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Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 20/06/2015, 12:47

Sulla Grecia a questo punto va messa una toppa, per evitare le conseguenze politiche, prima che finanziarie, di una sua uscita.
Per il futuro (non lontano) quella indicata in questa lettera è la via maestra.
"L’alternativa è il diffondersi di una percezione sociale di un declino inevitabile e irreversibile, che alimenta il populismo, il nazionalismo e la xenofobia."

E' inutile illudersi. Altre alternative non ve ne sono.

Integrazione Ue, "Avanti con le 4 Unioni": l'appello del mondo accademico al Consiglio europeo

Oltre cento tra professori e personalità europee hanno sottoscritto una lettera aperta alle istituzioni comunitarie in vista del vertice europeo

ROMA - "Bisogna imparare la lezione impartita dalla crisi: non è possibile vivere in un mercato unico con una singola moneta ma 19 diverse politiche economiche e fiscali". Sono oltre cento gli accademici e le personalità di svariati paesi dell'Unione Europea che in due giorni hanno sottoscritto una lettera aperta alle istituzioni europee, dalla Commissione al Parlamento, dal Consiglio alla Banca Centrale Europea alla vigilia del Consiglio europeo. L'invito è a procedere con un percorso e scadenze certe verso l'obiettivo delle 4 Unioni: bancaria, fiscale, economica e politica, "altrimenti la crisi potrebbe peggiorare ancora".

La strada indicata è una "integrazione differenziata, coniugando l’approfondimento dell’Eurozona con il desiderio di alcuni Stati membri di ridurre il loro livello di integrazione, senza però dar loro un potere di veto sui bisogni dei cittadini europei". Secondo le personalità europee è necessario trasformare il Meccanismo Europeo di Sicurezza in un Fondo Monetario Europeo "da un Vicepresidente della Commissione, che dovrebbe essere anche il presidente dell’Eurogruppo, incaricato di gestire una capacità fiscale e di prestito fondata su risorse proprie, almeno per l’Eurozona, e sotto l’effettivo controllo democratico del Parlamento Europeo".

Alla stesso modo "L’Europa deve trasformarsi da consumatrice a produttrice di sicurezza. Solo gli Stati di dimensione continentale – come Usa, Cina, India, Russia e Brasile – contano nel mondo globale". È quindi necessaria un'unica politica estera e una Cooperazione strutturata permanente sulla difesa.

Ecco il testo della lettera e i primi firmatari:

Lettera aperta ai presidenti della Commissione europea, del Parlamento europeo, del Consiglio europeo, della Banca centrale europea e dell’Eurogruppo.

Gent.mi Presidenti,

al prossimo Consiglio europeo presenterete un report cruciale sulla riforma dell’Unione Economica e Monetaria che fisserà l’agenda politica dell’integrazione europea per la legislatura in corso. Potete basarvi sul successo dell’integrazione europea il cui nucleo è la condivisione della sovranità attraverso istituzioni democratiche sovranazionali. Dovrete partire dalle lezioni apprese dalla crisi: non possiamo vivere in un mercato unico con una moneta unica e 19 politiche economiche e fiscali. Il riconoscimento dell’insostenibilità di lungo termine di questa asimmetria aveva portato i vostri predecessori a stabilire nel documento del dicembre 2012 Towards a Genuine Economic and Monetary Union gli obiettivi delle unioni bancaria, fiscale, economica e politica.

I cittadini europei si aspettano da Voi una visone ambiziosa del futuro dell’Europa con un percorso chiaro e delle scadenze precise al fine di raggiungere queste unioni e creare un’Unione più efficiente e democratica. L’importante azione della Banca Centrale Europea ha attenuato la pressione dei mercati e l’Unione Monetaria appare oggi come un bambino abbandonato di cui nessuno voglia prendersi cura. Dal 2012 sono stati fatti significativi progressi solo riguardo all’Unione bancaria, per la mancanza di volontà politica degli Stati membri. Ma senza progressi verso le 4 Unioni la crisi potrebbe peggiorare ancora. Gli strumenti di emergenza, come il Meccanismo Europeo di Sicurezza, va riportato nel quadro giuridico dell’Unione e trasformato in un Fondo Monetario Europeo gestito da un Vicepresidente della Commissione, che dovrebbe essere anche il presidente dell’Eurogruppo, incaricato di gestire una capacità fiscale e di prestito fondata su risorse proprie, almeno per l’Eurozona, e sotto l’effettivo controllo democratico del Parlamento Europeo. Questo è essenziale per una politica economica europea, per investimenti finalizzati alla crescita, e per passare dalla solidarietà tra gli stati a quella tra i cittadini.

