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Zan: omotransfobia

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Zan: omotransfobia

Messaggioda Robyn il 05/05/2021, 16:14

C'è chi afferma che il preambolo salva idee sarebbe fuorviante perché è sufficente l'art 21 della costituzione a proteggere la libertà di espressione.La legge allora semplificata e stringata si comporrebbe di due soli articoli

A È punita qualsiasi discriminazione e aggressione avvenuta sulla sessualità manifestata e percepita

B È istituita la giornata nazionale contro qualsiasi discriminazione basata sul sesso

Questi due articoli così stringati e in particolare alla lettera A comprenderebbero la protezione di tutta la sessualità in generale,sesso maschile,sesso femmine,lgbt+,poi naturalmente ci sono le aggravanti legate all'instigazione che proteggono in base al principio di uguaglianza il sesso maschile, il sesso femminile e lgbt+.In effeti la legge così come è scritta è confusa e ridondante.Anche Francesco afferma che bisogna proteggere la persona nella sua particolarità
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Re: Zan: omotransfobia

Messaggioda Robyn il 06/05/2021, 13:16

Il dl Zan ha di fatto realizzato una dissociazione fra sesso biologico e quello a cui realmente si sente di appartenere altrimenti non sarebbe stata possibile da un punto di vista legale la protezione da discriminazioni e aggressioni di persone che hanno un sesso biologico e che sentono di appartenere all'altro sesso,ma non costruisce una nuova categoria aleatoria.Adesso sesso biologico ed espresso possono coincidere e avere esclusivamente attrazione per l'altro sesso in questo caso parliamo di etero oppure coincidere ma avere attrazione per lo stesso sesso,coincidere ed avere attrazione per entrambi i sessi.Nonostante ciò la differenza fra genere maschile e femminile che rappresenta il grande pubblico non è scalfibile in natura e lgbt+ rimane una minoranza meritevole di tutela.Anche per un maschio sentirsi dire femminuccia può essere offensivo la differenza è con il macho.Il maschio a differenza del macho sa distinguere l'amore vero verso una donna fatto di sentimenti dalle depravazioni

Francesco anche afferma che la persona và protetta nella sua interezza
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Re: Zan: omotransfobia

Messaggioda Robyn il 06/05/2021, 19:01

Altre critiche provengono dalla labilità e dall'indeterminatezza sulla libertà di espressione"purché non idonee etc etc"Qual'e il confine fra ciò che è lecito e ciò che non lo è dal momento che vale la discrezionalità del giudice?In questo caso può valere la regola del precedente che la Cassazione può esercitare sulla base del principio di proporzionalità e del principio di azione che assicuri la libertà di espressione.Il principio di azione è quel principio in cui si valuta se esiste o meno la predeterminazione nel compiere un'atto illegale il principio di proporzionalità la relazione fra la gravità dell'atto commesso e la relativa pena,la regola del precedente che a reati uguali si applichino pene uguali.Sul genere c'è sempre il controllo di legittimità costituzionale della legge da parte della corte costituzionale che ne verifica la compatibilità con l'art 3 della costituzione e le altre incongruenze per cui è impossibile la deriva gender
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Re: Zan: omotransfobia

Messaggioda flaviomob il 10/05/2021, 1:03

https://www.articolo21.org/2021/05/perc ... osi-paura/

Cristina Perozzi su Articolo21:

Perchè il DDL ZAn fa così paura?


Se ci si limita all’interpretazione giuridica, come dovrebbe invero accadere, il DDL Zan non crea tutti questi dilemmi di coscienza. Anzi, ad una mera lettura dei pochi articoli del decreto, è evidente a chiunque l’ampliamento di garanzia in favore di chi oggi ancora è costretto a vivere in un mondo a parte rispetto al resto della collettività. Perché allora il DDL Zan sollecita così tante critiche e che tipo di critiche vengono mosse?

Il progetto di legge proposto da un folto gruppo politico trasversale e denominato DDL ZAN ancora non vede la luce, nonostante le tante sollecitazioni a volerlo calendarizzare in via definitiva.
La normativa proposta istituirebbe persino una giornata nazionale, il 17 maggio di ogni anno, contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia «al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere».

