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Il Governo de L'Ulivo: le Finanziarie
Finanziaria 99: il percorso  
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GOVERNO: ECONOMIA; I PROVVEDIMENTI A RISCHIO
 
 

   ROMA - La finanziaria con la restituzione dell'Eurotassa, ma anche la riforma degli affitti, le norme per i mutui casa, le 35 ore e anche le prossime privatizzazioni come BNL, Autostrade e Aeroporti di Roma: l'agenda economica e' ricca  di provvedimenti e di scadenze che nel prossimo futuro Governo e Parlamento avrebbero dovuto affrontare e per i quali la crisi di governo potrebbe comportare il rischio di battute d'arresto. Il Parlamento deve approvare solo 4 decreti legge, due dei quali di carattere economico (sugli straordinari e per il prepensionamento nelle Fs), ma il numero dei provvedimenti in attesa di esame e approvazione - che potrebbero essere 'cancellati' da un eventuale ricorso alle urne - sfiora i 200. 
   Ma soprattutto si devono aggiungere i provvedimenti la cui emanazione e' attesa da parte del governo, dalle norme sulla  Golden Share alla riforma di alcuni ministeri per le quali, in base alle deleghe della legge Bassanini, c'e' tempo fino a  dicembre del '98. Ecco un elenco sommario: -Finanziaria ed eurotassa: la sfiducia al governo potrebbe incidere sui tempi  del rimborso del 60% dell'Eurotassa che alla manovra di bilancio e' collegata. Anche se la Finanziaria fosse approvata nei  termini, potrebbe infatti essere a rischio la restituzione a dicembre per la quale il ministero delle Finanze stava predisponendo un decreto-legge che anticipava i contenuti della manovra. 
   Alla sorte della finanziaria sono legati anche gli aumenti delle pensioni sociali, la cancellazione del bollo sul  passaporto e la 'carbon tax' in base alla quale sarebbe aumentato il prezzo della benzina. 
   Tra i provvedimenti il cui iter parlamentare e' in corso ed i cui tempi potrebbero allungarsi (o interrompersi in caso di  scioglimento delle Camere) ci sono quello sui mutui casa (ora all'esame del Senato e che consente di mantenere i benefici  fiscali sui mutui prima casa anche se sono stati rinegoziati per rinegoziare i tassi d'interesse troppo elevati) e quello per gli  affitti (la riforma prevede aiuti per gli inquilini con reddito inferiore ai 21 milioni e sconti per i proprietari che 
aderiscano a ''contratti tipo'' con prezzi calmierati; il provvedimento, approvato dal Senato e ora all'esame di  Montecitorio, prevede anche un aumento dell'Ici per chi lascia le case sfitte, certezze sui tempi dei contratti e nuove norme sugli sfratti 'forzosi' che possono essere richiesti solo dai proprietari in regola con il pagamento delle tasse sulla casa). 
   Privatizzazioni: in questo campo di intervengo governativo sono in evidenza operazioni riguardanti tra l'altro  BNL, Alitalia, Aeroporti di Roma, Autostrade ed Enel.  In discussione anche l'imminente varo del testo unico sulla revisione della normativa sulle privatizzazioni ed in particolare sulla 'golden share'. 
   Agensud: Il decreto legislativo che istituisce ''Sviluppo Italia'' e' stato approvato dall'ultimo consiglio dei ministri ed e' ora all'esame del Parlamento. 
   Riforma finanze: Vincenzo Visco ha annunciato il varo entro la fine dell'anno della riforma dell'amministrazione, per concludere il processo iniziato con la riforma della normativa fiscale. La riorganizzazione delle Finanze, ma anche di altri  ministeri, e' infatti possibile in base alle deleghe della legge Bassanini, deleghe che scadono pero' a fine anno. 



