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Pd, se si scinde è meglio

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Pd, se si scinde è meglio

Messaggioda franz il 27/04/2013, 17:47

Pd, se si scinde è meglio
di Massimo Cacciari


Il partito è una melassa indigeribile. E la convivenza forzata ha generato mostri. Ma adesso la situazione sta per esplodere. Da una parte i cattolici-liberali, magari con Renzi; dall'altra i neo-socialisti, magari con Barca
(26 aprile 2013)
Il modo in cui il PD si è sfasciato, in diretta tv, e in occasione della scadenza istituzionale più solenne, l'elezione del capo dello Stato, ancora offende - ma la sostanza della questione non muta, e non sarebbe cambiata neppure se per qualche voto fossero passati Marini o Prodi. Piangere sulle macerie del suo gruppo dirigente non serve.

E molto poco ormai anche narrare la triste istoria dei suoi errori, conclusasi con lo stato di pura confusione mentale emerso nelle ultime vicende. Lasciamo pure il giudizio alla pietas delle generazioni future. Ciò che conta oggi per chi a quell'area politica si era rivolto, e per gli equilibri democratici dell'intero Paese, è comprendere come potrebbe evolversi la sua crisi e quali esiti dovremmo auspicarne. Fingere che le rotture esplose siano malessere passeggero, che il gruppo dirigente possa magicamente trovare un'unità mai esistita intorno a questo o a quel nuovo leader, significa pura Illusionspolitik. Celebrare un congresso, nominare un segretario rappresentante necessariamente una delle anime in conflitto e sperare che poi costui possa far meglio di Bersani, significa soltanto protrarre l'agonia - che ha come naturale scadenza la riconsegna del Paese a Berlusconi. Saggio sarebbe, invece, riconoscere con disincanto e sobrietà le faglie reali che dividono irrimediabilmente il Pd e il fallimento dell'idea da cui era nato. Avendola in prima persona per vent'anni coltivata, credo di sapere che il lutto non è facile da "lavorare", ma un organismo politico si dimostra adulto se sa affrontare tale fatica.

La scommessa poteva essere vinta soltanto se i gruppi dirigenti provenienti da aree, culture, storie anche antropologicamente diverse avessero individuato un destino, una destinazione comune, che non trovavano nel proprio, individuale "patrimonio". E occorreva l'affermarsi in generale di una cultura politica maggioritaria, che è risultata contrastare "radicitus" il cattivo senso comune patrio.

Si riparta perciò dalle linee di rottura interne al Pd. Si faccia ordine a partire da esse. La convivenza coatta genera mostri, parricidi, fratricidi, infanticidi e purtroppo anche tragicommedie, come l'ultima. Il Pd è stato una melassa indigeribile che ha lasciato "fuori campo" sia una seria corrente ex Pci - socialdemocratica, che quella cattolico-popolare davvero rappresentativa in molti territori, rimasta succube della forza (si fa per dire) burocratico-organizzativa che i Ds avevano ereditato dal Pci, e perdendo così via via la propria stessa base elettorale. A migliorare la situazione, si è aggiunto il giovanilismo ultima-moda bersaniano, con la cooptazione di qualche "nuovo politico", di quelli che prendono la "linea" dagli amici di Facebook. Non sono componenti componibili! Invece di aumentare le forze, insieme possono solo distruggersi.

Abbiamo bisogno di ulteriori prove? E invece, ben distinte, queste aree potrebbero svolgere missioni importanti e in qualche modo complementari, rendendo possibili compagini di governo operative. Ricordiamoci quale potenzialità aveva dimostrato, non millenni orsono, un'area di sinistra facente riferimento a Cofferati. Mi pare che il "manifesto" di Fabrizio Barca si muove nella prospettiva della fondazione di un partito socialdemocratico, solidamente organizzato, in cui riunire, in un'ottica esplicitamente europea, sia Sel, che altre formazioni-relitti ex comunisti. E' una prospettiva culturalmente opposta a quella di Renzi. Nulla di male. La cultura politica che Renzi esprime, tra liberalismo e un cattolicesimo popolare che ne ripensa i caratteri organicistico-solidaristici alla luce della "società liquida" prodotta dalla Rete, può aggregare, ben oltre il Pd, vasti settori di opinione pubblica (anche "grillina") e concreti interessi economici. Ma queste due aree fondamentali debbono definirsi autonomamente e con la massima chiarezza. Cosa impossibile se continueranno a inseguirsi e combattersi all'interno della stessa casamatta. La loro "offerta politica" deve al più presto presentarsi ed essere percepita come un'alternativa razionale, legittima, storicamente fondata, all'interno di un quadro politico dove la distinzione delle posizioni non preclude in alcun modo la possibilità di compromessi e collaborazione.

