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S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria

Messaggioda ranvit il 15/01/2012, 20:09

Franz....circa un anno fa, in conseguenza della famosa "bolla", i giornali ci hanno rotto gli zebedei per almeno un mese sul rischio degli Usa (c'è stato uno psicodramma collettivo dei tanti amici degli americani anche qui :D ). Obama dovette impegnarsi come un matto per far approvare al Senato certe sue decisioni....e tu te ne vieni con la battuta dove le leggi? Ma fammi il piacere!!!

Dopodichè, sono anche d'accordo sul fatto che la Ue mancando una gestione politica unica attuano una gestione economica e finanziaria indecente offrono il fianco agli speculatori.....e sarei anche d'accordo sulla utilità delle agenzie di rating....se fossero imparziali.....ma siccome non lo sono...
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Re: S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria

Messaggioda franz il 15/01/2012, 21:30

ranvit ha scritto:Franz....circa un anno fa, in conseguenza della famosa "bolla", i giornali ci hanno rotto gli zebedei per almeno un mese sul rischio degli Usa (c'è stato uno psicodramma collettivo dei tanti amici degli americani anche qui :D ). Obama dovette impegnarsi come un matto per far approvare al Senato certe sue decisioni....e tu te ne vieni con la battuta dove le leggi? Ma fammi il piacere!!!

Avranno anche rotto gli zebedei ma si tratta di capire cosa dicevano, tra una rottura e l'altra. Forse la maggioranza degli italiani ha capito "default" (e non dubito che qualche giornalista italiano abbia provato a condire cosi' il suo articolo) ma non era cosi'. C'era un limite di spesa da non valicare ed il suo raggiungimento significava non poter pagare pensioni e stipendi. Non era un defautl ma proprio quello che serve ad evitarlo. Chiamalo "blocco dei pagamenti pubblici" e serve ad evitare che il debito cresca troppo a si arrivi al fallimento. Per superare quella soglia (che stupidamente è numerica e non percentuale) serviva un accordo tra democratici e repubblicani (trovato in estremis) ma in nessun caso c'è stato rischio default. La prova sta nel rendimento dei titoli americani (dei loro BOT) che sono sempre rimasti identici, senza avere il nostro saliscendi ed anche i cds sul debito americano, bassissimi.

Pensi che agenzie europee, nomitate dai governi, sarebbero piu' imparziali?
O che il problema siano le "cattive agenzie americane"?
beh, guarda che l'agenzia cinese ha dato all'Italia un bel BBB con outlook negativo.
Che sia un complotto liberal-comunista? :lol:
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Re: S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria

Messaggioda ranvit il 15/01/2012, 22:48

Sarà anche come dici tu, ma se non si fossero messi d'accordo il default era dietro l'angolo. Va anche ricordato che gli americani hanno un debito pubblico enorme e anche quello privato....la "bolla" mica me la sono inventata io!
Il fatto è che gli Usa non possono fallire....ma questa è tutta un'altra storia. Molto piu' comodo scaricare, anche con l'aiuto delle agenzie di rating, sulle pappamolle degli europei.

Agenzia cinese? Non ne conosco, ma con il debito che hanno gli americani verso i cinesi non mi meraviglierei che "si adeguano" per non correre rischi.
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Re: S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria

Messaggioda franz il 15/01/2012, 23:41

ranvit ha scritto:Sarà anche come dici tu, ma se non si fossero messi d'accordo il default era dietro l'angolo.

No, era previsto il blocco delle spese, qundi misure che avrebebro impedito il fallimento. Esattamente il contrario quindi.
Da li' è nata l'idea di mettere misure simili (ma fatte meglio) anche nelle legislazioni europee.

Sulle bolle discuteremo un'altra volta.
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Re: S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria

Messaggioda flaviomob il 16/01/2012, 2:03

Il nostro futuro dipende dalla politica italiana


DI ROLF GUSTAVSSON

Tutto dipende dall’Italia. È questa la conclusione di una serie di previsioni per il 2012. Il ragionamento è stato formulato nel modo più esplicito in un editoriale pubblicato prima di capodanno sul Washington Post: il futuro dell’economia mondiale dipende dalla capacità dell’Europa di risolvere la crisi del debito, ma l’Europa non può farlo se l’Italia non mette in ordine le sue finanze.

