invocazioni, prediche, campagna di sensibilizzazione: nessun risultato. È bastato introdurre norme chiare nel codice della strada (compresa la «tolleranza zero» per i neopatentati) e intensificare i controlli: i risultati sono subito arrivati.
Lo stesso dovremmo fare con le discoteche. È inutile chiedere, pregare, auspicare. Bisogna intervenire.
Intendono collaborare, gestori e titolari? Beppe Riboli, uno dei più noti progettisti di locali notturni, spiegava al Corriere nel 2012: «Le discoteche sono arredate anche per il tipo di stupefacenti che si consumano. Gli enormi stanzoni neri per l’ecstasy hanno lasciato il posto ai privé della cocaina, con pista da ballo piccolissima e tanto colore bianco».
Oggi dice, a proposito del Cocoricò: «Se fai un club così (enorme, psichedelico, zero arredi), se offri musica così (hard core, techno, trance), se la mandi a 120 decibel (un aereo al decollo), se hai un parco-luci così (strobo da 5.000 watt, teste mobili, accecatori, videoled) non c’è verso: per essere normale devi essere sballato». Una novità, per gli addetti ai lavori?
Qualcuno, leggendo, dirà: non fate gli ipocriti, voi giornalisti, voi genitori, voi educatori, voi adulti! Cosa credete che girasse ai vostri tempi, nei concerti rock o nelle cantine del punk? Incensi e camomilla? Risposta: giravano alcol e droghe anche allora, ma in quantità e con modalità diverse. Chi ne faceva uso aveva le sue colpe, spesso pagate a caro prezzo; ma almeno ci risparmiava il perbenismo della trasgressione.
I nuovi, giovanissimi trasgressori vogliono sballare col permesso del Questore: francamente, è troppo.
4 agosto 2015 (modifica il 4 agosto 2015 | 15:56)DIVERTIMENTO E DROGHE
Caso Cocoricò: non si può sballare con il permesso del questore
Alcune discoteche sono luoghi extra-territoriali. Genitori e gestori devono collaborare all’unica soluzione possibile: la repressione (parola sgradevole, ma che funziona)
di BEPPE SEVERGNINI
shadow
16
2104
142
2
Siamo riusciti a vietare le sigarette nei locali pubblici. Tutto il resto circola liberamente, e ogni tanto uccide. Lamberto Lucaccioni, 16 anni, è stato stroncato da una overdose di ecstasy (Mdma) al Cocoricò di Riccione.
Il Questore di Rimini, Maurizio Improta, ha ordinato la chiusura del locale per quattro mesi, elencando dettagliatamente tutti gli interventi delle forze dell’ordine negli ultimi due anni, compresi quelli del 118.
«Chiudere le discoteche per lo sballo è come chiudere le strade per gli incidenti», sostiene il nuotatore Simone Sabbioni, 18 anni, di Riccione. C’è una differenza che forse sfugge, al giovanotto e a tutti coloro che, in queste ore, dicono cose del genere. Sulle strade, gli incidenti sono l’eccezione, e tutti cercano di evitarli. In molte discoteche lo sballo è la regola, tutti lo sanno, ma si fa finta di niente.
I piagnistei dei gestori dei locali notturni li conosciamo bene: noi tentiamo! Noi controlliamo! Noi interveniamo! Cosa possiamo fare se i ragazzini bevono fino a rischiare il coma etilico e s’impasticcano? Se le ragazzine si prostituiscono per una banconota? Se giovanissimi italiani e coetanei immigrati si picchiano come ebeti nei parcheggi, tirandosi calci e bottiglie? Si potrebbe rispondere ai virginali disco-imprenditori: quanti minorenni con la vodka nel bicchiere avete allontanato? Quanti controlli avete condotto, quante pastiglie avete sequestrato? Quante denunce sono partite da voi, utili a identificare gli spacciatori?
La verità, come spesso capita, è banale. Le discoteche, come gli stadi di calcio, sono diventati luoghi extraterritoriali. Posti dove sono consentiti comportamenti che, altrove, porterebbero a una denuncia o a un arresto. I luoghi dello sballo sono diventati discariche sociali che fingiamo di non vedere. Papà e mamme preferiscono non sapere. Finché un giorno capiscono — magari dopo una telefonata notturna dei carabinieri — che là dentro ci stanno i propri figli e i propri nipoti. E rischiano di non tornare a casa.
Nessuno vuole «criminalizzare l’industria del divertimento», come recita il coro (interessato) dei professionisti del ramo. Ma qualcuno — la maggioranza degli italiani, almeno — vorrebbe evitare che quest’industria ospiti, tolleri e incoraggi comportamenti criminali. L’educazione e la prevenzione, evocate dalla politica in queste ore, non bastano. Davanti all’incoscienza e alla sfacciataggine di certi comportamenti — come quelli raccontati da Fabrizio Roncone giorni fa — c’è solo una strada: la repressione.
Parola sgradevole, ma inevitabile. La strategia dello struzzo — testa sotto la sabbia, sperando che passi — nasconde quasi sempre l’ignavia. Per anni abbiamo tollerato gli ubriachi alla guida e le strade notturne trasformate in anticamere dei campisanti. Tragedie, dolore, invocazioni, prediche, campagna di sensibilizzazione: nessun risultato. È bastato introdurre norme chiare nel codice della strada (compresa la «tolleranza zero» per i neopatentati) e intensificare i controlli: i risultati sono subito arrivati.
Lo stesso dovremmo fare con le discoteche. È inutile chiedere, pregare, auspicare. Bisogna intervenire.
Intendono collaborare, gestori e titolari? Beppe Riboli, uno dei più noti progettisti di locali notturni, spiegava al Corriere nel 2012: «Le discoteche sono arredate anche per il tipo di stupefacenti che si consumano. Gli enormi stanzoni neri per l’ecstasy hanno lasciato il posto ai privé della cocaina, con pista da ballo piccolissima e tanto colore bianco».
Oggi dice, a proposito del Cocoricò: «Se fai un club così (enorme, psichedelico, zero arredi), se offri musica così (hard core, techno, trance), se la mandi a 120 decibel (un aereo al decollo), se hai un parco-luci così (strobo da 5.000 watt, teste mobili, accecatori, videoled) non c’è verso: per essere normale devi essere sballato». Una novità, per gli addetti ai lavori?
Qualcuno, leggendo, dirà: non fate gli ipocriti, voi giornalisti, voi genitori, voi educatori, voi adulti! Cosa credete che girasse ai vostri tempi, nei concerti rock o nelle cantine del punk? Incensi e camomilla? Risposta: giravano alcol e droghe anche allora, ma in quantità e con modalità diverse. Chi ne faceva uso aveva le sue colpe, spesso pagate a caro prezzo; ma almeno ci risparmiava il perbenismo della trasgressione.
I nuovi, giovanissimi trasgressori vogliono sballare col permesso del Questore: francamente, è troppo.

