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Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda trilogy il 06/07/2015, 10:31

gabriele ha scritto:
trilogy ha scritto:Poi c'è il problema che se il negoziato europeo fallisce Varoufakis come ministro delle finanze dovrebbe gestire il collasso finanziario greco. Meglio lasciare la polpetta avvelenata ad altri.


O più semplicemente hanno posto una nuova variabile al dilemma del prigioniero.


Non saprei, ma quella di Varoufakis è una mossa descritta in tutti i manuali di negoziazione:

I rapporti interpersonali.
L’equità, l’affabilità e la rettitudine professionale aumentano la fiducia e quindi la possibilità d’instaurare
buoni rapporti negoziali con chi sta dall’altra parte del tavolo.Concedere qualcosa alla controparte, ad esempio, può indurla a contraccambiare, grazie al principio di reciprocità studiato in particolare dalla psicologia sociale. Diversi esempi di negoziato tra giganti dell’economia e della finanza testimoniano l’efficacia e l’utilità di saper stabilire buone relazioni.

http://www.adrcenter.it/negotiate/pdf/e ... oziare.pdf
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda gabriele il 06/07/2015, 12:16

Merkel per salvare la Grecia dovrà mettere a rischio gli equilibri interni

di Alessandro Merli19 giugno 2015

Il presidente degli Stati Uniti, Harry Truman, teneva sulla scrivania alla Casa Bianca un fermacarte con una scritta in corsivo, piccola, ma ben visibile ai suoi visitatori: “The buck stops here”, la responsabilità ultima è soltanto mia.

Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, il più trumaniano, se così si può dire, dei leader europei dal dopoguerra, un politico poco sensibile all'ideologia e ispirato soprattutto dal senso comune, sa che, suo malgrado, la responsabilità ultima della soluzione della crisi greca spetta a lei. L’egemone riluttante dell’eurozona aveva cercato, in tutta la prima fase del caso Grecia, e soprattutto dopo l’ascesa al potere ad Atene del Governo di Syriza, di evitare che la vicenda si trasformasse in un affare bilaterale tra Grecia e Germania, come volevano le sue controparti e le caricature, e ha puntato a non essere coinvolta direttamente nella gestione della crisi, ma ad affidarla interamente ai tecnici. Nelle ultime settimane, però, ha assunto su di sé un compito che pure non voleva, quando ha visto che ogni altro sbocco si stava chiudendo. In ultima istanza, è molto probabile, se i ministri finanziari non troveranno le risposte sperate, che tocchi a lei, al vertice europeo della prossima settimana, dire la parola decisiva sulla storia della Grecia nell’unione monetaria. Un successo, in qualche modo, per il primo ministro greco Alexis Tsipras, che ha sempre pensato che la soluzione alla crisi dovesse essere politica.

Contrariamente ai luoghi comuni su di lei, la signora Merkel è stata uno dei protagonisti più flessibili di questa storia. Ancora ieri, ha ripetuto al Bundestag che «un accordo è ancora possibile» e che «quando c’è la volontà, la strada si trova», una frase che le è cara, anche se ha puntualizzato che sono anzi tutto le autorità greche a dover mostrare questa volontà. Ma il cancelliere ha voluto anche sottolineare – un’osservazione che può suonare strana per un politico come lei, cui si attribuisce scarsa visione europea e ancor meno entusiasmo per la causa europeista – che «la decisione di avere una moneta unica rappresenta simbolicamente, come nessun’altra, l’idea di unità europea». Un’idea per la quale Angela Merkel non avrà il trasporto dei suoi predecessori, ma di cui non vuole le sia attribuita la responsabilità di averne messo in moto la fine.

L’atto finale del caso Grecia rappresenta per il cancelliere anche un difficile esercizio di equilibrismo sul fronte interno. Sulla Grecia, lei e l’unico altro vero componente di peso del suo Governo, il ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, si sono divisi profondamente sulla sostanza, e non per la prima volta. Schäuble era scettico anche al momento del varo del secondo salvataggio di Atene. Quel che è certo è che non si tratta di un gioco delle parti, come suggeriva qualche commentatore. Il contrasto, ovviamente minimizzato dalle fonti ufficiali, non va tuttavia neanche letto come il prologo a uno scontro aperto, certamente non fino a che la crisi non sia risolta. Il ministro, che non ha ambizioni personali di succedere alla signora Merkel e ha un acutissimo senso di responsabilità e di lealtà, sa che chi comanda è il cancelliere e lo accetta. Appare un portabandiera estremamente improbabile di un’opinione pubblica insofferente ai salvataggi e di una rivolta parlamentare, che all’ultimo voto sulla Grecia ha contato una trentina di dissidenti e al prossimo vedrà quasi sicuramente ingrossare le proprie file. Ma, alla fine, anche i parlamentari democristiani sanno che chi li ha portati alla vittoria, tre volte di seguito, è stata Angela Merkel.

