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Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 16/07/2015, 9:29

flaviomob ha scritto:Sì ma hanno stampato dollari, e tanti, per uscirne. ;)

E hanno AUMENTATO il debito pubblico

In buona parte per le le guerre, negli ultimi 10-15 anni ... io non me ne vanteri.
Comunque se le spese sono diminuite, se la pressione fiscale è tutto sommato rimasta costante, non comprendo l'aumento del debito. Probabilmente è perché gli americani suddividono i conti pubblici in tre categorie. Centrale (federale) statale (locale) e previdenza (pensioni). Bisognerebbe vedere l'andamento pensionistico (c'è nel debito ma non c'è nel total expediture).
Trilogy, ne sai qualcosa?
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 16/07/2015, 9:32

Qui intanto vediamo come la Germania viola costantemente i trattati europei:

https://www.google.com/publicdata/explo ... &ind=false


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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 16/07/2015, 10:02

E' un confronto che non regge. Nel caso degli USA parliamo del bilancio del governo federale (che come è noto in Europa non c'è). Sappiamo inoltre negli Stati Uniti se uno stato supera una certa soglia del debito fallisce, con tutto ciò che ne consegue in termini di perdita dei posti di lavoro pubblici, servizi, ecc.

Non mi risulta che le perdite di uno stato siano state ripianate dagli altri.

Quindi, a che serve il confronto?

Se poi vogliamo mettere sullo stesso piano gli USA e la Grecia (o l'Italia) andiamo fuori strada. Alla Grecia (o all'Italia senza l'ombrello europeo) non da credito più nessuno, agli USA sì.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 17/07/2015, 9:58

Una possibile soluzione per l'Italia (e la Grecia)?

http://www.aduc.it/articolo/soluzione+euro_22086.php


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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda pianogrande il 17/07/2015, 10:36

Carta moneta distribuita a titolo gratuito.
Con lo stesso valore di quella che ci siamo guadagnati lavorando.
Tutti ricchi all'improvviso e tutti che si buttano sui mercati a chiedere merce che verrà prodotta da...

Il libro non dice di chiudere le frontiere per evitare l'importazione.
Forse perché non è necessario dato che agli importatori gli avvoltoi, rapinatori degli altri paesi chiederebbero Euro buoni e non CCF (li battezzerebbero subito: Che Cavolo me ne Faccio).

Quindi, una moneta solo interna, a circuito chiuso che rappresenta un mezzo per pagare le tasse (suo unico reale valore) ma che nessuno fuori dal paese si sognerebbe di accettare ammesso che ne fosse permessa la circolazione all'estero.
Quindi lo stato rinuncia ad Euro buoni ed accetta buoni di pagamento da lui stesso emessi come pagamento delle tasse

Mi viene un suggerimento da dare al genio che si è dato la pena di scrivere un simile libro.
Perché un libro?
Secondo me bastava una paginetta, un volantino, magari un formato biglietto da visita con una scritta a caratteri eleganti e svolazzati o austeri e ben visibili, tre parole: abbassiamo le tasse.

Poi, prima di postare, ci ho riflettuto ancora un po'.
In quel modo i poveri che le tasse non le pagano rimarrebbero poveri come prima.

Allora?
Allora, invece di abbassare le tasse, lo stato ne devolve una parte consistente ai poveri.
Soldi buoni, spendibili ovunque.
Allora, però, si ritorna alla prima domanda.
Chi produrrebbe la maggior richiesta di beni?

Gli importatori prevarrebbero sugli arretrati produttori locali?

Chiudiamo le frontiere?

Ci sono sicuramente dei buchi in quello che dico, sono impressioni buttate lì ma credo proprio che non lo leggerò quel libro.

P.S. La seconda parte è già stata attuata con gli 80 Euro.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 17/07/2015, 10:59

A me sembra che la chiave di tutto stia in questa frase:

La proposta è quella di immettere circa 200 miliardi di CCF suddividendoli fra aziende (per ridurre il costo del lavoro e quindi aumentare la produttività) e lavoratori.


Gira e rigira, il concetto è sempre lo stesso in tutte le proposte di ritorno, sia pure parziale, a monete nazionali: quello di ridurre i salari reali attraverso la diminuzione del potere di acquisto.

Che questo venga auspicato da una parte degli imprenditori, incapaci di competere sul mercato ed alla perenne ricerca di "aiuti" dallo stato (in varie forme, anche con la svalutazione), è comprensibile.

Ma che ciò venga di fatto spinto da cosiddetti economisti di sinistra alla Fassina, lo trovo davvero incomprensibile.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 17/07/2015, 11:02

Considerando il surplus pluriennale della Germania in VIOLAZIONE dei trattati, mi pare abbastanza plausibile concludere, da profano, che oggi girano più euro e quindi più liquidità lì e meno in Italia rispetto a 15 anni fa: eppure ciò non ha prodotto inflazione nell'economia tedesca.

