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L'ora di religione

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: L'ora di religione

Messaggioda Iafran il 28/04/2009, 17:14

Caro pachega

mi riferivo a tutto quello che stefano aveva scritto nel suo post, in cui ho visto apertura e disponibilità verso “gli altri”. Ho cercato di estrapolare qualche frase, ma avrei fatto un torto a quelle escluse. Va bene integralmente per me.

Concordo con te che “… la pratica dei diritti e' sempre molto complicata”, penso in qualsiasi parte, ma in modo particolare in Italia, per questo sono solidale con chi me lo sento in sintonia; poi, se ho da imparare…
Alla tua domanda “come trovare un'unita' al centro-sinistra su un numero di temi sufficienti a garantire da una parte la vittoria elettorale e dall'altra il mantenimento di un certo livello di gradimento da parte di una maggioranza dell'elettorato?” mi sentirei di anteporci “come trovare gli uomini di CS che possano convenire appieno sui temi predicati, a garanzia di una vittoria globale per l’intera legislatura?”
Proprio per assicurare “un certo livello di gradimento” per la quasi totalità della popolazione, perché dai governanti (escludendo l’attuale Capo) tutto mi aspetterei tranne che non andassero incontro a soddisfare i bisogni della popolazione intera (forse sono ingenuo) nella sua eterogeneità, culturale ed economica. Non c’è estremismo, o politica spicciola di parte che lo garantirebbe.
Meno che mai il corporativismo che si rispolvera periodicamente e che fa comodo alle frange o ai singoli.
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Re: L'ora di religione

Messaggioda Loredana Poncini il 29/04/2009, 8:30

Avete presente il detto : " NON C'E' PIU' RELIGIONE ..." ?
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Re: L'ora di religione

Messaggioda pagheca il 29/04/2009, 11:06

Dal Corriere, rubrica Italians di oggi, una riflessione piu' interessante del semplice esito del referendum berlinese riportato sui giornali qualche giorno fa:

Berlino, ora di religione e di etica?

Caro Severgnini,
l’ora di religione, da me sempre considerata come un’ora di catechismo supplementare, decisi di trascorrerla al liceo fuori dalla classe, piuttosto che rimanervi a litigare con i compagni e il professore. Ora che ci penso, credo fosse discriminante non offrire una materia alternativa a chi si asteneva dall’ora di religione. Io la passavo fuori dalla porta, seduta a terra a leggere, o a gironzolare per il complesso scolastico. Qui in «Tedeschia» il sistema scolastico è differente in ogni Bundesland, addirittura in alcuni Land il ciclo scolastico dura dodici anni, in altri tredici (dubito però fortemente che i secondi siano più duri di comprendonio degli altri). Anche per l’ora di religione non c’è una regole base. In alcuni Land è materia obbligatoria, in altri si può scegliere di studiare etica in alternativa a questa. E a Berlino? La capitale è un caso a sé, che forse verrà in seguito preso come esempio da alcuni Land. La materia obbligatoria è qui l’etica, chi vuole studiare religione, dovrà fare un’ora in più a settimana rispetto agli altri compagni. Ovviamente questa priorità dell’etica sulla religione, non stava bene a tutti, e pertanto i berlinesi sono stati chiamati la scorsa domenica a votare per cambiare questa regola scolastica, o lasciare tutto così com’è. La città è stata invasa nell’ultimo mese da «nein» e «ja», dove il primo indicava la volontà di lasciare la religione in posizione subordinata rispetto all’etica. Ed è incredibile come dopo 20 anni, la città sia ancora nettamente spaccata in due. L’ovest ha votato ja, mentre tutto l’est ha votato nein. Il voto cambia da Bezirk (quartiere) a Bezirk. Sarà un caso, del resto prima di venire ad abitare qui non chiesi in giro quanti membri della chiesa abitano nel mio quartiere, ma secondo voi, abito tra coloro che hanno votato ja (quindi membri della chiesa) o tra i nein?

