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Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Vile e ricattatoria è la grecia

Messaggioda pianogrande il 27/06/2015, 20:09

Credo che per non umiliare un intero popolo bisognerà fare una colletta per mandarli in pensione con 19 anni 3 mesi e un giorno.
Quel giorno, però, glie lo sconterei.
Non si sa mai.

Scusate ma questa storia non riesco a prenderla sul serio nel senso che il governo greco sta portando avanti (lui sì) una azione vile e ricattatoria che umilia il resto dell'europa e i suoi creditori in genere.

Non avrei altro da dire se non in caso di altre novità come un diritto dei pensionati greci ad emigrare un paese che gli garantisca la pensione che il suo non gli darà più.

Sono così arrabbiato che non riesco ad andare al dilà della affermazione che la Grecia dovrà pagare carissimo questo tradimento e mi schiero da qualsiasi parte si lavori per questo.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 27/06/2015, 22:36

Diverse fonti parlano oggi di un prelievo massiccio di euro dalle banche greche.
700 milioni solo oggi, contro un prelievo medio nel fine settimana di 30 milioni.

Da notare che gli esperti economici ..... scusate mi viene da ridere .... del m5s e della lega (borghi e bagnai) hanno sempre detto che in caso di uscita dall'euro non ci sarebbe stata alcuna corsa agli sportelli ... :(
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda pianogrande il 27/06/2015, 23:53

Credo che la Grecia, ormai politicamente insignificante e moralmente inaffidabile, stia andando in mano (legata mani e piedi) a chi non vuole che l'Europa funzioni.
Un laboratorio con cavie umane che verranno gettate nel caos da politici solo di nome.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06 ... s/1821183/

La stupidità di questo articolo dimostra quanto si stiano dando da fare esperti e giornalisti e politici per ricavare un po' di pubblico da questa tragedia.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda trilogy il 28/06/2015, 8:59

pianogrande ha scritto:.......La stupidità di questo articolo dimostra quanto si stiano dando da fare esperti e giornalisti e politici per ricavare un po' di pubblico da questa tragedia.


diciamo che è un articolo "istruttivo", l'autore racchiude in poche righe, tutti gli errori da fare per portare qualunque negoziato al fallimento. :mrgreen:

Caricare un negoziato di contenuti ideologici, porta al sicuro disastro.
Si perde di vista l'oggetto della discussione, e le possibili soluzioni vantaggiose per entrambi vengono ignorate.

Il governo greco ha commesso errori gravi. Ha condotto il negoziato come una partita di poker, rilanciando ad ogni mano, e dimostrando di essere una controparte inaffidabile. Questo ha portato l'eurogruppo ad irrigidirsi in maniera crescente fino allo stop definitivo sull'ultimo rilancio: il referendum.

Ora Tsipras indice il referendum il 5 luglio dicendo di votare no all'accordo.
Se i Greci votano NO, sono fuori dall'euro, vanno in default e tornano alla drakma.
Se votano SI, Tsipras viene sfiduciato dal popolo ed è fuori dal governo, e si va a nuove elezioni.
Qualunque sia il risultato Tsipras e la Grecia perdono. Un risultato pessimo
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 28/06/2015, 9:29

E' ovvio che se le banche finiscono i contanti non c'è tempo per spostare il referendum entro termini adeguati per una campagna elettorale "standard". Ma, visto il perdurare pluriennale della crisi, immagino che i cittadini greci siano ben informati dei fatti e abbiano tempo per decidere che cosa vogliono del proprio futuro, se sono responsabili. Decideranno loro, va benissimo così.


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La lettera di Alexis Tsipras a tutti i Greci e le Greche

Messaggioda franz il 28/06/2015, 10:03

La lettera di Alexis Tsipras a tutti i Greci e le Greche
Giugno 27

traduzione di Aurelio Lentini e Amalia Kolonia, esclusiva del sito Il fascino degli intellettuali

«Greche e greci,
da sei mesi il governo greco conduce una battaglia in condizioni di asfissia economica mai vista, con l’obiettivo di applicare il vostro mandato del 25 gennaio a trattare con i partner europei, per porre fine all’austerity e far tornare il nostro paese al benessere e alla giustizia sociale. Per un accordo che possa essere durevole, e rispetti sia la democrazia che le comuni regole europee e che ci conduca a una definitiva uscita dalla crisi.

