La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 13/06/2015, 8:54

Incredibile ma vero. Chi si sta sforzando di aiutare il popolo greco evitandogli il trauma dell'uscita dall'euro è proprio la "famigerata" Merkel, che si conferma in ogni occasione l'unica statista d'Europa.

La maggioranza dei tedeschi vuole Atene fuori dall’euro
La Merkel continua a trattare, ma il ministro Schaeuble è contrario

13/06/2015
TONIA MASTROBUONI
INVIATA A BERLINO

Finché Angela Merkel resta al tavolo, per la Grecia c’è un filo di speranza che riesca a raggiungere un accordo con i creditori. Il Fmi era tornato ieri a Washington dopo l’ennesimo round negoziale infruttuoso e i ministri delle Finanze hanno gettato la spugna da settimane. Ma dopo l’ennesima giornata sull’altalena, la cancelliera ha segnalato molto chiaramente la volontà di non interrompere i negoziati. Smentendo le voci di Grexit, Merkel ha detto Berlino che «dove c’è una volontà, c’è anche una strada», anche se ha aggiunto che «la volontà deve venire da tutte le parti». Bisogna «continuare a trattare». Anche il suo portavoce, Steffen Seibert ha sottolineato che «ci stiamo impegnando perché la Grecia resti nell’euro».

Così, nella serata di ieri, una fonte ha riferito che il Fondo potrebbe tornare a Bruxelles lunedì, insieme alla Bce, per riprendere il negoziato. Sarebbero le ultimissime ore per raggiungere un’intesa in tempo: giovedì 18 è previsto l’eurogruppo che dovrebbe ratificare l’eventuale piano di salvataggio in tempo per il Consiglio europeo del 25. E prima del 30 giugno, data della scadenza dell’intesa di febbraio con Atene, il Bundestag tedesco deve aver approvato l’eventuale nuovo piano. Dopo quella data, la Bce sarà costretta a chiudere l’unica fonte che sta mantenendo in piedi il sistema bancario greco - e dunque il Paese. I fondi emergenziali Ela sono strettamente legati alla solvibilità del sistema creditizio e al fatto che la Grecia abbia un programma negoziato con i creditori. Senza, Francoforte deve chiudere i rubinetti.

La nuova, milionesima ripartenza delle trattative è arrivata dopo l’ennesima giornata nera, che ha fatto crollare le borse in tutta Europa. Bild sosteneva ieri mattina che il governo tedesco non escluderebbe più l’uscita della Grecia dall’euro. Non solo perché il Fondo avrebbe nuovamente mostrato segni di insofferenza dinanzi allo stallo dei negoziato a Bruxelles (cui va aggiunto il dettaglio che la Grecia ha deciso unilateralmente di cumulare i rimborsi 1,6 miliardi dovuti a Washington a fine mese, invece di pagarli alle scadenze). Il tempo rimasto per evitare lo scenario peggiore, è ormai esaurito e la cancelliera sta affrontando una fronda crescente nel suo partito.

Alcuni parlamentari cristianodemocratici sono usciti allo scoperto, negli ultimi giorni, per esprimere chiaramente la richiesta che si lasci andare Atene al proprio destino. Una fronda che secondo alcune fonti avrebbe ormai infettato un terzo dei parlamentari del partito della cancelliera e che si sarebbe consolidata dopo che sono emersi dissapori tra Merkel e il suo ministro delle Finanze, Schaeuble. Quest’ultimo si sarebbe addirittura convinto che l’eurozona starebbe meglio senza Atene (che continuerà a dipendere dagli aiuti europei per molti anni).

Ieri, intanto, un sondaggio inquietante dello Zdf ha rivelato che il 51% dei tedeschi vuole Atene fuori dall’euro. Secondo il “Politbarometer”, solo il 41% vuole che la Grecia mantenga la moneta unica. All’inizio dell’anno erano ancora il 55%. Oltre due terzi dei tedeschi, inoltre, rifiutano ulteriori concessioni ad Atene. Cala anche la percentuale che teme danni gravi o molto gravi per la Germania: dal 31% di marzo al 28% di oggi. Il 65% prevede nessun danno per l’economia tedesca.

