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Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Contro Tsipras, proprio i socialisti di tutta europa

Messaggioda franz il 29/06/2015, 13:58

Grecia, Merkel: "Se fallisce l'euro, fallisce l'Europa". Juncker: "Si perde o vince tutti"

Il presidente della Commissione Ue si rivolge direttamente ai cittadini greci, attaccando il comportamento del governo ateniese: "Hanno vinto i tatticismi e i populismi, ma l'Eurozona non è una partita a poker". La Casa Bianca chiede di rinegoziare il debito
di GIULIANO BALESTRERI e RAFFAELE RICCIARDI

MILANO - Dopo il caos, gli appelli perché la crisi greca si risolva senza la rottura dell'Eurozona. Da Berlino e Bruxelles arrivano chiare voci nella direzione dell'unità della moneta europea, anche se non mancano le accuse al governo di Atene, responsabile - a detta dei creditori - dell'attuale situazione disperata. "Se l'euro fallisce, l'Europa fallisce", rilancia oggi la cancelliera tedesca Angela Merkel, che auspica "un compromesso" tra il governo ellenico e i partner internazionali. "La prospettiva resta quella di un'Eurozona a 19 membri", fa eco il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, rigettando quindi l'idea di un ritorno alla dracma per l'economia greca.

"Sono molto rattristato dallo spettacolo che ha dato l'Europa sabato scorso", quando è saltato il tavolo di trattative tra Grecia e creditori e il premier ellenico, Alexis Tsipras, ha indetto un referendum sul pacchetto predisposto dai creditori: "Egoismi e giochi tattici e populisti hanno avuto la meglio". E' uno dei passaggi della conferenza stampa che lo stesso Juncker ha tenuto per raccontare la sua versione dell'avvitamento della crisi, in risposta al discorso che Tsipras ha tenuto ai suoi cittadini, annunciando il voto. "Voglio che l'Eurozona resti a 19 membri", ha aggiunto Juncker, "e che sia chiaro che nell'Eurozona non ci sono una democrazia contro 18 o 18 contro una". Ma Juncker non ha lesinato le critiche dirette al governo greco, reo di "aver rotto unilateralmente le trattative, spezzandole con una richiesta di referendum e spendendosi perché il popolo greco dica no" alla proposta di accordo.

Il presidente della Commissione ha voluto difendere il lavoro suo e del presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, dicendo che le critiche rivolte loro sono immeritate. "L'Eurozona non è una partita di poker, si perde o vince tutti quanti". Juncker ha elencato le concessioni - di metodo (ad esempio l'abbandono della Troika in favore del Brussels group) e merito (l'assenza di tagli a retribuzioni o pensioni nel pacchetto dei creditori) - fatte ad Alexis Tsipras, che però non le ha colte. "Abbiamo lavorato a un pacchetto socialmente più equo e mi aspettavo che anche il governo greco lavorasse in questa direzione", ha rinfacciato ancora a Syriza, ricordando poi che "loro stessi potrebbero presentare altre misure, purché i conti tornino". Rivolgendosi direttamente al popolo greco, ha ribadito che "nel nostro piano non c'era stupida austerità". I greci "devono sapere che la porta è ancora aperta, devono sapere la verità", ha spiegato invitando i "leader greci a prendersi le proprie responsabilità, come hanno fatto quelli irlandesi o portoghesi". Da parte dei creditori, "non ci saranno altre proposte, le abbiamo già fatte", ha aggiunto ancora svelando che - in caso di intesa - i partner erano pronti "a discutere misure sul debito e nuovi aiuti dall'autunno". Infine, l'appello a "votare sì" al referendum del prossimo 5 luglio: "Un 'no' al referendum, sarebbe un 'no all'Europa'".