In tutto questo periodo di trattative ci è stato chiesto di applicare gli accordi di memorandum presi dai governi precedenti, malgrado il fatto che questi stessi siano stati condannati in modo categorico dal popolo greco alle ultime elezioni. Ma neanche per un momento abbiamo pensato di soccombere, di tradire la vostra fiducia.

Dopo cinque mesi di trattative molto dure, i nostri partner, sfortunatamente, nell’eurogruppo dell’altro ieri (giovedì n.d.t.) hanno consegnato una proposta di ultimatum indirizzata alla Repubblica e al popolo greco. Un ultimatum che è contrario, non rispetta i principi costitutivi e i valori dell’Europa, i valori della nostra comune casa europea. È stato chiesto al governo greco di accettare una proposta che carica nuovi e insopportabili pesi sul popolo greco e minaccia la ripresa della società e dell’economia, non solo mantenendo l’insicurezza generale, ma anche aumentando in modo smisurato le diseguaglianze sociali.

La proposta delle istituzioni comprende misure che prevedono una ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro, tagli alle pensioni, nuove diminuzioni dei salari del settore pubblico e anche l’aumento dell’IVA per i generi alimentari, per il settore della ristorazione e del turismo, e nello stesso tempo propone l’abolizione degli alleggerimenti fiscali per le isole della Grecia. Queste misure violano in modo diretto le conquiste comuni europee e i diritti fondamentali al lavoro, all’eguaglianza e alla dignità; e sono la prova che l’obiettivo di qualcuno dei nostri partner delle istituzioni non era un accordo durevole e fruttuoso per tutte le parti ma l’umiliazione di tutto il popolo greco.
Queste proposte mettono in evidenza l’attaccamento del Fondo Monetario Internazionale a una politica di austerity dura e vessatoria, e rendono più che mai attuale il bisogno che le leadership europee siano all’altezza della situazione e prendano delle iniziative che pongano finalmente fine alla crisi greca del debito pubblico, una crisi che tocca anche altri paesi europei minacciando lo stesso futuro dell’unità europea.

Greche e greci,

in questo momento pesa su di noi una responsabilità storica davanti alle lotte e ai sacrifici del popolo greco per garantire la Democrazia e la sovranità nazionale, una responsabilità davanti al futuro del nostro paese. E questa responsabilità ci obbliga a rispondere all’ultimatum secondo la volontà sovrana del popolo greco.

Poche ore fa (venerdì sera n.d.t.) si è tenuto il Consiglio dei Ministri al quale avevo proposto un referendum perché sia il popolo greco sovrano a decidere. La mia proposta è stata accettata all’unanimità.
Domani (oggi n.d.t.) si terrà l’assemblea plenaria del parlamento per deliberare sulla proposta del Consiglio dei Ministri riguardo la realizzazione di un referendum domenica 5 luglio che abbia come oggetto l’accettazione o il rifiuto della proposta delle istituzioni.

Ho già reso nota questa nostra decisione al presidente francese, alla cancelliera tedesca e al presidente della Banca Europea, e domani con una mia lettera chiederò ai leader dell’Unione Europea e delle istituzioni un prolungamento di pochi giorni del programma (di aiuti n.d.t.) per permettere al popolo greco di decidere libero da costrizioni e ricatti come è previsto dalla Costituzione del nostro paese e dalla tradizione democratica dell’Europa.

Greche e greci,

a questo ultimatum ricattatorio che ci propone di accettare una severa e umiliante austerity senza fine e senza prospettiva di ripresa sociale ed economica, vi chiedo di rispondere in modo sovrano e con fierezza, come insegna la storia dei greci. All’autoritarismo e al dispotismo dell’austerity persecutoria rispondiamo con democrazia, sangue freddo e determinazione.

La Grecia è il paese che ha fatto nascere la democrazia, e perciò deve dare una risposta vibrante di Democrazia alla comunità europea e internazionale.

E prendo io personalmente l’impegno di rispettare il risultato di questa vostra scelta democratica qualsiasi esso sia.

E sono del tutto sicuro che la vostra scelta farà onore alla storia della nostra patria e manderà un messaggio di dignità in tutto il mondo.

In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa comune dei suoi popoli. Che in Europa non ci sono padroni e ospiti. La Grecia è e rimarrà una parte imprescindibile dell’Europa, e l’Europa è parte imprescindibile della Grecia. Tuttavia un’Europa senza democrazia sarà un’Europa senza identità e senza bussola.

Vi chiamo tutti e tutte con spirito di concordia nazionale, unità e sangue freddo a prendere le decisioni di cui siamo degni. Per noi, per le generazioni che seguiranno, per la storia dei greci.