La crisi ha mostrato l’inefficacia del mero coordinamento delle politiche economiche e fiscali nazionali e la paralisi prodotta dall’unanimità. Gli Stati membri hanno ora più vicoli di bilancio che in un sistema federale pienamente sviluppato, senza beneficiare di un bilancio e di politiche federali. Così l’Europa non riesce a superare la crisi. Il completamento delle unioni bancaria, fiscale, economica e politica è necessario per portare l’Unione verso una stabile e sostenibile prosperità economica e sociale. L’integrazione differenziata può coniugare l’approfondimento dell’Eurozona con il desiderio di alcuni Stati membri di ridurre il loro livello di integrazione, senza però dar loro un potere di veto sui bisogni dei cittadini europei.

Lo spostamento del focus strategico americano sul Pacifico ha creato un vuoto di potere che promuove instabilità tutto intorno all’Europa, dall’Est al Sud. L’Europa deve trasformarsi da consumatrice a produttrice di sicurezza. Solo gli Stati di dimensione continentale – come Usa, Cina, India, Russia e Brasile – contano nel mondo globale. L’UE deve procedere verso l’Unione politica, con un’unica politica estera, di sicurezza e di difesa finalizzate a stabilizzare i suoi confini e a fare fronte alle attuali minacce e sfide geopolitiche. L’inizio di una Cooperazione strutturata permanente sulla difesa è una questione di volontà politica e non di risorse visto che i paesi “Euro-Plus” hanno la seconda spesa militare al mondo.

Il “tutto il necessario” del presidente Draghi è stato cruciale nel momento più difficile della crisi. Il vostro Rapporto dovrebbe essere il “tutto il necessario” politico da parte di tutte le istituzioni dell’Unione. Dovrebbe fornire un percorso e scadenze certe per completare l’unione bancaria e creare quella fiscale, economica e politica entro la fine di questa legislatura europea. Se questo richiede una modifica dei Trattato, la si faccia.

I cittadini hanno bisogno di una visione e di un percorso per un’Europa fondata sulla democrazia, la solidarietà e la sussidiarietà. Nient’altro potrà restituire la fiducia nell’Unione. L’alternativa è il diffondersi di una percezione sociale di un declino inevitabile e irreversibile, che alimenta il populismo, il nazionalismo e la xenofobia. La leadership implica una responsabilità nei confronti dei cittadini di oggi e di domani. Gli europei contano sulla vostra leadership, responsabilità e visione per portare loro e la loro Unione fuori dalla crisi.

Questa Lettera aperta è stata promossa dal prof. Roberto Castaldi il 16 giugno. In 2 giorni hanno aderito oltre un centinaio di accademici e personalità europee. Tra i primi firmatari: Edmond Alphandery, Enrique Baron Crespo, Franco Bassanini, Vitor Bento, Lorenzo Bini Smaghi, John Bruton, Carlos Closa, Anna Diamantopoulou, Sergio Fabbrini, Franco Gallo, Anthony Giddens, Daniel Innerarity, Pascal Lamy, Jo Leinen, Jean-Victor Louis, Claus Offe, Antonio Padoa Schioppa, Gianfranco Pasquino, Gian Enrico Rusconi, Vivien Schmidt, Zvetan Todorov, Jose Ignacio Torreblanca, Alexander Trechsel, Lukas Tsoukalis, Nadia Urbinati. È aperta a ulteriori adesioni sul sito www.cesue.eu
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda pianogrande il 20/06/2015, 14:42

La lettera non sarebbe male anche se non contiene novità stravolgenti ma ha un difetto imperdonabile e cioè è sbagliato l'indirizzo.
Andrebbe cioè spedita ai vari governi più che agli organismi dell'unione che non hanno nessun potere deliberante sulla materia.
Al massimo, quegli organismi potrebbero spedire altrettante lettere ai vari governi e magari ai vari partiti e partitini dell'indipendenza e della sovranità e del debito infinito che paradossalmente finisce per conferire più potere della efficienza economica (vedere l'incredibile caso Grecia in cui comanda il debitore e il creditore deve mendicare la restituzione).
Cosa risponderebbero quei governi e quei partiti?
Cosa risponderebbe la Grecia (finché dispone ancora di una tastiera magari a credito)?
Cosa risponderebbe la Gran Bretagna?
E l'Ungheria?
E la Polonia?
E la Francia?

E ....

Uno scenario in cui i poveri addetti a un Europa che esiste solo nei trattati e che è invece composta da nazionalismi sempre più esasperati che vanno dall'egoismo dei ricchi all'opportunismo dei poveri contano come lo zero di picche (carta che non esiste... appunto).

Naturalmente, tutto questo con grande disappunto degli "stati di dimensione continentale".
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 20/06/2015, 19:26

pianogrande ha scritto:E ....

