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Ma ne è valsa la pena?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda franz il 12/07/2015, 11:40

trilogy ha scritto:1) La grecia ha presentato il suo piano di riforme in linea con quanto chiesto in precedenza dall'Ue.

2)Rimane il dubbio di fondo se la Grecia sia veramente in grado di stare nell'euro. Siamo al terzo piano di aiuti e vista la richiesta avanzata, il paese continua ad avere necessità di 20-25 miliardi all'anno di finanziamenti per stare a galla.

1) base di partenza, certo, ma "in linea" non de tutto, Vedo macroscopicamente una bella differenza riguardo la riduzione delle spese militari.
2) a volte si è letto che la Grecia ora ha un saldo primario (al netto degli interessi) attivo. Almeno l'anno scorso. Questo vuol dire che interessi a parte la Grecia dovrebbe stare in piedi con le sue gambe. Il fatot che a metà anno sia senza soldi dmostra che era una palla. Da considerare però che la coppia tsipras-varoufakis ha fatto in 6 mesi dei veri disastri. È crollato il gettito fiscale, i risparmi sono fuggiti, l'economia è ferma e chi doveva pagare le tasse ha smesso di farlo.
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda pianogrande il 12/07/2015, 11:48

Possibile che in Grecia non esistano persone serie in grado di mettersi alla guida del paese?
Essendo questo altamente improbabile, l'unica conclusione davvero scoraggiante è che il governo sia solo il paravento/burattino di un potere mafioso quello sì molto serio.
E questo non depone a favore della "fiducia" di cui la Grecia ha bisogno.

La massiccia evasione fiscale ed i privilegi degli armatori sono la realtà di chi comanda davvero in Grecia?
Sono portato a ritenere di sì.

E allora continueranno solo a chiedere soldi e a prenderci in giro perché spacciarsi per governanti del paese è purissimo millantato credito.

Sto diventando molto tedesco rispetto a questa faccenda.
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda Robyn il 12/07/2015, 13:32

In realtà non ci si rende conto che anche gli altri paesi erano dei malati la Germania l'Italia la Spagna l'Irlanda e attualmente la malattia è della Grecia.Angela Merkel sceglierà l'Europa perche nessuno conosce meglio di lei la ferocia dei falchi tedeschi poi sai che bella reputazione si costruiscono tutti quelli che si schierano con i falchi e con il terzo reich.Per quando riguarda la Francia se può essere condivisibile la sua preoccupazione che l'unità finanziaria possa trasformare l'europa in un grande deserto di austerità non lo è per il suo sentimento nazionalista.La finanza non può creare guasti per poi scaricare i costi e le colpe sulle democrazie
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda Robyn il 12/07/2015, 18:38

Se c'è l'intesa bene altrimenti ad Alexis Tspras non conviene stare a perdere tempo con dei perditempo conviene tornare in parlamento ad Atene e cominciare a fare le riforme che sono veramente necessarie slegate dal consenso elettorale facendosi fare il prestito dagli Usa,per evitare che finisca in mano russa e rimanendo in Europa.La Germania invece farebbe bene a non partecipare più agli eurosummit la sua presenza non è più gradita perche stà facendo mancare la fiducia nel realizzare l'europa federale.Può rientrare solo se accetta l'Europa alle nostre condizioni
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda pianogrande il 12/07/2015, 20:20

Robyn ha scritto:Se c'è l'intesa bene altrimenti ad Alexis Tspras non conviene stare a perdere tempo con dei perditempo conviene tornare in parlamento ad Atene e cominciare a fare le riforme che sono veramente necessarie slegate dal consenso elettorale facendosi fare il prestito dagli Usa,per evitare che finisca in mano russa e rimanendo in Europa.La Germania invece farebbe bene a non partecipare più agli eurosummit la sua presenza non è più gradita perche stà facendo mancare la fiducia nel realizzare l'europa federale.Può rientrare solo se accetta l'Europa alle nostre condizioni


Qualcuno mandi per conoscenza ad Atene e a Bruxelles.
E noi che ci facciamo il sangue amaro su una cosa così semplice!
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda Robyn il 12/07/2015, 23:40

Alexis Tisipras può benissimo tornare in parlamento ad Atene e fare le riforme che sono per il bene della Grecia e dell'Europa con tutta calma tanto i leader europei rappresentano il nulla.La leadership in ambito europeo può essere presa benissimo da un'altro paese che possono essere Italia o Gran Bretagna tenendo ai margini la Germania che deve accettare il nostro modello di Europa.Usa e Gran Bretagna per il momento stanno alla finestra a guardare ma prima o poi interverranno e piegheranno la Germania
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda franz il 13/07/2015, 7:24

