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Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 04/07/2015, 9:45

Il debito greco e la farsa di Tsipras
Pubblicato il 4 luglio 2015 da Dario Bortoluzzi

In merito al dibattito in corso sulla possibile rinegoziazione del debito della Grecia urge sgomberare il campo da alcuni luoghi comuni che si stanno consolidando nell’immaginario collettivo, offuscando gravemente la capacità di giudizio dell’opinione pubblica e sospingendola a sua insaputa su posizioni autolesionistiche.

Innanzitutto non è affatto vero che i creditori si stiano accanendo ostinatamente e spietatamente sulla Grecia. Al contrario il debito greco è già stato ristrutturato nel 2012 per un valore superiore al 50% del PIL, come se all’Italia in proporzione venissero cancellati oggi debiti per più di € 800 Md. (!); per cui è evidente l’infondatezza delle accuse di avidità e di egoismo mosse alle istituzioni europee. Ancora più assurdo è parlare di difesa ad oltranza degli interessi degli istituti finanziari-le famigerate “banche francesi e tedesche”- a spese del popolo ellenico, viste le pesanti perdite da questi subite con la ristrutturazione a beneficio proprio del governo di Atene, che alcuni vorrebbero invece vittima dell’operazione. Se un soggetto A presta un’ingente somma a B e B non glie ne restituisce una parte consistente, è evidente che è B ad aver espropriato A e non certo il contrario.

Qualcuno obietterà che siccome la Grecia è oppressa dal pagamento di interessi esorbitanti nei confronti di istituzioni usuraie, i greci meritano ugualmente la nostra solidarietà. Ma è proprio vero che la Grecia sta pagando interessi da usura? Ebbene, a dispetto delle chiacchiere in libertà, l’incidenza del servizio del debito pubblico sul PIL della Grecia è solamente del 2,6% contro il 2,7% medio dell’Eurozona e il 4,7% dell’Italia. A conti fatti quindi, con il denaro delle nostre tasse, mediante il programma europeo di assistenza, stiamo finanziando a tassi di favore un paese che paga la metà degli interessi che paghiamo noi. Davvero non siamo solidali abbastanza? Cosa dovremmo fare in più per essere solidali?

Qualcuno replicherà che non si tratta affatto di solidarietà, bensì di realismo, visto che la Grecia trovandosi sotto strangolamento fiscale, semplicemente “non è in grado di restituire i prestiti”. Senonché -i numeri sono ostinati- la pressione fiscale effettiva in Grecia è inferiore alla media europea, attestandosi solo al 34,2%: quindi pradossalmente i greci, pur pagando in media meno tasse degli altri Europei, stanno chiedendo ora agli altri europei di pagare le tasse anche per loro perché loro ne starebbero pagando troppe e -udite, udite- “non ce la fanno”. E i contribuenti italiani che pagano ancora più tasse di loro, come fanno allora? Perché dovrebbero svenarsi per prestare ulteriore assistenza alla Grecia, quando in Grecia si pagano meno tasse che in Italia? Non potrebbero i greci provare almeno a pagare le tasse in Grecia prima di venirle a riscuotere in Italia?

Infine occorre sottolineate che anche l’idea che la Grecia sia vittima di ricette sbagliate imposte dalla cosiddetta “Troika”, è sostanzialmente falsa, visto che che l’Irlanda, sottoposta ad una terapia analoga a quella greca, è uscita rapidamente dalla crisi e quest’anno ha visto scendere il rapporto debito/PIL di 9,4 punti; il Portogallo è tornato a finanziarsi con successo sui mercati e la Spagna, sottoposta ad una forma più blanda di tutela, cresce da sei trimestri consecutivi. Non è quindi legittimo pensare che la difficile situazione dell’economia ellenica sia invece imputabile a responsabilità specifiche della classe politica locale? I compagni di sventura della Grecia sembrano essere proprio di questo avviso.

Alla luce di questi dati appare del tutto falsa la rappresentazione di un’Europa che impone egoisticamente alla Grecia il pagamento di debiti insostenibili. Ci troviamo invece di fronte ad una spregiudicata operazione politica del governo di Atene volta ad ottenere un vantaggio economico (interessi ancora inferiori sui nuovi prestiti o addirittura un’ulteriore ristrutturazione) a spese della propria controparte, cioè dei cittadini europei, inclusi noi Italiani.

In estrema sintesi, quindi, Tsipras ci sta chiedendo di finanziare di tasca nostra la velleitarie promesse della sua campagna elettorale di stampo neo-comunista, trasformando il programma europeo di assistenza finanziaria emergenziale in un meccanismo permanente di sussidi a vantaggio di Atene. E’ infatti il caso di sottolineare, ove ciò non fosse chiaro, che dopo l’haircut del 2012 i creditori della Grecia sono quasi esclusivamente soggetti pubblici, le cui eventuali perdite dovrebbero essere ripianate dai contribuenti.

