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Il "reato di Negazionismo" e sue possibili implicazioni.

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Il "reato di Negazionismo" e sue possibili implicazioni.

Messaggioda Iafran il 19/10/2013, 13:55

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10 ... to/748961/

Negazionismo, l’idiozia non è reato di Bruno Tinti

La commissione Giustizia del Senato ha proposto una modifica (primo firmatario Casson, Pd) all’art. 414 del codice penale: se il Parlamento approverà (e c’è da giurare che lo farà, sono tutti d’accordo), negare lo sterminio degli ebrei a opera dei nazisti sarà un reato punito da 1 anno e mezzo fino a 7 anni e mezzo di prigione. Che nessuno si sia posto un problema di compatibilità con l’art. 21 della Costituzione (Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione) non stupisce; spaventa. Intendiamoci bene: l’Olocausto è una verità storica dimostrata in modo inoppugnabile da documenti e testimonianze non contrastabili. È stato anche un genocidio abominevole, una serie spaventevole di crimini contro l’umanità, una regressione della natura umana che, prima di indignare, sconcerta: la coscienza è ferita dalla bestialità dell’evento, la ragione si chiede come sia stato possibile. Tuttavia è inaccettabile che l’imbecillità o la faziosità siano punite con il carcere.

L’art. 414 attualmente in vigore punisce l’istigazione a commettere delitti e l’apologia di essi.
Istigazione: ne ho abbastanza di mia moglie, quasi quasi la uccido; però, se mi prendono? Ma no, vedrai, andrà tutto bene. Apologia: ammazzare le mogli che rompono è cosa buona e giusta. Se istigazione e apologia riguardano delitti di terrorismo e crimini contro l’umanità, la pena è aumentata. Il che è – ovviamente – giustissimo. Ma se ci si limita a sostenere che un certo delitto non è mai avvenuto? Qual è la valenza criminale di questo comportamento? Chi nega l’olocausto non dice che i nazisti hanno fatto bene ad ammazzare 10 milioni di ebrei; e nemmeno dice che sarebbe bene rifarlo. Espone una sua demenziale teoria che merita una schifata ripulsa e l’isolamento sociale: ma niente di più, pena ricadere in analoga ignominia.

Nel XII secolo Papi e Imperatori fondarono l’Inquisizione; servì a punire i sostenitori di teorie contrarie all’ortodossia cattolica. Torturavano e bruciavano (nell’ordine) eretici e pagani, sospetti di false credenze, predicatori di dottrine scandalose e contrarie alla vera religione (tra questi chi sosteneva non essere vero che la Madonna era stata concepita senza il peccato originale). Bruciarono Giordano Bruno perché sosteneva (tra l’altro) che esistevano altri mondi oltre la Terra; e spaventarono a morte Galileo Galilei che, saviamente, disse che avevano ragione loro prima di farsi torturare.

È vero che, in questi casi (ma durò fino al 1800), i persecutori difendevano falsità storiche e oggi si vuole difendere la verità storica. Ma è anche vero che ogni individuo ha diritto a non essere costretto a soggiacere a condizionamenti ideologici, morali o religiosi altrui. E che certe cose si sa come cominciano ma non si sa come finiscono. Oggi siamo tutti d’accordo che i negazionisti sono dei faziosi imbecilli. Ma mi scoccerebbe molto se, domani, una legge analoga mi mandasse in prigione perché, chiacchierando con amici o scrivendo su questo giornale, esprimessi l’opinione che Dio non esiste, che il sesso tra persone adulte e consenzienti è cosa buona e giusta e che il diritto di voto esteso a persone incolte e disinformate è irragionevole. Tutte tesi, come si vede, che contano una vasta e determinata opposizione; e, tuttavia, vorrei conservare il diritto di sostenerle.

. . . . .

Con i fautori del "Creazionismo" in giro e gli "innamorati dell'unto" in politica, i liberi pensatori saranno condizionati ad esprimere il meglio di loro stessi.
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Re: Il "reato di Negazionismo" e sue possibili implicazioni.