Sul retro del fermacarte di Truman c’era un’altra scritta, che solo lui poteva vedere: “I’m from Missouri”, vengo dal Missouri, uno stato del Midwest senza particolari distinzioni. Angela Merkel sa, senza bisogno di esibirlo su un fermacarte, di venire dalla Germania dell’Est, ex comunista. Per questo, quando toccherà a lei dire l’ultima parola sulla Grecia, avrà ben presente considerazioni di geopolitica che ai tecnici possono apparire secondarie. Per di più, la sua innata cautela le crea una forte avversione a soluzioni come Grexit le cui conseguenze sono altamente incerte. Una strada vorrebbe trovarla, ma la volontà dovranno mettercela prima di tutto i greci.

http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/20 ... fresh_ce=1
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 06/07/2015, 13:10

Mi pare che la posizione di Berlino sia ora che tocca alla Grecia fare nuove proposte.
In fondo la Grecia ha detto NO alle proposte dei "negoziatori" (con l'ufficialità di un referendum) e quindi ora tocca alla Grecia presentare le sue proposte. A cui i negoziatori risponderanno come riterranno.
Cosa è cambiato? Nulla. Si va avanti a trattare come prima ma sono stati persi mi pare una decina di giorni o più, in cui i greci hanno fatto lunghe file davanti alle banche per prelevare (ed immagino si guarderanno bene dal versare).

https://www.agi.it/economia/notizie/ber ... e-proposte
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda trilogy il 06/07/2015, 14:32

Questa è quella che in gergo negoziale chiamano BATNA (Best Alternative To a Negotiated Agreement). L'aspetto delicato è che non è altrettanto esplicita la mossa l'alternativa dei paesi europei.

Il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto e ottenuto di parlare con il premier greco Alexis Tsipras. Lo ha riferito una fonte del governo di Atene, citata dal quotidiano greco Kathimerini. Il colloquio è avvenuto durante una pausa del vertice che si sta tenendo ad Atene, in cui Tsipras e i leader dei vari partiti stanno decidendo chi sostituirà il ministro delle finanze dimissionario Yanis Varoufakis.

Dopo che i greci hanno respinto le proposte dei creditori con il referendum, i rapporti tra Atene e Bruxelles restano tesi. In questo contesto, il colloquio tra Putin e Tsipras assume rilievo particolare: molti indicano Mosca come la possibile fonte alternativa dei finanziamenti di cui la Grecia ha bisogno per non restare soffocata dai debiti.

La Russia osserva con interesse il complesso negoziato tra Atene e i suoi creditori, tanto che ha inserito la situazione greca tra gli argomenti da esaminare al prossimo vertice dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) in programma questa settimana nella città russa di Ufa.

http://www.internazionale.it/notizie/20 ... on-tsipras
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda pianogrande il 06/07/2015, 15:24

Se il genio di Tsipras si riduce a vendere la Grecia ai russi, allora sì che si sarà assicurato l'indipendenza e la democrazia e la dignità.
Putin e gli oligarchi russi (e la mafia russa) non vedono l'ora di assicurare panem et circenses e pensioni a 25 anni.
Con quella gente c'è poco da trattare.

Povera Grecia, ma se l'è cercata.
Ultima modifica di pianogrande il 06/07/2015, 16:24, modificato 1 volta in totale.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda trilogy il 06/07/2015, 15:46

Il problema di fondo è che a parte il problema debiti, Tsipras non ha alcuna idea sul futuro economico della grecia salvo le assunzioni nel pubblico impiego pagate con i soldi europei.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda Robyn il 06/07/2015, 16:54

