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Nel Pd non c'è il leader

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda matthelm il 02/02/2011, 15:48

La fabbrica delle anime

L’Italia è il Paese in cui alla vigilia di ormai più che probabili elezioni politiche l’opposizione è ancora priva di un leader da contrapporre al leader dello schieramento avversario, cioè a Silvio Berlusconi. Ciò riguarda tanto l’opposizione di sinistra che quella di centro: ma per ragioni solo in parte eguali. Il problema comune è che entrambe le opposizioni hanno una composizione eterogenea, ognuna essendo formata di tre, quattro, o anche più formazioni diverse, le quali devono trovare un accordo su chi le rappresenti nella competizione elettorale: una decisione, come si capisce, tutt’altro che facile.

Ma se questo è il problema comune sia al centro che alla sinistra, la sinistra ne ha uno in più. E cioè che qui è lo stesso partito di gran lunga più importante dello schieramento, il Partito democratico, che non ha un vero leader, non ha un capo. Per capo intendo una persona in grado di prendere decisioni vincolanti per tutti perché titolare di un consenso non da contrattare ogni volta con una continua ricerca di compromessi. Intendo insomma esattamente ciò che il povero Bersani non è. Ma Bersani non ha colpa. Il Pd manca di una simile figura da sempre: ed è questa una tra le non ultime ragioni per cui è un partito zoppo, sempre incerto nelle sue mosse, insicuro e poco affidabile all’esterno in quanto incapace di parlare con una voce sola.

Sono tre i principali motivi di questa specie di destino maligno.

Il primo è che innanzitutto nella cultura, nel modo di sentire del popolo del Pd si avverte una diffidenza profonda per l’idea stessa che un capo sia necessario. L’evoluzione ideologica dell’elettorato di sinistra successiva alla fine del comunismo ha voluto perlopiù dire, infatti, l’approdo a un democraticismo antigerarchico che è portato a vedere in ogni esercizio d’autorità un più o meno larvato sopruso. Dalla reverenza verso il capo indiscusso designato dal Partito con la P maiuscola a decidere di tutto (Togliatti, Berlinguer) si è passati all’idea opposta che di tutto possano e debbano decidere tutti (e chi non è d’accordo ha diritto di fare per conto suo come se nulla fosse). Alla speranza nella storia essendo subentrata con pari forza, dopo «Mani pulite », l’idolatria per i codici, tutto il senso comune della sinistra si è impregnato di regolamentarismo, di astrattezza, di sospetto per qualsiasi contenuto o potere legato alla persona. L’odio per Berlusconi ha fatto il resto, colorando di una luce d’arbitrio ogni realtà di leadership. Il risultato è stato una vera e propria automutilazione che la sinistra si è masochisticamente inferta, disconoscendo la funzione essenziale che nella politica ha sempre avuto l’esistenza di un capo.

Il quale capo, peraltro, non emerge nelle file del Pd anche per un secondo motivo: perché esso manca da tempo di un vero programma, di punti concreti sui quali definire la propria identità, di proposte con cui presentarsi all’elettorato. Sicché di fatto l’unica cosa su cui nel Pd c’è una parvenza di dibattito (per modo di dire: in realtà, infatti, non vi sono sedi effettive di discussione interna; tutto, anche in questo caso, si riduce a interviste e dichiarazioni ai giornali) è solo la tattica da adottare per far fuori Berlusconi e sugli eventuali alleati ai quali ricorrere.

Contenitore di molte prospettive ideali anche assai diverse tra di loro, il Pd non riesce in realtà a discutere di niente per paura di non trovarsi d’accordo su nulla. Ma proprio questa latitanza di concretezza programmatica e insieme di dibattito implica inevitabilmente l’assenza di vera lotta politica all’interno del partito, l’assenza di prese di posizioni che impegnino realmente chi le prende, l’impossibilità, infine, che si formino vere maggioranze intorno a un programma e intorno a una persona. E dunque l’impossibilità che nasca un vero leader. Al suo posto, invece, l’affollarsi di un’oligarchia sganciata da ogni responsabilità, immutabile, dove si entra solo e non si esce mai, dove tutti, a turno, prendono tutte le posizioni o quasi, madre di un sostanziale immobilismo punteggiato da continui compromessi.

Un meccanismo del genere non è certo fatto per consentire di prevalere a chi abbia voglia e capacità. È piuttosto il vivaio inevitabile della mediocrità. Dato questo modello ormai consolidato è comprensibile, infatti, che nessuno che pure eventualmente ne avesse qualche vago desiderio abbia poi voglia di giocarsi ciò che ha già, contrapponendosi al sistema e così rischiando di restare isolato perdendo tutto. In un partito dove non c’è vero dibattito politico, dove non c’è lotta politica su proposte concrete e contrapposte, che non ha alcuna identità programmatica, nessuno, comprensibilmente, se la sente di scommettere sulla bontà delle proprie idee. Nessuno se la sente di puntare sul fatto che il futuro gli darà ragione, e dunque di accettare di restare in minoranza oggi perché domani saranno i fatti a dargli la leadership. Nel Pd, insomma, è la stessa strada che conduce alla nascita di veri capi politici che risulta impraticabile, se non addirittura inesistente.

Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi da anni. Ad una patologica iperpresenza di superleadership a destra, a sinistra corrisponde un’altrettanto patologico vuoto di leadership. Anche di ciò si nutre voracemente l’anomalia italiana: quell’anomalia che ci sta conducendo alla rovina.

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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda cardif il 02/02/2011, 19:26

E' da commentare penso, altrimenti perché ricopiarlo qua; se uno vuol leggere il Corriere, va direttamente sul sito.

Mancanza di leader: le idee, il programma prima di tutto. Certo, serve chi le rappresenti e coordini l'azione, ma uscirà prima delle elezioni. Stia tranquillo EGdL.

Composizione eterogenea: Anche l'ala estrema del Centrodestra è formata da: l'ex Pdl (per il quale il Capo non ha ancora trovato un nome) + la Lega Nord + Democrazia Cristiana + Noi Sud + Movimento per l'Italia + Forza del Sud (rappresentati nel Governo) + i Liberal Democratici fuori. Prima c'erano pure FlI + l'MpA. Ora c'è l' IR: Iniziativa Responsabile composta da: Noi Sud + Libertà ed Autonomia + Popolari d'Italia Domani + Movimento di Responsabilità Nazionale + Azione Popolare + Alleanza di Centro + La Discussione ed ha l'appoggio extra parlamentare de La Destra di Storace. Solo che là c'è uno che, per avere la maggioranza, può acquisire anche altri pezzetti di UdC + PD + IdV. E questo è il leader che hanno tutti lor signori. Scomparso lui, che ne sarà di questa somma che non fa un totale?

Capo indiscusso (Togliatti, Berlinguer). Idea ridicola. I veri Capi Indiscussi sono stati Mussolini, Hitler, oggi Mubarak. E' il fatto in sé che uno decida per tutti che fa orrore. Politicamente la BB (Balena Bianca) ha governato per decenni senza un Capo Indiscusso, il che dimostra che non è necessario. Rutelli ecc sono usciti dal PD perché non c'è il Capo? E non sono usciti pure Fini ecc? Eppure là c'è il Capo e pure Padrone : "patologica iperpresenza di superleadership a destra".

"Il ... patologico vuoto di leadership" a sinistra "che ci sta conducendo alla rovina"?
L'accentrarsi sulle persone delle contrastanti posizioni politiche è avvenuto con Prodi versus Berlusconi in tempi non lontani.

Complessivamente mi pare che l'articolo voglia essere critico verso il centrosinistra, per l'assenza del leader.
Ma è sempre meglio del Popolo di Berlusconi.
- "il PDL è una corte di nani e ballerine" l'ha detto EGdL:
http://www.polisblog.it/post/8797/galli ... -ballerine

- il PdL "il fantasma di un partito" l'ha detto EGdL e conclude:
"Così come nel centro-sinistra sono rimasti quasi tutti i vertici della classe politica che fu cattolica o comunista, portando in dote la propria esperienza e le proprie capacità. Mentre alla Destra è toccato solo il resto: a cui poi, per il sopraggiunto, generale, discredito della politica, non si è certo aggiunto il meglio del Paese."
http://www.corriere.it/editoriali/10_ma ... aabe.shtml

- "La successione a Berlusconi, La lotta nel Pdl per l’eredità"
la concludeva con la 'amara' riflessione che:
"Sembra proprio, dunque, che dobbiamo rassegnarci: il berlusconismo è l’unica benché fangosa novità politica toccata in sorte all’Italia in questi anni."
http://www.corriere.it/editoriali/10_ot ... aabc.shtml

Lui sarà contento di doversi rassegnare, io no. Non so se l'articolo l'ha scritto dal SUM+Università Vita-Salute di Verzè, fraterno amico del CUI (Capo Unico Indiscusso).
Ultima modifica di cardif il 03/02/2011, 13:55, modificato 1 volta in totale.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda Iafran il 02/02/2011, 20:13

EGdL l'ho letto ... dal commento che ne ha fatto cardif (che ringrazio)!

Qualcuno (LeG) propone qualcosa d'importante ... . Io ho già accolto l'invito ...

