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La buona squola

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: La buona squola

Messaggioda pianogrande il 16/05/2015, 23:28

I nastri di partenza uguali per tutti non possono essere un problema a carico della scuola che ha il compito di formare - istruire.
Se un allievo arriva a scuola svantaggiato per problemi sociali, la scuola può avviare solo parzialmente.
Può non escluderlo.
Può dedicargli maggior attenzione (es. insegnanti di sostegno) ma non può risolvere il problema sociale che è la causa dello svantaggio.
La società non può pretendere dalla scuola che questa si faccia carico di altri aspetti carenti dello stato.

Giusto, quindi che i test siano contestualizzati ma non per dire che allora va bene così ma per richiamare al dovere chi ha mancato e non è detto che si tratti degli insegnanti.
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Re: La buona squola

Messaggioda Robyn il 17/05/2015, 1:12

Quali sono le cause dello svantaggio?le cause possono essere le più svariate possono dipendere dall'alunno che ha problemi di apprendimento e disabilità oppure dipendere dall'ambiente circostante dal fatto che non frequentano la scuola che l'ambiente familiare presenta dei problemi etc.Per questo ci sono gli insegnanti di sostegno preparati ad affrontare i casi tutti diversi l'uno dall'altro e che sono in sinergia con gli altri insegnanti.Per realizzare nastri di partenza uguali per tutti bisogna rimuovere le cause dello svantaggio che possono essere la mancanza di insegnanti di sostegno ed altre azioni
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Re: La buona squola

Messaggioda franz il 17/05/2015, 10:35

flaviomob ha scritto:Di quanto scrive Franz, sulle condizioni sociali di partenza, sui test Invalsi non esiste traccia. Poi perché uno studente disagiato dovrebbe desiderare di mettere la propria condizione in piazza?
Siamo seri.

Serissimi: http://www.invalsi.it/snvpn2013/documen ... NVALSI.pdf
Basta cercare e si trova.
Codice: Seleziona tutto
A cosa serve il questionario?
Il questionario, anonimo, serve a raccogliere
preziose informazioni sulle caratteristiche degli
studenti di una scuola e sul loro contesto familiare.
Gli studenti più grandi possono esprimere, sempre in forma
anonima, opinioni sulle attività della scuola ed esplicitare le
loro esigenze.
Le informazioni raccolte con i questionari offrono un’ulteriore
chiave di lettura dei dati e permettono di
confrontare, in maniera più equa, i risultati
di scuole diverse e di fornire maggiori supporti a
quelle scuole che operano in un contesto difficile.

il questionario, per i piu' piccoli, è fatto di domende a cui si risponde crocettando una scala di accordi (da molto d'accordo a per nulla d'accordo) mentre per i piu' grandi c'è la possibilità anche di inserire testi.
Essendo anonimo, nessuno mette in piazza nulla, a meno che il vicino di banco non sbirci ....
E lo studente non è obbligato a compilarlo. Puo' anche lasciarlo in bianco.
Ci sono poi dei formulari anonimi che la scuola (il segretariato) deve predisporre per ogni alunno con indicazioni di eventuali disabilità, cittadinanza, provenienza, anno e mese di nascita e ci sono formulari, sempre anonimi, per gli insegnanti per la loro opinione sul test (solo quelli coinvolti).

Vedere anche: http://www.age.it/invalsi-con-i-test-ar ... -studente/
Ultima modifica di franz il 17/05/2015, 10:39, modificato 1 volta in totale.
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Re: La buona squola

Messaggioda pianogrande il 17/05/2015, 10:38

Robyn
Tu fai degli esempi che non rappresentano tutti i problemi.

Chi vive in un quartiere in mano alla camorra, per esempio o ha un genitore in carcere o magari spaccia droga a tredici anni per sopravvivere o vive sotto minaccia da parte della banda di quartiere o figlio di clandestino o solo di famiglia indigente che vive in casa occupata e potrei continuare (ottimisticamente metto degli "o". Pensa a quelli che si trovano in una situazione "e" anche in un'altra).

Cosa può farci la scuola?

E' lo stato in generale che deve funzionare meglio.

Questi test, quindi, debbono (e lo fanno) indagare anche sulla situazione sociale dell'allievo e dare riscontri sì ma più possibile correlati anche ad altri parametri oltre che alla capacità di insegnare dei docenti.
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Re: La buona squola

Messaggioda franz il 17/05/2015, 11:12

È probabile che gran parte delle difficoltà nelle scuole "disagiate" siano dovute al sistema concorsuale e di punteggi.
Visto che ho la fortuna di conoscere molto bene e molto da vicino una "maestra favolosa" di quelle citate prima da annalu e quindi quasi ogni giorno si discute di questi problemi, cerco di riassumere le opinioni che mi sono fatto in questi anni.