L'intesa tra Atene e Bruxelles già c'era quando Schauble entrando a gamba tesa ha fatto saltare tutto.Adesso Vaukofaris non c'è più vediamo chi è che si diverte a demolire l'europa.I falchi non hanno nessuna idea di europa vogliono solo affondare la grecia per mettere le mani sulle belle isole greche.I poteri finanziari hanno troppo potere serve un riequilibrio che già stà avvenendo,avvenuto con le amministrative e con il voto greco.In autunno i blairiani i welfar-liberal avranno in mano lo scettro in italia e in europa.Anch'io penso che la Merkel sia persona di mediazione e che la cerchi ma è costretta ad un difficile equilibrismo per colpa dei falchi del suo partito
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 06/07/2015, 17:28

Arriveranno altre crisi come quella Greca, ma senza un’autorità federale l’Europa andrà a pezzi
Prodi: “L’Europa si è persa per strada. Cina e Usa eviteranno il crollo dell’euro”
Il Professore: “Se non diventa un’autorità federale sarà fatta a pezzi dagli Stati”

Intervista di Fabio Martini a Romano Prodi su La Stampa del 6 luglio 2015

Alle 10 della sera, dopo aver seguito lo scrutinio, Romano Prodi è tranchant: «Diciamo la verità, il risultato del referendum greco in queste proporzioni non se lo aspettava nessuno. Non è più tempo di rinvii, l’ora è adesso: la Grecia sta scoppiando e se l’Europa non trova una soluzione, non è più credibile. Alla svelta si apra un tavolo per un compromesso in Grecia, ma al tempo stesso l’Europa ne apra un altro, più grande: abbandoni la dottrina di questi anni, perché altrimenti – stiamo attenti – altri casi-Grecia si susseguiranno fino alla distruzione del disegno europeo. O realizziamo una autentica autorità federale europea, oppure le forze nazionali, che sono diventate dominanti rispetto alle istituzioni comunitarie, ridurranno l’Europa a pezzi».

Per cinque anni presidente della Commissione europea, ascoltato ancora oggi da alcune delle più influenti cancellerie, da tempo Romano Prodi denuncia l’affievolimento dello spirito comunitario, la debolezza della leadership europeista della cancelliera di Germania e in questa intervista a “La Stampa” racconta come in prima persona abbia contrastato la deriva che poi ha portato alla crisi greca.

Dopo l’avventura greca, l’Europa potrà essere la stessa?

«No, non potrà essere la stessa, ma a salvare l’Europa, una volta ancora, sarà una forza esterna che ci costringerà ad un compromesso».

Gli Stati Uniti?

«Gli Usa e la Cina temono entrambi un evento deflagrante. Hanno paura che uno sfaldamento progressivo dell’euro provochi una nuova tempesta in tutto il sistema economico e politico mondiale. Ancora una volta, come è accaduto in Iraq, in Ucraina e in altri scenari, l’Europa vedrà condizionate le sue decisioni da spinte esterne: americani e cinesi faranno di tutto per salvare l’euro. Ma sarà l’ulteriore dimostrazione che l’Europa ha perso la sovranità su se stessa».

Lei ha avuto di recente incontri al massimo livello in Cina: sono davvero così preoccupati anche loro?

«Sì ed è una preoccupazione che ho riscontrato in tutti gli incontri ufficiali che ho avuto. Loro, proponendosi come potenza ascendente e pur restando affascinati dagli Stati Uniti, sono interessati alla formazione di contrappesi al dollaro e sono convinti che l’euro sia di aiuto nel loro cammino».

Le premesse della crisi greca si consumarono durante la sua presidenza della Commissione europea?

«Ricordo la notte nella quale chiesi a Francia e Germania di rispettare i parametri e loro risposero no, accampando le loro prerogative nazionali. E quando dissi che sarebbe stato utile istituire una sorta di Corte dei Conti europea risposero che era una spesa inutile. La Grecia è entrata nell’euro perché ha potuto ingannare vergognosamente sui dati reali della propria economia».

Morale di quella storia?

«Se ci fosse stata una forte autorità federale, probabilmente Atene non sarebbe mai entrata nell’unione monetaria, o sarebbe entrata ad altre condizioni. Invece noi non abbiamo voluto un’autorità federale. Abbiamo delegato ogni potere ai leader nazionali, che sono ostaggi dei loro problemi di politica interna».

Lei in tempi non sospetti parlò di stupidità dei parametri stabiliti una volta per tutte a Maastricht: è giunto il tempo di cambiarli?

«Quando li definii stupidi, in tanti mi saltarono addosso, ora ricevo continui riconoscimenti internazionali per quella affermazione. Ma ricordo con piacere quel che mi disse allora Helmut Kohl: dovresti ricordare che Roma non è stata fatta in un giorno, ora consolidiamo l’euro. Un grande leader che stava dentro un disegno politico»

Dice il premio Nobel Paul Krugman che l’euro è una camicia di forza da allentare: condivide?