Le parole che la nuova legge usa per i fini che ha di mira non sono per nulla deprecabili, anzi. Un domani potranno essere organizzate iniziative istituzionali e pubbliche ovunque, anche nelle scuole e sui media per educare alla civile convivenza ed al rispetto a priori di tutti i consociati, che in linea di principio devono essere tutti uguali di fronte alla legge.

Ma se non siamo in grado di riconoscere che l’omofobia, nell’accezione omnicomprensiva del termine, è oggi in Italia un’emergenza sociale anche il bisogno culturale su questo argomento passa in secondo ordine. Basterebbe leggere le statistiche fornite dagli stessi osservatori istituzionali riguardo il fenomeno, quello si molto pericoloso e allarmante.

Dal 2012 al 5 ottobre 2020 sono stati censiti in Italia 876 casi, per un totale di 1.166 vittime. Numerose e veramente peculiari le dichiarazioni di alcuni esponenti pubblici, a partire dal 1985, quando a Rocca Imperiale (Cosenza) si firmò una petizione per allontanare dalla spiaggia le persone omosessuali, fino al 2008 quando il generale dell’Esercito Mauro Del Vecchio sostenne apertamente che gli omosessuali non avrebbero dovuto far parte delle forze militari perché “inadatti”. Nello stesso anno Luciano Moggi, all’epoca dirigente FIGC, sostenne che i gay non avrebbero potuto giocare a calcio perché “in questo ambiente non potrebbero vivere”. E nel 2011, quando a Treviso il sindaco propose di multare i gay che si fossero baciati in pubblico, o nel 2015 quando un parroco di Arborea suggerì di usare il lanciafiamme contro gli omosessuali, e quando lo stesso anno il sindaco di Albettone dal nome , tal Joe Formaggio, dichiarò che avrebbe tassato le persone omosessuali per destinare i soldi raccolti alle famiglie. Per finire oggi con le migliaia di dichiarazioni d’odio sui social media verso le persone con direzione sessuale differente.

Varrebbe invece la pena perlomeno immaginare come si può sopravvivere, specie i più giovani, definiti e trattati pubblicamente così, discriminati e messi al bando solo per un determinato orientamento sessuale che peraltro si rinviene nel codice genetico di un essere umano e non dipende da un’opinione o da una scelta personale. E’ un macroscopico errore voler interpretare ideologicamente un progetto normativo che estende il riconoscimento di alcuni diritti e di una tutela giuridica ad altre categorie sociali, se si rinvia al principio di uguaglianza cui all’art.3 della nostra Costituzione. Se poi le critiche si muovono contro i termini usati nel ddl, fra cui ad esempio «identità di genere», e si teme per un vulnus al concetto di famiglia tradizionale, lamentando l’equiparazione dei diritti delle coppie omosessuali rispetto al matrimonio o le adozioni, si può tranquillamente replicare che tutto questo già invero esiste da tempo.

La famiglia tradizionale è già in crisi da anni e non dipende dalle unioni civili delle coppie gay, già normate da anni, o dalla possibilità della cd. step child adoption, ovvero dell’adozione del figlio naturale di un partner ad opera dell’altro. Tutto questo per legge accade da anni e non solo in Italia. La famiglia classica è messa invece in seria discussione dall’aumento esponenziale della violenza nelle relazioni affettive, dal crescente numero di reati contro i minori e le donne, dal decadimento valoriale al quale inermi assistiamo mentre ci “inebetiamo” di programmi generalisti e trash, nei quali la collettività viene “educata” all’aggressività verbale, al conflitto ed all’intolleranza, all’odio sociale in definitiva.

Questa profonda crisi istituzionale è comprovata dai dati statistici e non vi è ragione per cui le nuove norme sull’omofobia non si dovrebbero approvare, considerato che non vieterebbero neppure la propaganda contro i gay, con buona pace degli omofobi e dei conservatori, bensì solo l’istigazione a commettere discriminazione o violenza per ragioni di orientamento sessuale.