Il sistema di punteggi è nazionale e chi ha un punteggio alto puo' ambire al trasferimento. Per essere trasferito occorre che in una certa scuola "A" ci sia un perdente posto, perché si licenzia o va in pensione o a sua volta ha chiesto un trasferimento. Si chiede il trasferimento in una certa zona per esempio perché il coniuge ora lavora l'i (ricongiungimento) o per vari motivi che non interessano ai fini del tema. Naturalmente se diversi insegnanti chiedono il trasferimento nella scuola o plesso "A" dove si è liberato un posto, la precedenza sarà data all'insegnante con il punteggio piu' alto. In teoria dovrebbe anche essere l'insegnante migliore ma in pratica non è sempre così. Capita che sia solo un insegnante che per motivi diversi è stato in grado di racimolare diversi punti, slegati da un vero e proprio merito. Ma questo è un altro discorso che ci porterebbe lontano.

Ipotizziamo che nella maggioranza dei casi, salvo eccezioni, punteggio alto corrisponda a insegnante ottimo. Mettiamo che la nostra scuola "A" sia ambita perché il ceto è medio-alto (borghesia, bambini istruiti e stimolati, buona presenza di risorse economiche per la didattica). Appena un posto si libera li' arriverà il migliore. Che dire delle scuole in zone disagiate? Beh, sicuramente come possiamo immaginare non sono molto ambite. I ragazzi sono problematici, le difficoltà enormi, lo stipendio è lo stesso (solo i giudici, mi risulta, hanno stipendi piu' elevati nelle sedi disagiate). I migliori potrebbero cercare di ottenere un trasferimento e se hanno un punteggio alto allora possono riuscirci. Nelle scuole disagiate rimangono quindi i docenti che non hanno punteggi abbastanza elevati da potersene andare.

Questo potrebbe spiegare poi perché nelle scuole disagiate gli studenti non riescano a raggiungere gli obiettivi minimi. Mancano (o sono troppo pochi) quei maesti favolosi già citati. Naturalmente se la scuola avesse meccanismi di selezione per cui, anche in riferimento ad un concorso fatto e superato, ogni anno entrano i migliori ma escono anche i peggiori (per esempio scartando ogni anno il 5% piu' scadente) dopo un po' avremmo un incremento medio della qualità generale e quindi anche nelle scuole disagiate ci saranno docenti mediamente piu' preparati.

Una volta preso atto di questa problematica, si puo' vedere come la presenza di un preside manager che assume e sceglie il corpo docente (e secondo me possa anche premiare economicamente il merito vero) possa ulteriormente migliorare o peggiorare la situazione. Molto dipende dalla risorse a disposizione: sia economiche sia umane. Se ha pochi soldi allora dovrà accontentarsi di poco ma se ne avesse abbastanza non è detto che riesca a trovare in loco le risorse umane adeguate. Sarebbe tuttavia un'inversione di tendenza. Anche un solo insegnante migliore in piu' puo' fare a differenza.
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Re: La buona squola

Messaggioda Robyn il 17/05/2015, 13:13

Pianogrande ho scritto che i casi sono i più svariati e uno diverso dall'altro per cui ci sono anche altri casi di cui parli.Forse pensare che un'insegnante standart possa risolvere i casi più complessi è un'illusione per questo servono insegnanti che abbiano una cultura specifica e pedagocica che in sinergia con l'insegnante standard riesca a sfar superare i problemi all'alunno,naturalmente anche questi insegnanti con una preparazione specifica fanno i test.Le risorse per gli insegnanti con una preparazione specifica devono provenire dall'assistenza che è bene separare dalla previdenza e con questo abbiamo smontato la riforma Gelmini del maestro unico prevalente.Prima della riforma gli insegnanti erano diversi poi si è fatto tabula rasa.Se bisogna garantire nastri di partenza uguali per tutti la riforma Gelmini è una riforma non liberale perche con il maestro prevalente non ha previsto gli insegnanti di sostegno,ma la cosa che colpisce di più è che la scuola che dà nastri di partenza uguali per tutti non ha ricevuto ai tempi della Gelmini il sostegno delle famiglie che hanno accettato a scatola chiusa la riforma.Svantaggi in passato potevano nascere dallo studio della lingua straniera perche si poteva studiare in alternativa il francese o l'inglese.Attualmente tutti devono studiare la lingua inglese perche il francese lo parlano in privato solo i ministri dei singoli paesi europei
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Re: La buona squola

Messaggioda franz il 17/05/2015, 13:36

Il maestro prevalente delle elementari non è incompatibile con la presenza di docenti specializzati, sostegno compreso.
Infatti "prevalente" in lingua italiana non vuol dire "unico".
Inglese, informatica, religione, ginnastica, musica, sostegno, rimangono competenze affidate a personale specializzato, anche nella riforma gelmini, che assomglia molto a quanto si fa nelle elementari svizzere (dove i miei figli hanno studiato e quindi so di cosa parlo) e che in base a PISA - per rimanere in tema di TEST - sono tra le migliori del mondo.
L'insegnante prevalente era anche la base dell'elementare italiana degli anni 60 e seguenti, considerata in modo unanime una delle migliori del mondo. Poi la scuola italiana perdeva punti con le medie e la scuola post obbligo ma le elementari sono sempre state un po' il fiore all'occhiello della scuola italiana nel mondo.
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Re: La buona squola

Messaggioda flaviomob il 17/05/2015, 23:48

Troppo facile far arrivare alle superiori adolescenti del tutto impreparati, e giustificare la propria inadeguatezza dicendo che sono ragazzi che proprio "non ce la fanno", senza mettersi a lavorare per capire come fare ad aiutare gli allievi in difficoltà a "farcela".


