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Marinò n'est pas Charlie Hebdo

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Marinò n'est pas Charlie Hebdo

Messaggioda franz il 24/03/2015, 13:48

Marinò n'est pas Charlie Hebdo

Finalmente un deciso passo a favore dei diritti civili: il comune di Roma si dimentica di frivolezze come Mafia Capitale, vigili pelandroni, strade bucate, sporcizia e traffico impossibile per una bella battaglia di civiltà. D'ora in poi niente più pubblicità sessiste che mostrino la donna in ruoli non consoni (a sentire il sindaco Marino, però, l'uomo potrà continuare a essere sbeffeggiato, raffigurato quando rutta davanti al televisore mezzo ubriaco mentre la moglie legge la Critica della ragion pratica di Kant e sorseggia the verde).

La presidente (presidentessa? presidenta?) Boldrini, esprimendo grande soddisfazione per il grande balzo in avanti dell'umanità, ha suggerito che come esempio di pubblicità sessista possa essere additato quel tipico spot dove la donna armeggia in cucina e gli uomini stanno sul divano a chiacchierare.

Allora, sfugge ai nostri impavidi paladini del sesso femminile (ma, ripetiamo, non maschile, che forse potranno apparire borchiati, con collari e schiavizzati da improbabili virago senza alcun problema) che la pubblicità non é sessista. Un conto é uno spot o un cartellone offensivo o che incita alla violenza o ingannevole, ma per queste forme esistono già il Giurì di Autodisciplina, l'Autorità Antirust e i tribunali, un altro é la pubblicità che si rivolge al pubblico che prevalentemente utilizza il bene . I pannolini per bambini, beh devono rappresentare dei bimbi felici. Accuditi dalle mamme? Nel 90% dei casi è così, complici anche i primi mesi di allattamento e quindi i pubblicitari si rivolgono a chi decide l'acquisto. Non piace alla presidente/a/essa Boldrini? Se ne faccia una ragione, combatta una campagna culturale per cambiare i costumi ma non é ammissibile l'intervento censorio della legge.

Chi deciderà l'offensività? Una commissione. Ahahah. E quindi come nell'Italia bacchettona e democristiana le pubblicità di biancheria intima femminile che - insomma, dispiace ma succede- si serve di rigogliose ragazze sarà bandita? Un approccio di questo genere contrasta con il principio costituzionale di libera iniziativa economica e di libertà di espressione e speriamo che i giudici costituzionali siano chiamati ad occuparsi di questo divieto.

Ma come, in House of Cards si sputa su un crocefisso e nessuno muove un muscolo ; siamo tutti Charlie e rivendichiamo la libertà di rappresentare in modo volgare e per molte persone disgustoso Maometto e la Santissima Trinità e poi il sindaco Marinò con la proibizione dell'immagine di un'innocua signora con l'aspirapolvere rinnega il suo sostegno all'Hebdò? Non piace la pubblicità ritenuta volgare e stereotipata? Non si compra il prodotto, il mercato é uno strumento di democrazia assoluta.

La verità é che questa, come altre forme di censure politicamente corrette, possono essere definite in un solo modo tecnicamente corretto: fascista. E pure sciocca

Alessandro De Nicola su:
http://daskapital.blogautore.espresso.r ... lie-hebdo/
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Re: Marinò n'est pas Charlie Hebdo

Messaggioda pianogrande il 24/03/2015, 15:41

Questa è sicuramente di una gravità che il già vergognoso e spudorato divieto di sosta gli fa il solletico.

Azzz.... Marino contro le pubblicità sessiste.
Il sindaco che, nella delibera di bilancio, si permette di far votare che gli spazi pubblicitari del comune non saranno concessi a chi presenterà il corpo della donna come oggetto di commercio o comunque per pubblicità di tipo sessista.

Tra parentesi, la delibera decide anche che gli spazi verranno notevolmente ridotti.

Commenterei la definizione data nell'ultima riga:"FASCISTA".
Sissì. Fascista... fascista?

Mah, sapete che vi dico?

Non commento neanche quella.
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Re: Marinò n'est pas Charlie Hebdo

Messaggioda franz il 24/03/2015, 16:44

Il senso di Nicola (immagino, perché non sono nella sua testa) è che ogni forma di censura è sostanzialmente fascista.
Io sono abbastanza d'accordo. Direi che la censura a volte è anche abbastanza ridicola, cosa che nasconde il suo fascismo.
Censura ridicola e bacchettona come nel caso di questo spot (censurato).

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Re: Marinò n'est pas Charlie Hebdo

Messaggioda trilogy il 24/03/2015, 18:19

In generale sono molto diffidente sulla censura, anche se c'è da dire che alcune pubblicità sono veramente di cattivo gusto.
Comunque anche il marketing e la pubblicità stanno cambiando.

Questo sotto è stato uno dei grandi successi degli ultimi anni, che ha in un certo senso rivoluzionato il mercato ...

50 milioni di visualizzazioni su youtube, aumento delle vendite del prodotto del promosso del 55%

https://www.youtube.com/watch?v=owGykVbfgUE
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Re: Marinò n'est pas Charlie Hebdo

Messaggioda pianogrande il 24/03/2015, 18:55

Io la prima cosa che ci vedo è un altro attacco a Marino, attaccandosi ad argomenti assolutamente secondari rispetto a quello che sta realizzando.

Propongo questo altro esempio

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/ ... 502a.shtml

Non tanto l'articolo (abbastanza neutro) ma i commenti a questo "tg com" appaiono veramente come una molla che si scarica alla prima occasione e sono di una volgarità e protervia assolutamente sproporzionate rispetto all'oggetto.
Sembra gente che fa il copia incolla di materiale preparato.

