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I paradossi italiani del caso Sallusti

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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda franz il 28/09/2012, 8:36

annalu ha scritto:Incredibile ai miei occhi che qualcuno abbia potuto difendere il direttore di un giornale che ha pubblicato quell'articolo (in forma anonima, per giunta) affermando di difendere la libertà di stampa.
La libertà di stampa si difende prima di tutto non diffondendo notizie false, non descrivendo in termini raccapriccianti una vicenda già molto dolorosa in sé.
...
La vicenda mi ha turbato, ma ancor più mi hanno turbato le difese d'ufficio, quelle sì in odore di casta, da parte di giornalisti

Certo, Sallustri è indifendibile e questo vale sia per la Casta che lo sostiene che per ognuno di noi.
Resta un po' l'amaro in bocca dovuto al fatto che viene condannato a 14 mesi di prigione (quasi fossimo in korea del nord, come afferma l'articolo del quotidiano svizzero che ho postato per aprire il thread) sulla base di un codice penale ancora profondamente fascista, che nessuno ha mai voluto ammodernare se non per convertire gli importi economici da lire ed euro.
Wikipedia ci informa che ...
La diffamazione, in diritto penale italiano, è il delitto previsto dall'art. 595 del Codice Penale secondo cui:
« Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032.
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065.
Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516.
Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.
»

Come si vede qui non si parla di notizie false o della rappresenzazione distorta della vicenda ma di "offese alla reputazione", in questo caso a mezzo stampa e verso un corpo dello Stato.
Non è un reato d'opinione (sono altri articoli, vedere http://www.altalex.com/index.php?idnot=10386 ) ma è quello che potrebbe capitare anche ad uno di noi che scrivesse qui qualche cosa di offensivo verso un corpo politico, amministrativo e giudiziario.
Il caso quindi esce dalla dimensione personalistica del caso in questione (un direttore di giornale indifendibile) e per me diventa l'emblema di un'Italia che ha un codice penale assolutamente inadeguato alla realtà degli anni 2000.
Personalmente avrei visto molto piu' adatta una pena dententiva di un paio di mesi sospesa condizionalmente ed una pena pecuniaria legata alla capacità economica del condannato, tipo diverse centinaia di migliaia di euro, non sospesa condizionalmente. Gli importi prvisti oggi sono assolutamente ridicoli.
La palla quindi torna alla politica, che non solo non è stata capace di evitare il baratro economico (anzi ciha portato sull'orlo) ma è stata anche incapace di fare quelle riforme a costo zero come riformare il codice penale fermo in gran parte all'epoca fascista http://www.altrodiritto.unifi.it/ricerc ... o/cap1.htm
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda pianogrande il 28/09/2012, 9:28

E' in questa inadeguatezza dei codici che ingrassano gli avvocati (compresi gli avvocati del berlusca).
Il manzoniano Azzeccagarbugli non è un personaggio del passato.
E' più che mai attuale.
Solo i capponi hanno subito un aggiornamento (in Euro e tanti).
Fotti il sistema. Studia.
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda trilogy il 28/09/2012, 9:32

I giornalisti, a cominciare da Travaglio, sono sempre pronti a proporre più galera per tutti, la creazione di nuovi reati, pene più severe, con uno spirito totalmente acritico sul funzionamento del sistema penale.
Poi quando in questo sistema finisce uno di loro pianto del coccodrillo. Spendessero mai una parola quando il sistema stritola qualche povero disgraziato.

Detenuto si impicca con lacci scarpe
Osapp, '118 morti nel 2012, e' strage di Stato'
28 settembre
Detenuto si impicca con lacci scarpe (ANSA) - BIELLA, 28 SET - Un detenuto di 51 anni, L.S., si e' suicidato la scorsa notte nel carcere di Biella, impiccandosi con i lacci delle scarpe alle inferriate della finestra della cella, nel reparto isolamento. Era detenuto dal 2006 per condanne per furti e rapine; avrebbe finito di scontare le pene nel 2014.

