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PD:soprattutto non sa parlare alla gente

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

PD:soprattutto non sa parlare alla gente

Messaggioda raffaele leone il 06/06/2009, 4:51

Nel bene(IDV) e nel male(Lega,PDL)alcuni partiti sanno parlare alla gente comune,usano linguaggi e comportamenti facilmente comprensibili all'"uomo della strada",al semplice cittadino.Presuntuoso e "intellettuale"com'è il PD è soprattutto un partito ALIENO alla gente ,che non lo capisce,sembra astruso,politichese...(ma chi lo capisce? ma che vuole?) non conosce il linguaggio semplice diretto,che fa subito presa, poteva andar bene 10-20 anni fa ,APPENA NATO IL PD E' GIA' VECCHIO.
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Re: PD:soprattutto non sa parlare alla gente

Messaggioda franz il 06/06/2009, 17:20

raffaele leone ha scritto:Nel bene(IDV) e nel male(Lega,PDL)alcuni partiti sanno parlare alla gente comune,usano linguaggi e comportamenti facilmente comprensibili all'"uomo della strada",al semplice cittadino.Presuntuoso e "intellettuale"com'è il PD è soprattutto un partito ALIENO alla gente ,che non lo capisce,sembra astruso,politichese...(ma chi lo capisce? ma che vuole?) non conosce il linguaggio semplice diretto,che fa subito presa, poteva andar bene 10-20 anni fa ,APPENA NATO IL PD E' GIA' VECCHIO.

Non so. Vero che a volte mi sento un marziano ma io il linguaggio del PD (ora di Franceschini) lo capisco.
Magari a volte posso dissentire, non essere d'accordo. Soprattutto quando c'era Veltroni.
Ma li capisco e lo capiscono milioni di elettori. Come soprattutto capivano Prodi. Che capivano ancora di piu'.
Tra questi milioni di persone "comuni". Non credo che un partito che supera il 25% di voti e raggiunge anche il 30% sia fatto solo di raffinati intellettuali. Se dovessimo basare la comprensibilità sulla mole di voti allora IDV sarebbe incomprensibile.

Infatti il problema non è la comprensione ma il consenso.

Anche di Pietro lo capisco (a fatica, perché inciampa nella costruzione della frase) solo che le occasioni di disaccordo sono superiori. Dice cose giuste e cose sbagliate.
Comprendo che il suo modo di parlare è forse piu' vicino alla gente ma per me dice troppo spesso cose che non condivido.
Anche Berlusconi parla e comunica in un certo modo, ma le cose sbagliate si avvicinano al 100%.

Inutile quindi che tu la metta sulla "non comprensione".
Perché non è il PD che non si fa capire ma sei tu che non sei (legittimamente) d'accordo.
Altri invece (credo molti di piu') danno piu' credito alla comunicazione del PD (o del PdL) che a quella di IDV.
Lunedi' vedremo quanti.

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Re: PD:soprattutto non sa parlare alla gente

Messaggioda pierodm il 06/06/2009, 17:25

E' vero. Non è vero.

Non sa parlare alla gente, ma non è solo una questione di linguaggio.
Anzi, non è per niente una questione di linguaggio, tanto meno di in relazione alla "intellettualità": gl'intellettuali sanno parlare meglio degli altri, semmai.
Se la questione fosse in questi termini - la gente contro gl'intellettuali - la partita non sarebbe tanto perduta, quanto indegna di essere giocata: una nazione che capisce solo i linguaggi rozzi e le buffonate si merita di essere governata da buffoni e da arruffapopoli.
Ma gl'intellettuali, per imparare a misurare le proprie capacità di comunicazione, devono mettersi alla prova, devono lavorare sul campo: così fanno gli scrittori, così i giornalisti bravi, così registi e sceneggiatori, artisti e docenti di ogni ordine e grado, e gli artigiani di qualità, i manager, tutti quelli insomma che lavorano con l'intelletto scontrandosi con la comprensione della gente e con le difficoltà della materia.
Ma lasciamo stare: questa è la questione, diciamo così, "tecnica".
Il problema che sta dietro a qualunque attività prevalentemente intellettuale, tanto quanto a quelle "pratiche", è la necessità di avere chiaro il traguardo, gli obiettivi, il "che cosa" dire oltre che il "come" dirlo - e sul piano individuale anche il "perché", cioè le motivazioni, la passione, la convinzione profonda, e la chiarezza sul "chi" sia il proprio auditorio: diamo per scontato che ciò valga per gli artisti e i professionisti prima citati, ma anche per loro non è affatto scontato e nemmeno facile. In politica lo è ancora meno, o meglio, appare con maggiore evidenza quando queste condizioni non si verificano.