Il centro-sinistra, dopo l'indecente spettacolo fornito in questi giorni, ha il dovere di ripensarsi alla radice, di tentare un "nuovo inizio". E questo non si può inventare, non può ridursi a ciance e cieche speranze. Deve emergere dalla sua storia reale e dalle potenzialità oggi presenti. Non ne vedo altre al di fuori di quelle sopra citate. Insomma, una nuova Quercia, senza equivoci post-modern, da una parte, e un partito-movimento, partito leggero e ideologia dello "Stato minimo", dall'altro. Insieme sono due anime che finiranno col contare il 10 per cento - ben distinte potrebbero pure governare.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... /2205813/8
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Re: Pd, se si scinde è meglio

Messaggioda ranvit il 27/04/2013, 19:30

Concordo solo in parte....innanzi tutto (e neanche vado oltre ad analizzare altri argomenti) la divisione in cattolici liberali e neosocialisti....è una visione vecchia che testimonia come anche Cacciari non si è adeguato ed aggiornato :D Basta portare a desempio qui nel forum che favorevoli a REnzi si sono espressi franz, Lodes, Manuela ed il sottoscritto che certamente non siamo cattolici 8-) .

Piu' in generale concordo sulla necessità di fare chiarezza e di lasciar andare "i sinistri" che si sentono piu' vicini a Sel che non al Pd stesso....che cavolo ci fanno nel Pd lo sa solo il Padreterno! Viceversa "i riformisti" cattolici o meno, socialisti o meno possono starci benissimo.

Negli ultimi tempi Cacciari, forse incupito dall'essere stato messo da parte e/o forse per compiacere il pubblico di Servizio Pubblico", sta sparando a palle grosse sul Pd. Sarebbe bene cominciare ad ignorarlo un po'...
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Re: Pd, se si scinde è meglio

Messaggioda flaviomob il 27/04/2013, 21:08

Ranvit, in un altro thread hai definito tu stesso il PD "armata Brancaleone" e poi è Cacciari che spara "a palle grosse" sul PD?


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Re: Pd, se si scinde è meglio

Messaggioda ranvit il 28/04/2013, 8:32

Che sia un'armata brancaleone non ci sono dubbi.
Come ho già detto non concordo con Cacciari sulla linea di demarcazione tra cattolici-liberali e neo-socialisti. Credo che la divisione sia principalmente fra la vecchia dirigenza (ormai vuota di idee e attaccata alle poltrone), in gran parte proveniente dal Pci ma anche dalla Dc (tipo Fioroni-Marini-Bindi, etc), e le nuove leve come Renzi, Civati, Serracchiani, etc; in subordine, ma che percorre entrambe le categorie precedenti, un'altra divisione è tra riformisti e massimalisti.

Per quanto mi riguarda dovrebbero essere "archiviati" le vecchie glorie e lasciati andare i massimalisti!
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Re: Pd, se si scinde è meglio

Messaggioda Iafran il 28/04/2013, 10:01

La scissione contribuirà a chiarire meglio il quadro politico (le differenze poi abbiamo visto che debbono fare il conto con le mire reali dei singoli e con una società molto eterogenea).
Però, la situazione del degrado italiano (e il cattivo esito elettorale del PD) non è riconducibile tanto ad una questione di dottrina politica (che può risultare sempre più o meno idonea), quanto al basso livello di moralità della nostra classe rappresentativa, che, speculando senza scrupoli dove c'è da speculare, sputtanerà le buone intenzioni di qualsiasi formula politica.
Le scissioni, allora, quando non sono fatte ad hoc (Fd'I per esempio) daranno più opportunità ai voltagabbana, mentre non risolveranno il problema delle "mele marce" nei partiti politici, perché queste si sapranno mescolare sempre con quelle buone, in special modo se "portano" pacchetti di voti sicuri.
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Re: Pd, se si scinde è meglio