Proprio quest’ultima considerazione ci porta a demolire la più becera e sciocca delle argomentazioni pro-Tsipras tra tutte quelle portare avanti dalla propaganda nazional-popolare, cioè l’assurda idea che un default della Grecia metterebbe nei guai soprattutto l’odiata Germania. Infatti, mentre la Germania con un’economia in crescita, finanze statali molto solide e costi del debito bassissimi, non avrebbe alcun problema a far fronte all’eventuale perdita, l’Italia, con un’economia comatosa e finanze pubbliche precarie, avrebbe grossi problemi a tappare un ulteriore buco di bilancio e probabilmente pagherebbe la destabilizzazione dei mercati finanziari con un incremento dei costi del debito.

Per tutte queste ragioni non solo è ingiusto, ma è persino autolesionistico assecondare l’opportunismo di Tsipras.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 04/07/2015, 12:10

Grazie Marikok,
se aggiungi il link possiamo poi anche, singolarmente, propagare un buon articolo in altri ambiti, senza dover riprodurre l'intero testo. Mi pare venga dagli "immoderati" ma lo trovo solo come copia ed incolla su diversi siti dediti a questo sport. Hai traccia dell'originale?
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 04/07/2015, 13:33

mariok ha scritto:Il debito greco e la farsa di Tsipras
Pubblicato il 4 luglio 2015 da Dario Bortoluzzi

http://www.termometropolitico.it/117926 ... ipras.html
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 04/07/2015, 13:37

mettiamoci anche questo

Pensioni greche e disinformazione, non si va a 61 anni in pensione, ma decisamente prima
Pubblicato il 4 luglio 2015 da Gianni Balduzzi

Nel grande torrente impetuoso di informazione sulla Grecia siamo sommersi di articoli e post del tipo “Tutto quello che vorresti sapere sulla Grecia”, “la verità sulla Grecia”, ecc

Si spazia da articoli sobri e razionali, di qualunque schieramento, a quelli populisti, a quelli che vendono cifre in modo inesatto.

Tra questi per esempio quelli che parlano dell’attuale età pensionabile in Grecia.

Sappiamo che vi una riforma che prevede il raggiungimento dei 67 anni nel 2022, e quest’ultima data per l’entrata in vigore definitiva era appunto tra i punti della proposta dell’ex troika, tuttavia attualmente ancora moltissimi pensionati si avvalgono di ritiri anticipati.

Il sito di fact-checking Pagellapolitica sostiene che ora la media vada in pensione a 61 anni, ovvero all’incirca alla stessa età che in Germania.

Peccato che in un nostro articolo sempre sulle pensioni greche abbiamo riportato quanto lo stesso ministro del lavoro greco del governo Samaras, Vroutsis, a fine 2014 aveva precisamente riferito,

Ovvero che:

– Nel settore pubblico il 7.91% dei lavoratori andava in pensione tra i 26 e i 50 anni, il 23,64% tra i 51 e i 55 anni, e infine il 43,53% tra i 56 e i 61 anni

– Tra i dipendenti del settore privato invece il 4,44% si ritirava prima dei 50 anni, il 12,83% tra i 51 e i 55 anni, e il 58,61% tra i 56 e i 61 anni.

Come si vede la stragrande maggioranza a 61 anni era già in pensione.

E questa è una delle cause dell situazione greca di default, Default che colpisce spesso anche l’informazione.

http://www.termometropolitico.it/118095 ... prima.html
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 04/07/2015, 15:20

mariok ha scritto:Il sito di fact-checking Pagellapolitica sostiene che ora la media vada in pensione a 61 anni, ovvero all’incirca alla stessa età che in Germania.

Indipendentemente dagli altri elementi postati da balduzzi, che condivido, non possiamo paragonare sic et simpliciter l'età di pensionamento tra diverse nazioni senza considerare la corrispondente produttività e la speranza di vita media. Ora per il secondo fattore germania e grecia sono abbastanza vicini (28 e 30 in questa graduatoria) https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_per ... va_di_vita ma per la produttività le cose cambiano. Se sei piu' produttivo guadagni tanto e versi di più. Il che vuol dire che avrai una pensione più elevata e/o puoi anche andare in pensione prima o un misto delle due.
La PagellaPolitca va quindi (a proposito d pagelle) bocciata, non come un liceale o un universitario (cosa che tutto sommato sarebbe onorevole) ma come un ragazzo delle medie inferiori o un bambino delle elementari.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 04/07/2015, 15:36

Ancora Udo Gümpl su FB


"I creditori sono terroristi", dice Tsipras. Decidete voi. Le banche private (francesi, tedesche etc) che tenevano molti titoli del debito greco (all'epoca dava 5-6% di rendimento annuo) hanno perso nel taglio deciso unilateralmente dal Governo Greco al 23 marzo 2012 la bellezza di 104 miliardi di Euro. Perdita secca. Di cui gli urlatori della Rete sono sempre all'oscuro, sbraitando lo stesso di "banche internazionali" che speculano. Su che cosa? Su titoli persi per sempre?