In Germania, Merkel ha convocato tutti i capi di partito per fare il punto della situazione. "Il cancelliere continua a essere disponibile a colloqui con il premier greco, se questi lo desidera", ha spiegato il portavoce Steffen Seibert aggiungendo che Berlino "rispetterà l'esito del referendum" indetto dal Parlamento ateniese. La stessa Merkel ha poi sottolineato che "l'euro è più che una valuta" e che per la sua difesa ci vuole "solidarietà e responsabilità". Ancora, "l'Europa deve essere in grado di trovare un compromesso di fronte ad ogni sfida", ha spiegato dalla celebrazione dei 70 anni della Cdu. Per il portavoce di Wolfgang Schaeuble "non c'è motivo di preoccuparsi". In Spagna, il ministro dell'Economia, Luis de Guindos, ha ribadito che il Paese è "blindato contro i rischi di contagio". Il presidente francese, Francois Hollande, invece, ha attaccato Tsipras: "Deploro la scelta di Atene e eravamo vicini a un accordo". Sulla stessa lunghezza d'onda anche i socialdemocratici tedeschi, secondo cui la scelta di tenere un referendum "è inaccettabile".

Le dichiarazioni dei massimi esponenti dell'Unione seguono una mattinata che si era tinta di giallo, in quel di Bruxelles. Il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, in un primo momento aveva annunciato che il presidente Juncker - che ieri ha pubblicato il piano proposto alla Grecia dai creditori internazionali - avrebbe fatto "alcune nuove proposte". A stretto giro, però, è arrivata la smentita ufficiale, poi confermata in conferenza stampa. Una dimostrazione del fatto che in Europa convivono due anime profondamente diverse: tra un lato le colombe, dall'altro i falchi del rigore, al lavoro - secondo diversi rumor - per far cadere il premier greco.

La speranza di fondo è che le parti si avvicinino il più possibile prima di domenica, ma nel frattempo i mercati crollano. "Siamo a pochi centimetri dall'intesa - ha detto ancora Moscovici - mi auguro che il governo sostenga il sì al referendum di domenica". Un'ipotesi che al momento pare irrealistica. Il premier Tsipras ha chiesto ai cittadini di affossare il piano dei creditori e ieri, dopo un duro attacco alla Bce che ha deciso di non aumentare la liquidità di emergenza alla banche greche, ha deciso di chiudere gli sportelli per 6 giorni e fermare le contrattazioni alla Borsa di Atene.

In campo è tornata direttamente anche la Casa Bianca: il segretario di Stato degli Usa, Jack Lew, ha chiesto di valutare con attenzione la ristrutturazione del debito greco, a patto che Atene prosegua sulla strada delle riforme. Un messaggio colto al volo dal Commissario Ue agli Affari economici, Moscovici, che gioca il ruolo della colomba: "Bisogna trovare un compromesso. La porta per il negoziato è aperta. Io sono per una Grecia riformata nell'Eurozona, senza austerità".

La situazione nel Paese è drammatica. Con il via ai controlli sui capitali e un tetto di 60 euro sui prelievi ai bancomat (ma nessuna soglia per le carte emesse da banche straniere), la Grecia è in ginocchia e rischia di affossare l'intera Eurozona. Il ministro delle Finanza, Yanis Varoufakis si appella così ai governi "perché scongiurino il disastro", ma i partner europei non sembrano troppo preoccupati. In un'intervista al Corriere della Sera, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan mostra tranquillità: "Non siamo nel 2011, le istituzioni hanno armi per combattere la speculazione. Non c'è nessun rischio per il debito italiano".

http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... 117912208/


Interessante la posizione della Casa Bianca. Immagino che se propongono una ristrutturazione siano anche disponibili a mettere sul piatto della bilancia decine o centinaia di miliardi di dollari. Tanto ne stampano quanti ne vogliono. Perché sarebbe troppo facile fare, come dice il proverbio, il generoso con i soldi degli altri.
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Re: Contro Tsipras, proprio i socialisti di tutta europa

Messaggioda gabriele il 29/06/2015, 14:14

franz ha scritto:Merkel: "Se fallisce l'euro, fallisce l'Europa"


Frau Merkel, e io che pensavo che l'Europa fosse un'altra cosa. Sono proprio un ingenuo. Io credevo che l'euro fosse al servizio dell'Europa e non il contrario.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 29/06/2015, 14:17

Anche io penso che saranno gli Stati Uniti ad intervenire, in extremis.