A beneficio d'inventario, ecco quanto chiesto ieri alla grecia
http://www.eunews.it/2015/07/12/ecco-tu ... picks=true

Il testo completo delle conclusioni dell’Eurogruppo con le dure richieste dei creditori ad Alexis Tsipras per ottenere un nuovo prestito da oltre 80 miliardi

Bruxelles – Le condizioni sono molto dure, ma se si troverà un accordo per la Grecia di Alexis Tsipras ci sarebbe un programma di finanziamento dagli 82 agli 86 miliardi che includerebbe un prestito ponte dai 10 ai 25 miliardi per far fronte alle necessità economiche più impellenti per la ricapitalizzazione delle banche o eventuali costi di risoluzione in caso di fallimento, e di questi 10 miliardi arriverebbero subito. Ci sarebbero poi delle aperture sul debito, sulla cui entità però la discussione è stata lasciata ai capi di Stato e di governo dell’Eurozona. Ma le autorità greche si dovrebbero impegnare ad approvare in tre giorni, entro il 15 luglio, le principali riforme su Iva, pensioni, giustizia civile, Istituto di statistica e alcune altre misure. Nel testo, che ora è sul tavolo dell’Eurosummit per una trattativa ed eventuale approvazione definitiva, c’è anche il famoso paragrafo “tedesco” sulla Grexit a tempo, un paragrafo però su cui non c’è stato il consenso di tutti i 19 Paesi con la moneta unica.

Questi i contenuti principali del documento trapelato che contiene le conclusioni dell’Eurogruppo di oggi e che alleghiamo all’articolo (scarica il testo qui). Le parti tra parentesi quadra sono le parti su cui non c’è consenso e su cui si discuterà a livello di leader all’Eurosummit, mentre tutte le altre sono state già approvate da tutti i Paesi euro, Grecia compresa. Guardiamo i punti principali del testo (da confrontare anche con l’ultima proposta greca)

IMPEGNI PRECISI E IMMEDIATI
Il testo afferma che “per ricostruire la fiducia”, le autorità greche “si impegnano a legiferare senza ritardo, entro il 15 luglio, una prima serie di misure” che includono gli aumenti dell’Iva e l’ampliamento della base imponibile per il sistema di tassazione, misure per migliorare la sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico, l’adozione di un codice di procedura civile, la salvaguardia della totale indipendenza legale dell’Elstat (l’Istat greco), la piena implementazione delle disposizioni rilevanti del Trattato di Stabilità, la trasposizione della Bank Recovery and Resolution Directive (Brrd), la direttiva Ue per la salvaguardia delle banche.

COINVOLGIMENTO DEL FMI
L’Eurogruppo chiede “un pieno coinvolgimento del Fondo monetario internazionale”, considerato come una “precondizione” per un accordo.

MERCATO DEI PRODOTTI
Richiesta una “più ambiziosa riforma del mercato dei prodotti”

MERCATO DEL LAVORO
Nel testo si parla di una “rigorosa revisione della contrattazione collettiva, dell’azione industriale e dei licenziamenti collettivi”, inoltre si afferma che “il mercato del lavoro dovrebbe essere allineato alle best practices internazionali ed europee, e non deve comprendere un ritorno alle vecchie politiche (la vecchia contrattazione collettiva, ndr) che non sono compatibili con l’obiettivo di promuovere una crescita sostenibile e inclusiva”

PRIVATIZZAZIONI
L’accordo prevede di “sviluppare un ben più incisivo programma di privatizzazioni con una governance migliorata”, e per farlo si ipotizza la costituzione di un fondo, gestito dai greci ma su cui non avrebbero il pieno controllo, in cui dovrebbero essere inseriti i principali asset da privatizzare e i proventi delle cui vendite dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per il pagamento del debito. Il testo, tra parentesi quadre e quindi ancora da accordare, afferma che “asset greci per un valore di [50 miliardi] dovrebbero essere trasferiti in un fondo esistente e indipendente come L’Istituto per la crescita lussemburghese per essere privatizzati in tempo e ridurre il debito. Questo fondo dovrebbe essere gestito dalle autorità greche sotto la supervisioni di rilevanti istituzioni europee”. Secondo fonti europee però in Grecia non ci sarebbero beni da privatizzare per 50 miliardi.

RIFORME FUTURE
Il governo greco si impegna a “consultarsi e trovare un accordo con le istituzioni (Commissione, Bce e Fmi, ndr) su tutte le bozze di legislazione nelle aree rilevanti e con adeguato anticipo prima di sottoporle a consultazione pubblica o al Parlamento”.

