La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Il bivio europeo

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Il bivio europeo

Messaggioda asinello il 04/06/2008, 15:56

Già, tra un anno voteremo per le Europee, e per il Partito Democratico, oltre l'esito elettorale, conterà di più la questione della collocazione nel Parlamento europeo. Non è una questione di poco conto, serve a mostrare pubblicamente l'indirizzo che il partito si è voluto dare; e anche se fosse di poco conto, il tema è così sentito dentro il partito e l'equilibrio così fragile, che uno spostamento più al centro o più a sinistra equivarrebbe nel minore dei casi a malumori interni. Ma tertium non datur, la scelta non è rimandabile. Uno snodo che io intravedo e che reputo importante per dirimere positivamente la questione, è quella di risolvere il seguente dilemma: se la collocazione europea è un punto di arrivo oppure un punto di partenza. Se cioè la scelta di dove e come schierarsi in Europa e nel mondo è la ciliegina finale del processo di definizione dell'identità del Pd, o se piuttosto sia questa scelta a dare l'imprimatur a un processo conseguente. Dal mio punto di vista, è bene che la questione della collocazione internazionale sia tenuta in debita considerazione per la sua importanza, ma che essa non venga caricata di aspettative che non ha; non è la collocazione europea a dirci che è nato il Partito Democratico, non dipende da essa se possiamo dire che è nato un nuovo partito in Italia. No, la frittata si deve girare: è con lo spirito di aver fatto un partito nuovo in Italia che andiamo in Europa a giocarci le nostre carte, pronti a infondere nella situazione esistente quegli elementi di novità che hanno caratterizzato la nascita del Pd. Non siamo noi a doverci caricare del vecchiume in cui la politica europea si è avvolta. Quando essa ha rappresentato un fattore di novità, anche la politica italiana si è dovuta adeguare; ovvero quando il Ppe ha avuto una deriva verso destra, chi non condivideva questa repentina sterzata ha dovuto prendere atto e muoversi di conseguenza. In particolare in Italia questo è stato uno dei sintomi che ci diceva che il Pd era alla nostra portata. Oggi invece il processo è inverso e va dall'Italia all'Europa. Ci vorrà evidentemente del tempo e, come ha detto il capogruppo dell'Alde Graham Watson, questo processo non potrà essere completato prima del 2014, ma la strada è quella. Per questo io non reputo così peregrina la proposta di Castagnetti.

http://newrassegna.camera.it/chiosco_ne ... icle=IAXNF
asinello
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 45
Iscritto il: 02/06/2008, 15:50

Re: Il bivio europeo

Messaggioda matthelm il 04/06/2008, 16:50

Concordo. La proposta di Castagnetti è come al solito logica e conseguente di un percorso ineludibile se vogliamo che la nostra scommessa possa vincere.
Castagnetti dovrebbe solo proporre le sue analisi con maggior forza.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Il bivio europeo

Messaggioda minguzzi il 08/06/2008, 19:11

Non condivido, non possiamo nasconderci sotto ad un sasso e sperare che il cielo non ci caschi in testa. La scelta della collocazione europea non è eludibile anche solo per un problema di correttezza nei confronti dei nostri elettori. Già la scorsa volta DS e DL non hanno saputo far altro che presentare una lista unitaria e poi scegliere ex-post che fine far fare ai propri eletti. Inutile fare le primarie se poi, nella stessa lista, ogni candidato deciderà bellamente in che gruppo sedersi.

Ma non solo. Le famiglie europee sono ben nette: socialisti, comunisti, verdi, liberaldemocratici e popolari. Condivido la difficoltà del PD ad aderire ad una sola di queste famiglie quando al suo interno ci sono anime che nei fatti potrebbero sedere ovunque. Il punto non è questo però, non è cioè la singola biografia personale che ci deve interessare, ma quale respirto europeo vuole avere il PD futuro. Non facciamo l'errore di credere che la storia cessi di esistere e di avanzare perché noi in Italia abbiamo fatto il PD. Il PD supera delle contraddizioni tutte italiane, ma in Europa deve trovare una collocazione all'interno della Storia politica continentale.

