Il Piano d’azione per l’occupazione, presentato
in primavera dal ministero del Lavoro, non contiene tutto l’insieme
delle strategie del Governo per l’occupazione e lo sviluppo,
ma è organizzato su alcune linee prioritarie concordate
con gli altri Paesi europei, la cui applicazione verrà
sottoposta periodicamente a verifica da parte dell’Unione europea.
Vediamo in dettaglio i principali contenuti.
Occupabilità
L’obiettivo è migliorare le possibilità
di occupazione e favorire l’ingresso nel mondo del lavoro soprattutto
dei giovani.
Le leve fondamentali sono l’informazione su
dove si trova il lavoro e su come sta cambiando; l’orientamento
alle scelte professionali più adatte a valorizzare le
caratteristiche personali; la formazione e la scuola.
Nel ’98 si prevede un incremento di circa 170
mila "work experiences", cioè occasioni agevolate
di formazione e prime esperienze sul lavoro per i giovani, attraverso
i nuovi strumenti (tirocini di orientamento, piani di inserimento
professionale e lavoro interinale), che si aggiungeranno alle
800 mila del ’97 per apprendistato e contratti formazione lavoro.
Si stima che oltre 150 mila esperienze di questo tipo potranno
trasformarsi in un lavoro stabile.
L’azione di sostegno ad aree particolari di
crisi si concretizza nella partenza dei contratti d’area e dei
patti territoriali. L’obiettivo del governo è di avviarne
40 entro il ’98 (attualmente sono stati approvati 12 patti territoriali
e cinque contratti). Il Governo ha favorito inoltre la nascita
dei Patti di Gemellaggio Nord-Sud per aiutare gli imprenditori
del Nord a insediarsi nelle regioni meridionali. E’ stata incentivata
la mobilità territoriale dei giovani del Sud attraverso
borse-lavoro e stage agevolati che consentono il trasferimento
al Nord per periodi di formazione.
Infine sono stati approvati i contratti di
riallineamento che permettono una graduale emersione alle aziende
in tre-quattro anni con adeguamento progressivo degli oneri
(costo del lavoro, contributi e fisco).
Imprenditorialità
L’obiettivo è migliorare le condizioni
per lo sviluppo delle imprese e la creazione di nuova imprenditorialità
in particolare nel Mezzogiorno.
Per le piccole e medie imprese sono state varate
numerose misure: la riforma strutturale del fisco con l’introduzione
dell’Irap, la riduzione dell’imposizione sugli utili delle imprese
che si ricapitalizzano, incentivi fiscali per creazione di nuove
attività produttive, agevolazioni per le organizzazioni
senza fini di lucro (Onlus), incentivi per infrastrutture e
per la manutenzione edilizia.
A tutto questo vanno aggiunti gli incentivi
per i giovani concordati con l’Unione europea e le misure a
sostegno dell’imprenditorialità dei giovani, attraverso
la società per l’Imprenditorialità giovanile (878
progetti finanziati per oltre duemila miliardi) e l’istituto
del prestito d’onore per disoccupati nelle aree di crisi (oltre
200 miliardi predisposti con 3000 giovani avviati ai corsi).
E’ stata semplificata la macchina amministrativa
dello Stato e avviato il processo di liberalizzazione delle
attività produttive, nel settore del commercio e dell’accesso
alle professioni.
Adattabilità
L’obiettivo è investire sui nuovi modelli
organizzativi e sull’accrescimento delle competenze.
Forte impulso ha avuto il processo di integrazione
tra la scuola e formazione professionale. Per quanto riguarda
l’organizzazione del tempo di lavoro, sono previste agevolazioni
per utilizzare in misura maggiore l’istituto del part-time,
è stata incentivata la riduzione e la rimodulazione dell’orario
di lavoro.
E’ in discussione in Parlamento lo "Statuto
dei nuovi lavori", che regola le forme d’impiego diverse
da quelle basate su un rapporto di lavoro dipendente (autoimpiego,
lavoro associato e in cooperativa, work experiences).
Solidarietà
L’obiettivo è tutelare i soggetti più
deboli e attuare le pari opportunità.
A favore dei disoccupati è stato varato
un Piano straordinario d’inserimento al lavoro, che interessa
100 mila giovani disoccupati del Sud, che entreranno in azienda
con una Borsa di lavoro o saranno inseriti in Progetti di Lavoro
di Pubblica Utilità organizzati dagli enti locali.
Per i disoccupati in età avanzata sono
previste misure di incentivazione in caso di assunzione da parte
delle imprese: nel ’98 si stima di reinserire al lavoro 286
mila lavoratori.
Altre misure riguardano l’assistenza alle persone,
la valorizzazione dei beni culturali, la cura dell’ambiente,
l’impulso al settore cooperativo e alle organizzazione non-profit.
Per conciliare tempi di lavoro e tempi di vita, è stato
presentato un disegno di legge sui congedi parentali che sancisce
il diritto per entrambi i genitori ad assentarsi dal lavorio
nei primi anni di vita del bambino.
Con la riforma del collocamento obbligatorio
per le categorie protette, in discussione in Parlamento, si
allargherà lo spazio di tutela di disabili anche nelle
piccole e medie imprese e si adotterà un modello di inserimento
centrato sulle caratteristiche e le esigenze del singolo e dell’azienda.
E’ stata intensificata l’azione di controllo
e vigilanza contro lo sfruttamento del lavoro nero e minorile
e per aumentare la sicurezza delle condizioni di lavoro.
Informazione
Un punto importante della strategia riguarda
il "Piano d’informazione e di orientamento": interesserà
200 mila nuovi iscritti al collocamento tra i 19 e i 24 anni
e 300 mila adulti sopra i 25 anni in cerca di occupazione o
di un nuovo lavoro: l’obiettivo è quello di informare
i disoccupati sulle possibilità di formazione e lavoro
e sugli strumenti di incentivazione esistenti.