La storia de L'Ulivo: UN ANNO DOPO

Un anno dopo
di Romano Prodi
Roma, 1 febbraio 1996

No. Non si dovrebbe mai avviare un discorso con una negazione, ma non esiste altra parola, per esprimere in chiara sintesi il ragionato rifiuto per gli ultimi sviluppi della situazione politica.

C'è sempre un pizzico di ironia nella sorte. Ricorre domani un anno da quando, in modo se si vuole avventuroso, fu resa palese la mia volontà di partecipare alla vita politica del Paese.

Ne nacque, come è noto, un progetto che si basava su due pilastri, che erano anche le mie convinzioni: la necessità di lavorare per una reale alternanza, per sbloccare il Paese, e, quindi, la creazione di una solida coalizione di centro sinistra che, partendo da un programma unico e condiviso, discusso e approvato con i cittadini in centinaia di assemblee, si potesse confrontare con il Polo. E tale confronto si doveva tenere sui contenuti, sulle cose da fare, sui provvedimenti da prendere per risollevare il Paese da una crisi che non è solo economica, ma anche morale.

Si trattava di proporre ai cittadini di scegliere tra due diverse opzioni di governo, come del resto avviene nelle grandi democrazie occidentali.

Niente di più, ma, come si dice, scusate se è poco.

E, infatti, poco non era se, attorno a questo progetto, ai miei viaggi in pullman e, in queste settimane, alla definizione del programma, si è aggregata una moltitudine di persone che manifestava e manifesta prima di tutto la voglia più che di "fare politica", di "essere politica"; che sperava di vedersi realizzare il desiderio di partecipazione alle scelte che riguardano il futuro loro e dei loro figli.

Mi accorgo ora che le reciproche paure e le comuni convenienze di D'Alema e Berlusconi hanno fermato questa grande e necessaria evoluzione del Paese e mi accorgo che il desiderio di legittimazione del vertice del PDS è prevalso sul disegno storico di creare una Coalizione comune per cambiare davvero l'Italia.

Pertanto quest'evolversi della crisi mi impone di proporre al Comitato dell'Ulivo di sospendere la convocazione delle Assemblee di programma. Chiederò inoltre a chi si è assunto la responsabilità di aprire e condurre le trattative di spiegare come sarà governato il Paese nei prossimi due anni e quali siano i contenuti precisi della proposta di riforma istituzionale ora indicata solo in termini generici.

Infine, intendo convocare per la prossima settimana i coordinatori dei Comitati per l'Italia che vogliamo per discutere con loro le prospettive del nostro movimento e per decidere quale percorso intraprendere, anche al fine di non disperdere il grande patrimonio di idee e di passione politica cresciuto in questi mesi. PER TUTTO L'ULIVO

Il futuro ha radici antiche