pianogrande ha scritto: ma non si può far finta che questa maturazione sia già avvenuta e rifiutare l'idea che il paese abbia bisogno di una guida forte che non significa assolutista se no facciamo un regalo a chi sostiene la necessità di regimi assolutisti.
Tutt'altro. La maturazione è avvenuta nel senso opposto causata da anni di craxismo e berlusconismo, nel senso di idealismi ovviamente.
il paese ha certamente bisogno di una guida forte ma questa non si può impersonificare in una oligarchia di persone "illuminate" se no si ripercorrerebbero gli errori del passato.
Democrazia partecipativa non significa immobilismo decisionale. Assolutamente.
Chi viene votato deve rappresentare e decidere, ma deve esistere un punto zero che parta dall'apertura dei palazzi del potere per arrivare ad un avvicinamento dell'elettorato attivo al corpo di governo.
In Italia è vero invece il contrario e ciò porta all'affermarsi di squallidi demagoghi.
E' ANCHE (lo sottolineo) la distanza fra governo ed elettori che crea tali fenomeni.
pianogrande ha scritto:La partecipazione parte dalla consapevolezza di come quello che si decide influisce sugli specifici problemi individuali e sui mezzi a disposizione per manifestare la propria volontà in materia.
Poi si può allargare ma non si può pretendere che decine di milioni di persone si interessino di tutto se no diventiamo tutti politici di professione.
O meglio: la politica non sarebbe più una professione.
"Magari!" aggiungo io.
Ma non è questo il fine del mio post. Non tutte le persone sono portate alla politica. Quando si instaura un dibattito politico, la maggior parte delle persone storce il naso e si allontana con una scusa o un'altra.
pianogrande ha scritto:La partecipazione quindi, per quanto sentita e consapevole, non può che essere di parte.
Ovvio che è di parte. La politica è di parte. Non vedo dove sia il problema. Non esiste uno schema del buon governo e la politica non è una disciplina scientifica. Esistono a sommi capi buone pratiche di governo, ma queste dipendono dal contesto in cui vengono applicate e se questo contesto prevede che a controllare il conducente del carro siano più occhi, non può di certo nuocere.
pianogrande ha scritto:Motivo di più per la necessità di una autorità forte.
L'abbiamo già un'autorità forte. E' così forte che resta immobile fra lazzi e intrallazzi.
Ci ha provato anche Monti, ma dopo aver mandato la guardia di finanza a controllare chi di dovere ha dovuto cedere alla pressione.
pianogrande ha scritto:Quindi la partecipazione ci deve essere ma più ce n'è e più ci sarà bisogno di una autorità di coordinamento che abbia la visione generale che un cittadino "normale" (da moltiplicare per decine di milioni) non può avere.
io non ho descritto un soviet. Non ci deve essere un'autorità di coordinamento, ma politici che sappiano anche coordinare.
pianogrande ha scritto:Un popolo di furbi profittatori come è in generale (non condanno ma prendo atto) il popolo italiano non può che esprimere una classe politica di furbi profittatori.
Da che parte ci muoviamo per migliorare un po' la situazione?
In Italia ci sono milioni di persone oneste. Che pagano le tasse, dividono il secco dall'umido, non fanno rumore la sera e aiutano il proprio vicino se è in difficoltà, che montano in un ambulanza dopo aver fatto 10 ore di lavoro senza prendere un centesimo o si prodigano per chi ha subito un evento catastrofico solo perché ha avuto la sfortuna di vivere in un luogo nel momento sbagliato.
Si parte da questo. Si parte dal buono che c'è rimasto. E ce n'è tantissimo.
pianogrande ha scritto:Da tutte e due ma la parte più abbordabile è comunque quella che decide e comanda e che dovrà lavorare anche per aiutare il popolo a migliorare.
Una roba da brividi ma comunque più fattibile che affidarsi al popolo e basta.
ma chi ha mai scritto questo. Partecipazione vuol dire esattamente l'opposto. Sono due mondi distanti che si uniscono: politica da una parte e popolo e società civile dall'altra.
Non è scritto da nessuna parte come fare. Occorre inventarsela di sana pianta. Questa è secondo me la sfida.
pianogrande ha scritto:Il problema siamo noi e tutto il resto è la conseguenza.
Può essere ma è un inutile esercizio mentale.
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.