Tuttavia, nel tardo pomeriggio una fonte governativa di è affrettata a far sapere da Atene che il governo greco ritiene l’accordo «più che mai vicino». Stamane una delegazione sarà di nuovo a Bruxelles per formulare una controproposta ai creditori. Si tratterebbe, ha spiegato la fonte, di chiudere una distanza «di 0,25 punti percentuali» sull’avanzo primario (la differenza tra entrate e uscite dello Stato, al netto degli interessi). Com’è noto i creditori chiedono un impegno della Grecia di mantenerlo all’1 per cento, mentre il governo Tsipras vorrebbe impegnarsi su uno 0,75 per cento per l’anno in corso.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 13/06/2015, 9:38

Da piu' parti vedo emergere la considerazione che un eventuale default della grecia non significhi affatto la sua uscita dall'euro e dalla UE. Cosa tra l'altro impossibile perché nei trattati non prevista l'eventualità di espellere una nazione.
Devo dire che in effetti la possibilità che la grecia fallisca ma rimanga nell'euro e nella UE sia possibile e percorribile.

Se per caso uno stato USA, anche economicamente rilevante come la California, dovesse fallire, credete che a Washington si potrebbero il problema di sbatterla fuori dall'unione (diventerebbero 49) e dal dollaro? No, fallisce e basta. Chiaramente chi ha prestato perde il capitale. Una cosa che puo' succedere. E servirà d'esempio per evitare il ripetersi di casi simili. E chiaramente per chi fallisce la vita sarà molto difficile, almeno per una decina di anni. Già cosi' ci si perde tutti, creditori e debitori (per l'Italia circa 80 miliardi, 40 sul fronte FMI ed altrettanti sul fronte dei vari fondi europei). Ma buttare fuori la Grecia dall'euro o dalla UE è una punizione a mio avviso stupida. Ci si fa piu' male del necessario, considerando che comunque i greci dall'Euro non vogliono uscire e che un euro debole fa comunque comodo a molti.

Certo, i Greci hanno tutto il diritto di assumere 6 milioni di statali, pagarli 5'000 euro al mese, mandarli in pensione a 35 anni, avere una decine di televisioni pubbliche con decine di migliaia di dipendenti, ... solo che dovranno farlo solo con i loro soldi.

Giusto quindi impegnarsi per evitare lo scenario che si chiama grexit.
Poi per il fallimento (che è alle porte, vista l'insolvenza della piu' recente rata a FMI) è tutto aperto. FMI, che diversamente dal 2010 non è piu' guidata da un socialista, keynesiano e puttaniere, si è già tirata fuori. Ha già dato e non rifaranno l'errore del 2010. La palla è in mano a greci ed europei e per quanto riguarda questi ultimi, notoriamente alla germania.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mauri il 13/06/2015, 15:21

mi sa che con questo "tira mola meseda" si pagano i debiti grazie ai guadagni fatti in borsa
ciao mauri
mauri
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1961
Iscritto il: 16/06/2008, 10:57

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 13/06/2015, 17:08

mauri ha scritto:mi sa che con questo "tira mola meseda" si pagano i debiti grazie ai guadagni fatti in borsa
ciao mauri

Probabile. Magari sentiremo parlare di insider tradng, tra un po' di anni.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 13/06/2015, 19:25

franz ha scritto:Se per caso uno stato USA, anche economicamente rilevante come la California, dovesse fallire, credete che a Washington si potrebbero il problema di sbatterla fuori dall'unione (diventerebbero 49) e dal dollaro? No, fallisce e basta.

Non so quanto calzi il paragone. Gli USA sono uno stato federale, l'Ue no. Non ne sono sicuro, ma in USA dovrebbe esserci la possibilità del commissariamento, così come c'è per le nostre regioni.

Non sarebbe una cattiva idea introdurla in Europa ;)
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 14/06/2015, 11:49

certo che la UE non è uno stato federale, purtroppo
In USA nessun commissariamento.
C'è lo shutdown. blocco dell'attività amministrativa, a livello federale come a livello locale.
https://it.wikipedia.org/wiki/Blocco_de ... %27America
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Ciò che Tsipras non dice all’Europa (e ai greci)

Messaggioda franz il 14/06/2015, 17:21

Riforme possibili
Ciò che Tsipras non dice all’Europa (e ai greci)
Bruxelles ha ragione a chiedere al governo di Atene un welfare sostenibile. Il leader di Syriza non può continuare a difendere lo status quo e le corporazioni che sono più protette. Rimanere nella Ue significa rispettarne le regole
di Maurizio Ferrera

