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Barcellona: un milione e mezzo in piazza per l'indipendenza

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Barcellona: un milione e mezzo in piazza per l'indipendenza

Messaggioda trilogy il 12/09/2012, 10:29

SPAGNA
A Barcellona un milione e mezzo in piazza per chiedere l'indipendenza da Madrid

Imponente manifestazione in Catalogna per invocare l'addio alla Spagna: la crisi ha messo in ginocchio la regione più ricca della penisola iberica. Al centro della polemica le tasse: il 10% va allo Stato e non torna sul territorio, ma basterebbe per coprire il buco delle casse della Generalitat
di OMERO CIAI

BARCELLONA - C'è una svolta inattesa, dalle conseguenze abbastanza imprevedibili, nella crisi spagnola: un milione e mezzo di catalani (due milioni secondo gli organizzatori) hanno invaso le vie del centro di Barcellona con le bandiere a strisce gialle e rosse per chiedere l'indipendenza della Catalogna dal resto della Spagna.

È stata la più grande manifestazione nazionalista dagli anni successivi alla fine della dittatura franchista, con la differenza che allora, erano gli anni Settanta del secolo scorso, i catalani scendevano in piazza per pretendere l'autonomia mentre oggi invocano l'indipendenza.

Secondo un recente sondaggio, pubblicato da La Vanguardia, storico giornale della borghesia catalana, il 51,1% dei catalani voterebbe oggi a favore della secessione dalla Spagna. Dieci anni fa erano meno del 36 percento. Dietro i sussulti indipendentisti c'è la durissima crisi economica che ha colpito una delle regioni più ricche del paese. La Generalitat, il governo autonomo regionale, è in bancarotta. Non ha più soldi per gli ospedali, per le scuole, per la normale attività amministrativa e non riesce a rifinanziare il suo debito.

Tutti questi guai hanno, secondo i partiti nazionalisti, un solo colpevole: Madrid. Che si rifiuta di accettare la proposta del cosiddetto "patto fiscale": la possibilità che sia direttamente Barcellona a riscuotere le proprie tasse. L'ingresso diretto dei tributi nelle casse del governo regionale (senza passare per il ministero delle Finanze nazionale che poi le distribuisce alle regioni) è in realtà l'ultimo passo verso la totale autonomia, già oggi molto larga (comprende Istruzione, Sanità, Sicurezza e molto altro).

Secondo gli amministratori locali e secondo il governatore catalano, Artur Mas, la Catalogna perde oggi circa il 10 percento delle tasse, che i suoi abitanti versano alla Stato centrale e che non tornano indietro. Una quantità sufficiente a coprire il buco del debito. Così, prendendo parte alla manifestazione, il leader del maggior gruppo nazionalista, Convergenza e Unione (CyU), e attuale governatore ha minacciato Madrid: "Se il governo Rajoy non accetta il patto fiscale sappiate che la strada della Catalogna verso la libertà è aperta".

Per tutto il pomeriggio di ieri decine di migliaia di persone hanno sfilato dietro uno slogan che non ammette equivoci: "Catalogna, un nuovo Stato d'Europa". E perfino a Bruxelles un portavoce della Commissione europea è dovuto intervenire per ricordare ai funzionari della Generalitat che "un nuovo Stato" non potrebbe essere automaticamente accettato, dovrebbe prima essere "riconosciuto" dagli altri membri dell'Unione. Dettagli per Barcellona.

Sotto pressione per le tranche del debito in scadenza, la Catalogna ha chiesto un prestito di 5 miliardi di euro al governo centrale ma teme di dover pagare un prezzo troppo alto, in termini di autonomia delle sue politiche regionali, per averli. Da qui la fuga in avanti. Meglio l'indipendenza che la sottomissione a Madrid.

Ieri era la "Diada", la festa nazionale catalana, e la marcia era stata convocata da una piattaforma della società civile, l'Asamblea Nacional Catalana, cui hanno poi aderito i principali movimenti nazionalisti, meno i socialisti del Psc e il Partito popolare di Rajoy. Nessuno si aspettava che la partecipazione popolare fosse così massiccia. "Una marea umana", esultavano gli organizzatori, che segna la più grande dimostrazione di forza dell'indipendentismo catalano.

