Polemiche alla conferenza Durban II di Ginevra per gli attacchi del presidente iraniano
Ritirato l'ambasciatore israeliano in Svizzera, protesta di studenti vestiti da clownAhmadinejad all'Onu: Israele razzista
I delegati Ue abbandonano il verticeAgli Usa: "Importante apertura, ma aspettiamo segnali concreti", sul nucleare: "Sì all'energia, no all'arma"
GINEVRA - Si è aperta tra le polemiche e plateali contestazioni a Ginevra la conferenza dell'Onu sul razzismo e la xenofobia "Durban II". Molti i governi che hanno deciso di disertare l'appuntamento per timore che si trasformi in un processo a Israele. Non ci sono gli Stati Uniti, l'Italia, la Germania, la Polonia, l'Australia, il Canada, l'Olanda, la Nuova Zelanda e Israele.
E tutti i Paesi europei hanno abbandonato i lavori non appena il presidente iraniano ha cominciato a parlare, definendo Israele - pur non nominandolo direttamente - "un governo razzista".
Il discorso. Sul podio della conferenza di Ginevra, Ahmadinejad ha criticato l'istituzione di "un governo razzista" in Medio Oriente dopo il 1945, alludendo chiaramente a Israele: "Dopo la fine della Seconda guerra mondiale - ha detto dal palco di Ginevra - gli alleati sono ricorsi all'aggressione militare per privare della terra un'intera nazione, sotto il pretesto della sofferenza degli ebrei. Hanno inviato immigrati dall'Europa, dagli Stati Uniti e dal mondo dell'Olocausto per stabilire un governo razzista nella Palestina occupata".
Alle parole di attacco del capo dello Stato iraniano i delegati dei paesi europei e occidentali hanno lasciato la sala. Dura condanna anche da parte del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che in un comunicato ha "deplorato" gli attacchi iraniani a Israele.
Ma Ahmadinejad ha ricevuto anche applausi dalla platea: la prima volta quando ha accusato "gli stati occidentali di essere rimasti in silenzio di fronte ai crimini commessi da israele a gaza" e la seconda volta quando ha detto che occorre "rivedere le organizzazioni internazionali e il loro modo di lavorare". Consensi al presidente iraniano sono arrivati anche quando ha parlato della crisi economica mondiale sottolineando che "continua ad aggravarsi e non ci sono speranze che possa essere superata", e ha accusato gli Usa di averla scatenata.
Tre manifestanti travestiti da clown, con parrucche multicolore, appartenenti all'Unione francese degli studenti ebrei sono stati espulsi dall'aula quando hanno iniziato a urlare "razzista" all'indirizzo del leader iraniano. Uno dei giovani che si trovava in platea è riuscito a lanciare il finto naso rosso di plastica all'indirizzo del presidente iraniano prima di essere trascinato via.
La Francia, a Ginevra rappresentata da un ambasciatore che, come gli esponenti degli altri Paesi europei presenti, aveva avvertito che avrebbe lasciato la sala se Ajmadinejad pronuncerà "accuse antisemite" nel suo discorso. E subito dopo il discorso il presidente francese Nicolas Sarkozy ha avvertito che la Ue dovrà adottare una "estrema fermezza" contro gli "appelli all'odio" come quello di Ahmadinejad.
L'irritazione di Israele. In questo clima, subito dopo l'inizio della conferenza, il governo israeliano ha richiamato per consultazioni il suo ambasciatore in Svizzera. Una decisione presa a seguito di un incontro tra il presidente elvetico Hans-Rudolf Merz e il leader iraniano Mahmoud Ahmadinejad. ''Non è una rottura delle relazioni, ma un'espressione del malcontento di Israele per l'atteggiamento lassista della Svizzera nei confronti dell'Iran'', ha spiegato un dirigente del ministero degli Esteri dello Stato ebraico.
