Da la Repubbica del 30 novembre 1999
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Veltroni chiede l'Ulivo 2
Castagnetti: a gennaio il premier potrebbe cambiare
Appello del segretario diessino al Trifoglio per un patto "senza egemonismi
di sorta"
di BARBARA JERKOV
ROMA - Un grande patto politico per dar vita a un nuovo soggetto. Nel
giorno della vittoria, Walter Veltroni propone ai ribelli di Cossiga,
non di aderire all'Ulivo, ma di stringere un patto fra tutti coloro
che credono nella scelta riformista. Avvertendo molto chiaramente che
a D'Alema premier in questa legislatura non ci sono alternative. Un
cambio di premiership non si può escludere, ha detto però
ieri sera a "Porta a porta" Castagnetti. "Questo non vuol dire che noi
poniamo una questione su D'Alema", spiega il segretario del Ppi, "ma
le verifiche, se si fanno, si fanno seriamente. Il passaggio da Prodi
a D'Alema aveva cambiato gli equilibri della maggioranza che devono
essere risistemati". "Castagnetti la tentazione di cambiare premier
la coltiva da tanto", confida un colonnello di Piazza del Gesù.
"Non mi pare sia il momento di cambiare il premier", interviene però
Mastella.
Parole che rischiano di offuscare la festa del centrosinistra. "Questo
risultato ha fatto contento il 99% della maggioranza: tutti salvo Cossiga",
notava ieri pomeriggio proprio Mastella. Ed è così. Perché
quel cinque su cinque netto appanna i progetti terzopolisti, rinsalda
il rapporto di D'Alema con i Democratici e disinnesca la mina del Trifoglio.
Soprattutto in senso politico, come sottolinea Enrico Letta, visto che
quella di domenica è in primo luogo "la vittoria del nucleo originario
dell' Ulivo, e dunque rafforza il bipolarismo". Ma anche da un punto
di vista puramente numerico: oggi i 17 deputati cossighian-socialisti-repubblicani
non sono più determinanti. A questo punto, l'idea di una crisi-lampo
per far entrare l'Asinello, aperta e chiusa in 24 ore da D'Alema, probabilmente
subito dopo il congresso Ds di metà gennaio, appare la più
credibile.
Così, a Botteghe Oscure si può tirare un sospiro di sollievo.
Vuol dire che lo scontro duro con il Polo paga, esultano gli uomini
di Veltroni. È chiaro, avverte il leader ds, che quello di domenica
è un voto che "aiuta la stabilità di governo". Perché
dev'essere chiaro, sottolinea il segretario della Quercia, che "non
siamo disponibili ad altre soluzioni se non quella di arrivare alla
fine della legislatura con il governo guidato da Massimo D'Alema". I
Ds non sono disponibili "né a governi tecnici", avverte, "né
a niente che possa unire i nostri voti a quelli del Polo". Resta naturalmente
aperta la questione del "governo rinnovato". "È una cosa che
riguarda il presidente del Consiglio", risponde Veltroni, "sta a lui
definire i tempi più opportuni per una scelta così. Anche
se io avverto forte il bisogno di costruire insieme il Nuovo Ulivo;
e prima lo si fa, più facile sarà affrontare i passaggi
successivi".
"Non chiedo a nessuno l'adesione all'Ulivo", continua Veltroni, "ma
è necessario fare un patto fra chi crede nella scelta riformista
per costruire, con pari dignità, un nuovo soggetto". Naturalmente,
Veltroni per primo ritiene "difficilmente praticabile" un patto fra
Ulivo e Trifoglio. "Piuttosto che l' alleanza fra due soggetti, io dico:
costruiamone assieme uno nuovo, senza alcun egemonismo da parte di nessuno.
Ciò che serve è un patto che tenga l'alleanza per il Nuovo
Ulivo, e che il governo arrivi unito alle regionali e alle politiche
del 2001".
Il successo elettorale dà nuovo sprint al centrosinistra. Mastella
rivolge un appello a Boselli: lasci perdere Cossiga e ragioni con l'Udeur.
"Se il suo scopo è, come per noi, avere più centro nel
governo, discutiamone e poi andiamo tutti insieme a trattare con D'Alema".
Mastella comunque avverte: oggi si fa festa. Ma da domani D'Alema stia
attento: "Adesso si apre la partita delle presidenze di regione", annuncia.
"E non è che il governo è una cosa, e la periferia un'
altra..."