L’Italia è insomma troppo grande perché la si possa lasciar fallire.

Mario Monti, attualmente sia presidente del consiglio che ministro dell’economia italiano, ha letto l’editoriale del Washington Post ed è palesemente a disagio nell’essere indicato come protagonista di questo dramma globale. Monti sa cosa c’è in gioco. E sa anche che il tempo stringe e che le difficoltà sono enormi.

A fine anno, Monti ha tenuto un’inconsueta conferenza stampa. Per circa due ore, il professore ha dissertato della crisi e delle strategie del governo usando un alto livello di astrazione.

Con i tagli del primo pacchetto anticrisi (il decreto “salva-Italia”) Monti ha frenato la caduta verso l’abisso, ma adesso bisogna aspettare il giudizio dei mercati. Lo Stato avrà bisogno di un prestito di circa 100 miliardi di euro nel primo trimestre e Monti cerca disperatamente di far abbassare gli interessi.

Le parole, però, da sole non bastano a guadagnare il rispetto del mondo. Adesso si tratta di mostrare anche la propria fermezza dando il via a quella modernizzazione che per decenni in Italia è stata trascurata. Già tra due settimane Monti presenterà il contenuto concreto di un programma di riforme per la crescita.

Sarà un programma basato più sui princìpi che sui soldi. Di soldi, infatti, non ce ne sono. Monti ha invece tanti princìpi che vorrebbe vedere applicati.

Sono gli stessi che ha portato avanti in modo così rigoroso a Bruxelles, nei dieci anni alla Commissione europea: le richieste liberali di una concorrenza più libera e più aperta e di maggiore flessibilità. È qui che lo aspettano i problemi più grandi, ed è qui che dovrà sviluppare il suo talento pedagogico, perché nella società italiana non c’è particolare entusiasmo per le dottrine del libero mercato. Anzi, ciò porterà ad uno scontro frontale con le diverse costellazioni, ormai stabili, di corporazioni, gilde e associazioni più o meno informali – a volte criminali – che costituiscono la rete di protezione della società civile.

Le resistenze più forti verranno probabilmente dalle organizzazioni sindacali, se e quando Monti si farà paladino della ”flexsecurity” danese sul mercato del lavoro italiano. Ma persino l’idea di liberalizzare un piccolo settore come quello dei taxi può portare un governo italiano alla rovina.

Dalla sua parte, Monti ha solo una debole, inefficiente e opaca burocrazia. Oltretutto, per realizzare i suoi princìpi, Monti dipende dall’accordo con i grandi partiti in parlamento, dove si trova la classe politica più privilegiata d’Europa. Finché essa, malgrado tutti i duri pacchetti di riforme, apparirà come una casta di intoccabili, la vecchia diffidenza nei confronti dello Stato italiano rimarrà. Gli ambiziosi princìpi di Mario Monti presuppongono che in Italia si compia una rivoluzione culturale.

[Articolo originale "Politiken i Italien avgör vår framtid" di Rolf Gustavsson]

http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z1jZhHjbZB


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Re: S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria

Messaggioda ranvit il 16/01/2012, 8:38

Premessa: non ho tempo nè voglia di andare a cercare le notizie del tempo (a parte Wikipedia che riporto sotto), ma credo di ricordare molto bene l'essenza del problema.

Il blocco delle spese in Usa? Certo, era in discussione il pagamento degli stipendi statali....si decise quindi di stampare altra moneta aumentando il livello del debito pubblico, già enorme, scaricando sul resto del mondo, in particolare l'Europa, i relativi casini....
Se si fossero bloccati i pagamenti cos'era? Un ballo in maschera o l'inizio del default?

