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Un passo verso la vita artificiale

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: Un passo verso la vita artificiale

Messaggioda pianogrande il 24/05/2010, 0:32

Il problema vero, con tutto il rispetto per tutte le religioni (per i veri religiosi) del mondo, è proprio quello discusso qualche post prima.
il problema è l'uso che si può fare di questi prodotti.
Quello c'è sempre.
Io ritengo, però, che il problema non sia, assolutamente, se fare o non fare queste ricerche.
Immaginate che ci arrivi prima un cattivo e che ci colga impreparati.
Immaginate se i ladri avessero le armi ed i carabinieri no.
Se i talebani avessero le tecnologie più sofisticate e La Russa solo l'inter di Murinho.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Un passo verso la vita artificiale

Messaggioda franz il 24/05/2010, 7:55

pianogrande ha scritto:Immaginate se i ladri avessero le armi ed i carabinieri no.

Appunto.
Tra l'altro oltre allo scenario sbilanciato, ne esiste uno peggiore. Quello in cui nessuno dei due ha a disposizione strumenti tecnologici o tecnici. Nel caso in cui due schieramenti contrapposti avessero a disposizione solo la forza delle braccia, si affronterebbero a colpi di bastone o sassate. I danni non si limiterebbero pero' a qualche contusione. Una cosa del genere avvenne recentemente, con il genocidio in Ruanda. E ci dimostra che a mani nude si possono anche fare milioni di morti in poche settimane. Storicamente piu' la strumentazione a disposizione di chi è in conflitto diventa sofisticata, meno vittime ci sono se comparati alla popolazione coinvolta. Anche la seconda guerra mondiale, con i suoi 40 o 60 milioni di morti (su una popolazione totale coinvolta che sfiorava allora il miliardo di abitanti) è poca cosa, proporzionalmente, rispetto alle vittime delle guerre puniche o del conflitto tutsi-hutu. Quindi l'uso di tecnologia nei conflitti, pur consentendo potenzialmente un maggior numero morti, li riduce. Il motivo è abbastanza semplice. Nei conflitti primitivi tra popolazioni l'obiettivo era distruggere la città nemica (Troia, Tebe, Cartagine) e questo era raggiunto sconfiggendo l'esercito che la difendeva. I conflitti di oggi si concentrano solo sugli eserciti e sui combattenti (con l'eccezione di quelli in cui gli eserciti si nascondono tra la popolazione) cercando di indebolirli e costringerli alla resa.

Ora non so come sarà possibile usare in senso militare l'innovazione di cui parliamo ma immagino che menti piu' fervide della mia ci stiano già lavorando. Non per questo credo che siano tutte menti maligne.

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Re: Un passo verso la vita artificiale

Messaggioda annalu il 24/05/2010, 9:15

franz ha scritto:Ora non so come sarà possibile usare in senso militare l'innovazione di cui parliamo ma immagino che menti piu' fervide della mia ci stiano già lavorando. Non per questo credo che siano tutte menti maligne.

Il problema con la "vita artificiale" non consiste solo in come l'uomo può utilizzarla, a scopi benefici (p.es. vaccini) ma anche malvagi, bellici o terroristici.
Il pericolo vero, quando si "costruiscono" organismi in qualche modo modificati, è che si tratta appunto di organismi viventi. E i viventi hanno, tutti indistintamente, un loro obiettivo: vivere. Vivere ciascuno come singolo, vivere nel tempo riproducendosi ed evolvendosi.
Quando si "costruisce" un organismo, si sa cosa si è fatto in quel momento, ma non si ha idea di come quell'organismo potrebbe evolversi nel tempo, e quali siano le "strategie" che potrà mettere in campo per proliferare.
Un piccolo batterio ingegnerizzato (ingegnerizzato al punto da essere considerato del tutto artificiale), se liberato nell'ambiente, cosa potrebbe diventare? Al limite, potrebbe provocare epidemie di malattie del tutto nuove ed ignote, magari resistenti agli antibiotici noti ...
I laboratori biologici dove si lavora con organismi ingegnerizzati hanno un "livello di sicurezza" molto elevato, allo scopo di rendere praticamente impossibile a questi organismi di "fuggire" dal laboratorio ed evolversi nell'ambiente in direzioni sconosciute.
Gli organismi "creati" da Venter hanno già nel loro genoma delle mutazioni spontanee (lo afferma lui stesso). Se verranno utilizzati nel chiuso dei laboratori, magari appunto per produrre vaccini od altri farmaci come insulina od altri ormoni, il rischio sarà minimo. Se invece dovessero venir "liberati", il rischio potrebbe essere molto alto.