Per esempio, il vecchio PSI e il vecchio PCI erano più "intellettuali" di quanto non lo sia il PD attuale, e tuttavia gli elettori li capivano benissimo, e anche la vecchia DC non scherzava quanto a linguaggio ieratico - con Moro e altri simili, anzi, credo che abbia battuto ogni record di opacità sintattico-grammaticale - anche l'opacità è a suo modo una forma di efficiente "chiarezza comunicativa", come lo è il latinorum di azzeccagarbugli.

Tutto ciò ha delle cause, complesse ma sufficientemente spiegabili.
La prima ragione sta nel fatto che certe parole, certi concetti che il PD usa, giustamente, sono però diventati afoni presso la massa elettorale.

La seconda sta invece nella divaricazione che esiste tra la comunicazione diretta, a livello di base, e quella ufficiale.
Nello "sdoganarsi" e nel volersi presnetare come "forza di governo", la sinistra ha ritenuto di dover esasperare il proprio "politicamente corretto": essere di governo significava una specie di raffinazione extra light dei propri atteggiamenti, che dovevano essere sempre ecumenici, misurati nei toni e nel linguaggio.
A livello di base è normale sentir dire che chi vota Papi Cucù è un ignorante o un coglione, e che lo stesso Papi ha cominciato a "imprendere" coi soldi della mafia, e con la complicità dei ladruncoli craxiani, dei pidduisti, etc etc.
Ma appena si sale uno scalino tutto questo scompare, o meglio, rimangono solo allusioni velatissime e incomprensibili, che somiglino più a pizzicotti maligni e calci dati sottobanco che a decise denunce di un malaffare: "siamo una forza di governo, non ci abbassiamo a polemiche strumentali delle vicende giudiziarie, vogliamo sconfigere Papi sul piano politico, etc"
Nei vecchi partiti, invece, era molto più chiaro il rapporto tra la durezza ufficiale, sia pure misurata nei termini, e la violenza verbale della propaganda di base, che usava verso la DC o i fascisti parole forse più crude di quelle usate oggi verso Papi Cucù nelle diatribe "di base": c'era diversità, non contraddizione.

Lo stesso errore non lo fa la destra, e nemmeno la Lega: coglioni siamo noi della sinistra a livello di base, coglioni rimaniamo nei discorsi ufficiali, così come negri di merda sono gl'immigrati nei comizi di Borghezio, e tali rimangono - appena appena più levigate le parole - nei discorsi televisivi o parlamentari.

Va be': esco, vado a votare.
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Re: PD:soprattutto non sa parlare alla gente

Messaggioda franz il 07/06/2009, 9:56

Se posso riassumere in poche parole l'intervento di piero, direi:
a) piu' che non saper comunicare, ha poco o sempre meno da dire, da comunicare.
b) quel poco che potrebbe, non lo fa per decenza, mentre la destra non si fa problemi.

Direi che c'è un fondo di verità ma non riguarda il solo PD.
Riguarda tutto lo schieramento che va da casini a turigliatto.
Non è che ci sia uno di loro (a sinistra come a destra del PD) che dice, stando nel gradino piu' in alto, le cose che si dicono nei bar e che tutti sanno. Forse anche perché tutti le sanno. Quindi è inutile dirle.
E non è che chi ha ancora le idee del vecchio PCI e della vecchia DC oggi prenda valanghe di voti.

La chiave forse quindi sta all'inizio del testo di piero: "una nazione che capisce solo i linguaggi rozzi e le buffonate si merita di essere governata da buffoni e da arruffapopoli".
Perché è chiaro che se entrambi gli schieramenti utilizzassero strumenti dialettici e retorici di buon livello, forse il tutto potrebbe migliorare, ma se uno dei due insiste con gli argomenti rozzi, le buffonate, la demagogia, ecco che per l'altro si pone il dilemma:
a) abbassarsi al livello dell'avversario (e qui alcuni nostri forumisti sostengono questa tesi)
b) fare i signori e distinguersi, cercando almeno di mostare che nel paese c'è chi ha un minimo di decoro e dignità.