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Re: Contro Tsipras, proprio i socialisti di tutta europa

Messaggioda franz il 29/06/2015, 15:39

gabriele ha scritto:
franz ha scritto:Merkel: "Se fallisce l'euro, fallisce l'Europa"


Frau Merkel, e io che pensavo che l'Europa fosse un'altra cosa. Sono proprio un ingenuo. Io credevo che l'euro fosse al servizio dell'Europa e non il contrario.

L'euro non fallirà, perché come ha detto piu' volte Prodi, nessuno ha la minima intenzione di affossarlo.
Non certo i cittadini greci e nemmeno i tedeschi.
Chiaro che in una grande famiglia qualcuno invece puo' fallire. La California era sull'orlo, come è capitato anche ad altri stati USA. Altre nazioni (argentina) sono fallite. La grecia mi pare 8 volte negli ultimi 190 anni.
Esattamente come in una nazione si contano migliaia di fallimenti di imprese, senza che per questo si metta in discussione il dollaro, l'euro, il franco.

Credo che a parte dovremmo comunque discutere di questa europa, la cui attuale costruzione è decisamente fallimentare.
Io da eurpeista convinto 10-15 anni fa tifavo perché la Svizzera aderissea alla UE.
Ora sono ben contento che il popolo qui abbia deciso diversamente.
Con questa europa è meglio avere il minimo indispensabile da spartire.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 29/06/2015, 15:41



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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 29/06/2015, 15:47

franz ha scritto:
flaviomob ha scritto:Se la produttività greca è infima, ha ragione quell'economista cinese che ha definito l'economia greca da "paese in via di sviluppo" e quindi assolutamente inadatta a una moneta forte come l'euro. Evidentemente l'errore stava a monte.

Su questo siamo perfettamente d'accordo.
Dietro al sogno europeo si sono affiancate considerazioni economiche solide ed anche considerazioni che definirei "romantiche".
Del tipo: impossibile che un paese come l'Italia e/o come la Grecia (le culle delle due civiltà fondative) rimanga(no) fuori dall'Europa. Quindi sono state fatte entrare a forza, anche se i conti non quadravano. Oggi paghiamo sui conti. Sia i greci che noi, naturalmente. Dato che i 40 miliardi che la Grecia deve all'Italia non li paga Fassina, Gad e nemmeno Krugman.


Non sono d'accordo. Mi sembra vero piuttosto il contrario. Poter disporre di una moneta forte, che da soli non si potrebbe mai avere, soprattutto per paesi indebitati come Italia e Grecia, rappresenta una grande opportunità in termini di bassi tassi di interesse e quindi di minor costo del debito.

Con una moneta debole coma la lira, i costi per interessi erano 5-6 volte maggiori. Il problema è che l'Italia, come la Grecia, non ha saputo o voluto sfruttare questo vantaggio per risanare i conti ed utilizzare le maggiori risorse disponibili per investimenti che aumentassero la produttività del sistema, invece di sperperarle in sprechi ed assistenzialismo.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 29/06/2015, 15:49

Podemos si schiera:
___
Podemos sulla Grecia: contro Atene terrorismo finanziario mafioso
Per il leader della formazione che ha vinto le elezioni spagnole Laguarde e Merkel hanno spinto per la rottura

lunedì 29 giugno 2015 10:52

Pablo Iglesias, il leader del partito post-indignado spagnolo Podemos, ha commentato le ultime ore di negoziati e trattative attorno alla crisi greca dicendo che è il risultato di una "operazione mafiosa di terrorismo finanziario", attuata "contro un governo che ha dimostrato di essere pienamente disponibile ad un accordo".