- - -
Un appello per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi, ma insieme alle sottoscrizioni arrivano migliaia di messaggi: di incoraggiamento, di esasperazione e vergogna . Non è semplicemente una raccolta di firme, ci sono storie, espressioni che raccontano un’Italia che rifiuta di riconoscersi nel modello imposto da Silvio Berlusconi. La mobilitazione, lanciata da Libertà e Giustizia all’indomani del Rubygate, vola subito oltre confine. LeG è fiera dell’onda di ribellione, l’Italia può salvarsi dal berlusconismo. Firma anche tu.
Grazie!
Gustavo Zagrebelsky, Paul Ginsborg, Sandra Bonsanti
http://www.libertaegiustizia.it/2011/01 ... lo-di-leg/
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda mauri il 02/02/2011, 20:13

infatti si sente la mancanza di un riferimento politico nel csx di una coalizione che non c'è,
manca una coalizione di csx visto che sono tutti ancora presi nell'ipotizzare alleanze improbabili e potenziali e chissà quali scontri e litigi diventa impossibile avere il ns candidato premier, sono sicuro che se oggi formassero le alleanze, e domani il candidato il csx balzerebbe al 54 x 100
è questo che manca agli italiani, un riferimento alternativo al cdx, di conseguenza ci teniamo il demente senile sporcaccione
ciao, mauri
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda flaviomob il 02/02/2011, 22:43

Complimenti, Cardif. Ottima analisi. Io confesso che quando lo leggo, EGDL, mi cascano e... devo repentinamente chinarmi a cercarli. Il che, stante la mia pinguedine e la conseguente (o antecedente) pigrizia, mi sottrae gran parte delle energie corporali togliendomi del tutto la voglia di replicare... Da tutto ciò desumo la tua invidiabile forma fisica :lol:


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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda matthelm il 03/02/2011, 9:38

cardif ha scritto:E' da commentare penso, altrimenti perché ricopiarlo quà; se uno vuol leggere il Corriere, va direttamente sul sito.


Cardiff??? Ti senti infastidito od offeso... oppure è il tempo? Cosa pensavi che l'avessi proposto per cosa?
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda trilogy il 03/02/2011, 11:04

matthelm ha scritto:La fabbrica delle anime

[..]Il primo è che innanzitutto nella cultura, nel modo di sentire del popolo del Pd si avverte una diffidenza profonda per l’idea stessa che un capo sia necessario. L’evoluzione ideologica dell’elettorato di sinistra successiva alla fine del comunismo ha voluto perlopiù dire, infatti, l’approdo a un democraticismo antigerarchico che è portato a vedere in ogni esercizio d’autorità un più o meno larvato sopruso. [..] Ernesto Galli della Loggia (CdS)


Penso che qua, tutto sommato, colga un aspetto reale della psicologia del CS.
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda Iafran il 03/02/2011, 12:20

trilogy ha scritto:
matthelm ha scritto:La fabbrica delle anime

[..]Il primo è che innanzitutto nella cultura, nel modo di sentire del popolo del Pd si avverte una diffidenza profonda per l’idea stessa che un capo sia necessario. L’evoluzione ideologica dell’elettorato di sinistra successiva alla fine del comunismo ha voluto perlopiù dire, infatti, l’approdo a un democraticismo antigerarchico che è portato a vedere in ogni esercizio d’autorità un più o meno larvato sopruso. [..] Ernesto Galli della Loggia (CdS)

Penso che qua, tutto sommato, colga un aspetto reale della psicologia del CS.

Questa è la differenza con l'attuale "elettorato di cd".
C'è proprio bisogno di farlo sapere a noi?
Se a EGdL non sta bene "un democraticismo antigerarchico che è portato a vedere in ogni esercizio d’autorità un più o meno larvato sopruso" continui a sostenere il suo paladino del "bunga bunga" (a destra e a manca) e vada ad Arcore anche lui, insieme "a quelli che il leader è tutto!" ... alla faccia della "libertè, egalitè, fraternitè" di un certo elettorato.
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda ranvit il 03/02/2011, 12:34

Noi possiamo sfogarci a chiamarlo nano etc etc ma ci sta facendo un mazzo cosi'....

Galli Della Loggia ha perfettamente centrato i difetti del Pd....con buona pace di tanti suoi denigratori.

Non so come e quando potremo venirne fuori...nel frattempo godiamoci Berlusconi (fino a che lo consentirà Bossi).

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda pierodm il 03/02/2011, 12:48

La scoperta delle acque calde.

Mi sono andato a cercare - è la prima volta che lo faccio - l'archivio della ML Gargonza: di queste cose parlavamo e discutevamo nel 1998-99, e non è che proprio avessimo l'aria di fare chissà quale scoperta.
Mi sono appuntato qualche post di allora, ma ve lo risparmio.

Sul rifiuto del leaderismo, dice cose giuste Cardif, e comunque si tratta di posizioni ben consolidate sul piano politico, istituzionale e intelelttuale: farne un argomento psicopatologico è tipico della scemenzialità che ha ormai infettato le polemiche politiche in questi anni.
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