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Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda Iafran il 21/09/2013, 16:08

<<Se "entro domenica" non saranno trasferiti dal governo ai Comuni i 2,4 miliardi che coprono la cancellazione della prima rata dell'Imu "molti Comuni al 30 settembre non saranno in grado di pagare gli stipendi ai dipendenti". Questo l'allarme lanciato da presidente dell'Anci Piero Fassino in audizione alla Camera sul dl Imu. Per il sindaco di Torino, "non si può continuare sulla strada costante della riduzione delle risorse" perché "al di sotto di quello erogato nel 2013 non siamo in condizione di garantire ciò che abbiamo garantito finora". Fassino ha aggiunto che "anche sul patto di stabilità siamo arrivati al punto limite".>> (http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09 ... io/717504/).

Complimenti a Fassino e a tutti gli altri del "cucuzzaro" politico, che amministra o governa la popolazione italiana.
Mai una volta che "i lor signori" si mettano alla pari dei loro sottoposti (meglio: dei loro subalterni) o che vivano le difficoltà economiche dei cittadini!
Se si verificano delle ristrettezze o degli ammanchi nel bilancio degli Enti pubblici i primi a percepirli ma anche a doverne fare fronte (con le proprie tasche) dovrebbero essere proprio quelli del "dirigenziale potentato politico" (e loro collegati). Se questi facessero leva sulle loro prebende (riducendole di molto) darebbero il segnale giusto di essere veramente in rappresentanza democratica dei cittadini e di condividere i loro problemi.
È ingenuità o è fantapolitica? È quello che si aspettano i cittadini dai loro rappresentanti ... altrimenti non concorrerebbero proprio ad eleggerli.
Siamo, però, in Italia con un mondo politico fatto da personaggi che si sentono (una volta eletti) onnipotenti e non disponibili a rispondere delle loro azioni nelle funzioni pubbliche ricoperte (con l'assurdo del cavaliere di fare diventare pubblico anche ciò che è privato): una classe politica che munge la mucca-Stato ed obbliga i cittadini, con leggi speciali o ordinarie, a sanare il dissesto finanziario da essa stessa generato.
Se questa classe politica non vuole continuare a parassitare la società italiana dovrebbe sprigionare tutte le sue energie nella razionalizzazione dei servizi e nell'oculatezza ad amministrare il denaro pubblico (sull'argomento leggere un cominicato dell'ADUC, Associazione per i diritti degli utenti e consumatori, "Comuni d'Italia. Stipendi a rischio? Ma ci facciano il piacere!" http://www.aduc.it/comunicato/comuni+it ... _21616.php) e guadagnerebbe la fiducia della gente e la stima dell'Europa.
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda Iafran il 24/09/2013, 8:34

Dubito che questa notizia possa creare qualche scrupolo di coscienza (ma nemmeno la minima preoccupazione) alla nostra casta politica ... che, anzi, può fare ancora di più per mantenere o aumentare i propri privilegi (a scapito degli altri cinquanta milioni d'Italiani): innalzare senza limiti l'IVA, tagliare ulteriormente i servizi e agire per ridurre o eliminare del tutto le pensioni.

. . . . . . .
http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... 31163/?rss

La crisi fa raddoppiare gli italiani poveri: in difficoltà 5 milioni di persone, una su 10

L'analisi della Coldiretti sui dati Istat a partire dal 2007: nel Paese la condizione di "povertà assoluta" è raddoppiata del 99 per cento e riguarda una persona su dieci. La situazione peggiore nel Centro Italia (+112%). Spesa alimentare indietro di vent'anni, per il 16,6% dei cittadini diventa difficile procurarsi un pasto adeguato
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda franz il 24/09/2013, 8:57

La crisi fa raddoppiare gli italiani poveri, vero. E pensa che qualcuno propone (di solito in certe frange della casta economica e politica) addirittura la decrescita felice. :(

La crescita aumenta la prosperità, anche se non in modo equo. Non tutti siamo capaci di cogliere le opportunità in un paese in crescita. Alcuni sono piu' bravi, altro meno.
La crisi aumenta la povertà e sono i piu' poveri a rimetterci.

Dobbiamo capire perchè c'è crisi in Italia. Laciamo perdere le fandonie sulla crisi internazionale.
Altrove la crisi è finita, solo l'Europa arranca e nell'Europa l'Italia è il malato piu' grave.

I motivi li abbiamo elencati piu' volte. È crisi economica ma indotta principalmente da una pessima regolazione politica. Burocrazia asfissiante che frena le attività, troppe leggi incomprensibili e contraddittorie, giustizia che non funziona, pubblica amministrazione da riformare pesantemente, sistema di comunicazione stradale e ferroviario obsoleto, un sistema scolastico inadeguato ed un sistema di formazione professionale praticamente inesistente, fisco e contributi troppo alti, sprechi, ruberie, evasione.