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Re: Un passo verso la vita artificiale

Messaggioda franz il 24/05/2010, 10:39

annalu ha scritto:Il pericolo vero, quando si "costruiscono" organismi in qualche modo modificati, è che si tratta appunto di organismi viventi. E i viventi hanno, tutti indistintamente, un loro obiettivo: vivere. Vivere ciascuno come singolo, vivere nel tempo riproducendosi ed evolvendosi.
Quando si "costruisce" un organismo, si sa cosa si è fatto in quel momento, ma non si ha idea di come quell'organismo potrebbe evolversi nel tempo, e quali siano le "strategie" che potrà mettere in campo per proliferare.
Un piccolo batterio ingegnerizzato (ingegnerizzato al punto da essere considerato del tutto artificiale), se liberato nell'ambiente, cosa potrebbe diventare? Al limite, potrebbe provocare epidemie di malattie del tutto nuove ed ignote, magari resistenti agli antibiotici noti ...

Verissimo ma questo è vero per tutti gli organismi viventi ... "naturali", che sono miliardi.
Le leggi di mutazione e selezione a cui questo organismo artificiale sarebbe sottoposto sono le stesse che influenzano tutta la vita sul pianeta. Ci preoccupiamo per un organismo e non per gli altri miliardi, che potrebbero anche loro da vita improvvisamente a nuove varianti e nuove malattie? In piu' questo organismo potrebbe contenere inizialmente dei marker artificiali, per un suo riconoscimento in caso di necessità. Oppure appositi trigger per gli antibiotici, a nostra difesa. Anche questi marker potrebbero mutare ma per quanto riguarda la vita monocellulare mi risulta che sostanzialmente siano le forme di vita piu' stabili, identiche da miliardi di anni.
Sei piu' esperta di me e quindi potrai confermare o meno ma quel genere di vita ha una riproduzione non sessuata e quindi il tasso di propagazione delle mutazioni è basso e la popolazione è stabile. Le mutazioni, che avvengono sempre spontaneamente, vengono corrette dal sistema interno, lo stesso che protegge gli organismi dalle mutazioni indotte dai raggi cosmici. Il rischio è quindi infinitesimo rispetto a quello che senza saperlo accettiamo ogni giono dalla natura. leggevo che nel nostro corpo ci sono miliardi di batteri "amici" che svolgono per noi funzioni vitali. Qesto non è una novità ma quello che non sapevo è il peso. Leggevo di 1 KG di batteri. Anche loro possono mutare e provocare quello che temi.
Perché non lo fanno?

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Re: Un passo verso la vita artificiale

Messaggioda mauri il 24/05/2010, 11:02

gira e rigira si torna ai dubbi che sono gli stessi sugli OGM,
e un conto sono le mutazioni naturali, regolate dalla vita stessa, un altro quelle artificiali che vengono fatte al buio senza conoscrere gli effetti collaterali menzionati da annalù, come i suoi dubbi sulla fuga di batteri e virus dai laboratori che pur sicuri si verificano e si sono verificati
l'altra sera un film parlava di microorganismi che facevano rivivere i morti, e dopo le continue guerre terrestri per necessità di combattenti shwarzi col presidente ne utorizzava l'uso per creare i zombiecombat
anche questo aveva un utile fine, non causare ulteriori morti ma... non so come sia finito ma lo posso immaginare, creare altro per eliminare poi gli zombie, quando forse era meglio cessare le guerre
conviene guardare e leggere fantascienza per capire come sarà il futuro, e se ne vede di bello ma anche di terribile
l'uomo si crede onnipotente ma basta un robino microscopico per eliminarlo, un terremoto, un vaso di fiori...
conviene attendere che la ricerca faccia il suo lavoro sperando che poi rimanga in buone mani
ciao, mauri
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Re: Un passo verso la vita artificiale

