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Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda franz il 24/09/2013, 16:32

Iafran ha scritto:
franz ha scritto:Nella competizione economica vince il piu' bravo, non il piu' forte.

Quando il più forte si vuol mantenere onesto ...

A certi livelli (parlavo di big ben del settore IT) non puoi fare palesemente il disonesto che senza che nessuno se ne accorga. A meno di non avere (ecco che tornano) amici influenti in politica. Ma molto influenti. Di quelli naturalmente che predicano il predominio della politica sull'economia. A livello piccolo, forse hai ragione. Siamo a liello dei fiorito e degli scilipoti. Pero' vedi che ogni tanto anche loro si fanno beccare.
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda pianogrande il 24/09/2013, 16:36

Iafran ha scritto:
franz ha scritto:Nella competizione economica vince il piu' bravo, non il piu' forte.

Quando il più forte si vuol mantenere onesto ...

Il più bravo vince dove le regole del gioco non solo vengono rispettate ma sono regole leali ed oneste.
Il più forte tende sia a non rispettare le regole che a cambiarle in suo favore.
Anche sotto questo aspetto c'è, quindi, una competizione continua.
La competizione si svolge (e piuttosto intensa) anche nel campo culturale.
Contro i lavoratori dipendenti (ad esempio) la lotta culturale è stata stravinta (in questo periodo) dagli imprenditori.
Tutto quello che fanno loro è sana competitività.
Quando i dipendenti si incazzano e si ribellano e lottano, allora, quello è l'ostacolo per il progresso.
Perfino i giudici che applicano la legge (vedere FIAT) sono un ostacolo per il progresso.
Questo non è un "piagnisteo" ma la presa d'atto di chi è il più forte in questo momento.
Dopo questa presa d'atto bisogna pensare a cosa fare per dare più forza (sì Franz, più forza) ai lavoratori dipendenti.
Fino a quando la politica non riuscirà a farci uscire dalla quotidiana lotta per la prevalenza di una tribù sull'altra, l'unica via è la ricerca di una forza che possa bilanciare quella dell'avversario (fino a quando non smetterà di comportarsi da avversario e si potrà raggiungere un accordo (dopodiché bisognerà vigilare perché l'accordo venga rispettato e così via).
Sono i meccanismi elementari della convivenza in una società ed è inutile (e dannoso per i più deboli) cercare di indorare la pillola.
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda pianogrande il 24/09/2013, 16:45

Aggiungo.
La prevalenza della politica sull'economia deve essere intesa come stabilire e far rispettare le regole.
In questo senso, una politica che non prevalga sull'economia a cosa servirebbe?
Sarebbe un mezzo in mano all'economia per dominare la situazione avendo anche l'alibi politico (eletti dal popolo, mica noccioline).
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda franz il 24/09/2013, 16:58

pianogrande ha scritto:Il più bravo vince dove le regole del gioco non solo vengono rispettate ma sono regole leali ed oneste.
Il più forte tende sia a non rispettare le regole che a cambiarle in suo favore.

Solo se la politica lo consente. E vedi che tornano in ballo sempre loro?
E che torna comodo al piu' forte che il politico (a cui si appoggia) possa invocare il primato della politica?
Allora prima cosa:
regole leali ed oneste
Seconda:
cambiare le regole a favore di qualcuno (il piu' forte)

Naturalmente (e ci vuole poco a capirlo) il piu' bravo non ha bisogno di cambiare le reglole, se sono veramente "leali ed oneste".
Lui' è il piu' bravo e basta. Sono gli altri (i meno bravi) che potrebbero essere tentati di cambiare le regole, per modellarle sulle loro necessità.
Ma le regole sono in mano alla politica.

Naturalmente il primato della politica è un'arma a doppio taglio.
Intesa come "stabilire e far rispettare le regole" (e mi sta bene) diventa "cambiare le regole come vuole il potente di turno".

Sorge pero' spontanea una domanda , per dirla alla Lubrano.
Ma le (troppe) leggi italiane sono veramente "leali ed oneste" oppure sono già state in passato corrotte dai piu' forti dei decenni scorsi grazie al prmato della politica?
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda pianogrande il 24/09/2013, 19:25

Qualunque sia la fonte o l'origine delle regole e delle leggi il difetto può sempre stare nel manico (sempre di uomini si tratta).
L'equilibrio dei poteri (sopratutto in politica) è tutt'ora indispensabile come è indispensabile tra le varie parti sociali.
Nessuna parte sociale può rivendicare un primato (né al suo interno né nei confronti delle controparti).
La politica deve avere il primato ma nell'ambito del controllo democratico.
Se neanche questo funziona, si ha uno squilibrio a favore di qualcuno ma questo vale in ogni ambito fino al prossimo passo evolutivo dell'umanità.
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda franz il 24/09/2013, 20:50

Come fai a parlare di equilibio (giustissimo) se rivendichi un primato?
Se qualcuno ha un primato, il rapporto non è equilibrato.
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda pianogrande il 24/09/2013, 21:47

Il primato della politica sì Franz.
La politica è la gestione della società.
E' (o dovrebbe essere) il direttore della baracca.
Non esiste attività senza un coordinamento.
Naturalmente, l'equilibrio (dei poteri) è sacro anche all'interno della politica perché nessuno approfitti di una posizione per prevaricare.
Di una direzione non si può fare a meno (con tutti gli enormi problemi che questo comporta).
Diversamente, di superare la legge del più forte non c'è speranza.
Con la politica, almeno, ci si prova e chissà che un giorno, magari tra qualche secolo, non ci si riesca.
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda franz il 25/09/2013, 7:20

pianogrande ha scritto:Il primato della politica sì Franz.
La politica è la gestione della società.
E' (o dovrebbe essere) il direttore della baracca.