(12 settembre 2012)
http://www.repubblica.it/esteri/2012/09 ... ef=HREC1-9
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Re: Barcellona: un milione e mezzo in piazza per l'indipende

Messaggioda franz il 12/09/2012, 12:32

Notizie come questa devono far riflettere.
Un vero federalismo, che implica anche un vero federalismo fiscale, è l'unico modo per limitare spinte autonomiste e separatiste, coinvogliandole verso un'unità di tipo federale. E si nota che quando c'è crisi, quando si deve tirare la cinghia ed i soldi mancano, le tendenze ad andare ognuno per la sua strada aumentano nei paesi centralizzati e sono inesistenti nei paesi federali.
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Re: Barcellona: un milione e mezzo in piazza per l'indipende

Messaggioda ranvit il 13/09/2012, 8:48

franz ha scritto:Notizie come questa devono far riflettere.
Un vero federalismo, che implica anche un vero federalismo fiscale, è l'unico modo per limitare spinte autonomiste e separatiste, coinvogliandole verso un'unità di tipo federale. E si nota che quando c'è crisi, quando si deve tirare la cinghia ed i soldi mancano, le tendenze ad andare ognuno per la sua strada aumentano nei paesi centralizzati e sono inesistenti nei paesi federali.




Concordo e non capisco le resistenze ad un reale federalismo in Italia come in Spagna ed in Europa... :roll:

Ovvio che con un federalismo vero, a tutto campo, i problemi e le soluzioni sarebbero molto piu' vicini alla gente.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Barcellona: un milione e mezzo in piazza per l'indipende

Messaggioda annalu il 13/09/2012, 16:29

franz ha scritto:Notizie come questa devono far riflettere.
Un vero federalismo, che implica anche un vero federalismo fiscale, è l'unico modo per limitare spinte autonomiste e separatiste, coinvogliandole verso un'unità di tipo federale. E si nota che quando c'è crisi, quando si deve tirare la cinghia ed i soldi mancano, le tendenze ad andare ognuno per la sua strada aumentano nei paesi centralizzati e sono inesistenti nei paesi federali.

Mi sembra che di motivi in favore del federalismo ce ne siano molti. Il mio problema è però l'opportunità del momento storico.
A meno di imprevisti che per ora mi paiono poco probabili, mi sembra che ci stia avviando verso la costituzione progressiva degli Stati Uniti d'Europa, che si formeranno inevitabilmente su base federale.
A quel punto ci sarà probabilmente anche una riorganizzazione dei singoli stati e dell'assetto interno di alcuni: mi sembra quello il momento di passare ad un vero federalismo in quegli stati in cui l'unità ha degli aspetti un po' forzati, come l'Italia e la Spagna ( ma anche altri, come il Belgio per esempio)
Tra l'altro, mentre passare ora in Italia ad una organizzazione federale non si presenta facile, data la situazione della nostra classe politica, e potrebbe incontrare forti resistenze, nel momento in cui l'italia dovesse entrare a far parte di un'Europa confederata il concetto di "Unità d'Italia" perderebbe molto del suo significato e potrebbe essere molto più facile creare una confederazione di stati di dimensioni minori, come già è la condizione di molti staterelli europei.

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Re: Barcellona: un milione e mezzo in piazza per l'indipende

Messaggioda flaviomob il 14/09/2012, 1:18

Anche in un sistema federale le aree più ricche si trovano nella condizione di pagare più imposte di quanto ricevano dallo Stato centrale e di avere aliquote più elevate, perché vi si concentrano i cittadini col reddito maggiore. Anche in Baviera si lamentano perché i loro soldi vanno a Berlino (nel senso della regione di Berlino), dato che vi è un differenziale di reddito medio (quello bavarese è il più consistente, in Germania). Il federalismo può funzionare se vi è buona amministrazione. La regione Sicilia trattiene per se' tutte le entrate fiscali eppure è una delle aree peggio amministrate del continente, ha i parlamentari (regionali) più pagati al mondo e meno efficienti, è in mano ad una casta che nega diritti ed elargisce privilegi, raccomandazioni, si relaziona a clientele e non a cittadini. Inoltre sta affondando nei debiti (grazie a tanti presidenti "centristi", peraltro, nonché in losche trattative con Cosa Nostra...)


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Re: Barcellona: un milione e mezzo in piazza per l'indipende

Messaggioda franz il 14/09/2012, 7:13

flaviomob ha scritto:La regione Sicilia trattiene per se' tutte le entrate fiscali eppure è una delle aree peggio amministrate del continente, ha i parlamentari (regionali) più pagati al mondo e meno efficienti, è in mano ad una casta che nega diritti ed elargisce privilegi, raccomandazioni, si relaziona a clientele e non a cittadini. Inoltre sta affondando nei debiti (grazie a tanti presidenti "centristi", peraltro, nonché in losche trattative con Cosa Nostra...)

Non confondiamo federalismo con regionalismo. Se fossero la stessa cosa saremmo un paese federale. ;)
Per quanto riguarda le imposte che si pagano nelle regioni piu' ricche in un sistema federale, questo è vero ma vale solo per le cosiddette imposte federali. Quelle locali invece, data l'alta capacità contributiva dei residenti (per definizione, trattandosi di aree ricche) possono essere piu' basse (le aliquote sono locali) se la spesa pubblica è bassa. Le due cose quindi si compensano ma tutto orbita attorno alla spesa pubblica (centrale e locale) perché è questa che determina una necessità di gettito e non viceversa.
Ultima modifica di franz il 14/09/2012, 7:56, modificato 1 volta in totale.
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Re: Barcellona: un milione e mezzo in piazza per l'indipende

Messaggioda franz il 14/09/2012, 7:26

annalu ha scritto:Mi sembra che di motivi in favore del federalismo ce ne siano molti. Il mio problema è però l'opportunità del momento storico.