Vedi, Piero, comunque vada, dato questo dilemma, ci sarà sempre chi sostiene che chi segue l'approccio b) non sa comunicare.

Franz
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Re: PD:soprattutto non sa parlare alla gente

Messaggioda trilogy il 07/06/2009, 10:29

franz ha scritto:La chiave forse quindi sta all'inizio del testo di piero: "una nazione che capisce solo i linguaggi rozzi e le buffonate si merita di essere governata da buffoni e da arruffapopoli".
Perché è chiaro che se entrambi gli schieramenti utilizzassero strumenti dialettici e retorici di buon livello, forse il tutto potrebbe migliorare,......
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Osservazione che condivido. Per fare un paragone è come se un insegnante a scuola utilizzasse lo stesso linguaggio sgrammaticato, le parolacce dei ragazzi per farsi capire. Forse la capirebbero meglio ma certo non farebbero grandi passi in avanti. Il linguaggio della destra è efficace ma ha fatto abbrutire il paese, al nord in particolare, i danni prodotti dalla Lega nell'immaginario collettivo sono enormi. Il nord una volta era il modello di efficienza oggi non riescono nemmeno ad organizzare in modo decente un expo. Quando regredisce il linguaggio collettivo regredisce l'efficienza del pensare. Ci sono anche ricerche sperimentali che lo dimostrano.

franz ha scritto:ma se uno dei due insiste con gli argomenti rozzi, le buffonate, la demagogia, ecco che per l'altro si pone il dilemma:
a) abbassarsi al livello dell'avversario (e qui alcuni nostri forumisti sostengono questa tesi)
b) fare i signori e distinguersi, cercando almeno di mostare che nel paese c'è chi ha un minimo di decoro e dignità.
Vedi, Piero, comunque vada, dato questo dilemma, ci sarà sempre chi sostiene che chi segue l'approccio b) non sa comunicare.
Franz


D'accordo anche qua. Aggiungerei, cinicamente, che tra l'originale e la copia, il pubblico preferisce sempre l'originale. La strada di emularli è sbagliata in ogni caso, sia dal punto di vista etico, che del possibile risultato. Obama ha un linguaggio molto differente da quello rozzo di Bush, eppure ottiene ottimi risultati.

ciao
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Re: PD:soprattutto non sa parlare alla gente

Messaggioda pierodm il 07/06/2009, 11:41

Io ne facevo una questione di sostanza, non di forma.
E' chiaro che a livello pubblico il linguaggio sia - debba essere - più controllato, ma appunto il problema non è il linguaggio: possiamo giustamente lasciare alla Lega o ad altri l'appiattimento monocorde sulla volgarità e la rozzezza.
Ma quello che non deve cambiare è la sostanza dei discorsi, e la "gente" capisce bene quando la sostanza è la stessa al di là delle parole usate.
Per esempio: qui e altrove si parla spesso di Di Pietro come un esagerato, un massimalista e un forcaiolo, perché si slancia con grande ostinazione e vigore contro l'illegalità berlusconiana, usando termini molto forti.
Ma - a cominciare da noi, qui - anche tra gli elettori e i simpatizzanti del PD si usa riferisrsi a Papi Cucù in maniera molto simile a quella usata da Di Pietro, e forse perfino più cruda.
Ora, nessuno critica Franceschini o, prima, Veltroni perché non usa le stesse parole di Di Pietro, o le stesse che noi usiamo qui, ma perché sembra (anzi, spesso si dichiara apertamente) che siano diversi i concetti e i giudizi, e la forza stessa dell'opposizione: saremmo - sarebbero - tutti ben lieti di avere una rappresentanza partitica capace di dire le stesse cose che diciamo "in privato" con termini più eleganti, ma non siamo affatto lieti se questa rappresentanza dice cose diverse, e in certi casi opposte, o vaghe, o non le dice per niente.