«Se l’Europa non si autoriforma è un pane cotto a metà e se non c’è intenzione di cuocerlo tutto, avrebbe ragione Krugman. Ma la risposta ora è nelle mani della Germania: Non resta che sperare che non diventi profezia, la speranza a suo tempo espressa da Joschka Fisher: “La Germania non affondi l’Europa, sarebbe la terza volta in cent’anni“.»

Tutte le colpe sempre della Germania ?

«Alla fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti divenuti potenza mondiale, misero a punto il Piano Marshall, senza preoccuparsi come l’Italia spendeva quei fondi. La Germania è un Paese che è leader, per le sue virtù, ma non lo vuole riconoscere, rendendosi conto della convenienza globale e coinvolgere tutti.»

Oltre a restituire un’Europa impotente, non trova che in questa stagione abbiano assunto un peso sproporzionato istituzioni non politiche?

«Certamente sì. Che cosa c’entra la troika in questa faccenda? Che cosa c’entra il Fondo monetario internazionale che interviene nella comunità più ricca del mondo, quale è ancora l’Europa? Decisivo è stato il ruolo svolto per evitare il disastro dalla Bce, che però non ha un ruolo politico».

La settimana che ha preceduto il referendum ha mandato in scena l’impotenza europea?

«La settimana che abbiamo alle spalle è significativa, perché, appena il presidente francese Hollande ha accennato ad una possibile trattativa allo scopo di sdrammatizzare il referendum, i tedeschi hanno concluso che non era il caso di parlare con i greci se non dopo i risultati. A quel punto nessun altro leader ha più aperto bocca»
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda trilogy il 06/07/2015, 20:54

La mia simpatia per Vendola è pari a zero, però la proposta sotto è da approfondire.
Il vero impasse sul negoziato con la Grecia ruota attorno alla ristrutturazione del debito, Il resto è sfiducia reciproca e dettagli tecnici. La paura dei paesi nordici è che aprendo su questo tema con la Grecia si crei un precedente destabilizzante per l'intero continente. Diverso sarebbe il discorso se si lavorasse ad una soluzione valida per tutti i paesi e non solo per la Grecia. In passato si era già discusso di eurobond e altre ipotesi. Potrebbe essere un modo per uscire dallo stallo.

Quindi la Grecia presenta il suo piano di riforme credibili, l'Europa fornisce nuovi crediti, e poi si apre un discorso "politico" sul debito di tutti, tenendo conto delle esigenze e delle opinioni pubbliche dei paesi forti e deboli.

[..]Renzi – insiste Vendola – ha l’occasione per riscattarsi rispetto alle immagini un po’ penose viste in questi giorni in tv: proponga una conferenza europea sul debito[..]
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 06/07/2015, 21:29

trilogy ha scritto:La mia simpatia per Vendola è pari a zero, però la proposta sotto è da approfondire.
Il vero impasse sul negoziato con la Grecia ruota attorno alla ristrutturazione del debito, Il resto è sfiducia reciproca e dettagli tecnici. La paura dei paesi nordici è che aprendo su questo tema con la Grecia si crei un precedente destabilizzante per l'intero continente. Diverso sarebbe il discorso se si lavorasse ad una soluzione valida per tutti i paesi e non solo per la Grecia. In passato si era già discusso di eurobond e altre ipotesi. Potrebbe essere un modo per uscire dallo stallo.

Quindi la Grecia presenta il suo piano di riforme credibili, l'Europa fornisce nuovi crediti, e poi si apre un discorso "politico" sul debito di tutti, tenendo conto delle esigenze e delle opinioni pubbliche dei paesi forti e deboli.

[..]Renzi – insiste Vendola – ha l’occasione per riscattarsi rispetto alle immagini un po’ penose viste in questi giorni in tv: proponga una conferenza europea sul debito[..]


Vendola, gasato dal referendum greco, ne spara una ogni ora. Dice anche che bisogna rinegoziare i trattati (su questo è in buona compagnia con Salvini) e che bisogna dare più potere alla Bce (sic! proprio alla Bce sulla quale ha sparato pesanti bordate fino a poco fa).

Insomma dice tutto e il contrari di tutto. Non è escluso che fra tante frasi in libertà una per sbaglio possa anche essere giusta! :lol:
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