Perchè non dovremmo allarmarci, più di quanto dovremmo già fare visto quanto accade sotto i nostri occhi ogni giorno, nell’equiparare penalmente la discriminazione omofoba a quella basata sul razzismo e sul’odio su base religiosa. Di questo il DDl Zan si occupa, non di ideologia gender o di utero in affitto, concetti che risultano solo il risultato di elaborazioni deduttive ed invero alquanto ideologiche. Il DDL aggiungerebbe “solo” al reato già previsto dal codice, l’art 604 bis cp che già punisce con il carcere fino a un anno e sei mesi le discriminazioni a sfondo razziale, etnico o religioso, anche quelle basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità. Prevedrebbe ” solo” sanzioni per chi istiga a commettere discriminazioni o violenze di stampo omofobo, proprio come oggi è sancito per quelle di stampo razzista. E punirebbe ” solo” anche chi organizza o partecipa ad associazioni che, per gli stessi motivi omofobi, istigano alla discriminazione e alla violenza. Mentre infine il razzismo è stigmatizzato per legge anche sotto forma di propaganda, l’articolo 4 del DDl Zan testualmente recita:

«Ai fini della presente legge sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti».

Quindi se a nessuno potrebbe mai essere vietato di continuare a credere e diffondere i valori della cd. famiglia tradizionale e delle posizioni più ortodosse e conservatrici, perché dunque impedire l’estensione di diritti già sacrosanti per legge a nuove categorie di titolari?

Pensiamoci, perchè in definitiva dal punto di vista giuridico il progetto di legge non crea alcun problema interpretativo, anzi. Aumenta la garanzia e la tutela del sistema di convivenza civile, ampliando una categoria di diritti già prevista dall’ordinamento ed allargandola ad una nuova categoria di soggetti, che oggi, alla luce di quanto purtroppo accade ed è ignorato solo da chi non vuole vederlo, rappresenta una parte di società molto discriminata, spesso abusata e violentata, talvolta, mai troppo raramente e specie fra i più giovani, con esiti tragici.


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Re: Zan: omotransfobia

Messaggioda flaviomob il 10/05/2021, 1:07

https://www.articolo21.org/2021/05/perc ... osi-paura/

Cristina Perozzi su Articolo21:

Perchè il DDL ZAn fa così paura?


Se ci si limita all’interpretazione giuridica, come dovrebbe invero accadere, il DDL Zan non crea tutti questi dilemmi di coscienza. Anzi, ad una mera lettura dei pochi articoli del decreto, è evidente a chiunque l’ampliamento di garanzia in favore di chi oggi ancora è costretto a vivere in un mondo a parte rispetto al resto della collettività. Perché allora il DDL Zan sollecita così tante critiche e che tipo di critiche vengono mosse?

Il progetto di legge proposto da un folto gruppo politico trasversale e denominato DDL ZAN ancora non vede la luce, nonostante le tante sollecitazioni a volerlo calendarizzare in via definitiva.
La normativa proposta istituirebbe persino una giornata nazionale, il 17 maggio di ogni anno, contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia «al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere».

Le parole che la nuova legge usa per i fini che ha di mira non sono per nulla deprecabili, anzi. Un domani potranno essere organizzate iniziative istituzionali e pubbliche ovunque, anche nelle scuole e sui media per educare alla civile convivenza ed al rispetto a priori di tutti i consociati, che in linea di principio devono essere tutti uguali di fronte alla legge.

Ma se non siamo in grado di riconoscere che l’omofobia, nell’accezione omnicomprensiva del termine, è oggi in Italia un’emergenza sociale anche il bisogno culturale su questo argomento passa in secondo ordine. Basterebbe leggere le statistiche fornite dagli stessi osservatori istituzionali riguardo il fenomeno, quello si molto pericoloso e allarmante.