La vittoria elettorale di Syriza è stata salutata con simpatia da molti settori della sinistra europea e italiana in particolare: un trionfo della democrazia contro la tecnocrazia, la difesa del welfare contro l’austerità neoliberista. Nell’intervista di ieri al Corriere, Alexis Tsipras ha indossato i panni del cavaliere solitario in guerra contro l’ingiustizia, lanciando bordate non solo contro la Commissione e la Germania, ma anche con i suoi colleghi sud-europei, colpevoli di fingere che i torti subiti dalla Grecia non li riguardino pur di tranquillizzare i mercati finanziari.

Alcuni giudizi espressi dal primo ministro di Atene non sono privi di fondamento. Le condizioni che la Troika (ora ridefinita come Gruppo di Bruxelles) ha imposto al suo Paese a partire dal 2010 sono state molto severe e intransigenti, troppo focalizzate sui tagli di bilancio e insensibili alle esigenze della crescita.

Sorprendono però quasi tutte le critiche di Tsipras alle attuali proposte Ue. Chi conosce i documenti sa che nessuno, ma proprio nessuno sta chiedendo alla Grecia di «abolire le pensioni più basse e i sussidi che riguardano i cittadini più poveri». L’invito è semmai quello di riformare un sistema sperequato a favore dei redditi più alti, che ancora consente ai dipendenti pubblici di ritirarsi dal lavoro prima dei 55 anni (costo: 1 miliardo e mezzo di euro l’anno, quasi un punto di Pil, solo per queste pensioni). A gennaio sarebbe dovuta entrare in vigore una riforma che avrebbe, fra l’altro, rafforzato le prestazioni più basse. Tsipras ha «ucciso» (parole sue) questa riforma. Quanto ai sussidi ai più poveri, la Commissione invita la Grecia a razionalizzare gli strumenti esistenti e a introdurre un reddito minimo garantito. Il ministro per gli Affari sociali ha risposto che il reddito minimo «è roba da Africa» e che il governo vuole procedere con altre misure.

Intanto, una delle prime mosse del nuovo governo è stata la firma di un generoso contratto per i dipendenti della Depa (equivalente greco dell’Enel). E nel ministero delle Finanze sono stati riassunti centinaia di addetti alle pulizie, con tanto di indennità aggiuntiva. Prima della riassunzione, una cooperativa esterna puliva il palazzo con 30 persone.

Gli esempi potrebbero continuare. Il punto da sottolineare è, tristemente, questo: Tsipras e Varoufakis fanno prediche «di sinistra» quando parlano all’Europa, ma in casa propria sono schierati a difesa di uno status quo che avvantaggia selezionate categorie di lavoratori del settore pubblico, altamente sindacalizzate, e del mondo delle professioni (piccole e grandi).

C’è da sperare che le sinistre europee sappiano prendere bene le misure al fenomeno Syriza: un misto di radicalismo anni 70 e nazionalismo euroscettico. Come ha spiegato Manos Matzaganis in un lucido contributo sul sito Opendemocracy.net, questo partito affonda le sue radici nella persistente polarizzazione ideologica e nel populismo etnocentrico della cultura politica greca, causa ed effetto, al tempo stesso, dei ritardi di modernizzazione di questo Paese.

In Grecia c’è davvero un’emergenza sociale e la Ue ne è parzialmente responsabile. Ma il welfare ellenico era un iniquo colabrodo già molto prima della crisi. La Commissione Ue ha ragione da vendere quando chiede di riformarlo.

Salvare la Grecia conviene a tutti. Tsipras ne è consapevole e per questo ha tirato così a lungo la corda. Ma restare nella famiglia europea significa anche rispettarne le regole. Prima fra tutti, quella di mantenere un legame «decente» fra ciò che si dice e ciò che si fa.
10 giugno 2015 | 14:51
http://www.corriere.it/opinioni/15_giug ... 2e95.shtml
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda pianogrande il 14/06/2015, 21:19

Se le cose stanno così, la Grecia va assolutamente mollata al suo destino di paese incapace ed inetto.