Giulia Camarda , cgiuliett@hotmail.com
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Re: L'ora di religione

Messaggioda franz il 29/04/2009, 14:06

Qui in "Tedeschia" ....

Ecco che mentre in Italia esiste ancora il napoleonico ed imperiale concetto di una regola valida per tutti, in Tedeschia, Crucconia, Sguissera, Canguronia, Canadonia ed altri vale il principio che ogni sub-luogo decide come meglio ritiene opportuno. Chi in un senso e chi nell'altro.
Da noi invece vige ancora la "religione" del centralismo (romano, "democratico", statale, ditigstico, papale, ...).

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Re: L'ora di religione

Messaggioda pierodm il 30/04/2009, 1:18

Franz.
Non mi sembra una pretesa eccessiva, estremistica, centralistica, napoleonica, quella di avere un'Italia laica.

Ma quand'anche passasse l'idea di avere a Siena un tipo di trattamento e a Viterbo un altro, e a Salerno un altro ancora e via dicendo, facciamo conto di essere tutti quanti senesi, o tutti quanti di una contrada di Siena, o tutti quanti di un condominio di una contrada di Siena, nel quale sia vigente l'ora di religione così com'è adesso nell'Italia napoleonica: il dibattito sarebbe lo stesso, e ugualmente lecito.
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Re: L'ora di religione

Messaggioda franz il 30/04/2009, 7:57

pierodm ha scritto:Franz.
Non mi sembra una pretesa eccessiva, estremistica, centralistica, napoleonica, quella di avere un'Italia laica.

Ma quand'anche passasse l'idea di avere a Siena un tipo di trattamento e a Viterbo un altro, e a Salerno un altro ancora e via dicendo, facciamo conto di essere tutti quanti senesi, o tutti quanti di una contrada di Siena, o tutti quanti di un condominio di una contrada di Siena, nel quale sia vigente l'ora di religione così com'è adesso nell'Italia napoleonica: il dibattito sarebbe lo stesso, e ugualmente lecito.

Non esattamente lo stesso, perché il dibattito sarebbe diverso a Bolzano rispetto a Napoli, a Milano rispetto a Palermo.
L'esito poi sarebbe diversissimo, perché in modo del tutto lecito a Napoli potrebbero prendere una decisione diversa da Torino. Non mi interessa quale. Mi interessa che la possano prendere. Ora non possono.
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Re: L'ora di religione

Messaggioda pierodm il 02/05/2009, 23:03

Intendevo dire che il dibattito - cioè gli argomenti dei condomini pro o contro - in ciascuna delle località sarebbe un dibattito della stessa natura di quello che esiste tra mezza Italia pro e mezza contro.
O, se preferisci, se a Roma decidiamo di cancellare l'impostazione confessionale, mentre a Firenze vincono i guelfi e la scuola la fanno i preti, la cosa non mi consolerebbe solo perché sono romano: a Firenze il problema rimarrebbe, per me, aperto, e varrebbe la pena discuterne.
Il fatto che le decisioni possano essere diverse nelle varie parti di un'unità, potrebbe essere da un lato un espressione di democrazia, ma dall'altro un incentivo al menefreghismo - nel senso che induce a giudicare un determinato problema superato o meno meritevole di riflessione, in quanto appare risolto sul piano della "scelta", almeno dalla parte di chi condivide quella scelta.

