L'omelia di Ranieri Cantalamessa pronunciata davanti a Benedetto XVI
"Non parlo degli abusi sui bambini perché se ne parla già molto sui media"Pedofilia, il predicatore del Papa
"Attacco violento come l'antisemitismo"Le parole del francescano hanno suscitato pesanti reazioni nel mondo ebraico
Il portavoce vaticano, padre Lombardi prende le distanze: "Non credo sia un paragone appropriato"
CITTA' DEL VATICANO - Ha detto di non voler parlare degli abusi sui bambini, perchè già i media ne trattano abbastanza. Ha denunciato invece con forza gli orrori delle violenze sulle donne, ed ha chiesto agli uomini di fare un "mea culpa" collettivo. Poi però alla fine della sua omelia pronunciata davanti al Papa, durante il rito in San Pietro della 'Passione del Signore', padre Raniero Cantalamessa, il frate cappuccino predicatore della Curia, ha letto il passaggio di una lettera di un suo amico ebreo, in cui si paragona l'attacco "violento e concentrico" contro la Chiesa e il Papa agli "aspetti più vergognosi dell'antisemitismo". Parole forti, che il religioso cattolico non ha pronunciato in prima persona, scegliendo la via trasversale di citare dal testo di una persona a lui cara, di origini giudaiche, senza aggiungere alcun commento. Parole che, in serata, hanno suscitato reazioni stupite e anche rabbiose nella comunità ebraica internazionale.
Il sermone di Cantalamessa ha conquistato le home page di Haaretz e del Jerusalem Post in Israele, del sito della BBC e del New York Times. E' quest'ultimo, che nei giorni scorsi aveva chiamato in causa Joseph Ratzinger nel caso del prete pedofilo Lawrence Murphy, a raccogliere il disappunto del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, per quanto affermato dal predicatore pontificio. Lombardi, scrive il NYT, ha sottolineato che le opinioni di Cantalamessa non sono da intendere come una "dichiarazione ufficiale" del Vaticano e che è sbagliato interpretarle come un paragone con l'antisemitismo. Si tratta, invece, di un messaggio di "solidarietà" inviato a padre Cantalamessa da un amico ebreo.
"Non credo sia un paragone appropriato", sono le parole di Lombardi riportate dal NYT, "ecco perchè la lettera va intesa come la solidarietà espressa da un ebreo". "E non è un attacco al mondo ebraico", ha voluto ribadire Lombardi al NYT, che ha escluso un coinvolgimento del papa nella redazione del sermone di Cantalamessa.
La reazione del mondo ebraico, però, va dall'ironia alla furia. Se, secondo quanto scrive ancora il NYT, il rabbino della Comunità di Roma, Riccardo Di Segni, ha sorriso quando gli è stato chiesto un commento sul sermone e ha pregato Dio che "illumini i loro cuori" nel giorno in cui "loro pregano che il Signore illumini i nostri affinchè riconosciamo Gesù", Elan Steinberg, vice presidente dell'Associazione americana di sopravvissuti all'Olocausto, intervistato dalla Reuters, ha invitato Cantalamessa a "provare vergona". "Il paragone è offensivo e insostenibile", ha detto. Il Centro Simon Wiesenthal ha tirato in ballo Ratzinger: "Queste affermazioni ingiuriose sono state fatte in presenza del Papa e il Papa stesso deve chiedere scusa". Il Consiglio ebraico della Germania ha trovato il sermone di Cantalamessa "insolente, osceno e offensivo verso le vittime degli abusi e verso le vittime dell'Olocausto". "Il Vaticano", ha detto il Segretario generale, Stephan Kramer, "tenta di trasformare in vittime coloro che hanno perpetrato gli abusi".
All'ira del mondo ebraico si è unita l'indignazione delle vittime dei preti pedofili. Il Network americano delle vittime di abusi da parte dei preti (Snap, nell'acronimo inglese) è durissimo: "Spezza il cuore vedere un esponente di alto rango del Vaticano fare affermazioni insultanti sia per le vittime di abusi sia per il popolo ebraico", ha detto un portavoce.