Intanto ammazzano il progetto europeo (ma ormai sono isolati: Draghi e Obama non li seguono più)

http://www.theguardian.com/commentisfre ... p-eurozone


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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda gabriele il 17/07/2015, 11:05

pianogrande ha scritto:Carta moneta distribuita a titolo gratuito.


porterebbe ad un aumento dell'inflazione. Quindi è solo un escamotage. Risolverebbe i problemi nel breve periodo, indebitandoci però ancora di più nel lungo.
Se non si cambia agendo sull'economia, cioè "cosa deve fare chi e come", ovviamente in una logica di mercato, non se ne esce.

Cosa facciamo?
Quello che facciamo è competitivo?
Se non lo è, è possibile cambiare?
Se è possibile cambiare, come cambiamo?
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 17/07/2015, 11:10

Ma no. Cosa c'entra l'inflazione? Il problema europeo oggi è propro la deflazione!!!

Gli USA hanno stampato dollari per uscire dalla crisi e ne sono fuori da molto prima di noi, mentre l'Europa ristagna e boccheggia. In Giappone hanno stampato moneta e detenendo internamente il debito mantengono gli interessi su di esso (oltre al 200% del PIL) bassissimi. Certo poi devi gestire le cose con intelligenza, e su questo dubito molto che in Italia... :lol:


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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 17/07/2015, 12:53

Ecco quello che sanno fare i politici nostrani, da Berlusconi a Vendola: debiti, sempre debiti, fortissimamente debiti

Il presidente della Toscana Rossi propone a Renzi di tagliare le tasse aumentando il deficit in cambio di riforme
VENERDÌ, 17 LUGLIO 2015

SCRITTO DA
Andrea Mollica

Sul “Foglio” di venerdì 17 luglio Enrico Rossi, presidente della Toscana ed esponente di spicco della sinistra interna più dialogante verso Matteo Renzi, propone un piano per rilanciare l’azione del PD e del governo. Rossi rimarca come la crescita del nazionalismo in Europa minacci l’integrità della moneta unica, insieme al perdurare della crisi. Il tasso di disoccupazione ben sopra il 10% in molti Paesi dell’eurozona, tra cui l’Italia, e le basse prospettive di crescita che rendono improbabile la creazione di lavoro evidenziano per ora le insufficienti risposte date dall’Europa. Il piano Juncker e il QE della BCE sono misure insufficienti, che devono essere affiancate da altri interventi per poter stimolare l’economia. Oltre alla conferma della “golden rule”, lo scorporo degli investimenti pubblici dal calcolo del deficit, Enrico Rossi propone a Renzi di effettuare un vero scambio con l’Europa tra flessibilità e riforme, sforando significativamente il deficit per diminuire le tasse come già richiesto dal “Foglio”. “Come ha detto il direttore Cerasa, Renzi dovrebbe sfruttare questa convergenza con i governi dell’Europa centrale per richiedere una flessibilità nell’applicazione del patto di stabilità, in cambio delle riforme strutturali in corso (giustizia, Costituzione, lavoro, Pubblica amministrazione). Così del resto hanno fatto la Francia e la Spagna. Potremmo richiedere una flessibilità del 2% nel rapporto tra deficit e Pil, che ci consentirebbe di spendere 30 miliardi intervenendo sulle tasse, riducendo l’Iva, che strozza e penalizza i consumi, aumentata di 16 miliardi in questi anni, e rilanciando gli investimenti in infrastrutture, materiali e immateriali, in ricerca e ammortizzatori sociali”. Per Rossi ora Renzi deve “rottamare in Europa e qui che si parrà la sua nobilitate di leader del paese e nel socialismo europeo”. Oltre al consiglio a Renzi, il presidente della Toscana lancia un consiglio alla sinistra interna del PD, di cui fa parte, anche se in modo autonomo. Meno legato a Renzi rispetto a Orlando e Orfini, ormai pienamente in maggioranza, ma distante dall’ostile opposizione di Bersani e Speranza verso il premier, il presidente della Toscana invita la sinistra del PD a garantire sostegno al presidente del Consiglio su questo linea, dando appoggio alle sue riforme. ” Se Renzi riuscirà a far questo gli sforzi fatti nei mesi precedenti ritroverebbero un senso e una ratio. In assenza di una prospettiva del genere il tramonto si annuncia per tutti. Per il PD, per il governo e sopratutto per il paese”. La citazione “dantiana” è apprezzabile, ma certo pare difficile che l’Europa possa permettere all’Italia un così significativo aumento dell’indebitamento, visto che il nostro debito pubblico continua a crescere nonostante la flessibilità già concessa e soprattutto grazia alla discesa del suo costo garantita dal successo della politica monetaria della Bce.

http://www.gadlerner.it/2015/07/17/il-p ... di-riforme
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