FINANZIARIA: ESERCIZIO PROVVISORIO, 'GABBIA' PER IL BILANCIO  

   ROMA - L'esercizio provvisorio del bilancio dello Stato, cui ha fatto riferimento il ministro della Funzione Pubblica, Franco Bassanini, e' una 'gabbia' contabile che per decenni ha costituito non l'eccezione ma la regola. Si tratta di un meccanismo temporaneo sancito dalla Costituzione (articolo 81) per fare fronte alle necessita' di funzionamento della macchina statale quando non sia approvato per tempo il bilancio dello Stato. 
   L'esercizio provvisorio deve necessariamente essere autorizzato con una specifica legge e non puo' superare per  durata i quattro mesi. In questo periodo la spesa pubblica e' permessa per dodicesimi: in ogni mese, cioe' ,e' utilizzabile un  dodicesimo delle poste previste nei capitoli di progetto di bilancio. La limitazione vale sia in termini di competenza, sia in quelli di cassa (cioe' di pagamenti effettivi); sfuggono a questo vincolo le uscite obbligatorie, come quelle per gli  stipendi al personale statale. E' pero' possibile, nella legge di autorizzazione, stabilire vincoli ancora piu' stringenti alle  spese. 
   In pratica l'esercizio provvisorio, rende piu' difficoltosa una gestione ordinata della finanza pubblica e, a causa degli automatismi previsti, puo' vanificare i risparmi preventivati, specialmente quando la politica di bilancio tende ad essere piuttosto restrittiva. 
   Per decenni l'esercizio provvisorio e'stato considerato un'evenienza normale. Dal 1948 al 1968 c'e' sempre stato esercizio provvisorio; solo nel 1969 il Governo Rumor riusci', per primo, a far approvare in tempo il bilancio 1970; lo stesso fecero gli esecutivi in carica nel 1976 e 1977. Nel 1978 venne introdotta l'innovazione della Legge Finanziaria, ma l'esercizio provvisorio rimase ancora la regola fino al 1983, quando si riusci' a non far slittare il progetto di bilancio per l'anno successivo. Da allora in poi sono stati gli esercizi provvisori a diventare eccezione: il meccanismo e' stato usato due volte: nel 1986 ( per due mesi) e nel 1988 ( un trimestre). 



CRISI: SI' A FINANZIARIA, FRONTE COMUNE IMPRESE-SINDACATI  

    ROMA - Il Paese ha bisogno di stabilita' e per questo la crisi di Governo deve trovare una soluzione al piu' presto possibile per evitare l'esercizio provvisorio ed approvare la legge Finanziaria. E' questo il punto di vista che trova d'accordo imprenditori e sindacalisti che hanno preso parte ad un convegno su Roma e Giubileo il 14 ottobre. 
   Il segretario generale della Cgil, Sergio Cofferati, ha sottolineato senza mezzi termini che ''la legge Finanziaria va approvata, perche' l'esercizio provvisorio rappresenta un danno per il Paese in termini di stabilita' e di capacita' di programmare''. Sulla stessa linea il presidente della Confindustria, Giorgio Fossa: ''condivido molto di quanto detto da Cofferati. L'esercizio provvisorio non rappresenta un dramma ma e' in ogni caso una cosa pericolosa in quanto coincide con l'attuale momento di crisi internazionale, con la recessione alle porte''. La Finanziaria, ha aggiunto, ''in se e' poca cosa, cioe' e' un intervento normale in una situazione di straordinarieta', ma introduce alcuni segnali di cambiamento''. 
   ''E' interesse del Paese avere al piu' presto un Governo efficace - ha detto il presidente della Bnl, Luigi Abete - e sta alla responsabilita' delle istituzioni individuare le modalita'. Onestamente, non credo che ci siano rischi aggiuntivi per i mercati se non la mancanza di un interlocutore in una fase di grande tensione per l'economia globale''. 
   Sintetico il presidente dell'Enel, Chicco Testa: ''il Paese - ha detto - ha bisogno di stabilita'. Ci sono decine di progetti in corso che riguardano le aziende pubbliche e private e non abbiamo bisogno di vivere in una interruzione o in una  situazione di disordine''. 
   Per il presidente della Confcommercio, Sergio Bille', ''il problema non e' quale Governo, ma quale programma e quali strumenti di contrasto in una situazione economica estremamente preoccupante l'esecutivo dovra' adottare. Con il Pil all'1,5%, l'euro che incombe e le borse mondiali che ci stanno dando gli shock di questi giorni - ha poi aggiunto - il Paese non puo' permettersi il lusso di andare a nuove elezioni''. 
   ''Spero che la crisi sia superata al piu' presto, con grande senso di responsabilita' - ha detto Ivano Spalanzani,  presidente di Confartigianatoi - non possiamo piu' reggere con 3 milioni di disoccupati, un sommerso immane e l'euro alle  porte''. 
   Massima prudenza, infine, sull'eventualita' che si vada subito al voto. ''Ci vuole prima una legge elettorale diversa - ha detto Fossa - per la quale non occorrono tempi lunghi''. ''Se non si cambia la legge elettorale - gli ha fatto eco Abete -  questi episodi si rinnoveranno nel tempo''. 
   Al convegno ha preso parte anche il presidente della Rcs Editori, Cesare Romiti, che ai cronisti si e' limitato a dire:  ''io la penso come Fossa''. 
   ''Il momento e' delicato, molto delicato - ha successivamente detto Romiti davanti alle telecamere del Tg2  uscendo dal convegno - e bisogna approvare al piu' presto la finanziaria. Nel mondo, in Europa e in Italia il momento e'  molto delicato - ha ripetuto il manager Rcs - e bisogna quindi trovare una soluzione politica che ci consenta di affrontare e  risolvere rapidamente la legge finanziaria. Se poi la fine della crisi politica porta alla costituzione di un governo che possa  durare nel tempo e non essere transitorio tanto meglio''. 
   Per Romiti il problema comunque non e' la finanziaria: ''la legge finanziaria - ha detto - e' parte del problema  perche' non si tratta di una finanziaria di svolta. E' una finanziaria - ha concluso - che e' stata giocata molto sul  politico per cercare di accattivare il consenso di Bertinotti''. 
(ANSA) 