Tutto questo è avvenuto con il costante beneplacito degli elettori, che votano chi sappiamo.
Grillo se vogliamo è un punto di rottura, finalmente, ma dato le soluzioni che propone (no euro) è come cadere dalla padella alla brace.
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda flaviomob il 24/09/2013, 9:23

Crisi in Italia? Perché si ruba, è chiaro...


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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda pianogrande il 24/09/2013, 10:00

Franz.
Le colpe sono, prevalentemente, politiche.
Cosa ci dobbiamo aspettare, che la politica riformi se stessa?
Che i cittadini (che la sostengono perché approfittano) riformino se stessi?
Nessuno partirà a sacrificarsi per primo.
In questi casi ci vuole una autorità che abbia la forza di imporle queste riforme.
Ecco che la democrazia mostra la corda e fa nascere desideri di dittatura, di qualcuno che metta le cose a posto.
Appena eletto un aspirante dittatore, che succede?
Si fa le leggi ad uso e consumo suo e della sua banda e le cose vanno avanti come prima e peggio di prima.
Niente da fare.
Si deve arrivare ad una crisi vera che scateni delle reazioni non più controllabili da questa classe politica.
Qualcuno ha una idea migliore?
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda flaviomob il 24/09/2013, 11:15

La decrescita non va confusa con il declino, ne' va identificata in un ambito economico.
Decrescita significa che, se siamo più di sette miliardi su un pianeta con un fragile ecosistema e risorse limitate, non possiamo pensare di accrescere lo sfruttamento e i consumi di dette risorse all'infinito. E' impossibile.
Del resto paesi che, ad esempio, hanno intrapreso decisamente la strada delle fonti rinnovabili, come la Germania, non per questo rinunciano alla propria crescita economica.

In francese si dice "obiezione di crescita", con un gioco di parole in relazione all'obiezione di coscienza.
«Objection de croissance» e objection de conscience.
Forse rende meglio l'idea.


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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda pianogrande il 24/09/2013, 11:36

Nel nostro paese che sempre si distingue per stile e fantasia, abbiamo la decrescita di molti in favore della crescita di pochi.
Alla fine, il fattore determinante è sempre la competizione e sempre vince il più forte.
Posso parafrasare dicendo che i più forti diventano sempre più forti etc.
E' questo il vero problema della politica.
Creare una illusione di giustizia che non è nella natura dell'uomo.
Alla fine, nei grandi numeri, finisce sempre per prevalere la legge di natura: il pesce più grosso mangia il pesce più piccolo.
L'unica differenza, nella politica, è che il pesce più grosso, prima di mangiarsi il pesce più piccolo, gli ha promesso protezione, tranquillità (ghe pensi mi).
Ne dobbiamo fare di evoluzione!
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda Iafran il 24/09/2013, 15:32

pianogrande ha scritto:Nel nostro paese che sempre si distingue per stile e fantasia, abbiamo la decrescita di molti in favore della crescita di pochi.

Hai detto bene! Le conseguenze in Italia e nell'Europa sono state dette dall'Oxfam.

. . . . . . . .
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09 ... ro/717970/

Crisi, l’allarme dell’Oxfam: “Tra dieci anni più di un europeo su quattro sarà povero” di Silvia Ragusa

L'organizzazione internazionale prevede tra i 15 e i 25 milioni di nuovi poveri entro il 2025, tanti quanti gli abitanti dell'Austria. E boccia le politiche di austerity, che "non solo hanno fallito, ma continuano ad avere costi sociali altissimi"