Quanta arroganza!

Come dovrebbero fare gli insegnanti - che so - di via Padova o di Quarto Oggiaro a garantire gli stessi standard dei quartieri "bene", all'interno della scuola dell'obbligo, quando si trovano con classi in cui la maggior parte degli alunni è di origine straniera, vive nel disagio, avrebbe bisogno di sostegno e ottiene pochissime ore (o zero), ha classi numerose e turbolente?

Certo è facile giudicare dopo una singola esperienza, ma vivere nella quotidianità situazioni in cui hai a che fare con segnalazioni ai servizi sociali e al tribunale perché ti rendi conto di alunni maltrattati o peggio, hai a che fare con diagnosi neuropsichiatriche già a partire dall'infanzia ma i fondi per il sostegno sono risicati e se qualcuno fa ricorso al Tar ottiene più ore ma la scuola è costretta a toglierle agli altri, hai genitori che arrivano a minacciarti, vivi la presenza del bullismo tra gli allievi e in più ti senti dire che vali di meno rispetto a chi insegna nelle "buone scuole" borghesi... beh, questo è il miglior modo per demotivare gli insegnanti "di frontiera".

E' una fesseria dire che gli insegnanti, questi insegnanti bravi, non vogliono essere giudicati: semplicemente vogliono essere valutati con parametri diversi e pertinenti al fine educativo e sociale della scuola dell'obbligo, non al puro nozionismo. Renzi vuol risolvere i problemi facendo entrare finanziamenti privati nelle: e chi ha interesse a sponsorizzare una scuola povera e disagiata? Il cinque per mille dell'alta borghesia non finirebbe certo nelle scuole di periferia, visto che ogni scuola viene messa "in concorrenza" contro le altre. E chi giudica il corpo docente, composto prevalentemente da donne? Gli uomini! Certo, perché la maggior parte dei dirigenti scolastici sono maschi (di estrazione borghese). Una visione semplicemente medievale. Il tutto mentre si continuano a dare soldi pubblici alle ricche scuole private, mentre ogni mese (almeno) un controsoffitto da qualche parte crolla sulle teste degli alunni della scuola pubblica. Mentre con la chiamata diretta i presidi delle scuole dall'utenza più agiata cercheranno di fregare gli insegnanti migliori alle scuole di periferia.


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Re: La buona squola

Messaggioda pianogrande il 18/05/2015, 0:41

Proprio non ci capiamo Flavio.

Io non vedo nessuna arroganza.

I problemi vanno evidenziati e questo non fa male a nessuno, anzi, fa benissimo.

Non tutti i problemi debbono essere risolti dagli insegnanti ma non si favoriscono né gli insegnanti né gli allievi non facendo le verifiche e cioè facendo finta di niente.

Gli insegnanti potrebbero utilizzare le verifiche proprio per evidenziare i problemi che si trovano ad affrontare invece di boicottarle in nome della frontiera o della trincea.

Ammesso che questi insegnanti siano degli eroi (tutto da vedere e caso per caso), non lo sono assolutamente quando boicottano la possibilità che i problemi vengano messi in evidenza.
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Re: La buona squola

Messaggioda flaviomob il 18/05/2015, 2:08

Con questi test Invalsi verifichi le capacità educative (e sociali) degli insegnanti? Con i presidi liberi di "raccomandare" chi vogliono senza alcun vincolo? Ma per favore.

I test Invalsi possono avere un valore come riferimento e confronto rispetto a macrovalori del sistema scolastico per aree geografiche (e sociali) sia all'interno di un paese, sia tra i diversi paesi che lo utilizzano.

Chi insegna va valutato in maniera molto più articolata e complessa, proprio a partire dalla realtà sociale e culturale in cui la scuola respira e vive. Un buon insegnante nella scuola primaria "vede" precocemente se un bambino è in difficoltà perché trascurato o maltrattato: una segnalazione tempestiva ai Servizi sociali può salvare una vita e permettere l'attivazione di interventi che ne garantiscano i diritti e un percorso socioeducativo sereno. E ha mille altre capacità relazionali, comunicative, creative che sicuramente non emergono dai "quiz" nozionistici che considerano solo gli aspetti mnemonici degli alunni, oltre che le capacità logico-matematiche. Il dirigismo a favore delle scelte dei presidi aumenterà semplicemente le diseguaglianze oltre a creare uno spazio per rapporti di clientele poco trasparenti o a premiare i docenti che non vogliono "disturbare troppo" le idee educative di qualche genitore seguace di Salvini & co.


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