Non so se il mio messaggio sia di destra o di sinistra ma dobbiamo mantenerli ancora per molto?
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 15/06/2015, 9:00

Grecia, fallisce l'ultimo negoziato. Atene ai creditori: non tagliamo salari e pensioni

Rottura e toni accesi nella giornata che ha visto fallire il tentativo di arrivare all'Eurogruppo del 18 giugno con un'ipotesi di accordo per evitare il default del paese. Il governo ellenico parla di "richieste irrazionali" dei creditori. Berlino: "Non ci faremo ricattare". Ma Juncker resta ottimista per una soluzione entro giugno
Invia per email
Stampa
14 giugno 2015
3


LinkedIn

0


Pinterest

MILANO - Niente accordo tra la Grecia e i suoi creditori e le parti restano distanti. Oggi è fallito anche l'ultimo incontro prima dell'Eurogruppo del 18 giugno e l'ennesimo stop alle trattative lascia sul campo dichiarazioni dure e toni accesi. Da una parte, il premier ellenico Alexis Tsipras ribadisce che accetterà solo "intese sostenibili" e giudica quelle dei creditori "richieste irrazionali". Il suo braccio destro, il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, gli fa eco: "Non toccheremo le pensioni". Altre fonti del governo hanno ribadito che non si taglieranno salari e pensioni né saranno aggiunte tasse sui servizi primari come la fornitura di energia elettrica, lasciando intendere dunque che una qualche ipotesi del genere sia stata avanzata da Ue, Fmi e Bce.

Tsipras avrebbe accettato un taglio a stipendi e pensioni limitato alle fasce più alte di reddito, ma a tenere distanti le parti sono anche gli obiettivi dell'avanzo primario per i prossimi anni: le istituzioni chiedono l'1% del Pil per quest'anno, il 2% per il 2016, il 3% per il 2017 e il 3,5% a partire dal 2018. L'ultima offerta di Atene era dello 0,75% per quest'anno, e dell'1,75% per il 2016.

Dall'altra parte, la Germania, come dimostra l'esito della riunione di Bruxelles, non pare pronta ad accettare alcun compromesso. E mentre la cancelliera Angela Merkel sceglie la strada del silenzio, il numero due del governo di Berlino, Sigmar Gabriel attacca: "La Germania non si farà ricattare, vogliamo aiutare la Grecia a rimanere nella zona euro, ma non è solo il tempo che comincia a mancare, tutta l'Europa sta perdendo la pazienza".

La presa di posizione del vice cancelliere ministro dell'Economia, e numero uno del partito socialdemocratico, suona come un pericoloso campanello d'allarme per Atene, proprio perché Gabriel ha sempre giocato il ruolo della colomba nei confronti della Grecia. E' evidente, però, che il tempo per il governo Tsipras sta scadendo: "Sebbene qualche progresso sia stato fatto, il negoziato non è riuscito, poiché resta una significativa distanza tra i piani delle autorità greche e le richieste di Commissione, Bce e Fmi" ha detto la portavoce dell'esecutivo Ue Annika Breidthardt spiegando che "ulteriori discussioni dovranno trovare spazio all'Eurogruppo" del 18 giugno. Senza una soluzione in quella data, Atene andrebbe incontro a un rapido default.

Secondo quanto spiega Breidthardt, portavoce dell'esecutivo comunitario per gli Affari economici e finanziari, la distanza significativa è "nell'ordine dello 0,5-1% del Pil, o l'equivalente di due miliardi di euro, di misure fiscali permanenti su base annuale. Inoltre la proposta greca resta incompleta". Il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, si ritrova in mezzo e continua a manifestare un cauto ottimismo: "Un'intesa entro fine mese - ha detto anche oggi a negoziato fallito - resta possibile".

http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... 54636/?rss
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda mariok il 15/06/2015, 9:42

la distanza significativa è "nell'ordine dello 0,5-1% del Pil, o l'equivalente di due miliardi di euro


cioè se ben capisco stiamo rischiando di far andare la Grecia fuori dall'eurozona e presumibilmente di regalarla alla Russia di Putin per 2 miliardi di euro (sia pure all'anno)?

Sono convinto che regali non vanno fatti a nessuno, ma la pochezza della classe dirigente europea (Grecia ovviamente inclusa) è veramente impressionante.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

PrecedenteProssimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 16 ospiti