Il Movimento per L'Ulivo: IL PERIODICO

Mettiamoci in Movimento
di Marina Magistrelli

Nelle ultime settimane si è aperta una fase nuova per il sistema politico italiano, per il Governo di Romano Prodi e anche per il Movimento per l’Ulivo. E’ bene che tutti ne siano consapevoli, pronti a capire quali sono le novità e cosa ci viene richiesto in questa nuova fase del nostro impegno.

Siamo in una fase di evoluzione, tra tentazioni di ritorno al passato e l’inizio di una situazione che presenta forti potenzialità, ma anche forti rischi di un ritorno all’instabilità. La decisione di Berlusconi di far saltare la Bicamerale è stato un atto grave, che ha bloccato un processo di rafforzamento della democrazia del maggioritario e del bipolarismo. Bene ha fatto Romano Prodi a esprimere tutta la sua preoccupazione per questa decisione tutta dettata da logiche strumentali. Ma in questi due anni abbiamo sperimentato come la stabilità e la continuità del governo sia il bene più prezioso che abbiamo, è la riforma più importante. In nessun modo si può bloccare un cammino di modernizzazione che tutti gli italiani chiedono: la questione adesso ritorna in mano al Parlamento, in primo luogo ai gruppi che fanno parte dell’Ulivo, e al governo, che ha già dimostrato il suo impegno in questa direzione sui fronti del lavoro, del Mezzogiorno, della scuola e della formazione.

Un secondo evento delle scorse settimane che merita la nostra riflessione sono i risultati elettorali della scorsa tornata amministrativa. In una dichiarazione pubblica, ho affermato che l’Ulivo aveva vinto dove si era presentato con un’immagine unita, aveva perso dove si era mostrato diviso, rissoso, legato a antiche logiche di spartizione. Dopo l’euforia delle elezioni di novembre, con la vittoria nelle grandi città, in molte, troppe situazioni si e creata l’illusione che il più fosse fatto, che l’Ulivo fosse un’etichetta buona da tirare fuori solo al momento delle elezioni e non qualcosa da costruire giorno per giorno, con pazienza, con un serio lavoro sul territorio.

Nelle situazioni in cui i risultati sono stati negativi abbiamo visto candidature sbagliate, burocrati di partito schierati contro candidati espressione della società civile. In molte realtà quegli elettori che cercavano sulla scheda il marchio del governo Prodi hanno trovato solo personalismi, divisioni, assenza di strategia.

Il vero dato significativo è la partecipazione alle elezioni di molte liste che provengono dalla società civile: i partiti le hanno chiamate quasi con disprezzo liste fai-da-te, ma in molte situazioni sono più semplicemente le liste nate attorno alla figura di sindaci uscenti, che magari hanno lavorato bene ma non sono stati ricandidati. La novità vera è che queste iniziative hanno ottenuto un buon risultato, prendendo spesso più voti dei partiti "storici": il che dimostra che c’è una domanda politica che il vecchio modo di scegliere i candidati e di gestire le campagne elettorali non sono più in grado di intercettare. Questi raggruppamenti sono di carattere locale: ma va anche detto che spesso nascono nell’ambito del centro-sinistra, dell’Ulivo e che all’Ulivo chiedono un raccordo nazionale, un luogo dove potersi confrontare. Il Movimento per l’Ulivo deve essere questa sede di confronto: dobbiamo discutere con i sindaci, con i consiglieri comunali espressioni di queste liste, senza sovrapposizione, rispettandone le sensibilità, ma sapendo offrire come Movimento il valore aggiunto di un movimento che non è un partito, che non intende strumentalizzare queste iniziative ma farsene carico, diventare interlocutore, restituire il ruolo che ad esse spetta. Massima autonomia, ma anche massimo collegamento: dalla riuscita di questa operazione dipende molto del futuro del Movimento.

Non possiamo più affidarci alle diplomazie tra le segreterie nazionali dei partiti. Dobbiamo recuperare il nostro carattere di movimento, essere stimolo, anticipare le innovazioni, uscire dal controllo degli apparati e riprendere l’iniziativa. La prima cosa da fare è darsi un’organizzazione per collegio elettorale, riprendere e pretendere un collegamento con i deputati eletti sotto il simbolo dell’Ulivo, preparare le condizioni di un radicamento dell’Ulivo che dia una reale occasione di partecipazione alle prossime elezioni. Le primarie si costruiscono da qui, i candidati piovuti dai tavoli romani si cominciano a evitare da qui. L’Ulivo nasce qui, da questa organizzazione sul territorio, dalla voglia di essere presenti in questa nuova, difficile fase della nostra storia.

PER TUTTO L'ULIVO

Il futuro ha radici antiche