Questo problema si capisce - credo - meglio, se pensiamo alla questione dei diritti civili o della pena di morte, che sono giustamente considerati discriminanti per l'ingresso di un paese nella Comunità Europea, poiché si pensa che l'Europa sia e debba essere sotto questi aspetti un corpo politico-culturale unico e non un patchwork di localismi.
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Re: L'ora di religione

Messaggioda pianogrande il 03/05/2009, 2:24

Ma non è proprio di libertà di scelta che stiamo parlando?
Ma perché la scelta, in un caso come questo, la deve fare e la regione o la provincia o il comune o il condominio o l'appartamento?
La scelta la deve fare ogni singolo individuo.
Ogni singolo individuo deve essere messo in condizione di fare le sue scelte per mezzo di un insegnamento aperto alle varie scelte.
Quello che non va è avere non un insegnamento di religioni viste in modo comparato e sotto il profilo filosofico, storico sociale etc. ma un insegnamento della sola religione cattolica (IRC).
Se ci stacchiamo da questo concetto, torniamo al dibattito sulla libertà di coscienza appannaggio non del singolo individuo ma di chi detiene il potere politico.
Torniamo, o, meglio, restiamo, allo stato confessionale.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: L'ora di religione

Messaggioda franz il 03/05/2009, 9:42

pianogrande ha scritto:La scelta la deve fare ogni singolo individuo.

Questo è già possibile, perché nessuno è obbligato.
Se invece parliamo della opportunità di un insegnamento aperto e comparato, questa scelta organizzativa compete alla scuola e quindi alla giurisdizione di competenza, che in Italia è l'intera Nazione ed in un paese fedeale è il comune o il distretto.
Certo che una volta che l'insegnamento della materia religiosa è integrato con altre discipline (filosofia, storia, etica) non è piu' possibile la scelta individuale di non seguire quella materia.
Mai sentito di uno che fa il liceo scientifico e chiede di essere dispensato da filosofia o da fisica.

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Re: L'ora di religione

Messaggioda franz il 03/05/2009, 9:57

pierodm ha scritto:Il fatto che le decisioni possano essere diverse nelle varie parti di un'unità, potrebbe essere da un lato un espressione di democrazia, ma dall'altro un incentivo al menefreghismo - nel senso che induce a giudicare un determinato problema superato o meno meritevole di riflessione, in quanto appare risolto sul piano della "scelta", almeno dalla parte di chi condivide quella scelta.

Questo problema si capisce - credo - meglio, se pensiamo alla questione dei diritti civili o della pena di morte, che sono giustamente considerati discriminanti per l'ingresso di un paese nella Comunità Europea, poiché si pensa che l'Europa sia e debba essere sotto questi aspetti un corpo politico-culturale unico e non un patchwork di localismi.

Un attimo. Il tema dei diritti civili è universale mentre quello religioso è locale, dato che nel mondo esistono migliaia di religioni ma i diritti civili sono semre gli stessi. Anche in Europa abbiamo decine di confessioni religiose e lo stesso vale in Italia.

Quanto al fatto del menefreghismo, la tua osservazione è giusta ma si ferma li' perché non puo' andare avanti. È quindi una osservazione sterile, che non dà frutti.
Eliminamo per un attimo mentalmente i confini nazionali. Da noi siamo principalmente cattolici (piu' o meno praticanti) mentre in Iran o un arabia saudita vige la legge islamica. Se noi non condividiamo la scelta fatta a teheran o a jedda cosa facciamo? Si invade quel posto? Si esporta la nostra scelta sulle picche delle alabarde vaticane?
E' chiaro che il mondo puo' prendere decisioni diverse da quelle che ci / ti piacciono e che questo non solo puo' avvenire (e già avviene) tra Avana e N.Y. ma anche tra Bolzano e Marsala. Tutto questo non ci impedisce già ora di riflettere sulle differenze tra Berlino e Pechino e non comprendo perché dovrebbe impedirci di riflettere su quelle tra Cuneo e Taranto.
Il menefreghismo non lo vedo ora, non lo vedrei dopo.

Il fatto positivo è che comunque avremmo una scelta locale piu' vicina alla realtà locale e se questa scelta fosse avversa alla nostra avremmo comunque maggiore facilità a cercare di indurre i 100'000 cittadini a cambiare idea, mentre è piu' difficile far cambiare idea a 60 milioni di persone o 7 miliardi.

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