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Il sogno Europeo

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Il sogno Europeo

Messaggioda Robyn il 07/07/2015, 21:40

Da bambino il sogno europeo era una continua e costante evoluzione europea prima con il mec poi con la cee,l'abolizione dogale,l'eliminazione delle frontiere per fermarsi all'introduzione dell'euro e di questa comunità facevano parte inizialmente Italia,Francia,Gran Bretagna,RFT il benelux.L'Europa è sempre stata percepita come un comune sentire cioè se sei a Lubljana sei in Europa se sei a Rovigno sei in Europa tranne poi la comparsa sulla scena dei partiti euroscettici.L'Europa è sempre stata un continuo armonizzarsi,portare cioè agli stessi livelli e all'uguaglianza certi parametri per poi unificarli.Attualmente soffre di ripiegamento sugli stati nazionali ma solo in parte e riguarda le politiche fiscali e di welfare che sembrano avere frenato la loro armonizzazione per via dell'austerità cieca mentre esistono delle parti che potrebbero essere facilmente unificate e portate a compimento con una sola voce.Già il parlamento ha designato Junker che altro non è che un primo ministro.Già si potrebbe avere una politica estera comune,pensiamo a lady pesc,una difesa comune un dipartimento degli interni comune una banca centrale sul modello della FED e un debito federale e qui i vari paesi potrebbero già rinunciare alla politica estera,alla difesa e agli interni avere una capitale a Bruxelles e come lingua comune l'inglese per sua universalità,parlamento e governo risiedere nella stessa città a Bruxelles,una TV Europea .Per quando riguarda le finanze forse qui il processo è un pò più lento prima bisogna uscire dall'austerità e poi riprendere il cammino dell'armonizzazione e se la Germania non è d'accordo sulla crescita,al parlamento europeo può andare benissimo in minoranza
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Re: Il sogno Europeo

Messaggioda flaviomob il 10/07/2015, 2:57

Non c'è più da fidarsi dei tedeschi, ne' di come si comportano verso gli altri paesi, ne' del loro modello solidale, ormai abbandonato.

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Nella ricca Germania i poveri sono 12,5 milioni
di Marco Dotti 08 luglio 2015

Doveva essere il modello, sociale ed economico, per l'Europa unita. Eppure, nel 2014 la Germania ha mostrato tassi di disunità sociale, di povertà e disoccupazione tra i più alti dal tempo della riunificazione. Un segnale d'allarme per tutti: il sistema tedesco è fragile. E avanzano i nuovi populismi

Doveva essere il paradiso in terra d'Europa, il luogo perfetto per chi vuole certezze, lavoro, vita e famiglia. Per anni, ci hanno raccontato questo della Germania: poca burocrazia, belle scuole, sanità perfetta, un'integrazione pacifica con gli ex "straccioni" dell'est e molto sviluppo. Ci hanno raccontato che "da loro" un operaio guadagna in media quanto un dirigente "da noi" e se lasci Napoli, Cosenza o Milano qui un impiego lo trovi sicuro, anche se il cervello decidi di lasciarlo a casa. Quante storie abbiamo letto, ascoltato, sbirciato tra schermi e pagine che raccontavano la vita felice nell'era della Bundesrepublik Deutschland?

Da un lato hanno messo la Grecia, Paese di lazzaroni e parassiti, l'Europa mediterranea insomma. Gli analisti americani l'hanno addirittura inclusa in un acronimo, Pigs, i "maiali": Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.
Dall'altra, ci hanno messo l'Europa weberiana, calvinista, tutta lavoro e fatica. La Germania di frau Merkel, insomma. Peccato che quella Germania sia scossa da scioperi e proteste, che per la sanità non ci sia stazione che non pubblicizzi viaggi "low cost" in Turchia, che del disastro aereo della Germanwings non ne parli più nessuno e che lo stipendio medio di un ragazzo al primo impiego sia più basso di quelli degli stagisti dell'Expo.

Era questo il paradiso sognato dagli editorialisti a cottimo, impiegati a sparar giudizi sul disastro altrui?

Oggi, su 82milioni 531mila abitanti 12,5milioni vivono in condizioni di povertà estrema e vengono classificati come poveri dall'ente nazionale di statistica. Si tratta del dato più alto mai registato dalla riunificazione tra le due Germanie.
"Povero", secondo le rilevazioni ufficiali tedesche, è chi ha un reddito famigliare inferiore del 60% rispetto al reddito medio, sussidi sociali e di disoccupazione compresi.


Tra questi poveri, figurano anche 3,1 milioni di lavoratori regolari, mentre più di 900mila tedeschi, nel 2014, hanno rinunciato alla loro automobile, non certo perché amanti del verde o delle piste ciclabili, ma perché non se la possono più permettere.
Se ne è accorto persino Foreing Policy che in un articolo del 5 maggio scorso, firmato da Sumi Somaskanda, titolava: "La ricca Germania ha un problema di povertà".