Dal 2009 nessun essere umano sano di mente compra piu' titoli greci. Solo il fondi Salvastati Europei che ha prestato 230 miliardi di Euro alla Grecia, da rimborsare in 30 anni, con una moratoria fino al 2022, al tasso tendenziale del 1,5%, sempre piu in discesa; dato che la Grecia ha altri debiti contratti, come i T-Bonds a 6 mesi (tasso al 8% annuo), e altri debiti precedenti a tassi fino al 5%, la media del tasso d'interesse che paga sull'intera montagna del debito è di 2,4%, come ha pubblicato la Troika il 2 gennaio 2015.

E per dire anche le cifre precise, mentre la Grecia pagava ancora nel 2011 per il debito di 321 mrd di euro 12 mrd di interessi, nel 2013 - sempre stesso debito- solo 6 mrd di interessi. (Leggasi link piu giu). Senza l'aiuto della Troika la Grecia avrebbe dovuto pagare per quella montagna di debiti prima dell'haircut (450 mrd di Euro) almeno 40 mrd di Euro interessi all'anno, per un paese che incassa dalla tassazione 60-80 mrd la chiara bancarotta. Un debito di 450 mrd sarebbe costato di soli interessi 40 mrd piu il rimborso conto capitale.

Queste erano le dimensioni del disastro quando il Ministro delle Finanze George Papaconstantinou il 20 ottobre 2009 dichiara al Parlamento greco che il vero deficit greco non era 5% del Pil come detto prima ma il 12,5%. Fatti incontrovertibili che però si perdono nel mare delle stupidaggini. Bisogna avere fonti speciali, conoscere qualcuno della Troika? Nient'affatto. Tutte le fonti sono aperte. Ora, domani faccio un salto alla mia di banca e chiedo anch'io "tassi usuarai greci". Vediamo che cosa mi rispondono.

Certo, se voglio fare Bancarotta, con tutta la mia forza, insultando anche chi mi ha salvato dalla Bancarotta nel 2010 e ora chiede soltanto di metter a posto i miei conti per evitare altre future bancarotte, ci riesco. Osservateli bene, i nostri amici del Debito Pubblico a Spese degli Altri. Guai al Paese che riescono a governare, per portarlo nel burrone, come gia successo. Chi ha comprato titoli di Stato potrebbe trovarsi da un secondo all'altro nelle medesime condizioni dei compratori del debito greco, che si erano fidati di Atene.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda Robyn il 04/07/2015, 20:07

Il problema non è la Grecia ma chi ha fatto i prestiti alla Grecia.Se un cliente và in banca a chiedere un prestito la banca lo concede solo se il cliente lo può restituire attraverso garanzie affidabili.Schauble dice che la Grecia può uscire temporaneamente dall'euro.La Grecia non può uscire dall'euro deve rimanere in Europa poiche si sottovaluta che l'uscita della Grecia corrisponde al disegno dei falchi del partito di Angela Merkel di fare l'europa mittleuropea di Carlo Magno dove si scaricano i deboli,la Grecia,domani il mezzogiorno del nostro paese,domani ancora la Spagna e il Portogallo.In questo modo non saremmo l'europa federale che per natura attraverso il federalismo fiscale aiuta i paesi più deboli,pensiamo agli Usa che hanno il kentucky
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 05/07/2015, 19:33

Sembra che il NO vinca nettamente. Massimo rispetto per la volontà del popolo greco.

Quello che sarà insopportabile è lo spettacolo dei nostri politici che faranno a gara nell'intestarsi la vittoria.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda Robyn il 05/07/2015, 19:52

Se i dati sono confermati dicono che l'anima sociale dell'europa prevale perche la grecia è un laboratorio in piccolo dell'europa e che la strada per l'europa federale non trova più ostacoli quindi servono i bond la difesa e una politica estera comune e intraprendere la strada dell'unita finanziaria comune facendo diventare la banca centrale europea come la FED statunitense.Se è vero che con la vittoria dei si,Siryza e il suo governo si sarebbero dovuti dimettere,con il no un'europa che sà fare delle scelte è quella che sà defenestrare Schauble
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda trilogy il 05/07/2015, 19:57

Va benissimo hanno fatto la loro scelta è la democrazia. Ora però si vada al referendum anche in Italia, Germania, Francia, e di tutti i paesi dell'euro e si chieda ai cittadini: volete pagare il debito greco al loro posto ? SI - NO.
Ultima modifica di trilogy il 05/07/2015, 20:17, modificato 1 volta in totale.
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