Messaggioda franz il 19/10/2013, 15:26

È vero che, in questi casi (ma durò fino al 1800), i persecutori difendevano falsità storiche e oggi si vuole difendere la verità storica. Ma è anche vero che ogni individuo ha diritto a non essere costretto a soggiacere a condizionamenti ideologici, morali o religiosi altrui. E che certe cose si sa come cominciano ma non si sa come finiscono. Oggi siamo tutti d’accordo che i negazionisti sono dei faziosi imbecilli. Ma mi scoccerebbe molto se, domani, una legge analoga mi mandasse in prigione perché, chiacchierando con amici o scrivendo su questo giornale, esprimessi l’opinione che Dio non esiste, che il sesso tra persone adulte e consenzienti è cosa buona e giusta e che il diritto di voto esteso a persone incolte e disinformate è irragionevole. Tutte tesi, come si vede, che contano una vasta e determinata opposizione; e, tuttavia, vorrei conservare il diritto di sostenerle.

Il problema sta tutto qui. Nessuno è costretto a soggiacere a condizionamenti ideologici, morali o religiosi altrui. Però a qualuno è impedito di dire il falso. Una cosa ampiamente prevista nei codici penali di tutto il mondo. Falso ideologico, nel caso. Il che vuol dire non produrre documenti falsi che dicono cose non vere ma dire cose false in documenti pubblici. (vedere http://it.wikipedia.org/wiki/Falso_%28o ... taliano%29 )
Qui la china si fa pericolosa e molti che ogni tanto ne sparano di mostruose temono che in futuro possa essere impedito anche a loro di dire cose palesemente false in pubblico. Ma questo secondo me piu' che una difesa dei diritti di tutti mostra la paura (dovuto a debolezza) per le proprie idee. Uno sa che un fondo di falsità esiste sempre e teme che possa essere ritorto sulla sua liberta di esposizione. Anche il reato di plagio per esempio si potrebbe prestare a considerazioni simili. Allora nel dubbio prefereriscono che tutti possano dire tutto, anche il falso, cosi' tutti hanno le mani libere.
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Re: Il "reato di Negazionismo" e sue possibili implicazioni.

Messaggioda Iafran il 19/10/2013, 17:00

franz ha scritto:Qui la china si fa pericolosa e molti che ogni tanto ne sparano di mostruose temono che in futuro possa essere impedito anche a loro di dire cose palesemente false in pubblico. Ma questo secondo me piu' che una difesa dei diritti di tutti mostra la paura (dovuto a debolezza) per le proprie idee.

Penso che mostri più il timore dell'estensione della legge in campi "viciniori", con l'intendimento limite di pretendere dai cittadini "allineamenti alla volontà dell’Autorità" costituita (religiosa o civile).
Il reato di falsità è contemplato e dovrebbe bastare per perseguire affermazioni false e subdole, anche se, di fatto, basta "il giuramento sulla testa dei propri figli", in una trasmissione televisiva, per "scagionarsi" (agli occhi dei telespettatori) dai reati attribuitigli dal tribunale ed additare al pubblico ludibrio i giudici che hanno emesso la sentenza (Mesiano, Bocassini, De Pasquale, Esposito e tutta la Magistratura rossa).
In Italia, purtroppo, dobbiamo fare i conti con le "Autorità costituite" (quasi sempre interessate solo al proprio bene), le quali "legiferano" sia per avversare o annullare le controparti politiche e sociali, sia per rendere legale le azioni che, prima, si ritenevano illecite.

Ogni giorno, comunque, si "sfornano" trovate ... per distogliere le menti dei cittadini dalle condizioni in cui versano.
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Re: Il "reato di Negazionismo" e sue possibili implicazioni.

Messaggioda annalu il 19/10/2013, 20:00

Pur non considerando che il negazionismo sia solo idiozia, ma che una menzogna detta in piena (cattiva)coscienza, l'idea che al negazionismo si debba reagire con una legge che lo vieta non mi piace, per vari motivi.
- Prima di tutto, penso che in Italia, come in tutto il mondo civile, propagandare falsità sia già reato, e non mi sembra il caso di fare un elenco specifico di menzogne vietate, da contrapporre forse a quelle permesse: un assurdo;
- poi, la politica italiana ama molto reagire a ciò che disturba promulgando una nuova legge, tanto di leggi e leggine in Italia ce ne sono moltissime, tutte quasi mai inapplicate, ed una più o una meno non cambia certo le cose;
- infine, per una questione di principio, non mi piace che le verità storiche vengano stabilite per legge. Penso che sarebbe più che sufficiente se le verità storiche, camere a gas comprese, venissero insegnate a tutti i ragazzi nelle scuole, di modo che la cultura possa costituire un valido vaccino contro la menzogna.
Ma forse pretendo troppo.