LE CONCESSIONI SUL DEBITO
Il paragrafo sul debito è diviso in due parti, una più vaga su cui già c’è accordo, e una più precisa in cui si fanno maggiori aperture, che però è ancora da concordare e su cui si gioca la principale partita per la Grecia. Nella parte su cui c’è consenso si afferma che “ci sono serie preoccupazioni sulla sostenibilità del debito greco. Questo è dovuto all’alleggerimento delle politiche negli ultimi 12 mesi”. In quella tra parentesi, e che è quella che sta più a cuore ad Atene, si aggiungerebbe che “l’Eurogruppo è pronto a considerare possibili azioni supplementari per levigare ulteriormente il percorso dei servizi del debito greco (il costo del debito, gli interessi, ndr), se necessario, per assicurare che i bisogni finanziari lordi restino ad un livello sostenibile. Queste misure, incluso un possibile allungamento del periodo di restituzione, saranno condizionali alla piena implementazione delle misure accordate in un possibile nuovo accordo tra le istituzioni e la Grecia e saranno prese in considerazione dopo un esito positivo della prima revisione”.
Un altra fase fondamentale è quella in cui si afferma che “l’Eurogruppo sottolinea che una ristrutturazione [nominale] del debito non può essere attuata“. Se la parola “nominale” passerà o meno è un altro scoglio fondamentale per i greci in quanto se non verrà introdotta nel testo finale le speranze in merito spariranno del tutto.

LA GREXIT A TEMPO
Il testo, tra pparentesi quadre, afferma che “nel caso in cui un accordo non potesse essere raggiunto, alla Grecia si dovrebbe offrire un veloce negoziato per una uscita a tempo dalla zona euro, con la possibilità di una ristrutturazione del debito”.
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda mariok il 13/07/2015, 9:35

I pericoli sottovalutati dell’Europa dei diktat

di Adriana Cerretelli
13 Luglio 2015

Una volta gli ultimatum si davano al nemico per dargli la scelta tra guerra e capitolazione. In Europa la pratica era caduta in disuso negli ultimi 70 anni. Evidentemente mai niente è definitivo. Oggi in un contesto diverso, l’Eurozona, tornano i diktat senza i cannoni e sono diretti ai partner, che in genere è difficile assimilare alla categoria dei nemici.

Doveva essere, quello di ieri a Bruxelles, l’ultimo vertice dei 19 capi di governo dell’euro sul caso Grecia. Doveva essere il teatro dell’accordo per dare il via ai negoziati per il terzo salvataggio del Paese in cambio di nuovo rigore e riforme, dopo che Alexis Tsipras era andato a Canossa coprendosi la testa di cenere e accettando di capitolare di fronte a tutte le richieste dei creditori, anzi offrendo anche qualcosa di più per porre fine all’asfissia finanziaria del Paese. Invece del vertice della ricucitura è diventato quello dei diktat.

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Se si spezza l’asse Berlino-Parigi
I partner (?) hanno dato tre giorni, per l’esattezza 72 ore, ad Atene per ottenere l’approvazione parlamentare di 1) la riforma del sistema Iva con allargamento della base imponibile, 2) il miglioramento della sostenibilità del sistema pensionistico in vista di una riforma globale, 3) l’adozione di un Codice di Procedura civile per accelerare i processi e ridurne i costi, 4) la salvaguardia dell'indipendenza dell’Ufficio di Statistica, 5) la piena attuazione delle regole del Fiscal Compact con introduzione di tagli automatici alla spesa in caso di deviazioni dai target di surplus primario, previa approvazione della Troika, 6) la trasposizione della direttiva che regola il bail-in in caso di default delle banche.

Solo dopo il via libera vincolante a tutte queste misure, accompagnato dall’approvazione parlamentare anche di tutti gli altri impegni contenuti in un elenco di 4 pagine stilato dai ministri dell’Eurogruppo e presentato al vertice, «potrà essere presa la decisione di avviare i negoziati» per far fronte al fabbisogno greco calcolato in 82-86 miliardi, banche incluse. È previsto anche il conferimento in un Fondo indipendente, gestito dalle autorità elleniche sotto la supervisione della Troika, di beni greci per 50 miliardi da privatizzare per abbattere il debito.

«Qualora nessun accordo fosse raggiunto, alla Grecia si offrirà l’uscita dall’Eurozona, con possibile ristrutturazione del debito». L’aut aut è inequivocabile, le richieste quasi impossibili da soddisfare: da anni l’Europa rivendica invano quelle riforme che ora vuole tutte e subito. Tanto da legittimare il sospetto di una provocazione mirata a ottenere Grexit. Facendo ricadere su Atene la responsabilità politica.