L'agenzia iraniana Fars ha riferito che durante il colloquio il presidente iraniano ha definito Israele "la più orribile manifestazione del razzismo" e ha sostenuto che la comunità internazionale usa "due pesi e due misure sui diritti umani e la violazione degli stessi negli Usa e in Europa".
A margine della conferenza anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha avuto un colloquio con il presidente iraniano.
Nucleare e rapporti con gli Usa. Più tardi, nel corso della conferenza stampa, Ahmadinejad ha invece cambiato tono parlando dei rapporti con gli Stati Uniti di Barack Obama, dichiarando di "accogliere" il nuovo approccio dell'Amministrazione Usa nei confronti dell'Iran, cui il presidente democratico ha dichiarato di voler "tendere la mano" in un importante discorso alcune settimane fa. Un'apertura importante, ha detto, che va però accompagnata da "segnali concreti". "Con tutta franchezza dico no all'arma nucleare, sì all'energia nucleare", ha poi precisato il presidente iraniano sulla controversa questione dell'armamento nucleare iraniano. Per l'Iran "la questione del nucleare è un dossier chiuso... Noi abbiamo firmato la convenzione dell'Aja e intendiamo ricavarne dei vantaggi". Per Ahamadinejad la "giustizia deve essere uguale per tutti: se l'energia nucleare è utilizzata bene che sia a disposizione di tutti, quando è cattiva che sia proibita a tutti".
L'intervento di Ban Ki-moon. Delle tensioni che accompagnano il vertice Ban è pienamente consapevole, tanto che prima di dare il via ai lavori ha condannato "la negazione dell'Olocausto". Poi, nel discorso con cui ha aperto i lavori, ha difeso la contestata dichiarazione finale come un testo "attentamente bilanciato". "Sono profondamente dispiaciuto che alcuni Paesi abbiano deciso di rimanerne fuori - ha detto Ban - E spero che non lo faranno a lungo".
Il razzismo non è scomparso e "può essere istituzionalizzato, come l'Olocausto. Ma può anche esprimersi in modo meno ufficiale, sotto forma di odio verso alcune classi o persone particolari come l'antisemitismo, o per esempio, la nuova islamofobia", ha affermato il numero uno del Palazzo di Vetro. Le vittime del razzismo "ci guardano, ma cosa vedono? - si è chiesto - Parliamo di tolleranza e mutuo rispetto, ma puntiamo l'indice gli uni contro gli altri e ci rivolgiamo gli uni agli altri le stesse accuse" del passato.
Ban Ki-moon ha denunciato nuove minacce come il traffico di esseri umani. "Una nuova politica xenofoba è in aumento", ha poi ammonito. Per il capo dell'Onu, "la discrimnazione non sparisce da sola. Deve essere affrontata. Altrimenti può diventare causa di disordini e violenze sociali. Dobbiamo essere particolarmente vigilanti in questo periodo di difficoltà economica".
Il segretario generale dell'Onu ha quindi evocato i lavori che hanno preparato la conferenza di Ginevra e gli sforzi per giungere a un testo di consenso: "E' peccato che per alcuni non sia stato sufficiente. Ma possiamo superare le divergenze. Rivolgo un appello a tutti i Paesi a considerare questo processo come un inizio e non una fine".
La posizione della Ue. La portavoce della Commissione europea Christiane Hohmann ha chiarito che l'esecutivo comunitario segue da vicino la conferenza dell'Onu e che il testo del documento "non è ideale ma è frutto di un compromesso". La Commissione intende comunque "reagire in modo appropriato" a eventuali "dichiarazioni inaccettabili". Dopo aver ricordato che "molti Stati membri hanno deciso di ritirarsi dalla conferenza. Ma una grande maggioranza - 23 su 27 - sono ancora impegnati nella conferenza", la portavoce ha sottolineato come Bruxelles ritenga di poter trarre qualcosa dalla conferenza e rimanga "impegnata a fare tutto il possibile".
(20 aprile 2009)
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“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
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