... l'Italia?
Come dice sopra Prodi nel video sopra, i politici nazionali non vogliono perdere potere. Nemmeno il nostro.
Figuriamici se avessimo vero federalismo :o
Dovrebbero concedere potere in alto e pure in basso.
Rimarrebbero praticamente delle mezze calzette, come sono, ma senza alcun potere.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 22/06/2015, 9:58

Secondo una rilevazione di Public Issue, il premier è sostenuto come premier dal 62% dei cittadini ellenici, mentre il suo oppositore, il capo dei conservatori di Nea Dimokratia Antonis Samaras, dal 20%. Syriza, inoltre, è attualmente il "miglior partito" per il 52% degli intervistati, mentre solo il 17% giudica tale l'esecutivo precedente formato da conservatori e socialisti

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06 ... e/1801389/


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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda pianogrande il 22/06/2015, 10:54

flaviomob ha scritto:Secondo una rilevazione di Public Issue, il premier è sostenuto come premier dal 62% dei cittadini ellenici, mentre il suo oppositore, il capo dei conservatori di Nea Dimokratia Antonis Samaras, dal 20%. Syriza, inoltre, è attualmente il "miglior partito" per il 52% degli intervistati, mentre solo il 17% giudica tale l'esecutivo precedente formato da conservatori e socialisti

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06 ... e/1801389/


Al fatto quotidiano gli manca il senso del ridicolo (o, quanto meno) dell'umorismo.

Ci mancherebbe che non fosse "sostenuto"!
Solo che dopo il sarcasmo sugli ottantaeuro di Renzi qui si dovrebbe scatenare l'apocalisse della satira dopo aver fatto i conti di quanto costa (non tanto alla Grecia quanto all'Europa) questo sostegno.

Quando, fatalmente, al popolo greco verrà presentato il conto .......
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 22/06/2015, 11:01

Dopo un anno dagli "ottantaeuro" Renzi non mi pare tanto sostenuto... crolla nei sondaggi...

I greci invece vengono da anni di sacrifici e iniquità: al popolo si chiedono lacrime e sangue, mentre i ricchi portano i capitali lontano lontano. Corruzione e commistione fra i precedenti governi greci, le banche e i politici europei poco trasparenti sono state ampiamente dimostrate. Il fallimento delle politiche economico sociali imposti dalla Troika è evidente agli occhi di un bambino. Gli stessi greci che ancora vogliono restare nell'euro sostengono Tsipras, hanno capito che bisogna trattare con molta durezza contro l'asse delle banche e del malaffare.


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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda pianogrande il 22/06/2015, 11:10

Si continua a fare confusione tra una classe politica greca che nessuno qui vuole difendere e il fatto che la Grecia sia vissuta al disopra dei suoi mezzi e adesso deve (dovrebbe) pagare il debiti.

Anche il popolo non è così innocente.
Non basta votare uno che i debiti non li ha fatti lui per pretendere di non pagarli più.
Avremmo trovato la formula per l'eterna felicità.
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 22/06/2015, 11:16

Alcuni greci hanno vissuto al di sopra dei propri mezzi. Alcuni tedeschi si sono arricchiti grazie a questi, vendendo loro armi inutili, corrompendo, così come anche dalla politica francese si sono avute pressioni, riportate dalla stampa, grazie a ricatti verso politici del centrodestra greco. Inoltre quando ti indebiti i creditori fanno affaroni con interessi da strozzini e se c'è pantalone a garantire per il debito, tanto meglio. L'eurocorruzione sarebbe un bel vaso da scoperchiare e gli interessi paramafiosi che ci sono dietro secondo me farebbero impallidire pure mafia capitale. Ricordiamoci che anche la Germania ha violato i trattati europei, prima sul deficit (quando le faceva comodo una misura anticiclica a debito), poi sul surplus.

In ogni caso, sembra che dopo tanti ululati si sia nuovamente vicini ad un accordo:

http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... ef=HRER1-1


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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda pianogrande il 22/06/2015, 11:49

Speriamo in un accordo, naturalmente, e che sia seguito da un rinsavimento della Grecia il cui primo punto sia una presa di responsabilità da parte della classe politica (e del popolo).
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Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 23/06/2015, 9:18

Cin­que anni fa, il Fondo mone­ta­rio inter­na­zio­nale aveva pre­vi­sto che il Pil greco si sarebbe con­tratto del 5% a causa delle misure di auste­rità. Ad oggi si è ridotto del 25%. Dovrebbe bastare a decre­tare il fal­li­mento del pro­gramma, e la neces­sità di un suo supe­ra­mento radicale.


...
Para­dos­sal­mente, le prin­ci­pali dimo­stra­zioni di soli­da­rietà sono arri­vate da paesi non euro­pei, tra cui gli Stati Uniti, che per ovvi motivi spin­gono affin­ché la Gre­cia rimanga nell’orbita d’influenza euro­pea. Non è un caso che Varou­fa­kis sia stato l’unico mini­stro delle Finanze ad incon­trare il pre­si­dente Usa Barack Obama a mar­gine dei ver­tici dell’Fmi e della Banca mon­diale che si sono tenuti ad aprile a Washington.


http://ilmanifesto.info/leuropa-si-sbag ... arretrera/


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