Secondo Iglesias il blocco delle trattative è dovuto "a un intervento diretto della direttrice del Fmi Christine Lagarde, appoggiata dalla cancelliera Angela Merkel, e stranamente dal governo spagnolo": "Chiedono al governo greco che tagli le pensioni, aumenti l'Iva, l'elettricita', il latte".

L'ideologo di Podemos Juan Carlos Monedero ha paragonato la crisi greca con "la situazione che l'Europa ha vissuto nel 1939 con l'invasione tedesca della Polonia". Per Monedero i paesi del Sud, Italia, Spagna, Portogallo o Francia, devono essere "consapevoli che la sorte della Grecia e' la sorte di tutti noi".

http://www.globalist.it/Secure/Detail_N ... 62&typeb=0

___

PS Per rispondere a Franz: certamente se la UE si fosse dotata di una costituzione federale come la Svizzera, non saremmo a questo punto. Bisognava prendere esempio da un'esperienza storica fondata e consolidata: la Svizzera, unione di popoli di lingue, culture, tradizioni e religioni diverse in un sistema coeso e solidale ma anche responsabile e in grado di respingere i populismi. Credere di ottenere un risultato simile partendo da una mera unione monetaria di un'area disomogenea e priva di autentiche istituzioni democratiche consolidate e comuni è come voler ribaltare la storia.

vedi

http://www.limesonline.com/rubrica/spag ... -per-tutti
Ultima modifica di flaviomob il 29/06/2015, 15:58, modificato 2 volte in totale.


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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 29/06/2015, 15:52

Podemos si schiera:
___
Podemos sulla Grecia: contro Atene terrorismo finanziario mafioso


Figuriamoci, non aspettavano altro: la retorica si spreca.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 29/06/2015, 15:52

flaviomob ha scritto:La crisi greca in sei punti:

http://www.forexinfo.it/La-crisi-in-Gre ... 6-semplici

MI pare lacunoso.
Dimentica due cose (così a caldo, poi magari riflettendo vedo altre lacune)
1) che durante il primo punto si è scoperto che i conti per entrare nella zona euro erano stati truccati. Da qui il declassamento del rating a junk bond e l'inizio della crisi.
2) che a marzo 2012 c'è stato il cosiddetto "hair cut" del 50%, I detentori privati di titoli di stato greci si sono visti ristrutturare il debito riducendo il valore nominale di più del 50% e allungando la scadenza.

Mi pare che sia molto piu' sugosa e aderente alla realtà la scheda di wiki
https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_eco ... lla_Grecia
https://en.wikipedia.org/wiki/Greek_gov ... ebt_crisis
https://fr.wikipedia.org/wiki/Crise_de_ ... ue_grecque
(tre fonti diverse, tanto per smentire eventuali complotti)
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 29/06/2015, 15:58

mariok ha scritto:Non sono d'accordo. Mi sembra vero piuttosto il contrario. Poter disporre di una moneta forte, che da soli non si potrebbe mai avere, soprattutto per paesi indebitati come Italia e Grecia, rappresenta una grande opportunità in termini di bassi tassi di interesse e quindi di minor costo del debito.

Vero. Opportunità pero' sprecata da Grecia ed Italia, che hanno letteramente buttato al vento i miliardi guadagnati dai bassi tassi di interesse. Opportunità che andava colta nel 2001 facendo le riforme allora. Oggi siamo in ritardo di 15 anni. Noi e loro.
Prodi disse che si buttò il cuore oltre l'ostacolo, sperando poi che tutto il corpo seguisse.
Ma l'Italia e la grecia (non da sole) rimasero al di qua della staccionata.

Piuttosto è anche vero che avere a bordo nazioni deboli, indeboliva anche l'euro, permettendo una buona competizione con il dollaro sui mercati internazionali ed aiutando la germania ed altri paesi forti ad esportare.
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