4 agosto 2015 (modifica il 4 agosto 2015 | 15:56)
http://www.corriere.it/opinioni/15_agos ... 281d.shtml
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: Ma che ci azzecca chiudere quel locale per 4 mesi?

Messaggioda pianogrande il 04/08/2015, 18:59

Certo; repressione.
i reati, una volta commessi, si possono solo punire.

Infatti, mentre non autorizzare attività tanto gigantesche da essere incontrollabili è prevenzione, andare a controllare e punire severamente i reati che vi vengono commessi (a prescindere da chi li commette) è repressione.

Aver fatto l'errore di autorizzare non autorizza a fare anche il secondo e cioè controllare e reprimere.

Se l'autorità non è in grado di controllare e reprimere, allora, non doveva autorizzare.

Ormai il problema mi sembra chiarissimo.

Autorizzare senza essere in grado di controllare è un chiarissimo problema di malgoverno.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Ma che ci azzecca chiudere quel locale per 4 mesi?

Messaggioda flaviomob il 04/08/2015, 21:52

Il punto è proprio questo. L'autorità concede una licenza e, se la situazione esce fuori controllo, ha facoltà di sospenderla o revocarla.

Certo è sbagliato chiudere la strada per prevenire gli incidenti. Ma se in una strada avvengono molti più incidenti della media? Si dovrebbe chiudere, adeguarla alle norme di sicurezza e riaprirla. Che vendessero alcolici (a litri) ai minorenni è riportato da molte fonti di stampa. Che siano loro a vendere ecstasy, tuttavia, mi sembra molto improbabile. Diciamo che è il provvedimento di chiusura è in parte eccessivo e in parte ipocrita, ma di "innocente" io non vedo proprio nessuno.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

PrecedenteProssimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 13 ospiti