Vorrei come ultima cosa spendere una parola su Odifreddi, che mi pare abbia perso un'occasione per tacere.
Il Processo di Norimberga secondo lui è stato soprattutto propaganda politica. I campi di sterminio qindi non sarebbero esistiti, oppure vuole discutere sui numeri? Perché se vuole negare l'esistenza dello sterminio non può che essere in malafede, se invece vuole parlare di numeri, la cosa non mi sembra molto rilevante: se invece di 6 milioni di ebrei più un numero imprecisato di zingari, invalidi, omosessuali, oppositori politici ed altro, avessero solo ammazzato che so, un paio di milioni di persone, il reato gli sembrerebbe trascurabile?
E il ritorno di solo 15 sopravvissuti dei 1024 deportati da Roma settant'anni fa, per lui non significa nulla?
Una mia compagna di scuola, a Roma, è viva solo perché nel suo palazzo abitava anche una'altra famiglia di loro parenti; i nazisti andarono prima a prendere l'altra famiglia al terzo piano, così il portiere, a rischio della propria vita, fece in tempo a nasconderli prima che i fascisti scendessero le scale. Lei, che allora aveva tre anni, si salvò con i suoi, ma i cuginetti del piano di sopra non sono più tornati.

Odifreddi dovrebbe vergognarsi, ma ugualmente ritengo che non ci sia bisogno di una legge speciale: meglio la scuola, e la certezza del diritto con le leggi esistenti.

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Re: Il "reato di Negazionismo" e sue possibili implicazioni.

Messaggioda pianogrande il 20/10/2013, 0:06

Credo che "negare l'olocausto" sia già sufficientemente autolesionista come quello che "crede di essere Napoleone".
La falsità va combattuta con la verità (dimostrata).
L'ignoranza con la cultura.
E' di misero livello culturale difendere la verità con delle leggi/punizioni.
Mi meraviglio di Napolitano che contribuisce al parlare d'altro aiutando i politici a perdere tempo e non fare il loro dovere.
Già abbiamo un governo (ed un parlamento) che rinvia anche i rinvii e quando scadono li rimanda.
Non gli diamo in pasto queste perle di decisionismo a buon mercato.
Dopo, diranno che hanno portato a termine qualcosa di concreto anche loro.
Avrebbero, però, creato un precedente e, a quel punto, non è escluso che una simile avventata dichiarazione possa diventare reato.
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Re: Il "reato di Negazionismo" e sue possibili implicazioni.

Messaggioda franz il 20/10/2013, 8:58

annalu ha scritto:Pur non considerando che il negazionismo sia solo idiozia, ma che una menzogna detta in piena (cattiva)coscienza, l'idea che al negazionismo si debba reagire con una legge che lo vieta non mi piace, per vari motivi.
- Prima di tutto, penso che in Italia, come in tutto il mondo civile, propagandare falsità sia già reato, e non mi sembra il caso di fare un elenco specifico di menzogne vietate, da contrapporre forse a quelle permesse: un assurdo;
- poi, la politica italiana ama molto reagire a ciò che disturba promulgando una nuova legge, tanto di leggi e leggine in Italia ce ne sono moltissime, tutte quasi mai inapplicate, ed una più o una meno non cambia certo le cose;
- infine, per una questione di principio, non mi piace che le verità storiche vengano stabilite per legge. Penso che sarebbe più che sufficiente se le verità storiche, camere a gas comprese, venissero insegnate a tutti i ragazzi nelle scuole, di modo che la cultura possa costituire un valido vaccino contro la menzogna.
Ma forse pretendo troppo.

Considerazioni pregevoli. Io sono in dubbio, diviso a metà tra l'illeberalità di una legge specifica e l'opportunità di dare un segnale chiaro. Tuttavia gli argomenti ad annalu sono di peso e mi fanno pensare (soprattutto: "propagandare falsità sia già reato, e non mi sembra il caso di fare un elenco specifico di menzogne vietate, da contrapporre forse a quelle permesse") che lo stesso potremmi dirlo dei vari reati speciali (omofobia, femminicidio, stalking) che i politici prevedono per darsi un tono quando i media presentano alcune emergenze. Il problema è tutto li': se esiste una fattispecie come omofobia, femminicidio, ci sta bene anche negazionismo. Altrimenti per ognuno di quei casi dovrebbe bastare il normale codice penale. Tra l'altro il nostro ha il doppio di articoli rispetto a quello tedesco, che per motivi piu' che ovvi il negazionsimo lo prevede.
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Re: Il "reato di Negazionismo" e sue possibili implicazioni.