Dal 2012 al 5 ottobre 2020 sono stati censiti in Italia 876 casi, per un totale di 1.166 vittime. Numerose e veramente peculiari le dichiarazioni di alcuni esponenti pubblici, a partire dal 1985, quando a Rocca Imperiale (Cosenza) si firmò una petizione per allontanare dalla spiaggia le persone omosessuali, fino al 2008 quando il generale dell’Esercito Mauro Del Vecchio sostenne apertamente che gli omosessuali non avrebbero dovuto far parte delle forze militari perché “inadatti”. Nello stesso anno Luciano Moggi, all’epoca dirigente FIGC, sostenne che i gay non avrebbero potuto giocare a calcio perché “in questo ambiente non potrebbero vivere”. E nel 2011, quando a Treviso il sindaco propose di multare i gay che si fossero baciati in pubblico, o nel 2015 quando un parroco di Arborea suggerì di usare il lanciafiamme contro gli omosessuali, e quando lo stesso anno il sindaco di Albettone dal nome , tal Joe Formaggio, dichiarò che avrebbe tassato le persone omosessuali per destinare i soldi raccolti alle famiglie. Per finire oggi con le migliaia di dichiarazioni d’odio sui social media verso le persone con direzione sessuale differente.

Varrebbe invece la pena perlomeno immaginare come si può sopravvivere, specie i più giovani, definiti e trattati pubblicamente così, discriminati e messi al bando solo per un determinato orientamento sessuale che peraltro si rinviene nel codice genetico di un essere umano e non dipende da un’opinione o da una scelta personale. E’ un macroscopico errore voler interpretare ideologicamente un progetto normativo che estende il riconoscimento di alcuni diritti e di una tutela giuridica ad altre categorie sociali, se si rinvia al principio di uguaglianza cui all’art.3 della nostra Costituzione. Se poi le critiche si muovono contro i termini usati nel ddl, fra cui ad esempio «identità di genere», e si teme per un vulnus al concetto di famiglia tradizionale, lamentando l’equiparazione dei diritti delle coppie omosessuali rispetto al matrimonio o le adozioni, si può tranquillamente replicare che tutto questo già invero esiste da tempo.

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Questa profonda crisi istituzionale è comprovata dai dati statistici e non vi è ragione per cui le nuove norme sull’omofobia non si dovrebbero approvare, considerato che non vieterebbero neppure la propaganda contro i gay, con buona pace degli omofobi e dei conservatori, bensì solo l’istigazione a commettere discriminazione o violenza per ragioni di orientamento sessuale.

Perchè non dovremmo allarmarci, più di quanto dovremmo già fare visto quanto accade sotto i nostri occhi ogni giorno, nell’equiparare penalmente la discriminazione omofoba a quella basata sul razzismo e sul’odio su base religiosa. Di questo il DDl Zan si occupa, non di ideologia gender o di utero in affitto, concetti che risultano solo il risultato di elaborazioni deduttive ed invero alquanto ideologiche. Il DDL aggiungerebbe “solo” al reato già previsto dal codice, l’art 604 bis cp che già punisce con il carcere fino a un anno e sei mesi le discriminazioni a sfondo razziale, etnico o religioso, anche quelle basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità. Prevedrebbe ” solo” sanzioni per chi istiga a commettere discriminazioni o violenze di stampo omofobo, proprio come oggi è sancito per quelle di stampo razzista. E punirebbe ” solo” anche chi organizza o partecipa ad associazioni che, per gli stessi motivi omofobi, istigano alla discriminazione e alla violenza. Mentre infine il razzismo è stigmatizzato per legge anche sotto forma di propaganda, l’articolo 4 del DDl Zan testualmente recita:

«Ai fini della presente legge sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti».

Quindi se a nessuno potrebbe mai essere vietato di continuare a credere e diffondere i valori della cd. famiglia tradizionale e delle posizioni più ortodosse e conservatrici, perché dunque impedire l’estensione di diritti già sacrosanti per legge a nuove categorie di titolari?