A preoccupare, però, non sono tanto le cifre, relative o assolute, ma la crescita del divario tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Sul piano politico, in Germania come in Europa, questo significa una polarizzazione non più fra destra e sinistra, ma fra alto e basso. Non a caso, movimenti fortemente controversi di matrice populista, come Pegida, stanno cominciando a raccogliere voti, oltre che consensi, lavorando su questa nuova polarità.

Se l'Europa politica non è forse mai esistita, quella geografica si appresta a scoppiare, non certo per colpa del referendum greco, ma a causa di disparità economiche e sociali oramai ingiustificabili da qualsiasi sistema voglia ancora qualificarsi "democratico" senza sentirsi ridicolo.

http://www.vita.it/it/article/2015/07/0 ... ni/135826/


___________________________

... Nel corso di una conferenza che si è tenuta a Londra nel 1953, i creditori della Germania occidentale, ovvero gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, il Belgio e i Paesi Bassi, hanno concesso ai tedeschi una riduzione molto importante del debito. L’ammontare dei prestiti concessi alla Germania tra le due guerre e subito dopo la Seconda Guerra mondiale è stato ridotto del 62,5%, con una moratoria di cinque anni. Inoltre, i debiti contratti durante la guerra che i creditori avrebbero potuto reclamare alla Germania, penso alle distruzioni e ai danni provocati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, sono stati sospesi sine die. Si stima che il debito complessivo della Germania sia stato ridotto del 90%. Inoltre, le condizioni di rimborso per la parte restante erano state ideate per consentire alla Germania una ricostruzione in tempi rapidi e tornare ad essere una potenza economica.

A quali condizioni favorevoli si riferisce?
Primo, la Germania poteva rimborsare la maggior parte del proprio debito con la propria moneta. Ora, all’epoca il deutschmark non aveva pressoché nessun valore a livello internazionale. Questa moneta non era né una moneta di riserva, né una moneta forte. E la Germania ha saputo sfruttare al meglio l’opportunità che le è stata concessa. E’ un fenomeno più unico che raro perché di solito i creditori non accettano che un paese rimborsi i suoi debiti con una moneta debole. In genere, pretendono rimborsi in dollari, euro, pound oppurre yen, tutte monete forti. Secondo, i creditori si sono impegnati ad acquistare prodotti tedeschi per consentire all’economia del Paese di trovare sbocchi di mercato importanti, accumulare valute straniere ed equilibrare la sua bilancia dei pagamenti. Inoltre, i creditori avevano accettato il fatto che i tribunali tedeschi fossero competenti in caso di litigio con la Germania. Infine, il servizio del debito non superava il 5% dei guadagni ottenuti dal paese con le esportazioni. Lo stesso discorso vale per il tasso d’interesse del debito, anche lì la soglia era stata fissata al 5% e in alcune circostanze poteva essere rivista al ribasso. Tutte queste condizioni hanno consentito alla Germania di ricostruirsi molto rapidamente. E’ molto importante sottolineare che l’accordo di Londra riguardava soltanto la Germania dell’Ovest. E se i creditori le hanno concesso così tanto, è perché in un contesto di guerra fredda volevano assolutamente stabilizzarla di fronte alla Germania dell’Est e al blocco sovietico. Oggi la Grecia, la Spagna, il Portogallo o Cipro non possono beneficiare dello stesso trattamento di favore. Non ci sono le condizioni. Colpa della composizione e dell’orientamento delle istanze europee, dei governi dei paesi più forti dell’UE, della dirigenza del FMI e del contesto storico attuale.
....

http://www.vita.it/it/article/2015/07/0 ... -d/135813/


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Re: Il sogno Europeo

Messaggioda Robyn il 10/07/2015, 21:50

A prima vista il problema non sarebbe la ricchezza ma contrastare la povertà e l'esclusione promuovere una maggiore meritocrazia.Pià che contrastare la ricchezza permette l'accesso alla ricchezza.Il partito Siryza non è proprio un partito di sinistra massimalista perche al suo interno c'è tanto ceto medio in aggiunta a precari senza lavoro.Più che altro Siryza sembra essere un partito intelligente dove diverse esigenze non si escludono quelle liberali quelle tradizionali della giustizia sociale un pò come il labour party,mente l'europa mittleuropea vede la divisone tra sinistra massimalista e liberale perche le due esigenze si escludono l'un'altra con il dogma solo la mia ricetta è la migliore.I partiti di csx europei l'spd il psf il psoe sembrano ormai ingolfati e stanti ed anno abbandonato i presidi della giustizia sociale e dei più deboli.Il partito laburista inglese invece è stato capace di rinnovarsi e mantenere i presidi dell'equità della giustizia sociale e dei più deboli,addirittura nell'ala troskista si trovano in un partito completamente ammodernato troskisti con la barba lunga che continuano a chiamarsi compagni che non creano veti e non ricevono demonizzazioni perche è un partito che sà vivere nella logica della tolleranza
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