Per la sovranità e la dignità del nostro popolo».

Alexis Tsipras

Poche ore fa (venerdì sera n.d.t.) si è tenuto il Consiglio dei Ministri al quale avevo proposto un referendum perché sia il popolo greco sovrano a decidere. La mia proposta è stata accettata all’unanimità.
Domani (oggi n.d.t.) si terrà l’assemblea plenaria del parlamento per deliberare sulla proposta del Consiglio dei Ministri riguardo la realizzazione di un referendum domenica 5 luglio che abbia come oggetto l’accettazione o il rifiuto della proposta delle istituzioni.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 28/06/2015, 10:43

Grecia, il Parlamento dà il via libera al referendum. Tsipras: "Votate no"

La proposta passa con 179 voti favorevoli e 120 contrari. "Combattiamo contro pratiche di cui l'Europa dovrebbe vergognarsi", dice il premier ellenico. Ai voti di Syriza si sono aggiunti quelli dei neo-nazisti di Alba Dorata. Un primo sondaggio indica maggioranza di favorevoli all'accordo
dal nostro inviato ETTORE LIVINI

Grecia, il Parlamento dà il via libera al referendum. Tsipras: "Votate no"
(ansa)
ATENE. Alexis Tsipras ricicla il "grande no" a Benito Mussolini per lanciare la compagna referendaria contro le proposte dell'ex Troika per strappare la Grecia dal default. "Amiamo la pace, ma quando ci dichiarano guerra siamo capaci di combattere e vincere", ha detto nel discorso in Parlamento per dare il via alla consultazione, approvata in aula con 179 sì e 120 no. A favore hanno votato Syriza, la destra nazionalista di Anel e Alba Dorata. "Non chiederemo il permesso a Wolfgang Schaeuble o a Jeroen Dijsselbloem per fare il referendum - ha aggiunto il premier - . Ci accusano di avere fatto un colpo di stato. Invece questa si chiama democrazia".

Il premier si è impegnato di nuovo a rispettare l'esito della consultazione (il primo sondaggio Kappa Research dà i sì al 47,2%, i no al 33% e gli indecisi al 18,4%) e ha difeso la decisione di rompere con i creditori: "Sostenevano che alzare le tasse era una misura recessiva, poi ci chiedevano di tagliare pensioni e stipendi - ha spiegato - Pretendevano che aumentassimo del 13,5% l'Iva sugli hotel, tanto valeva dire direttamente che è vietato fare turismo qui da noi". Risultato: "Dobbiamo garantire il referendum alla nostra gente per consentirle di vivere con speranza e di non fare della Grecia un paese schiavo del debito per i prossimi venti anni".

La decisione di escludere Yanis Varoufakis dall'Eurogruppo di ieri - ha aggiunto - rimarrà "una ferita" nella storia della Ue. "Nessuno ci può buttare fuori dall'Europa - ha sostenuto -. Noi non combattiamo contro il Vecchio continente ma contro pratiche di cui l'Europa dovrebbe vergognarsi. E stiamo facendo quello che Pasok e Nea Demokratia non hanno fatto: resistere". Syriza quindi voterà "no". E il no di Tispras, gridato ad alta voce, è un brand quasi storico della storia della Grecia. Ogni 28 ottobre il paese celebra il "Giorno del No", un riferimento che ricorre spesso in queste ore. Una festa per ricordare quel 28 ottobre 1940 in cui l'ambasciatore italiano ad Atene Emanuele Grazzi ha presentato l'ultimatum al paese chiedendo di lasciare libero accesso alle forze dell'Asse. Richiesta cui il primo ministro Ioannis Metaxas rispose semplicemente "No" (Oki in greco) l'unica parola ripetuta alla noia nelle manifestazioni di piazza dei giorni successivi, diventata il simbolo della resistenza ellenica contro l'invasione degli stranieri. "Dobbiamo dire no ai tecnocrati e sì alla sovranità nazionale", ha ribadito ieri Tsipras. Il "grande no" "aumenterà il nostro peso negoziale con i creditori", ha concluso. Sperando che dopo il referendum ci sia ancora qualcuno a Bruxelles pronto a parlare con la Grecia.

http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... ref=HREA-1


[NdR] L'aumento dell'IVA a cui si fa riferimento riguarda la fine dello sconto del 30% sull'IVA nelle isole, una misura che non sapevo esistesse ma non esito a definire una indecorosa concorrenza sleale con altri paesi turistici europei.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 28/06/2015, 10:43

Il governo greco ha commesso errori gravi. Ha condotto il negoziato come una partita di poker, rilanciando ad ogni mano, e dimostrando di essere una controparte inaffidabile. Questo ha portato l'eurogruppo ad irrigidirsi in maniera crescente fino allo stop definitivo sull'ultimo rilancio: il referendum.