A me pare che di fatto esista una sola collocazione possibile, quella del PSE, che però presenta delle difficoltà non eludibili. Al PSE dobbiamo chiedere di cambiare, di allargare i propri orizzonti come fatto dal PPE quando ha deciso di aprirsi a destra. A Lisbona il PSE ha fatto qualche passo nella nostra direzione. Spiace che oltre al PD non esistano altre esperienze simili capaci di dare forza e continuità a questo cammino, ma tant'è.
Oltretutto c'è un problema di coerenza. E' mai possibile che gli exDL possano sedersi nello stesso gruppo dei radicali alla Marco Cappato e dei liberaldemocratici inglesi con meno imbarazzo di stare sui banchi del PSE? Non vedo nel gruppo ALDE meno contraddizioni ideologiche, etiche e/o morali rispetto al PSE.

Infine una questione di metodo: la scelta della collocazione internazionale la faremo decidere agli iscritti? Magari ad un congresso?
web: www.stefanominguzzi.com
blog: stefanominguzzi.wordpress.com
Avatar utente
minguzzi
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 5
Iscritto il: 08/06/2008, 18:27
Località: roma

Re: Il bivio europeo

Messaggioda matthelm il 08/06/2008, 22:31

C'è solo uno spazio agibile e non è ne con il PSE ne con il PPE.

La margherita era già uscita dal PPE. I DSno dal PSE.
E' il momento di decidere cosa si farà da grandi.
Sta per finire il tempo delle furbizie.

Non vedo nessuno degli ex margheritini in un PSE allargato o meno.

Altrimenti nel PSE entrerà solo il guscio della margherita perché gli elettori non la seguiranno.
Non è difficle immaginarlo.

Noi non dobbiamo essere ne socialisti ne democristiani.
Dovremmo essere DEMOCRATICI.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Il bivio europeo

Messaggioda minguzzi il 09/06/2008, 9:39

matthelm ha scritto:Dovremmo essere DEMOCRATICI.


Premesso che la storia non è costretta a succedere, ma succede, per essere i democratici dovremmo fare in modo che questo accada. Chi in Europa dovrà essere i democratici (oltre a noi ovviamente)? Escludo il PPE che ha effettuato una svolta a destra, escludo verdi e sinistra europea. Rimangono liberaldemocratici e socialdemocratici.

A me pare poco probabile che questi due gruppi si possano unificare in quanto sono alternativi nelle ricette economiche, in quelle sociali, nella visione dello stato. E lo dico senza preclusioni: mi considero molto più vicino al pensiero liberaldemocratico che a quelle socialdemocratico. Sottolineo il fatto che DL, tolte alcune politiche economiche e del lavoro, non abbia nulla di liberaldemocratico dalle politiche sociali a quelle sulla famiglia. D'altronde anche i DS hanno un impianto culturale molto distante dai laburisti inglesi ed anche dai socialdemocratici tedeschi.

Questo per dire cosa? Che il PD nell'ALDE ci andrebbe come corpo estraneo in un organismo piccolo che non ha alcuna intenzione di cambiare i propri connotati e non sta procedendo in una direzione "nuova". Nel PSE dopo il newlabour e la svolta dell'SPD c'è molta attenzione (anche da parte di francesi e spagnoli) all'esperienza del PD ed al congresso di Lisbona lo hanno già dimostrato mettendo in conto un cambio di nome. Questi sono fatti politici rilevanti che potrebbero portare in breve tempo ad un grosso partito democratico europeo a sinistra ed un grosso partito popolare europeo a destra.