Per il resto, se si è minoranza, bisogna farsene una ragione.
Ma in realtà il problema è sempre esistito, fin dai tempi di Tiberio Gracco: essere colti e avere una grande capacità di comunicazione non è un limite, ma semmai un vantaggio, a patto che si abbia qualcosa da comunicare.
C'è una parte significativa di "popolo" che, sebbene tendenzialmente rozza, è capace di entusiasmarsi anche a qualcosa o qualcuno che sia di livello culturale superiore alla media: in questi casi aiuta molto anche l'immagine, la faccia, il calore e la "credibilità fisica" del comunicatore.
In questo senso torna buono un discorso che facevo anni fa sui grandi miti della musica pop, ossia sulle ragioni per cui alcuni personaggi riuscivano ad entusiasmare, mentre altri no, a prescindere dalle doti strettamente musicali: era un problema di "credibilità", un mix di sfumature vocali, identità della persona, atteggiamenti.
Le canzoni di Mina, per esempio, raccontavano storie in cui la donna protagonista "era" esattamente una donna come Mina: ironica, passionale, libera, e Mina la impersonava magnificamente.
Lo stesso valeva per altri grandi, come Battisti, De André, Paoli, la Strambelli, De Gragori, Venditti, e più tardi Vasco e Gianna Nannini: facce, voci, figure che si sovrapponevano splendidamente alle storie che raccontavano. Non "interpretavano", ma "erano" quelle storie e quelle vite vissute.
Tornando alla politica, il meccanismo è ovviamente non molto diverso.
Se ripensiamo a Rumor e a Moro, così come a Longo e Berlinguer, ad Almirante o o Malagodi, a Pajetta, a De Martino, dobbiamo convenire che ciscuno di loro non era intercambiabile con l'altro, e ciscuno era la personificazione del proprio partito, del momento specifico della storia di quel partito, delle idee, del "senso" del partito, chi per la sua aria pretina, chi per l'aspetto inappuntabile del liberale ben pettinato e severo, chi per il baffetto pugnace da ex repubblichino, chi per la faccia da vecchio partigiano ingrugnato o da profeta della questione morale, o da vecchio e bonario professore di latino socialista (che altro sennò?).
Naturalmente, queste non sono cose che s'inventano, ma sono il frutto di una storia vera, di una casualità ben guidata dalla necessità.
Una storia, una casualità che hanno prevenuto e surclassato le strategie del grande marketing comunicativo, quando al marketing nessuno ci pensava.
In fondo, come disse una volta il designer Giugiaro, il più grande successo stilistico di tutti i tempi sono i jeans, una stoffaccia genovese per calzonacci da bovaro.
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Re: PD:soprattutto non sa parlare alla gente

Messaggioda pinopic1 il 07/06/2009, 11:45

Non c'è dubbio che la strada di emularli è sbagliata. Sia nei programmi che nel linguaggio. Se abbiamo una speranza di recupero questa risiede nella capacità di costituire veramente, agli occhi dell'elettorato, una alternativa alle soluzioni, ai programmi e alla cultura di questa destra.
Rimanendo al tema io non vedo né la difficoltà a comprendere il linguaggio degli esponenti del CS nè tutta questa presunzione. A meno che si consideri presunzione la pretesa di avere idee diverse da quelle dei destro berlusconiani. Ma come ci permettiamo, chi siamo noi per avere le nostre idee e pensare che siano migliori? Che presuntuosi!
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Re: PD:soprattutto non sa parlare alla gente

Messaggioda ranvit il 07/06/2009, 11:46

Scusate ma a me non pare che il problema sia essere o no rozzi.

Piuttosto, come già si è detto in altro forum qualche giorno fa, il problema è che il Pd non ha una identità riconoscibile e quindi non ha una "visione" di gestione della società e di conseguenza non ha niente da "comunicare" alla gente.....se non l'immagine di un'accozzaglia di politicanti che, quando chiamati al governo hanno fatto cilecca, e che perseguono nella riproposizione di facce vecchie e amanti del politichese rancido e ammuffito!