Messaggioda pianogrande il 28/04/2013, 10:05

Con tutto quello che sta succedendo, qualsiasi suddivisione ed etichettatura richiederebbe un tabellone elettronico con dietro un software bisognoso di continui aggiornamenti.
Quello di etichettarsi in qualche modo è, secondo me, un bisogno dei big per cercare di crearsi e/o mantenersi un seguito.
Penso che gli elettori dovrebbero tirarsi fuori da queste trappole vischiose e guardarsi in faccia tra di loro riconoscendosi dalle cose che vogliono invece che dal timbro su una certa parte del corpo.
Come può succedere che io voglio le stesse cose della maggior parte dei grillini (ne conosco parecchi parenti compresi) e dovremmo contrapporci (e spesso lo facciamo) in nome dell'etichetta che ci siamo scelti?
L'eliminazione di questa discrepanza sarebbe un notevole passo verso una democrazia più evoluta.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Pd, se si scinde è meglio

Messaggioda flaviomob il 28/04/2013, 16:12

Sarebbe bello chiedere ai '101' di andarsene o comunque di dar vita a un loro movimento... Peccato che non abbiano mai avuto il coraggio di dichiararsi, grossi personaggi...


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Re: Pd, se si scinde è meglio

Messaggioda ranvit il 28/04/2013, 16:55

flaviomob ha scritto:Sarebbe bello chiedere ai '101' di andarsene o comunque di dar vita a un loro movimento... Peccato che non abbiano mai avuto il coraggio di dichiararsi, grossi personaggi...



Sarebbe davvero interessante sapere i nomi...
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Pd, se si scinde è meglio

Messaggioda franz il 28/04/2013, 18:36

ranvit ha scritto:Sarebbe davvero interessante sapere i nomi...

Anche i cognomi ... perché un gesto politico di 100 eletti non puo' nascodersi dietro l'aninimato.
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Re: Pd, se si scinde è meglio

Messaggioda Manuela il 29/04/2013, 8:42

Di fronte alla fine ingloriosa del PD, anch'io mi sono chiesta se non valesse la pena di ricominciare da capo, scindendosi in due partiti diversi.
Ma (sarà forse l'incapacità di elaborare il lutto?) sono completamente d'accordo con Vittorio. Sia nel ritenere che la divisione fra cattolici-liberali e socialdemocratici sia artificiosa, sia nel ritenere che tale divisione sia continuamente riprodotta solo da una vecchia classe politica, che rimane inesorabilmente ex-qualcosa. Questa classe politica, se fosse stata fatta di statisti, avrebbe fatto da levatrice al PD poi, consapevole della propria impossibilità a far crescere un soggetto del tutto nuovo, si sarebbe tirata da parte; non l'ha fatto e questi, dopo quasi 20 anni, sono i risultati.
Ma il tempo passa. Oggi, Renzi ha disegnato, fra l'altro, una modalità europea di essere un cattolico in politica, modalità che non era mai stata espressa tanto chiaramente (direttamente figlia di quel "cattolici adulti" di Prodi, che non si era mai esplicitato davvero). E molti elettori di sinistra hanno ben chiaro che se non si passa per una rivoluzione liberale, che elimini le rendite di posizione, elimini con liberalizzazioni spinte le varie caste, semplifichi radicalmente lo Stato, non ci sarà possibilità di creare una società più giusta e attenta ai più deboli. Non ci sarà nemmeno più la possibilità di un welfare degno di questo nome.
Per questo penso che Cacciari sia rimasto legato ad esperienze pregresse (anche se la maggior parte della sua analisi è condivisibile) e si dimostri incapace di prefigurarsi un futuro che non sia la ripetizione del passato. E anche se questo avvenisse, non tiene conto, Cacciari, che il passato non è ripetibile, e che quindi questi due partiti finirebbero per diventare patetiche scimmiottature dei vecchi partiti.
Detto questo, sono d'accordo con Vittorio ancora una volta, nel pensare che chi, nel PD, soffre per la presenza di qualcuno più a sinistra di lui, farebbe bene a trasmigrare in SEL.
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