Benedetto XVI aveva ascoltato Cantalamessa con occhi socchiusi. Poi, al momento dell'adorazione della Croce, il Papa si è voluto togliere i paramenti sacri e le scarpe, in un "atto penitenziale" e di "umiltà", come ha spiegato il cerimoniere pontificio, mons. Guido Marini.
"Per una rara coincidenza, quest'anno la nostra Pasqua cade nelle stessa settimana della Pasqua ebraica che ne è l'antenata e la matrice dentro cui si è formata", aveva ricordato padre Cantalamessa nella predica. "Questo - aveva aggiunto il frate - ci spinge a rivolgere un pensiero ai fratelli ebrei. Essi sanno per esperienza cosa significa essere vittime della violenza collettiva e anche per questo sono pronti a riconoscerne i sintomi ricorrenti"."Ho ricevuto in questi giorni - ha proseguito - la lettera di un amico ebreo e, con il suo permesso, ne condivido qui una parte. Dice: 'Sto seguendo con disgusto l'attacco violento e concentrico contro la Chiesa, il Papa e tutti i fedeli da parte del mondo intero. L'uso dello stereotipo, il passaggio dalla responsabilità e colpa personale a quella collettiva mi ricordano gli aspetti più vergognosi dell'antisemitismo. Desidero pertanto esprimere a lei personalmente, al Papa e a tutta la Chiesa la mia solidarietà di ebreo del dialogo e di tutti coloro che nel mondo ebraico (e sono molti) condividono questi sentimenti di fratellanza" Con la citazione della lettera dell'amico ebreo, padre Cantalamessa ha finito per riportare in primo piano un tema di cui aveva precedentemente affermato di non voler trattare, ovvero della violenza sui bambini, "di cui si sono macchiarti sciaguratamente anche elementi del clero". "Di essa - ha osservato - si parla già abbastanza fuori di qui".
(02 aprile 2010)
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Cresce la polemica dopo l'uscita di Cantalamessa che ha paragonato gli attacchi al Papa all'antisemitismo
Il segretarìo del Consiglio centrale Kramer: "Insulta sia le vittime degli abusi che quelle della Shoah"Ebrei tedeschi contro il predicatore
Lombardi: "Non è la linea del Vaticano"BERLINO - E'
sdegnata la reazione della comunità ebraica internazionale di fronte all'iniziativa del predicatore papale Raniero Cantalamessa, che ieri durante le celebrazioni del Venerdì Santo, davanti a Papa Benedetto XVI, ha paragonato "l'attacco violento e concentrico" di cui Ratzinger sarebbe vittima a causa delle polemiche sui preti pedofili alle persecuzioni antisemite. Un paragone che è "un insulto e un'impertinenza", commenta oggi il segretario generale del Consiglio centrale ebraico tedesco. Un insulto "sia alle vittime degli abusi sessuali che alle vittime della Shoah", rincara Stephan Kramer intervistato dall'Afp.
Il Vaticano "ha fatto ricorso ai metodi abitualmente utilizzati da decenni per soffocare e nascondere le storie che imbarazzano" la chiesa cattolica, ha aggiunto Kramer. La dichiarazione di Cantalamessa era in realtà tratta da una lettera di solidarietà al Papa scritta da "un amico ebreo", modo trasversale che comunque non ha mancato di suscitare polemiche e anche la reazione imbarazzata del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, citata dal New York Times: "Non credo che si tratti di un parallelo appropriato. La lettera dovrebbe essere interpretata come un messaggio di solidarietà da parte di un ebreo. Non voleva essere un attacco al mondo ebraico, assolutamente no".
Posizione che il portavoce ha ribadito oggi a Radio Vaticana.
"Avvicinare gli attacchi al Papa per lo scandalo pedofilia all'antisemitismo non è la linea seguita dalla Santa Sede" ha detto Lombardi. "Padre Cantalamessa ha solo voluto rendere nota la solidarietà al Pontefice espressa da un ebreo alla luce della particolare esperienza di dolore subita dal suo popolo. Ma è stata una citazione che poteva dare adito a malintesi'' ha aggiunto.
(03 aprile 2010)
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“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)