Non so a voi, ma questa tecnica mi ricorda tanto un certo Bertinotti.

Ora Tsipras indice il referendum il 5 luglio dicendo di votare no all'accordo.
Se i Greci votano NO, sono fuori dall'euro, vanno in default e tornano alla drakma.
Se votano SI, Tsipras viene sfiduciato dal popolo ed è fuori dal governo, e si va a nuove elezioni.
Qualunque sia il risultato Tsipras e la Grecia perdono. Un risultato pessimo


Questa vicenda sta dando la dimostrazione che l'incapacità della sinistra di governare è un dato "genetico". Sinceramente pensavo che fosse un problema soprattutto italiano. I fatti greci stanno dimostrando che non è così.

... immagino che i cittadini greci siano ben informati dei fatti e abbiano tempo per decidere che cosa vogliono del proprio futuro, se sono responsabili. Decideranno loro, va benissimo così.


A me sembra invece che vada malissimo così. Che razza di leadership è quella di chi è incapace di assumersi le proprie responsabilità? Dopo mesi di trattative e di "tira e molla" il nuovo (ex?) idolo della sinistra europea, se ne lava le mani e lascia i cittadini che lo hanno eletto nella merda. Che razza di leader è costui?

Se fossi un cittadino greco, che ha votato per Syriza, che dovrei fare? Votare no per lasciare una situazione drammatica in mano alla destra di Alba dorata o votare sì per riprendere un percorso di riforme guidato ovviamente dalla destra e certamente molto più duro di quanto la sinistra mi aveva venduto come possibile?

In entrambi i casi dovrei pentirmi di aver dato il mio voto ad un leader e ad un gruppo di incapaci.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda pianogrande il 28/06/2015, 10:56

Che per riacquistare un po' di fierezza ed orgoglio si debba fare appello ai greci dei libri di storia (e di filosofia) mi sembra una resa incondizionata all'inconsistenza della Grecia di oggi.

Il vero rinvio non è qualche giorno per fare il referendum ma i lunghi mesi del dopo referendum se dovesse vincere il SI.

Perdere il referendum; questa è la vera speranza di Tsipras.

Questo lo metterebbe fuori gioco con onore.
lui si sarebbe battuto come un leone fino all'ultimo ma il popolo non lo avrebbe capito.
Magari lo avrebbe addirittura tradito.

Tsipras, tradito dal popolo, se ne andrebbe a godersi una qualche pensione mentre l'Europa si ritroverebbe davanti a una nazione allo sbando che ovviamente le chiederebbe altri rinvii e altri aiuti (e non per qualche giorno) che è l'unico mestiere dove un po' di professionalità ce l'ha.

Allora, meglio tagliare la corda subito.

La Grecia è ormai un buco nero in gran tempesta dove il terrore dei suoi governanti è quello di essere confermati nel loro ruolo.

P.S. pardon. Nella foga mi sono accorto solo dopo che erano entrati altri messaggi che non avevo letto.
Ultima modifica di pianogrande il 28/06/2015, 11:16, modificato 1 volta in totale.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 28/06/2015, 11:05

Invece credo che la necessità di compiere una scelta netta e repentina sia positiva.

Se i greci voteranno secondo le indicazioni di Tsipras si andrà per forza verso una ristrutturazione del debito. Si aprirà un negoziato europeo affinché ciò avvenga in modo regolato, per quanto possibile, magari in uno scenario in cui coesisteranno per un po' dracma ed euro. In fondo il Grexit non dispiacerebbe neppure ai tedeschi, a questo punto.

Se i greci voteranno SI', credo che a Tsipras non rimangano che le dimissioni e le elezioni anticipate. In questo caso le proposte della Troika si riterranno accettate per i prossimi lustri e il parlamento dovrà prenderne atto.

In ogni caso, secondo me, la chiarezza è la cosa migliore rispetto a tanti anni di tira e molla, trattative "interessate" e addirittura falsi di bilancio che hanno messo la Grecia in ginocchio.

Sono cittadini adulti e vaccinati, che si esprimano.
Ultima modifica di flaviomob il 28/06/2015, 11:06, modificato 1 volta in totale.


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