Che si voglia sempre beatificare gli Usa è un vezzo....ma resta il fatto che i guai finanziari mondiali al momento sono dovuti alla famosa "bolla" americana, nata per insipienza delle Banche americane e della politica economica dei vari Stati, mal regolati dalla politica federale che per errori strategici vari dovuti alle manie di grandezza della "potenza americana".

Che poi i problemi li abbiamo tutti nel cosiddetto "mondo occidentale" mi sembra ovvio.



http://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_econ ... _2008-2010

(Riporto solo l'incipit, il testo completo all'indirizzo indicato)

La crisi economica del 2008-2011 ha avuto avvio dai primi mesi del 2008 in tutto il mondo, in seguito a una crisi di natura finanziaria scoppiata nell'estate del 2007 (originatasi negli Stati Uniti con la crisi dei subprime). Tra i principali fattori della crisi figurano gli alti prezzi delle materie prime (petrolio in primis), una crisi alimentare mondiale, un'elevata inflazione globale, la minaccia di una recessione in tutto il mondo, così come una crisi creditizia ed una conseguente crisi di fiducia dei mercati borsistici.

Alla crisi finanziaria scoppiata nell'agosto del 2007 sono seguite una recessione, iniziata nel secondo trimestre del 2008 e una grave crisi industriale (seguita al fallimento di Lehman Brothers il 15 settembre) scoppiata nell'autunno dello stesso anno - di proporzioni più ampie che nella grande depressione - con una forte contrazione della produzione e degli ordinativi.[1][2] L'anno 2009 ha poi visto una crisi economica generalizzata, pesanti recessioni e vertiginosi crolli di Pil in numerosi paesi del mondo e in special modo nel mondo occidentale.[3] Terminata la recessione nel terzo trimestre 2009, tra la fine dello stesso anno e il 2010 si è verificata una parziale ripresa economica. Il 2011 ha conosciuto l'allargamento della crisi ai debiti sovrani e alle finanze pubbliche di molti paesi, soprattutto dell'eurozona, in molti casi salvate in extremis (Portogallo, Irlanda, Grecia) dal rischio di insolvenza.[4]
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Re: S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria

Messaggioda trilogy il 16/01/2012, 10:18

ranvit ha scritto:
....ma resta il fatto che i guai finanziari mondiali al momento sono dovuti alla famosa "bolla" americana, nata per insipienza delle Banche americane e della politica economica dei vari Stati, mal regolati dalla politica federale che per errori strategici vari dovuti alle manie di grandezza della "potenza americana".


Su questo non ci sono dubbi. La crisi è stata provocata dai comportamenti della finanza e dalla politica americana supportata dalle teorie economiche divulgate nelle università inglesi e americane.
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Re: S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria

Messaggioda ranvit il 16/01/2012, 13:29

Tutto l'articolo qui :
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 92411.html


SCHAEUBLE, REGOLE PER LIMITARE INFLUENZA AGENZIE RATING Servono nuove regole di trasparenza per le agenzie di rating, e per limitarne l'influenza in Europa. Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. ''D'ora in avanti lavoriamo in Europa a regole che possano imporre alle agenzie di rating obblighi di trasparenza e garantire che le agenzie non abbiano i loro interessi'', ha detto in un'intervista alla Deutschlandfunk. ''Io non credo che S&P's abbia capito cosa stiamo mettendo in atto in Europa'', ha aggiunto il ministro.
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Re: S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria

Messaggioda flaviomob il 16/01/2012, 13:42

Ieri ho letto da qualche parte che Fitch sarebbe partecipata per l'80% dai francesi. Sarà curioso vedere il suo giudizio.

http://it.wikipedia.org/wiki/Fitch_Ratings


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Re: S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria

Messaggioda franz il 16/01/2012, 14:21

flaviomob ha scritto:Ieri ho letto da qualche parte che Fitch sarebbe partecipata per l'80% dai francesi. Sarà curioso vedere il suo giudizio.

http://it.wikipedia.org/wiki/Fitch_Ratings

Fitch infatti ha già detto che non declasserà la francia (stupore?) ma gli altri invece si'.
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