flaviomob ha scritto:Relativamente a quanto detto sulla borghesia, il declino italiano è frutto in buona parte del berlusconismo, ovvero di una menzogna al potere (dal milione di posti di lavoro in poi). Buona parte della borghesia ha aderito a questo progetto aberrante, in contrasto con molti principi liberali: dal conflitto d'interesse al monopolio nella comunicazione televisiva privata. Le forze che si opponevano a questo progetto si sono dimostrate disomogenee e spesso l'una contro l'altra armate. Ogni occasione è stata colta per fare vittimismo piuttosto che riforme (il cambio marco/lira alle stelle nel 1994, la crisi seguita all'11 settembre 2001, la crisi del 2007) senza che la borghesia chiedesse a Berlusconi conto dei suoi fallimenti, ma anzi premiandolo elettoralmente per ben tre volte, perché il blocco sociale a suo favore è rimasto quello.
L'unica via d'uscita è creare una forza coesa, una struttura federale in grado di rappresentare il centrosinistra lealmente, con un programma condiviso e definito, primarie per scegliere localmente i candidati parlamentari e discutere di contenuti politici.
NB per Ranvit: l'assioma borghesia=classe dirigente è una cosa, l'assioma borghesia=ceto abbiente un'altra cosa, che tu sostieni e che De Rita contesta.
Berlusconi? Certo che ha contribuito ma la storia dell'incapacità della classe dirigente italiana è antica.
Flavio....evidentemente c'è un equivoco, che differenza c'è per te (e anche per De Rita visto quello che mi dici di lui....non è che io sia un'attento lettore delle sue esternazioni) tra classe dirigente e borghesia? Per me concidono almeno all'80% o credi che le classi dirigenti siano formate dal ceto popolare???