Messaggioda annalu il 24/05/2010, 11:12

franz ha scritto:Verissimo ma questo è vero per tutti gli organismi viventi ... "naturali", che sono miliardi.
[...] Il rischio è quindi infinitesimo rispetto a quello che senza saperlo accettiamo ogni giono dalla natura. leggevo che nel nostro corpo ci sono miliardi di batteri "amici" che svolgono per noi funzioni vitali. Qesto non è una novità ma quello che non sapevo è il peso. Leggevo di 1 KG di batteri. Anche loro possono mutare e provocare quello che temi.
Perché non lo fanno?

Perché non lo fanno?
Perché i viventi in realtà formano un tutto fortemente interconnesso, e una lunga coevoluzione (evoluzione parallela) tende a privilegiare forme di simbiosi nelle quali i diversi organismi traggono vantaggio reciproco. Infatti i patogeni di malattie gravissime a rapido esito letale hanno scarso "successo" evolutivo, perché chi ne viene infettato muore prima di riuscire a diffondere il patogeno stesso, cosa che riesce benissimo invece a patogeni di malattie a progressione lenta.
Comunque anche così di tanto in tanto si evolvono nuovi patogeni col risultato di diffondere nuove epidemie, ed infatti l'OMS ha un sistema di sorveglianza mondiale per cercare di individuare nuovi focolai appena si formano.
Quello che proprio non sappiamo (per ora) è quale tipo di evoluzione potrebbero avere organismi ingegnerizzati che non hanno subito un processo evolutivo con una adeguata selezione naturale.
Gli organismi ingegnerizzati finora, che tra l'altro vengono utilizzati solo in laboratori di massima sicurezza, in genere presentano solo l'aggiunta di pochi geni utili alla produzione del vaccino o del farmaco che ci interessa, quindi sono organismi più "fragili" rispetto alla forma "selvatica", e spesso nel loro genoma ci sono limitazioni metaboliche che ne renderebbero ancora più difficile la sopravvivenza al di fuori dei terreni nutritivi forniti loro in laboratorio.
Quello che Venter sta cercando di fare (da quel che dice) è invece un organismo del tutto artificiale, con geni selezionati dall'uomo, e capaci di vita autonoma. Esperimento di grandissimo interesse scientifico, perché ci permetterà di identificare i singoli geni coinvolti nel metabolismo minimo essenziale di una cellula e nella sua riproduzione, ma che va condotto con le dovute precauzioni.
Insomma, Venter è un privato il cui fine principale è il profitto: trovo giusto che l'amministrazione Obama si preoccupi che gli esperimenti vengano condotti con tutte le garanzie di sicurezza e in modo controllato.

Ultima precisazione: è vero che i batteri sanno riprodursi per scissione senza riproduzione sessuata, in condizioni normali. Se però gli stessi batteri si trovano in difficoltà, magari per scarsità di un certo nutriente o altro, si trasformano e si dedicano alla riproduzione sessuata, una sorta di "orgia" per cercare di sopravvivere.
Per i batteri la riproduzione sessuata è complessa e richiede sacrifici: due cellule batteriche si uniscono: una si sacrifica, "dona" il proprio patrimonio genetico all'altra, e muore. L'altra ricombina i suoi geni con quelli ricevuti, poi si divide dando origine a nuove cellule batteriche con genoma frutto della ricombinazione di quelli dei due "genitori". Proprio questo peculiare comportamento è uno dei fenomeni che consente di comprendere i vantaggi della riproduzione sessuata.

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