Insomma era la volta buona, visto che comunque si perderà alla grande, di rinnovare metodi e uomini (possibilmente con il 50% di donne) e presentare un programma di una pagina, con l'indicazione dei dieci problemi piu' urgenti per il rinnova,mento del Paese (a partire da una drastica riduzione del costo della politica e cioè : dimezzamento di tutti i parlamentari, dei consiglieri regionali provinciali e comunali. Nonchè il dimezzamento dei loro stipendi e prebende e privilegi vari).

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: PD:soprattutto non sa parlare alla gente

Messaggioda franz il 07/06/2009, 13:42

ranvit ha scritto:Piuttosto, come già si è detto in altro forum qualche giorno fa, il problema è che il Pd non ha una identità riconoscibile e quindi non ha una "visione" di gestione della società e di conseguenza non ha niente da "comunicare" alla gente.....

Riconoscibile o riconosciuta?
Per me invece il PD ha qualche cosa da comunicare (in cui mi riconsco anche se non al 100%) ma non sa farlo bene.
Non sa farlo in modo netto, preciso , chiaro. Ci sono ancora remore che provengono da antiche infuenze.
La visione esiste, anche perché chiunque abbia girato il mondo - o anche l'Europa - la possiede e la riconosce.

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Re: PD:soprattutto non sa parlare alla gente

Messaggioda pinopic1 il 07/06/2009, 18:51

ranvit ha scritto:Scusate ma a me non pare che il problema sia essere o no rozzi.

Piuttosto, come già si è detto in altro forum qualche giorno fa, il problema è che il Pd non ha una identità riconoscibile e quindi non ha una "visione" di gestione della società e di conseguenza non ha niente da "comunicare" alla gente.....se non l'immagine di un'accozzaglia di politicanti che, quando chiamati al governo hanno fatto cilecca, e che perseguono nella riproposizione di facce vecchie e amanti del politichese rancido e ammuffito!

Insomma era la volta buona, visto che comunque si perderà alla grande, di rinnovare metodi e uomini (possibilmente con il 50% di donne) e presentare un programma di una pagina, con l'indicazione dei dieci problemi piu' urgenti per il rinnova,mento del Paese (a partire da una drastica riduzione del costo della politica e cioè : dimezzamento di tutti i parlamentari, dei consiglieri regionali provinciali e comunali. Nonchè il dimezzamento dei loro stipendi e prebende e privilegi vari).

Vittorio


Scusa Ranvit. Prima parli di identità e di visione della società e poi la riduci ad una battaglia per il dimezzamento del numero del personale politico. La riduzione dei costi della politica e del numero delle persone che direttamente o indirettamente vivono di politica è senza dubbio una necessità ed una cosa capace di incontrare un grande consenso popolare. Ma non dà nessuna identità e non è una visione del mondo. E' una cosa che potrebbe fare benissimo anche la destra, Di Pietro o i grillini. Una volta era uno dei cavalli di battaglia del MSI. Perché non si realizza è chiaro: è come parlare di feste natalizie a casa dei tacchini.

In realtà per dare identità basterebbero anche soltanto cinque punti su mezzo foglio di carta. Cinque grandi riforme, però di quelle che assai difficilmente la destra farebbe.
Poi però, una volta scritto l'elenco bisogna farlo conoscere agli elettori e soprattutto bisogna fare appassionare i cittadini alle riforme che proponiamo.
1. Riforma del Welfare e ammortizzatori sociali per contrastare la precarietà del lavoro e della vita
2. Miglioramento della qualità dell'istruzione universitaria e potenziamento della ricerca. Meritocrazia garantita e riduzione del potere dei baroni. Sostegno forte alla scuola pubblica a tutti i livelli.
3. Introduzione di criteri rigidamente meritocratici in tutti i settori della P.A. e responsabilizzazione di capi e dirigenti rispetto ai risultati.
4. Riordino della legislazione riguardante i lavoratori immigrati (diritti e doveri): quelli che lavorano e producono, pagano tasse e contributi e mandano i figli a scuola. (La destra invece preferisce parlare di clandestini)
5. Riforma del sistema televisivo per garantire un effefttivo pluralismo.
6. Class action, autority e misure atte a tutelare realmente consumatori e risparmiatori.
7. Riforma della giustizia non per creare nuove impunità ma per snellire processi e cause civili e assicurare il diritto alla giustizia uguale per tutti.
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