Non voglio certamente censurare articoli e commenti ma riconosco al comune di Roma il diritto di selezionare, per l'uso di una sua struttura, clienti che non compromettano il decoro della città.

Avremmo dovuto scandalizzarci molto di più davanti agli abusi sulla cartellonistica tollerati da Alemanno.

Marino ha ridotto gli ingombri e vuole selezionare il materiale.

Questa è censura?

Non è facile rispondere a questa domanda, direbbe un politico (o un gesuita).

Sicuramente, rispetto alla scala di valori dei predecessori, stiamo discutendo su un livello di dignità e di legalità molto più elevato.
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Re: Marinò n'est pas Charlie Hebdo

Messaggioda franz il 25/03/2015, 8:34

Questa è censura?
Certo che sì.
Come ai bei tempi della DC, che si misuravano le lunghezze delle gonne in TV, il fatto di impostare criteri, come quelli indicati da Marino, implica che qualcuno dovrà controllare ogni cartellone e decidere: questo va bene, questo non va bene.
Quindi deve esistere un gruppo di lavoro di censori che opera la censura.

Wiki è chiara: http://it.wikipedia.org/wiki/Censura
Per censura si intende il controllo della comunicazione o di altre forme di libertà (libertà di espressione, di pensiero, di parola) da parte di una autorità.

Nella maggior parte dei casi si intende che tale controllo sia applicato nell'ambito della comunicazione pubblica, per esempio quella per mezzo della stampa o altri mezzi di comunicazione di massa; ma si può anche riferire al controllo dell'espressione dei singoli.

Per chi diffida di Wiki, c'è sempre la Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/censura/
a. Esame, da parte dell’autorità pubblica (c. politica) o dell’autorità ecclesiastica (c. ecclesiastica), degli scritti o giornali da stamparsi, dei manifesti o avvisi da affiggere in pubblico, delle opere teatrali o pellicole da rappresentare e sim., che ha lo scopo di permetterne o vietarne la pubblicazione, l’affissione, la rappresentazione, ecc., secondo che rispondano o no alle leggi o ad altre prescrizioni. Con sign. concr., l’ufficio stesso che è addetto all’esame.
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Re: Marinò n'est pas Charlie Hebdo

Messaggioda pianogrande il 25/03/2015, 12:24

Non voglio andare in confusione tra gli attacchi strumentali a Marino e la definizione di fascismo e censura.

Allora: gli attacchi strumentali ci sono e lo do per acquisito, il richiamo al fascismo sono sicuro che lo considererà esagerato perfino l'articolista, se ci riflette un po'.
Quanto alla censura, su quello effettivamente si può discutere ma riproponendo prima la mia considerazione di partenza.
Stiamo cioè discutendo di un sindaco che, preso in mano un comune massacrato dal sistema mafioso sta cercando di tirarlo fuori e magari, almeno in qualche misura ci riuscirà.
Un sindaco minacciato e sotto scorta.

L'abusivismo romano ha avuto momenti di gloria anche nella cartellonistica stradale che aveva portato un degrado davvero insopportabile.
Marino sta dando anche lì quel colpo deciso che Alemanno, a parte sporadiche uscite di facciata contro la mafia dei cartelli pubblicitari, non aveva mai dato.

Adesso discutiamo sul fatto che Marino non vuole pubblicità sessista (termine che effettivamente non può avere un valore assoluto e che può essere discutibile come il suo cugino più antico e cioè il "comune senso del pudore").

La metterei così, per non diventare bacchettone anche io che non ritengo di esserlo.
Marino avrebbe dovuto, quanto meno, aspettare un momento più tranquillo per venir fuori con questa trovata.
Magari poteva prepararla meglio e introdurla a partire da casi veramente condivisibili (discorso appena fatto parlando di adozioni da parte di coppie omosessuali).
Insomma, avrebbe dovuto essere, semmai, una battaglia di tipo culturale.
Avrà anche sbagliato.

Ma ci rendiamo conto di che cosa stiamo discutendo invece che dei disastri di un sistema mafioso e corruttivo?

Chissà che davvero le cose non stiamo cambiando?
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Re: Marinò n'est pas Charlie Hebdo

Messaggioda franz il 25/03/2015, 13:31

Stiamo appunto parlando di un Sindaco (come sottolinea l'inizio dell'articolo che ho postato) avrebbe cose assai piu' serie da fare che preoccuparsi di proibire manifesti in cui la donna viene rapprensentata in un ruolo che qualcuno giudica non consono.
Tra l'altro esiste un sistema di autoregolamentazione della pubblicità, per cui già loro si "autocensurano" sulla base di regole chiare e note a tutti i pubblicitari. Conoscendole le agenzie evitano di spendere soldi per pubblicità che non passerebbero il vaglio dell'etica dell'autodisciplina (vedere http://www.iap.it/ ) . Spendere soldi per un progetto, approvato da IAP e poi bocciato dal sindaco (o chi per lui) è un modo sbagliato di procedere.

Poi sugli "attacchi" dobbiamo farci la tara. Sono il classico gioco delle parti. Una critica diventa un "attacco" se ad essere critiato è uno "nostro" ed ovviamente gli "altri" ci mettono un carico da quattro. Se sindaco di roma fosse del centrodestra ed avesse detto le stesse idiozie, sono abbastanza sicuro che sarebbe stato il centrosinistra ad attaccare parlando di intollerabile censura ed a qualcuno l'appellativo "fascista" sarebbe scappato.
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