''E' il 118.mo morto dall'inizio dell'anno nelle carceri italiane e il 41.mo per suicidio'', sottolinea il Segretario dell'OSAPP, Leo Beneduci, che parla di ''una vera e propria strage di Stato''.
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda annalu il 28/09/2012, 9:34

franz ha scritto:Come si vede qui non si parla di notizie false o della rappresenzazione distorta della vicenda ma di "offese alla reputazione", in questo caso a mezzo stampa e verso un corpo dello Stato.
Non è un reato d'opinione (sono altri articoli, vedere http://www.altalex.com/index.php?idnot=10386 ) ma è quello che potrebbe capitare anche ad uno di noi che scrivesse qui qualche cosa di offensivo verso un corpo politico, amministrativo e giudiziario.

Sono di fretta, per cui rispondo al volo.
Quello che potrebbe capitare ad ognuno di noi? Certo, ad ognuno di noi che scrivesse qualcosa di offensivo, falsificando in modo palese la realtà. Se scrivi il falso ( falso evidente), per giunta calunnioso, giustamente vieni condannato.

Il codice andrebbe senza dubbio aggiornato, ma che ci si fissi sulla condanna a 14 mesi di carcere (con la condizionale), carcere che Sallusti ha volutamente scelto, visto che gli era stata proposta una pena pecuniaria, in un caso di falsificazione della realtà in un evento grave e doloroso. L'articolo addirittura capovolge i fatti (il giudice non ha costretto la bimba ad abortire, ha solo permesso che decidesse (insieme alla madre) se farlo o meno. Se avesse deliberato l'opposto, in quel caso sì, avrebbe costretto una bimba di 13 anni, con problemi familiari, caratteriali e di droga, a diventare madre per forza, a 13 anni!).

Non è questione di codice sulla stampa vecchio e superato (il problema esiste, ma non mi sembra questo il caso da sbandierare).
Il problema è che nessuno ha commentato la falsificazione dei fatti, perché la violazione il corpo di una donna sia pure bambina, nella nostra società, è un fatto considerato di scarsa rilevanza.
Che bello poter approfittare della condanna di un mascalzone per difendere la libertà di stampa (che non c'entra), così ci si dimostra generosi e giusti, capaci di difendere anche gli avversari se una legge non ci piace.

E della bambina, della madre, delle loro difficoltà reali, chi se ne frega?
Solo ora, dopo la delibera della Cassazione, leggo qualche flebile voce femminile sui giornali, che si preoccupa di loro.
Qualche voce femminile.
Per fortuna c'è il tribunale dei minorenni, che spesso sa far bene il proprio lavoro.

annalu

PS. La condanna non è con la condizionale (Sallusti è recidivo) ma la pena è stata sospesa.
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda Iafran il 28/09/2012, 10:06

franz ha scritto:ma è quello che potrebbe capitare anche ad uno di noi che scrivesse qui qualche cosa di offensivo verso un corpo politico,

Allora, "quelli della casta" possono dormire su sette cuscini: anche a trovarli con "la pistola fumante nella mano" bisognerebbe aspettare la condanna del tribunale per "criticarli".
"Una botte di ferro" ... che solo loro stessi possono demolire: "una botte di ferro" in una cassaforte! :o

E i giornalisti ... possono mistificare la realtà ... per il diritto della "libertà di stampa".
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda flaviomob il 28/09/2012, 11:03