Un processo che trasformi l'Italia in un paese federale potrebbe durare una decina di anni. Per quanto riguarda il "momento" in cui farlo iniziare i tuoi argomenti sono ragionevoli ma bisognerebbe anche considerare che simili decisioni storiche si prendono piu' facilmente in momenti di crisi, quando sono necessarie scelte drammatiche che spingono verso il cambiamento. Quando le cose vanno bene di solito prevale la stasi e la conservazione. Giusto pensare che un federalismo europeo aiuterà quello degli stati ma ritengo che la trasformazione in senso federale dei singoli paesi aiuti a sua volta il processo europeo. Sono processi paralleli, secondo me.
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Re: Barcellona: un milione e mezzo in piazza per l'indipende

Messaggioda flaviomob il 14/09/2012, 9:43

franz ha scritto:Non confondiamo federalismo con regionalismo.


Va bene. Allora puoi spiegarmi dettagliatamente perché, esattamente, una regione autonoma come la Sicilia in cui la spesa pubblica è decisamente "scellerata" e la classe politica putrescente muterebbe andazzo in un sistema federale, che la renderebbe ancor meno vincolabile a parametri di stabilità, pareggio di bilancio, eccetera?
Quello che voglio dire non è che il federalismo non costituisca un buon sistema di governo del territorio, ma semplicemente che non impedisce "miracolosamente" la mala amministrazione e che in Italia si trasformerebbe in una "riformicchia" che genererebbe più che altro distorsioni nelle aree già tradizionalmente soggette alla peggior "casta", magari ostacolando anche il contrasto alla criminalità organizzata.


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Re: Barcellona: un milione e mezzo in piazza per l'indipende

Messaggioda franz il 14/09/2012, 12:31

per prima cosa non mi pare che:
1) la sicilia viva solo dei sui soldi, trattenuti. Ci sono importanti trasferimenti clientelari, ad alimentare la gestione e non gli investimenti (infatti per quelli manco riescono a gestire bene quelli UE)
2) il debito della sicilia sia fuori controllo. abbiamo già fatto i calcoli qui ed è veramente irrisorio, rispetto allo stato nazionale.
3) non è vero che un sistema federale la renderebbe ancor meno vincolabile a parametri di stabilità, pareggio di bilancio, eccetera. Non so dove trai questa impressione ma dovrebbe bastare vedere come sono messi i debiti degli stati americani, dei länder tedeschi o dei cantoni svizzeri.
Il punto due non è poi cosi' importante, è solo una precisazione. Il tre pure. L'importante è il punto 1). perché senza i trasferimenti da Roma la Sicilia per permettersi l'andazzo attuale e dovrebbe o aumentare le sua tasse interne oppure dovrebbe iniziare a tirare la cinglia oppure dovrebbe comunciare a scovare gli eventiali evasori. Insomma la pacchia attuale finirebbe ed i nodi verrebbero al pettine. Questo è il punto che rende "responsabile" la gestione locale federalistica.
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Re: Barcellona: un milione e mezzo in piazza per l'indipende

Messaggioda flaviomob il 14/09/2012, 14:03

franz ha scritto:per prima cosa non mi pare che:
1) la sicilia viva solo dei sui soldi, trattenuti. Ci sono importanti trasferimenti clientelari, ad alimentare la gestione e non gli investimenti (infatti per quelli manco riescono a gestire bene quelli UE)


Infatti: la particolarità della Sicilia è che mantiene nel territorio le imposte (cioè versa zero allo stato centrale) ma riceve fondi dallo stato. Eppure questo non garantisce affatto buon governo, sebbene sia favorita rispetto a tutte le altre regioni (anche quelle a statuto speciale).

Per quanto riguarda il debito, può non essere rilevante rispetto al debito statale, ma può essere sufficiente a determinare il fallimento della regione (e quindi fornitori non pagati e posti di lavoro che saltano). I vincoli al bilancio regionale ci sono anche in assenza del federalismo, ad esempio in tema di spesa per la sanità si sono determinati meccanismi che penalizzano le regioni che sforano.

In ogni caso, continua a mancare l'argomento chiave: un'ente territoriale pessimamente amministrato che vantaggio trae, in concreto, dal federalismo?
Non solo in Svizzera (ben amministrata da secoli) esiste il federalismo: anche la Nigeria è federale ed è uno degli stati più corrotti in assoluto.


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