annalu ha scritto:Incredibile ai miei occhi che qualcuno abbia potuto difendere il direttore di un giornale che ha pubblicato quell'articolo (in forma anonima, per giunta) affermando di difendere la libertà di stampa.
La libertà di stampa si difende prima di tutto non diffondendo notizie false, non descrivendo in termini raccapriccianti una vicenda già molto dolorosa in sé.
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La vicenda mi ha turbato, ma ancor più mi hanno turbato le difese d'ufficio, quelle sì in odore di casta, da parte di giornalisti
Certo, Sallustri è indifendibile e questo vale sia per la Casta che lo sostiene che per ognuno di noi.
Resta un po' l'amaro in bocca dovuto al fatto che viene condannato a 14 mesi di prigione (quasi fossimo in korea del nord, come afferma l'articolo del quotidiano svizzero che ho postato per aprire il thread) sulla base di un codice penale ancora profondamente fascista, che nessuno ha mai voluto ammodernare se non per convertire gli importi economici da lire ed euro.
Wikipedia ci informa che ...
La diffamazione, in diritto penale italiano, è il delitto previsto dall'art. 595 del Codice Penale secondo cui:
« Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032.
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065.
Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516.
Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate. »
Come si vede qui non si parla di notizie false o della rappresenzazione distorta della vicenda ma di "offese alla reputazione", in questo caso a mezzo stampa e verso un corpo dello Stato.
Non è un reato d'opinione (sono altri articoli, vedere http://www.altalex.com/index.php?idnot=10386 ) ma è quello che potrebbe capitare anche ad uno di noi che scrivesse qui qualche cosa di offensivo verso un corpo politico, amministrativo e giudiziario.
Il caso quindi esce dalla dimensione personalistica del caso in questione (un direttore di giornale indifendibile) e per me diventa l'emblema di un'Italia che ha un codice penale assolutamente inadeguato alla realtà degli anni 2000.
Personalmente avrei visto molto piu' adatta una pena dententiva di un paio di mesi sospesa condizionalmente ed una pena pecuniaria legata alla capacità economica del condannato, tipo diverse centinaia di migliaia di euro, non sospesa condizionalmente. Gli importi prvisti oggi sono assolutamente ridicoli.
La palla quindi torna alla politica, che non solo non è stata capace di evitare il baratro economico (anzi ciha portato sull'orlo) ma è stata anche incapace di fare quelle riforme a costo zero come riformare il codice penale fermo in gran parte all'epoca fascista http://www.altrodiritto.unifi.it/ricerc ... o/cap1.htm