«Non faremo un accordo a qualsiasi prezzo. In questi mesi è stata persa la moneta più importante, la fiducia» ha chiarito Angela Merkel entrando al vertice e smentendo contrasti con Wolfgang Schäuble, il suo ministro delle Finanze. «Faremo l’accordo se tutti lo vorranno davvero» ha risposto Tsipras.

Atmosfera di estrema tensione, i leader europei spaccati a metà, 50% a favore della cacciata di Atene, 50% contro. Da una parte il cancelliere, riconosciuto campione di ogni mediazione politica, questa volta meno incline a praticarla se non di fronte a un accordo-capestro con la Grecia blindato nell’esecuzione, difendibile al Bundestag.

Dall’altra il presidente francese François Hollande, difensore stentoreo e determinato della permanenza della Grecia nell’euro in nome della sua irreversibilità. Sul collo l’ombra di Marine Le Pen e del suo Fronte Nazionale che, nello strappo ellenico, troverebbe la breccia per inseguire la diserzione della Francia, la fine della moneta unica e dell’Europa.

In mezzo un Paese con l’acqua alla gola che, nella migliore delle ipotesi, è destinato a finire sotto una soffocante tutela europea e non può permettersi il lusso di ribellarsi al tallone dei partner né alle loro condizioni draconiane. Salvo optare per la logica del tanto peggio tanto meglio. Che però alla fine può anche prevalere quando l’alternativa si riduce a scegliere tra peste o colera, comunque tra una disperazione o l’altra.

Ancora non si sa se il diktat dell’Eurogruppo, fotocopia perfetta della proposta tedesca presentata da Schäuble ai colleghi, sarà sottoscritto dai capi di governo dell’euro e firmato anche da Tsipras. I negoziati continuano...

Comunque finirà, la partita scriverà una pessima pagina della storia europea. La peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale. La Grecia ha le sue colpe e nessuno le nega. Ma i suoi interlocutori non sono senza peccato, Germania in testa. La Grecia però resta un dettaglio della storia europea, invece se ne è fatto un monumento inutile e dannoso alla causa collettiva. Dimenticando che oggi le priorità sono altre: crescita economica, sicurezza, consenso dei cittadini, un posto da protagonista nella competizione globale in difesa di una vecchia civiltà altrimenti condannata al declino.

Se alla fine sarà messa alla porta dalla furia punitiva del Nord con un accordo inaccettabile e se la Francia perderà la battaglia, la Grecia finirà malissimo ma per l’Europa e la Germania alla lunga andrà peggio. Nel mondo globale non si vince da soli né in pochi, nemmeno i più Grandi possono illudersi di riuscirci.

http://www.ilsole24ore.com/art/commenti ... id=ACn7baQ
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Quanto tempo ancora si doveva continuare?

Messaggioda pianogrande il 13/07/2015, 11:11

Dovevamo continuare a farci prendere in giro?
Finora i politici greci sono stati campioni solo di tirare in lungo per fare richieste capestro all'ultimo momento per mettere con le spalle al muro i creditori puntando contro di loro il cannone del debito non pagato.
Alla fine la pazienza l'avrebbero persa questi creditori costretti a pagare un pizzo assolutamente non dovuto.
Adesso si rimprovera all'Europa di non dare tempo alla Grecia.
Di strangolarla.
La Grecia si è strangolata da sola; continuando ad indebitarsi e a non fare le riforme e continuando a chiedere soldi a chi era già infuriato per i soldi che non avrebbe mai riavuto indietro.
Adesso i difensori della Grecia sono diventati i difensori dell'Europa.
Difendere la Grecia comincia davvero a costituire un oltraggio al comune senso del pudore.
Allora?
Dobbiamo salvare la Grecia per salvare l'Europa.
Inventatene un'altra.
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda mariok il 13/07/2015, 14:21

Ma non è finita qui.

Innanzitutto perché Tsipras ormai non ha più una maggioranza per governare. Il ministro dell'Energia Lafazanis ha già dichiarato che farà di tutto per non far passare questo accordo.

Più in generale, la Grecia non ha una leadership politica capace di portare aventi un simile piano di riforme.

Presto o tardi i nodi torneranno al pettine e sarà evidente ancora una volta che il problema non è stato risolto.

Intanto la questione dell'Europa che non c'è, che è avvitata in problemi interni di governance, incapace di contare sulla scena internazionale e di arrestare il suo declino, rimane intatta.

A parte la soddisfazione (in verità alquanto misera) di vedere meritatamente umiliato un popolo con la sua classe dirigente di corrotti e incapaci, c'è poco da gioire.
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