TASSI: FOSSA E ABETE, CON CRISI FAZIO HA MANI LEGATE  

   ROMA - La crisi di Governo ha ''legato le mani al governatore della Banca d'Italia, ma anche in questo caso spetta  a lui la scelta''. E' quanto ha detto il presidente della Confindustria, Giorgio Fossa, parlando con i cronisti, a margine  di un convegno su Roma e Giubileo, a proposito degli effetti che la crisi del Governo potrebbe avere sull'atteso taglio dei tassi da parte della banca centrale. 
   ''Abbiamo legato le mani come Paese al Governatore - ha sottolineato Fossa - in un momento in cui attorno a noi stanno scendendo tutti i tassi: ha cominciato questa settimana la Spagna, l'ha seguita la banca centrale inglese e ieri il  Portogallo e l'Irlanda. Speriamo che si risolva la crisi anche per dare questa ulteriore leva al governatore per poter  abbassare prima del tempo. Ormai - ha aggiunto - mancano tre mesi ad un abbassamento dovuto, pero' prima lo facciamo meglio e'. Ma , ripeto, e' necessario che il governatore abbia le mani libere per poterlo fare''. 
   Per l'ex presidente di Confindustria e attuale presidente della Banca Nazionale del Lavoro, Luigi Abete, ''oggi  e' un interesse non solo delle imprese ma anche del sistema finanziario un adeguamento al ribasso dei tassi d'interesse''. 
   ''In un momento in cui ci sono segnali di affaticamento del ciclo economico - ha precisato Abete - avere tassi bassi  aiuta l'economia a mantenersi ad un trend positivo ed evita i rischi che ci sia l'insorgere di nuove crisi di sofferenza nelle  strutture produttive . Penso che questo peraltro sia possibile piu' di ieri perche', come e' stato dimostrato in questi ultimi  mesi ancora una volta, il vero fattore che tiene bassa l'inflazione non solo in Italia ma nel mondo e' che e' scoppiata  la competizione. Quindi, la funzione che prima avevano gli alti tassi e il controllo della massa monetaria come strumento unico per controbattere le spinte inflazionistiche in strutture di mercato che comunque erano di fatto non competitive al 100% ed avevano blocchi di tipo nazionale o regolamentare, oggi e' meno rilevante e quindi la funzione in questo senso di un sistema di alti tassi e' contraddittorio rispetto a questo obiettivo. Detto questo - ha concluso Abete - dato che noi il primo gennaio saremo tutti quanti nell'Euro, abbiamo fatto novanta, faremo novantuno, lasciamo al governatore la responsabilita' e la soddisfazione di decidere lui quando e' il momento, perche' a lui compete istituzionalmente. Adesso che siamo vicino allo show-down ositivo di omologazione dei livelli dei tassi, facciamo finta che ci sono altri problemi piu' urgenti: mettiamola cosi'''. 



