da ranvit il 06/03/2016, 12:00
http://www.corriere.it/cultura/16_marzo_06/titolo-articolo-7b5355d2-e302-11e5-a080-fdf627ee5982.shtml
La missione in Libia e i pericoli per l’Italia
Un’operazione di guerra deve essere definita come tale. Rinunciamo a quei
neologismi eufemistici con i quali noi e non solo noi abbiamo sempre battezzato
le imprese militari. Chiamare le cose per nome è una assunzione di responsabilità
di Paolo Mieli
Per una sola azione, nei suoi due anni di governo, Matteo Renzi ha ricevuto consensi pressoché unanimi, anche dai suoi più aspri oppositori: l’indugio prima dell’intervento militare in Libia. La preparazione di questo passo è stata paziente, circospetta, prudente, addirittura flemmatica. E adesso si dovrà, nel caso, procedere passando per un dibattito con annesso voto in Parlamento. Brucia ancora il ricordo di come fummo trascinati nella campagna — imposta da Francia e Gran Bretagna — iniziata il 19 marzo del 2011 per l’abbattimento del regime di Gheddafi.
Un’azione condotta sotto le insegne delle Nazioni Unite e Tzvetan Todorov fu il primo a mettere in guardia sul fatto che da quelle parti la legittimità onusiana non sarebbe stata «sinonimo di legalità». Aveva ragione. Il vicario apostolico di Tripoli, Giovanni Martinelli, denunciò immediatamente che i bombardamenti Nato sulla capitale libica provocavano dozzine di morti tra i civili e una quantità impressionante di aborti da traumi per le esplosioni. Poi fummo costretti a registrare che il consenso al tiranno era più forte di quel che avevamo pensato talché le sue milizie combattevano con una imprevista determinazione.
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Nei sette mesi che intercorsero tra l’inizio dell’intervento armato (marzo 2011) e l’ uccisione di Gheddafi (ottobre di quello stesso anno) abbiamo dovuto prendere atto del fatto che, come aveva avvertito lo studioso dell’Atlantic Council Karim Mezran, in Libia non ci sono angeli ma «differenti tipi di diavoli».
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.