E' un passaggio storico e non è il caso di farne un questione di "furbizie". Se alle prossime elezioni europee dovesse passare una legge che favorisce la formazioni più grandi questa polarizzazione sarebbe facilitata. Continuo ad osservare quanto succede in Spagna e Francia dove le formazioni socialiste storiche sono già oggi partiti democratici in nuce. E poi capiamoci sul che vuol dire "democratico", perché il ritardo storico dovuto alla guerra fredda lo abbiamo avuto in Italia e non in tutta europa. Il fatto che oggi noi si riesca a ricongiungere 2 (o 3) famiglie politiche in un'unica prospettiva riformista non è un fatto di avanguardia, ma di conclusione di un percorso che va inserito dentro al grande capolavoro di Prodi: l'entrata in Europa.
web: www.stefanominguzzi.com
blog: stefanominguzzi.wordpress.com
Avatar utente
minguzzi
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 5
Iscritto il: 08/06/2008, 18:27
Località: roma

Re: Il bivio europeo

Messaggioda matthelm il 09/06/2008, 10:52

Il nome spesso è anche sostanza. Non capire che socialista è un termine morto, ideologicamente parlando, e che non ha senso tentare di” trascinare” forze che socialiste non lo sono mai state e mai lo saranno per formazione culturale e vissuto. E’ come dire contronatura.
E’ un passaggio storico uscire dalla gabbia socialista per gli ex ds. Finalmente liberi da un passato con luci ed ombre, come per tutti. Ma irrimediabilmente del secolo scorso, improponibile per tante valenze recepite come negative dalla stragrande maggioranza degli italiani.

Il “sacrificio” è stato dei Dl, o si pensa che per tanti uscire dal PPE sia stato semplice e scontato. Cos’è questa antica supponenza? Come ben saprari molti valori sono rimasti nel PPE nonostante la
deriva destrorsa. Si è avuto il coraggio di cambiare, ma su questo i ds, come al solito sono in ritardo. Pensano che alla fine loro sono nel giusto e gli altri un po’ alla volta lo capiranno.

Errori fatali.

La prospettiva riformista, che non può essere solo di matrice socialista!, è un traguardo che si ottiene non entrando nel PSE o allargandolo ma superandolo a pié pari.

Tanti sono i problemi ma queste sono le basi per partire. Altrimenti la storia avrà un’altra evoluzione. Non tutto si può inquadrare in vecchie logiche.

Democratici deve significare questo in Italia.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Il bivio europeo

Messaggioda minguzzi il 09/06/2008, 12:08

Mi sembra prematuro questo de profundis per il termine socialista che, nel bene o nel male, descrive la quasi totalità delle esperienze di governo di sinistra riformista nel mondo. In pratica tolti USA, Italia ed Israele non esistono nel mondo partiti riformisti non socialisti.

Direi, invece, che il socialismo non è da decine di anni un'ideologia capace di governare i problemi attuali. Ed anche il recente fallimento delle ricette neoliberiste dimostra che va fatto un discorso post ideologico su come risolvere le varie crisi. Quindi ben venga il superamento del socialismo!

Però qui non stiamo discutendo di filosofie politiche, ma di come costruire un Partito Democratico Europeo. Il che ci costringe ad avere un contatto con la realtà quotidiana.

Uscire dal PSE senza che il PSE mentre questo si stia spostando verso posizioni riformiste e moderate (vedi governo SPD+CDU, le politiche del PSOE e newlabour anni '90 ai quali si aggiungono le socialdemocrazie scandinave e del nord europa) è utile alla prospettiva di costruire un PDE? Oltretutto esistono altri interlocutori con i quali costruire un nuovo gruppo? Se il PD alle prossime elezioni europee andrà in un gruppo misto la prospettiva di un partito democratico europea sarà morta in quanto minoritaria. Nelle altre nazioni UE non si avverte affatto l'esigenza di superare il PSE se non in una logica di allargamento e riequilibramento del PPE.