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Re: Zan: omotransfobia

Messaggioda Robyn il 12/05/2021, 11:53

Il ddl Zan si può approvare così com'è per evitare che faccia altri passaggi per ex tornare alla camera e poi al senato e poi alla camera etc.In un secondo momento immediatamente successivo si possono fare delle modifiche.Per quel che riguarda il genere pare che il dl abbia fugato i dubbi mettendo come prima frase il sesso biologico.La modifica può riguardare l'indeterminatezza cioè qual'e la linea che separa ciò che è lecito da ciò che non lo è.Allora bisogna aggiungere che al fine di assicurare la libertà di espressione per i reati vale la regola del precedente il principio di azione e la proporzionalità della pena
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Re: Zan: omotransfobia

Messaggioda Robyn il 15/05/2021, 11:35

Sull'espresso compare un'immagine di una persona di sesso maschile in gravidanza.Alcune iniziative fanno male alla comunità lgbt+ perché le leggi sui diritti civili esistenti nel nostro paese sono state possibili perché sono riuscite a bilanciare diversi interessi in gioco per quello non sono per niente esclusi cambiamenti anche a legge approvata nel dl zan come il principio del precedente,dell'azione e della proporzionalità per assicurare la libertà di espressione.Per ex Montanelli affermava che se noi cercassimo l'eutanasia ne usciremo sicuramente sconfitti e la conseguenza sarebbe ancora la negazione sacrosanta dei diritti civili.Il politically correct inoltre non può dire che il bacio del principe azzurro a Biancaneve non era consensiente bastano le parole principe azzurro e principessa per rimanere nella fantasia.Esiste un limite a tutto
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Re: Zan: omotransfobia

Messaggioda Robyn il 15/05/2021, 14:07

PS errore di sintassi "la negazione di sacrosanti diritti civili"
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Re: Zan: omotransfobia

Messaggioda Robyn il 15/05/2021, 23:48

Questa vignetta pare fare pubblicita alla fivet per persone di sesso maschile ma che hanno come apparato genitale il sesso femminile,ma la fivet è vietata.La giurisprudenza ha superato questo problema permettendo l'adozione anche ai single lgbt,cancellando una disparità con i single etero che possono adottare solo in casi particolari.La giurisprudenza ha superato anche un'altra discriminazione sulle famiglie arcobaleno.In breve un partner che ha un figlio biologico può unirsi ad una persona transgender purché abbia lo stesso sesso anagrafico di registrazione ha cioè considerato discriminazione come criterio per la formazione della famiglia arcobaleno la necessità di essere lesbiche o gay escludendo l'altra categoria della galassia lgbt,la stessa cosa per registrarsi come una civil partenership.Quindi la fivet la gestazione per altri sono problemi superati
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Re: Zan: omotransfobia

Messaggioda cardif il 17/05/2021, 20:30

Oggi è la giornata internazionale contro l'omofobia. Ci metto pure la transfobia e l'abilismo, così.

Dal primo ddl del 1996 proposto da Vendola sono passati 25 anni. Ci sono stati diversi altri tentativi che non sono mai stati messi in discussione con nessun Governo.
L'ultimo ddl proposto da Zan ha superato la Camera; le due sciocchesse più grosse sono: che aprirebbe all'utero in affitto e che non è il momento di affrontare temi divisivi.
Adesso la discussione è calendarizzata in Commissione del Senato. Salvini minaccia il blocco con mln di emendamenti. Ovviamente si possono baipassare, volendo, e respingerli tutti in blocco: Volendo.
Se verrà approvato questo piccolo passo, finalmente si diffonderà l'idea che hanno diritto al rispetto come persone anche omosessuali, trans, disabili. Diminuirà il bullismo. Almeno spero, perché la sanzione prevista dovrebbe spingere in quella direzione. Solo di questo si tratta.

Se diventerà legge in Italia resterà, non verrà un altro Governo a cancellare di nuovo tutto.
Noi stiamo molto indietro in questo, senza numerini e fili colorati, rispetto agli USA. A livello legislativo, intendo.
Lì però pesano le scelte dei Presidenti, che possono cambiare le cose.
Trump aveva fatto una politica di anti-trans. Biden ha chiamato a fare da vice-segretario alla salute Rachel Levine, transgender.
Se torna un Trump qualunque cambiano di nuovo le cose per la comunità Lgbt.

Non ha senso dire di stare con (o contro) gli USA: ha senso dire se si sta con Trump o con Biden per le diverse politiche che fanno in tutti i campi.
Certo, eliminare pure il razzismo diffuso tra tanti statunitensi è troppo per chiunque.

Buona cena ai 75 ospiti
Ma mo' mi so' capito bene?
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