Un momento. Pena detentiva solo per chi non accetta la transazione economica, e Sallusti per impersonare meglio il ruolo del martire non ha ne' pubblicato mai una smentita, ne' accettato la transazione economica al posto della detenzione, ne' - ultima - la possibilità di svolgere un servizio sociale in alternativa. Insomma, la strumentalizzazione è totale. Tuttavia rimango a favore della revisione della legge (anche se mi domando se sia giusto, per chi è recidivo), certo che se tutta la "casta" si schiera con Sallusti è paradossale che non abbiano mai messo mano alla stessa norma giuridica in tutti questi anni. Peraltro, quando la diffamazione è stata agitata come una clava da Berlusconi (poi perdente) contro i vari Travaglio, Luttazzi etc. nessuno si è stracciato le vesti come avviene ora per il povero piccolo pulcino "nero" del giornalismo italiota... :lol:

http://frontedelvideo.comunita.unita.it ... che-in-tv/

di Maria Novella Oppo

Come sosteneva Voltaire, bisogna difendere il diritto di esprimere anche le idee che si detestano. Così, ognuno di quelli che, in queste ore, si oppongono alla condanna di Sallusti, mette le mani avanti dicendo: «Non condivido niente di quello che scrive Sallusti, ma… ». E chissà quanti di questi pareri sono sinceri fino in fondo, al di là della difesa sacrosanta della libertà di stampa. Perché, come faceva notare ieri mattina un attento ascoltatore di Caterpillar (su Rainews alle 6,40), una cosa è il diritto a esprimere il proprio pensiero e un’altra servirsi della stampa per distruggere qualcuno. In questo secondo caso, infatti, c’è una vittima da tutelare e la legge deve prevedere una sanzione. Ecco, infatti, il punto è proprio questo: quale sia la sanzione per il reato commesso da Sallusti. Nessuno (tranne la Cassazione che è tenuta a osservare la legge vigente) sostiene che Sallusti debba scontare la pena carceraria prevista dal codice.
Si tratta di trovare la giusta sanzione per un reato che è stato provato oltre ogni ragionevole dubbio. Sallusti, da parte sua, è apparso (un’altra volta!) in tv per esigere il martirio, cioè la prigione, rifiutando la commutazione della pena in forme «rieducative» che respinge, sostenendo che i suoi genitori lo avrebbero educato abbastanza. E su questo, con tutto il rispetto per gli ottimi genitori, è lecito eccepire, visto che le pessime frequentazioni politiche e giornalistiche avranno influito parecchio sull’imprinting originario. Personalmente premettiamo, come tutti, che di Sallusti non ci piace niente. In più, siccome, in quanto spettatori televisivi, ci riteniamo vittime di Sallusti, avanziamo la modesta proposta che, come pena alternativa, per il periodo della condanna, non vada in carcere, ma neanche in tv. Il che non gli impedirà di esprimere in pieno le sue idee e gli consentirà di controllare meglio quello che pubblica.


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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda flaviomob il 28/09/2012, 11:10

Oltretutto Farina era già stato radiato dall'ordine dei giornalisti, per cui non avrebbe più potuto pubblicare nulla e solo per questo si è nascosto dietro all'anonimato. Sallusti certamente sapeva riga per riga il contenuto della violenta invettiva.


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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda ranvit il 28/09/2012, 12:05

Concordo con annalù....Sallusti starebbe proprio bene in prigione insieme a Farina perchè hanno volutamente offeso e falsificata la vicenda....la revisione della legge in questione (che c'entra poco o niente) sarebbe doverosa!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda franz il 28/09/2012, 13:18

flaviomob ha scritto:Un momento. Pena detentiva solo per chi non accetta la transazione economica, e Sallusti per impersonare meglio il ruolo del martire non ha ne' pubblicato mai una smentita, ne' accettato la transazione economica al posto della detenzione, ne' - ultima - la possibilità di svolgere un servizio sociale in alternativa. Insomma, la strumentalizzazione è totale.

Bene, se vuole andare in galera a fare il martire (e risparmiare la pena pecuniaria) che ci vada.
Intanto anche se non c'entra poco o nulla la revisione del CP va fatta.
Come ci comporta in altri paesi europei per i casi di diffamazione?
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda ranvit il 28/09/2012, 15:59

Come ci (si) comporta in altri paesi europei per i casi di diffamazione?


Chi ne è a conoscenza? Mi piacerebbe saperlo.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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