A me pare poco produttivo diventare tutti liberaldemocratici solo per esclusione. Sono ben disposto verso un gruppo che non si chiami PSE, ma un gruppo lo si fa almeno in 3. E noi siamo soli.
web: www.stefanominguzzi.com
blog: stefanominguzzi.wordpress.com
Avatar utente
minguzzi
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 5
Iscritto il: 08/06/2008, 18:27
Località: roma

Re: Il bivio europeo

Messaggioda matthelm il 09/06/2008, 12:54

Non è prematuro il de profundis per il termine socialista: siamo in ritardo!

Il PD italiano ha un’occasione storica in Italia ed in Europa per modernizzare il riformismo. In Germania la grande coalizione non è una novità c’era già stata. In Inghilterra Blair il socialismo tradizionale non sa più neanche cosa sia, per fortuna dei sudditi di sua maestà.

Il PDE deve diventare punto di riferimento ma se rimarrà “legato” al PSE ha già perso in partenza.

E poi cos’è questa storia che si deve vincere subito alle elezioni italiane o a quelle europee. Ci vorrà il tempo che ci vorrà. Solo le rivoluzioni producono subito questi risultati ma poi alla distanza crollano…

Il gruppo si costruisce se si ha chiara la meta, il che non mi sembra proprio al momento.

Si fa estremamente fatica ha togliere i feticci dalla testa delle persone.
Ma i feticci vanno tolti altrimenti saremo sempre in ritardo.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Il bivio europeo

Messaggioda minguzzi il 09/06/2008, 14:19

Non vorrei che la discussione diventi un battibecco tra due persone. A me pare che non sosteniamo, in fondo, cose molto diverse. Il fatto che nel PSE ci siano esperienze che del socialismo non sanno nemmeno più il significato mi conferma che quella è la sede dove portare le nostre istanze (e NON diventare socialisti, figuriamoci!).

Sul fatto che siamo addirittura in ritardo sulla cancellazione del termine socialista non ne vedo l'evidenza nella realtà politica mandiale (poi non si può fare di tutta l'erba un fascio c'è differenza tra il socialismo europeo occidentale, quello europeo orientale o quella sudamericano), ma non ne faccio certo una questione di bandiera.

Se il PD alle prossime europee non saprà indicare dove andrà sarà perdente non alle elezioni ma come progetto. Sarebbe uno stop troppo duro da digerire. Se il PD nel parlamento europeo starà da solo farà molta, ma molta fatica a non essere marginalizzato non avendo interlocutori politici.

Se PD e Labour party si facessero portatori di un'alleanza democratica e aprissero le porte a chi ci sta io sarei della partita. Sarebbe la strada principe, un po' come fatto da PRC con Sinistra Europea. Fino ad allora però possiamo condannare la strada del PDE al minoritarismo (vedi il partito transnazionale dei radicali...) oppure aprire canali di comunicazione con chi ci è più vicino. Ne faccio una questione di realpolitik non di feticci.
web: www.stefanominguzzi.com
blog: stefanominguzzi.wordpress.com
Avatar utente
minguzzi
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 5
Iscritto il: 08/06/2008, 18:27
Località: roma

Re: Il bivio europeo

Messaggioda matthelm il 09/06/2008, 18:22

minguzzi ha scritto: Il fatto che nel PSE ci siano esperienze che del socialismo non sanno nemmeno più il significato mi conferma che quella è la sede dove portare le nostre istanze

Beh, questa mi sembra bella. Comunque mantenere una parola che non ha più nessun significato, ma togliamola e basta.

Se il PD alle prossime europee non saprà indicare dove andrà sarà perdente non alle elezioni ma come progetto. Sarebbe uno stop troppo duro da digerire. Se il PD nel parlamento europeo starà da solo farà molta, ma molta fatica a non essere marginalizzato non avendo interlocutori politici.

... e se il PD prendesse invece una scoppola perché non ha scelto cosa succederebbe poi?

.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Prossimo

Torna a Ulivo e PD: tra radici e futuro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 12 ospiti