Invece no. La politica caso mai "gestisce" quella parte della società che è sotto controllo pubblico (in italia attorno al 50%, in altri stati un po' meno, tra il 25 ed il 40%). La politica non "gestisce" il privato, altrimenti sarebbe comunismo (lo so, è il sogno a volte nascosto a volte palese di alcuni) ma eventualmente l'attività che fa è regolatoria, emettendo leggi, riscuotendo imposte.
La tua, con l'uso del termine "gestisce" è una visione dirigista che è sbagliata e fa danni.
Si da il caso comunque che anche l'attività regolatoria se fatta male puo' danneggiare il settore privato (che è bene ricordare è quello che produce ricchezza) quindi il concetto di "primato" si collega ad un'arroganza pericolosa.
E l'Italia è li' tutta da vedere, quanto a disastri compiuti dalla politica.
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda pianogrande il 25/09/2013, 9:03

Non confondiamo tra controllo, gestione etc. detti in senso manageriale (significa limitare il discorso all'ambito economico e quindi dargli una visione mercato centrica assolutamente riduttiva di quello che deve essere la politica) e gestione di tutti gli aspetti della vita all'interno dello stato.
L'imprenditoria è una parte dello stato (una parte sociale).
La politica è tutto quello che si muove nell'ambito della organizzazione dello stato.
Il controllo della politica sulle attività private non significa fine delle attività private ma possibilità (speranza, almeno) che queste possano svolgersi all'interno di regole.
Non si parla di stato imprenditore a posto del privato ma di stato che attraverso leggi e regolamenti permetta una attività privata compatibile con una società in cui i problemi e le esigenze siano quelli più generali di una popolazione.
Vogliamo che vinca il più bravo nei confronti del più forte?
Solo in una società regolamentata questo può succedere (o si può sperare che succeda).
Le leggi e i regolamenti si possono discutere (contrattare, se vogliamo).
Non la loro necessità.
Se la politica fa disastri, vanno messi in discussione i disastri (e le persone che li hanno provocati).
Non la necessità della politica.
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Re: Le finanze languono? Rischiano solo i dipendenti.

Messaggioda franz il 25/09/2013, 14:23

pianogrande ha scritto:L'imprenditoria è una parte dello stato (una parte sociale).
La politica è tutto quello che si muove nell'ambito della organizzazione dello stato.
Il controllo della politica sulle attività private non significa fine delle attività private ma possibilità (speranza, almeno) che queste possano svolgersi all'interno di regole.
Non si parla di stato imprenditore a posto del privato ma di stato che attraverso leggi e regolamenti permetta una attività privata compatibile con una società in cui i problemi e le esigenze siano quelli più generali di una popolazione.
Vogliamo che vinca il più bravo nei confronti del più forte?
Solo in una società regolamentata questo può succedere (o si può sperare che succeda).
Le leggi e i regolamenti si possono discutere (contrattare, se vogliamo).
Non la loro necessità.
Se la politica fa disastri, vanno messi in discussione i disastri (e le persone che li hanno provocati).
Non la necessità della politica.

Partiamo da questo. In parte sono d'accordo ma secondo me tu confondi (nel senso di fondi con, con-fondi) Stato con società e questo è un deformazione prospettica tipica dello statalista.

Non me ne avere a male.
È una critica per capirci meglio.

Tu hai visto componenti dello Stato (l'imprenditoria - ti cito - è una parte dello stato).
No, esiste la società, non lo stato. Questo è l'insieme massimo che possiamo scomporre in sottosistemi.

La società è composta (con un modello concettuale classico) in tre sotto sistemi, autonomi ed indipendenti, pur in relazione tra loro: economia, cultura e politica.

Immaginali ai vertici di un triangolo equilatero con delle righe/frecce vanno tra i vertici in entrambe le direzioni.

Tempo fa cercai di riprodurre il disegno trovato in un libro ma con le mie scarse capacità grafiche l'unica cosa che ho saputo fare è questa:

Immagine

Vediamo le singole relazioni:
1) Il sistema economico produce risorse e ne riversa una parte al sistema politico (Stato/collettività).
2) il sistema politico fornisce prestazioni quadro (sicurezza, scuola, sanità, giustizia, trasporti) e regolazione (leggi)
3) il sistema politico riceve dal sistema culturale-sociale la legittimazione (soprattutto in democrazia, altrimenti son rivoluzioni)
4) In cambio fornisce prestazioni sociali e sostegno
5) il sistema economico riceve dal sistema culturale il know-how, il saper fare, sia artigianale che professionale industriale (pensiamo all'artigianato)
6) il sistema economico in cambo fornisce rimunerazione al sistema culturale.

L'ho fatta breve ma si possono scrivere decine di monografie, per sviluppare ogni punto e poi andare a vedere gli uteriori sottosistemi che compone ogni vertice.

In questo concetto triagolare quello che conta è l'equilibrio.
Il concetto di primato è da vietare.

Sarebbe come a dire che il regolatore (di un impianto di carburazione, per esempio) siccome ha il primato, regola il carburatore o la centralina come cavolo gli pare. Col risultato che il motore si ingolfa. la regolazione infatti è cosa fa fare solo sapendo cosa fare e cosa non fare.
Bisogna sapere come regolare il sistema economico e quante risorse potrà fornire sulla base della regolazione fatta.

Da noi il motore non carbura e si pretende che traini due roulotte stracariche.
Alla faccia del primato.
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