TASSI: TAGLI IN ORDINE SPARSO PER CONTRASTARE LA RECESSIONE  

   ROMA - Contrarie ad una riduzione concertata dei tassi di interesse le Banche centrali stanno provvedendo, seppur con qualche resistenza, a riorientare la politica monetaria, con interventi calibrati a contrastare i rischi di una recessione mondiale. 
   Dopo la riduzione di un quarto di punto del tasso interbancario, la scorsa settimana, da parte della Federal  reserve e la riduzione, ieri, di mezzo punto del tasso di riferimento da parte della Banca di Spagna, oggi e' stata la  volta della Banca di Danimarca e di quella d'Inghilterra. Se la riduzione del tasso pronti contro termine (dal 5 al 4,75%) in  Danimarca va piuttosto ricondotta alla situazione piu' tranquilla che sta vivendo la corona (a fine settembre lo stesso tasso era stato rialzato di un punto percentuale), il taglio del tasso chiave in Gran Bretagna (dal 7,5 al 7,25%) e' diretto ad  ammortizzare l'impatto della caduta dei mercati e della domanda interna. Una mossa dichiaratamente anti recessiva, che pero' i mercati, come gia' avvenne nei confronti della Fed, hanno mostrato di ritenere insoddisfacente nelle dimensioni. 
   La griglia dei tassi, quindi, si e' rimessa in movimento ed in Europa, nonostante la doccia fredda, ieri, di Tietmeyer,  gli operatori si attendono a breve nuovi tagli in Portogallo, Irlanda e Italia, i tre paesi Ume i cui tassi distano di piu'  dal livello di convergenza atteso per fine anno. 
   Ecco il panorama dei tassi di riferimento di mercato del gruppo 'Euro-11' e del G7: 
 

Germania Tasso sconto 2,5%
Lombard 4,5%
Pronti/Termine 3,3%
Francia Tasso intervento 3,3%
Pronti/Termine 4,6%
Belgio Tasso centrale 3,3%
Tasso sconto 2,75%
Olanda Tasso base 3,3%
Lussemburgo Tasso base 3,3%
Spagna Pronti/Termine 3,75%
Finlandia Tasso base 4,0%
Austria Tasso sconto 2,50%
Lombard 4,75%
Italia Tasso sconto 5,0%
Tasso anticip. 6,50%
Portogallo Tasso intervento 6,20%
Irlanda Benchmark 6,75%
Usa Tasso sconto 5,00%
Fed funds 5,25%
Giappone Tasso sconto 5,00%
Canada Tasso Overnight 5,48%
GB Benchmark 7,25%
  


ECONOMIA: FAZIO, ESISTONO RISORSE PER UN FORTE SVILUPPO 

   ROMA - Non ci si puo' continuare a nascondere dietro il  problema dei conti pubblici per rinviare programmi di sviluppo:  ''e' necessario completare il risanamento, ma esistono gia' le  risorse per un piu' vigoroso sviluppo''. Ad affermarlo e'  Antonio Fazio che, nell'insolita veste di 'editorilista' per  l'Uniapac (l'unione internazionale degli imprenditori cristiani)  ricorda di aver cercato di dimostrare piu' volte, in altre sedi,  l'esistenza di queste risorse. 
   Lo sviluppo e', d'altro canto, un obiettivo  importantissimo per il Governatore della Banca d'Italia che,  citando Adam Smith e Jaques Maritain, gli attribuisce anche la  possibilita' di creare un mondo con minori diseguaglianze e  'piu' giusto'. 
   Avendo ''riconquistato'' la stabilita' monetaria (che comunque, scrive, va ancora ''salvaguardata e consolidata'') si  puo' e si deve puntare sulla crescita economica. ''Sviluppo e stabilita' monetaria - afferma - non sono alternativi: anzi,  sono complementari e si rafforzano a vicenda''. 
   ''In una societa' dinamica, aperta alla concorrenza internazionale, con sacche di arretratezza economica, sotto-  occupazione e disoccupazione - scrive Fazio - lo sviluppo e' indispensabile ai fini della giustizia sociale. L'azione di  risanamento dei conti pubblici, iniziata dai precedenti governi e perseguita dal presente esecutivo - aggiunge - puo' porre le basi per una fase di maggiore benessere per tutti''. 
   La ''riconquistata'' stabilita' monetaria - prosegue il governatore della Banca d'Italia - va invece salvaguardata e  consolidata perche' ''difende i risparmi accumulati da larghi strati della popolazione sotto forma di investimenti finanziari,  a copertura delle esigenze future proprie e delle famiglie''. ''Questa stabilita' - sottolinea - risponde a un'esigenza di  giutsizia, ma anche alla necessita' di favorire la formazione di ulteriore risparmio, che sta alla base delle possibilita' di  aumento degli investimenti e della crescita''. Inoltre, poiche' ha ''un'influenza profonda, che penetra in tutti i rapporti  economici e influisce sui comportamenti'', essa spinge anche ad aumentare la produttivita' e difende il potere d'acquisto delle retribuzioni. 
   La stabilita', in altri termini, ''spinge le imprese a ricercare il profitto attraverso l'aumento della quantita' dei beni: il che va a vantaggio di tutti''. ''La ricerca del profitto attraverso l'aumento dei prezzi, invece - conclude Fazio - avvantaggia alcuni a danno di altri, prepara ritorsioni di segno opposto e, alla fine, danneggia tutti''.  



 

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