Tra i 15 e i 25 milioni di nuovi poveri entro il 2025, tanti quanti gli abitanti dei Paesi Bassi o dell’Austria, per farsi un’idea. In dieci anni la povertà nel Vecchio Continente potrebbe così sfiorare i146 milioni di persone, cioè più del 25% della popolazione: “l’Europa sta vivendo un decennio perduto”. L’allarme arriva dall’Oxfam, che ha pubblicato il rapporto “Quello che la storia (non) ci insegna. Il vero costo dell’austerità e della disuguaglianza in Europa”.
“A tre anni di distanza dall’inizio della crisi del debito, le politiche di austerity non solo hanno fallito, ma continuano ad avere altissimi costi sociali”, scrive nero su bianco l’organizzazione internazionale. I programmi attuati in Europa hanno smantellato le misure di riduzione della disuguaglianza e di stimolo alla crescita equa. Con tassi di disuguaglianza e povertà sempre più in crescita. Nel rapporto, Oxfam prende in esame i piani di austerità adottati in Paesi come Grecia, Portogallo, Spagna e Italia, per poi paragonarli alle “rovinose politiche di aggiustamento strutturale” imposte in America latina, nel Sud Est asiatico e in Africa Sub-sahariana negli anni Ottanta e Novanta.
“Queste politiche – fallite: medicine che curavano la malattia uccidendo il paziente – non devono essere attuate di nuovo. Per questo chiediamo ai governi europei di allontanarsi dalle misure di austerità e scegliere, invece, un percorso di crescita inclusiva che porti a risultati migliori per le persone, le comunità e l’ambiente”, si legge nello studio. Anzi, spiega la Ong nel documento, “l’esperienza di Regno Unito, Spagna, Portogallo e Grecia mostra che l’aumento del rapporto del debito è direttamente proporzionale alla durezza delle politiche di austerity”. Come se non bastasse “i Paesi dell’Europa stanno avendo livelli record di disoccupazione giovanile di lungo periodo – una generazione che ha, davanti a sé, anni di disoccupazione.
Dato che il valore reale del reddito medio continua a precipitare, riducendosi più velocemente nei Paesi che hanno implementato tagli aggressivi alla spesa, anche coloro che lavorano hanno davanti un futuro dove saranno significativamente più poveri rispetto ai loro genitori. È il dramma dei working poor: in Europa oggi quasi una ‘working family’ su dieci vive in povertà”. Ma se da una parte c’è il rischio di una Europa sempre più povera, dall’altra il rapporto evidenza come tali misure di austerity stiano aumentando la concentrazione delle ricchezze nella mani del 10% degli europei più abbienti: “le nostre previsioni indicano che senza l’adozione urgente di politiche di stimolo ad una crescita inclusiva, investimento in servizi essenziali, lotta all’evasione e all’elusione fiscale, nei prossimi dieci anni il divario esistente tra ricchi e poveri nel Regno Unito o in Spagna potrebbe diventare simile a quello del Sud Sudan o del Paraguay”, spiega Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia.
Tanto più che sia il Fondo monetario internazionale sia autorevoli economisti, come Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia, iniziano a riconoscere che le politiche adottate finora non hanno aiutato a risollevare l’economia del Paesi in crisi. Il rapporto, corredato da un’analisi dei dati Paese per Paese, fa un quadro anche dell’Italia: le politiche di austerity hanno inciso in modo negativo sui livelli di povertà e disuguaglianza. “La recessione economica ha aumentato i livelli di ineguaglianza in Italia”, si legge. “Il 20% delle famiglie riceve il 40% dei redditi, mentre il 20% più povero riceve solo l’8 per cento. Negli ultimi dieci anni la ricchezza finanziaria netta media è stata ridotta del 40,5% a famiglia (da 26mila euro a 15.600 euro a famiglia)”. Insomma l’Italia, come si è spesso detto, sarà pure ‘troppo grande per fallire’, ma, almeno secondo l’Oxfam, non può essere salvata con misure di austerità: “Gli italiani non possono più affrontarne l’impatto”.
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda franz il 24/09/2013, 15:40

pianogrande ha scritto:Alla fine, il fattore determinante è sempre la competizione e sempre vince il più forte.
Posso parafrasare dicendo che i più forti diventano sempre più forti etc.
E' questo il vero problema della politica.
Creare una illusione di giustizia che non è nella natura dell'uomo.
Alla fine, nei grandi numeri, finisce sempre per prevalere la legge di natura: il pesce più grosso mangia il pesce più piccolo.
L'unica differenza, nella politica, è che il pesce più grosso, prima di mangiarsi il pesce più piccolo, gli ha promesso protezione, tranquillità (ghe pensi mi).
Ne dobbiamo fare di evoluzione!

Nella competizione economica vince il piu' bravo, non il piu' forte.
Quella del "piu' forte" forse è il piagnisteo del meno bravo che si lamenta. Come calimero.
Io ricordo i nomi delle ditte top 10 dell'informatica mondiale degli anni 80, quando ho iniziato a lavorare nel settore.
Oggi a scorrere la classifica scopri che i "piu' forti" di allora sono spariti. Sostituiti dai piu' bravi.
E non sempre i piu' bravi diventano piu' bravi. Prima o poi IMB si trova di fronte una Microsoft che la sorpassa, poi Google ecc ecc ed aziende come Digital, HP, Unisy, Burrows perdono posizioni, si fondono, spariscono. Altri avanzano.
Ed il premio al piu' bravo è nella natura dell'uomo, secondo me.
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda Iafran il 24/09/2013, 15:47

franz ha scritto:Nella competizione economica vince il piu' bravo, non il piu' forte.

Quando il più forte si vuol mantenere onesto ...
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