Messaggioda Iafran il 20/10/2013, 11:00

pianogrande ha scritto:Credo che "negare l'olocausto" sia già sufficientemente autolesionista come quello che "crede di essere Napoleone".
La falsità va combattuta con la verità (dimostrata).
L'ignoranza con la cultura.
E' di misero livello culturale difendere la verità con delle leggi/punizioni.
Mi meraviglio di Napolitano che contribuisce al parlare d'altro aiutando i politici a perdere tempo e non fare il loro dovere.
Già abbiamo un governo (ed un parlamento) che rinvia anche i rinvii e quando scadono li rimanda.
Non gli diamo in pasto queste perle di decisionismo a buon mercato.
Dopo, diranno che hanno portato a termine qualcosa di concreto anche loro.
Avrebbero, però, creato un precedente e, a quel punto, non è escluso che una simile avventata dichiarazione possa diventare reato.

Concordo in pieno. Le leggi non possono stabilire le verità storiche.
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Re: Il "reato di Negazionismo" e sue possibili implicazioni.

Messaggioda annalu il 20/10/2013, 12:39

franz ha scritto:Considerazioni pregevoli. Io sono in dubbio, diviso a metà tra l'illeberalità di una legge specifica e l'opportunità di dare un segnale chiaro. Tuttavia gli argomenti ad annalu sono di peso e mi fanno pensare (soprattutto: "propagandare falsità sia già reato, e non mi sembra il caso di fare un elenco specifico di menzogne vietate, da contrapporre forse a quelle permesse") che lo stesso potremmi dirlo dei vari reati speciali (omofobia, femminicidio, stalking) che i politici prevedono per darsi un tono quando i media presentano alcune emergenze. Il problema è tutto li': se esiste una fattispecie come omofobia, femminicidio, ci sta bene anche negazionismo.

Franz, mi dispiace, ma confondi due cose completamente diverse.
L'omofobia, il femminicidio, ecc non sono reati a se stanti, ma AGGRAVANTI di reati già presi in considerazione dal codice, come omicidio e lesioni personali. Tutti i reati contemplano aggravanti ed attenuanti, ed in tutti i paesi civili esiste un'aggravante gravissima che riguarda TUTTI i "reati d'odio", cioè quelli in cui la vittima viene colpita in quanto appartenente ad una determinata categoria di persone (razza, religione, sesso, tendenza sessuale e così via). Da noi questa aggravante, mancante come il reato di tortura, è giusto introdurla.
Riguardo al negazionisimo invece, non so bene che formulazione esprimere, per inserire un'aggravante per diffusione di notizie false e tendenziose a scopo di diffusione di odio, come potrebbe essere il caso della negazione dell'olocausto, negazione finalizzata in genere a fomentare ostilità ed odio verso gli ebrei.
Un'aggravante di carattere generale, legata appunto alla propaganda di tipo razzista e non all'espressione di un'opinione, sarebbe un'aggravante di buon senso cui non potrei non essere favorevole.
Specificare invece chiaramente l'unica falsa opinione da perseguire, mi sembra davvero rischi di caratterizzarsi come un reato di opinione. Nel dubbio, meglio farne a meno.

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Re: Il "reato di Negazionismo" e sue possibili implicazioni.

Messaggioda Robyn il 20/10/2013, 13:08

Il reato di negazionismo può sconfinare nell'arbitrarietà cioè di frasi male interpretate che possono tradursi in reato o utilizzate per tradurle in reato.La strada invece è quella di costruire gli anticorpi nella democrazia come ad esempio ricordare e tenere viva la memoria storica e naturalmente descriverla sui libri di scuola.In Rai c'è un canale Rai storia che trasmette interessanti documentari sulle vicende storiche del passato come la shoa,la resistenza,l'intervento degli alleati,la storia del fascismo,la fine del fascismo,l'avvento della democrazia,le foibe in Istria.Inolte nel nostro paese il sentimento antisemita non ha fatto mai presa se non in microfasce,ma anche in passato ci sono state delle pieghe tempestivamente corrette sulla scia del conflitto Israelo-Palestinese
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Il "reato di Negazionismo" e sue possibili implicazioni.

Messaggioda pianogrande il 20/10/2013, 13:30

Non sono d'accordo sul sentimento antisemita che non avrebbe fatto presa.
Mi ricordo benissimo, da piccolo (in qualche caso anche da grande), come la parola ebreo venisse pronunciata con disprezzo (quasi ribrezzo) o anche a mo' di offesa.
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