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diffidente ha scritto:Non sono un giurista, anzi, però, da quello che posso pensare, è una "convenzione" che il giudizio della Corte di ordine superiore abbia valore superiore rispetto a quello di una Corte di livello inferiore. La Giurisprudenza non è una scienxza esatta come la matematica, è più attinente alla filosofia, se un giudice di primo grado dice "a" e il giudice di appello dice "b", è una divergenza di opinionil ma non si può dire, in linea generale, in maniera oggettiva che uno dei due sbagli, salvo casi eccezionali. I giudizi dei giudici sono giudizi estetici, se vogliamo. L' interptretazione delle leggi non è una scienza esatta, è come dire se il colore blu è più bello del colore rosso, non si può dimostrare che una delle due opinioni è vera e l' altra è falsa. In linea di principio, se una stessa norma scritta è interpretata in maniera diversa, è necssario ammettere che almeno una delle due interpretazioni sia falsa, ma non c'è un modo per dimostrare quale sia la vera. Forse chi sa di Filosofia del Diritto potrebbe dirci cosa ne pensa
diffidente ha scritto:Però, l' interpretazione di un testo scritto solo eccezionalmente può essere univoca. In più, oltre a questo fatto, c'è la valutazione del caso concreto, pensiamo alla diatriba fra "colpa cosciente" e "dolo eventuale" ( = Formula di Frank), che è stata oggetto di una sentenza della Cassazione Sezioni Unite e che non può, proprio per la sua stessa natura, essere definita univocamente. Se il giudice di Primo Grado ritiene che sia un caso di colpa cosciente e il giudice di Appello ritiene che sia dolo eventuale - abbiamo un caso molto famoso come il processo ai membri della famiglia Ciontoli- come si può dire secondo Logica che uno dei due ha sbagliato e l' altro è nel giusto? Sono entrambe opinioni perfettamente legittime, perché è la natura stessa del Diritto che fa sì che la veridicità di una tesi piuttosto che dell' altra non possa essere dimostrata in maniera definitiva. I giuristi anglosassoni del Medioevo, influenzati dalla Scuola logico- filosofica francrescana di Guglielmo da Occam e Bacone, hanno ovviato a questo problema con lo "stare decisis", ovvero, una volta che è stata scelta una interpretazione, si segue sempre quella. Ma nel nostro Diritto questa prassi non è accettata
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